Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: dragon_queen    01/12/2012    4 recensioni
"Vi siete mai chiesti cosa si provi a essere amati da Lucifero in persona? O meglio, essere posseduti da quell'angelo così bello e arrogante da essere stato scacciato dal Paradiso da Dio stesso?"
Questa storia parla di Laila, la quale si troverà incappata in qualcosa più grande di lei, ma la quale le farà capire che non sempre le tenebre nascondono qualcosa di malvagio...
Spero di avervi incuriosito e vorrei sapere cosa ne pensate. Buona lettura XD
[Aggiunta copertina nel prologo XD]
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pensavo di non aver mai visto uno sguardo più confuso e arrabbiato di quello che in quel momento mi stava rivolgendo Gabe. Senza parlare si alzò dal divano, passandosi due dita sugli occhi e sbuffando sonoramente.

Probabilmente se fossi stata qualcun altro mi avrebbe sicuramente già tirato uno schiaffo. Dopo un tempo che mi sembrò interminabile, tornò finalmente a guardarmi.

-Laila, ti rendi conto di quello che stai dicendo?-

-Si e non prendermi per un'egoista. Nonostante sia figlio di Alec, io voglio tenere questo bambino-

-Ma non sai neanche cosa sia con esattezza. Potrebbe rivelarsi una specie di mostro. Nessuno ha mai assistito alla nascita di un ibrido-

-Non mi interessa- risposi piccata.

Perchè non capiva? Non era un fatto di orgoglio o di testardaggine. Sentivo come un legame con quella creaturina dentro di me, come se già fosse qualcosa di vivo e cosciente. Non riuscivo a spiegarmelo, ma non avrei mai permesso a nessuno di portarmelo via, neanche se si fosse trattato di Gabe o di Alec.

Già, chissà come l'avrebbe presa quando l'avesse saputo. Fu allora che cominciai ad avere paura.

Il ragazzo, nel frattempo, mi si era avvicinato e mi aveva afferrato per le spalle, costringendomi a fissarlo negli occhi.

-Sai a cosa andrai incontro, vero? Se porterai avanti questa gravidanza potresti anche morire-

In quel momento non mi importava. A dir la verità, poche cose aveva realmente importanza.

-Gabe, non che le mie alternative fino ad ora fossero molto diverse- sorrisi tristemente e, stranamente, lui fece lo stesso.

Dopodichè si allontanò di qualche passo.

-Se è questo che hai deciso...-

-Grazie Gabe. Devo però chiederti un altro favore: Alec non dovrà saperlo-

-Come? Perchè?-

-Non fare domande, ti prego. Fidati solo di me-

-Va bene. Fino a questo momento mi sono sempre fidato di te, nonostante sia rimasto comunque il numero due. Ma non importa. Continuerò a proteggerti come ho sempre fatto-

Si voltò e afferrò la giacca.

-Vado a comprare qualcosa da mangiare. Se davvero vuoi tenere quel bambino, allora dovrai essere in forze per entrambi- e senza aspettare una mia risposta, se ne andò.

 

Cara Laila, sei proprio una fessa!!

Dopo tutto quello che Alec mi aveva fatto passare, continuavo irrimediabilmente a scegliere lui. Gabe si era dimostrato molto più umano di quanto l'altro potesse mai esserlo, eppure non riuscivo a risvegliare quello speciale legame che invece provavo per il demone.

Quando avevo fissato i suoi occhi avevo visto l'ennesima delusione, il dolore che la mia scelta gli stava infliggendo. Eppure lui aveva detto che avrebbe continuato a proteggermi, nonostante io non ricambiassi ciò che provava per me.

Mi sentivo cattiva, approfittatrice nei confronti di quel ragazzo, ma non potevo farne a meno. Gli volevo bene, ma era un affetto pari a quello che si prova per un fratello maggiore.

Con Alec era diverso: all'inizio lo odiavo, profondamente e incondizionatamente. Aveva ucciso mio padre, la mia matrigna e bruciato la mia casa, cancellando ogni segno della mia esistenza su questa terra. Quando fosse giunto il momento avrebbe cancellato la mia immagini anche dalle menti di tutti quelli che mi avevano conosciuto.

Eppure quel sentimento si era ben presto trasformato, divenendo qualcosa di differente. Sentivo addirittura la sua mancanza quando non lo vedevo in giro, provavo gelosia per quelle ragazze che gli giravano intorno. Volevo che i suoi occhi fossero solo per me.

I miei pensieri furono scossi da un singhiozzo, seguito da un'aspettata risata: era decisamente una stupida.

Stavo iniziando a provare qualcosa che lui non mi avrebbe mai concesso. Ero solo un passatempo, un giocattolo che una volta che lo avesse stufato sarebbe stato gettato via.

Mi rannicchiai sul divano, entrambe le braccia a circondarmi la pancia, nella quale riuscivo ancora a percepire la presenza della mia creatura.

Chiusi gli occhi, sfinita. Avvertii una solitaria lacrima scivolarmi su di una guancia, per finire poi tra le pieghe del divano.

Mi odiavo, maledicevo ciò che stavo diventando, ciò che quello stupido ed umano sentimento mi stava facendo provare.

Si, perchè io mi ero innamorata del Diavolo.

 

POV ALEC (LUCIFERO)

 

Mi fermai di colpo, mentre una strana sensazione nel petto mi fece stringere i denti. Era doloroso, ma allo stesso tempo confortante e quasi bello. Non riuscivo a capire da cosa potesse derivare, in quanto mai lo avevo provato.

Poi d'un tratto qualcosa che mi fece sussultare: un battito.

No, assurdo. Io sono il Diavolo, un demone, e le creature come me non hanno un cuore, soprattutto vivo e che batte.

A poca distanza dal primo un altro battito, mentre avvertivo uno strano tepore impossessarsi di me. Per un attimo rividi i suoi occhi che mi guardavano, così simili a quella notte passata insieme.

Dovevo assolutamente ritrovarla, volevo rivederla, volevo sentire il calore del suo corpo a contatto con il mio, freddo. Volevo sentire di nuovo quel cuore battere per me.

 

Mi svegliai di colpo, come se una presenza si trovasse con me in quella stanza. Mi alzai a sedere, guardandomi intorno. Non mi ero resa conto di quanto avessi dormito fino a quando non scorsi il sole che tramontava.

-Gabe...- chiamai, ma non ci fu risposta.

Non era ancora rientrato? Strano.

Mi alzai con difficoltà e quasi le gambe non mi ressero. La schiena mi doleva, flebilmente, ma mi infastidiva mentre camminavo. Probabilmente era dovuto alla gravidanza. Poi, quando abbassai lo sguardo sulla pancia, inorridii.

Sollevai un poco la maglia, notando che il ventre si era già leggermente gonfiato.

-Non è possibile-

In quel momento sentii le chiavi girare nella toppa della porta. Gabe trovò i miei occhi colmi di lacrime a fissarlo.

-Che succede?- mi chiese, preoccupato.

Io non risposi, ma mi limitai a voltarmi verso di lui, mostrandogli la pancia.

-Come può essere che si veda già?- gli chiesi con un filo di voce.

-Non lo so, ma questa non è una normale gravidanza. Sembri già di quattro settimane, nonostante ne sia passata a malapena una. Probabilmente è dovuto al fatto che la creatura che porti in grembo è un ibrido-

-Ma se vado avanti così partorirò nel giro di tre mesi- dissi.

-Vediamo come procede. È possibile anche che il processo rallenti-

Mi sedetti di nuovo sul divano, portandomi entrambe le mani sulla bocca.

-Gabe, ho paura-

Lui si sedette accanto a me, ma stavolta non mi abbracciò.

-Ci sono io con te- rispose, continuando a fissare di fronte a sé.

Era distante, freddo. A me però non importava. Piegai la testa e la poggiai sulla sua spalla.

-Sono contenta di avere al mio fianco una persona come te-

 

I giorni passavano e un po' l'aria di attrito tra me e Gabe stava sparendo. La pancia per fortuna aveva smesso di crescere, anche se avevo l'impressione che un giorno ogni sette avanzasse di qualche millimetro. Ancora però, indossando maglie più larghe, avevo la possibilità di nasconderla bene.

Con l'avanzare della gravidanza sentivo anche la mancanza di Alec. Certo, Gabe non mi faceva mancare niente, ma non riuscivo a considerarlo diversamente da un migliore amico.

Una sera, mentre stavamo seduti al tavolo a cenare, gli chiesi:

-Gabe, dimmi la verità: il nostro incontro non è stato casuale, vero?-

Lui per poco non mi sputò in faccia l'intera tazza di caffè che stava sorseggiando.

-Cosa te lo fa credere?-

-Avanti, non sono una stupida. Tu sei sceso sulla terra per me. Avevi una missione, ma qualcosa è andato storto, non è vero?-

Lui si alzò, non sapendo probabilmente come rispondermi.

-Io ti osservavo già da tanto tempo Laila. Sapevamo della maledizione della tua famiglia e tutti noi, nonostante il Creatore ci avesse ordinato di non immischiarci, volevamo evitare che il Diavolo si impossessasse dell'anima dell'ultimo discendente di Giuda-

-Perchè?-

-Conosci il diario del Peccatore?-

-Ne ho sentito parlare. Ma ancora non ne ho capito appieno l'importanza-

-In quel libro è custodito un potente incantesimo in grado di radere al suolo le leggi universali. Ti immagini cosa succedesse se Paradiso e Inferno si fondessero? Riesci ad immaginare il caos che ne deriverebbe? Per non parlare di come si rifletterebbe sulla terra. La distruzione di ogni creatura che non sia abbastanza forte da combattere e sopravvivere-

-E cosa c'entro io?-

-Tu devi essere protetta. Si dice se solo un discendente del peccatore possa aprire il diario. A seconda di quale individuo ne voglia sfruttare il potere, il libro può rivelarsi distruttivo o costruttivo. Il nostro intento è semplicemente distruggerlo, ma per farlo prima dobbiamo aprirlo-

-Quindi tutti coloro che mi stanno inseguendo sono semplicemente interessati al mio sangue?-

Strinsi i pugni sul tavolo, fissandoli intensamente. Poi ripresi:

-Anche tu?-

Gabe non rispose. Lo sentii avvicinarsi e una sua mano si posò sulle mie. Me le afferrò e lentamente mi fece voltare, in modo da trovarmi seduta di fronte a lui, in ginocchio.

-Laila, tu sei importante. Non perchè sei l'ultima discendente di Giuda, non perchè il tuo sangue apre un diario perduto che nessuno ha più visto, ma solo perchè sei tu. Chiaro?-

Feci un cenno di assenso con la testa, ma non lo guardai.

All'improvviso la terra prese a tremare.

-Che succede?- chiesi.

-E' un aura demoniaca. Vieni, dobbiamo andarcene-

-E se fosse Alec?-

-Non è lui, conosco la sua essenza e questa è forse più nera. Forza, corri-

 

Guardavo la mano che Gabe mi stringeva mentre correvamo giù per le scale dell'appartamento. Come avevano fatto chiunque fosse a trovarci?

Quando uscimmo dal portone, una voce alle nostre spalle di fece fermare.

-Sei tenace, dolcezza. Non pensavo di doverti ucciderti per la terza volta-

Mi voltai lentamente, fissando il tetto dello stabile, nascosto quasi totalmente dal buio. Una cosa però la distinzi: capelli del colore del fuoco.

-Cosa ci fai qui? Già il tuo padrone intraprende questa ricerca- disse Gabe, il quale con un gesto rapido mi nascose dietro di sé.

-Povero angioletto, io non ho nessun padrone. E devo dire che il discorsetto di poco prima su quel bel diario mi ha incuriosito molto-

Con un balzo atterrò di fronte a noi, inclinando un poco il cemento del marciapiede.

-Tranquilla tesoro, ho deciso che mi sei più utile da viva-

Ero impietrita dalla paura. Quello era lo stesso demone che per ben due volte mi aveva portato ad un passo dalla fine.

-Cercavo un modo per far fuori il mio rivale e inaspettatamente l'ho trovato-

-Si può sapere chi sei?-

Quello fissò Gabe, poi, mimando un inchino, disse:

-Molto piacere. Il mio nome è Abaddon-




NdA Come al solito chiedo venia per il mostruoso ritardo, ma l'ispirazione mi sta un pò abbandonando XD
Spero che comunque anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Un saluto Marty.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: dragon_queen