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Autore: 9Pepe4    01/12/2012    12 recensioni
Trunks ha un’idea molto precisa su come vorrebbe trascorrere il pomeriggio – un’idea che contempla Marron ed esclude qualsiasi capo di vestiario.
Ma tra la piccola Bra e una cucciolata di cagnetti, le cose potrebbero prendere tutta un’altra piega…
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Marron, Mr. Satan, Trunks | Coppie: Marron/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un peloso imprevisto

Dare ripetizioni a Marron era un’impresa: difficile, impegnativa e potenzialmente letale.
Tanto per peggiorare le cose, Trunks aveva subito sbagliato approccio, esordendo in un tono saccente che risultava alquanto irritante.
«Andiamo, è la decima volta che sbagli questo esercizio! Non è così difficile!»
La ragazza lo incenerì con lo sguardo. «Dici?» s’informò, acida. «Vorrà dire che qualcuno non è in grado di spiegarlo come si deve…»
Il giovane sbuffò. «Te l’ho spiegato in almeno tre modi diversi» ribatté. «Se solo la tua zucca fosse meno dura, avresti…»
«Quindi sono stupida» lo interruppe Marron, con occhi che mandavano lampi.
Trunks sbatté le palpebre, preso in contropiede. «Prego?»
«Stai dicendo che sono stupida».
«No! No…» Il saiyan decise che era meglio agire con prudenza. «Non sei stupida, anzi, sei molto intelligente, devi solo concentrarti».
Lei emise un piccolo sospiro, riportando gli occhi sul libro. «Sai» ammise, «mi piacerebbe poter trascorrere il tempo con te in maniera diversa».
Gli occhi di Trunks brillarono, e il ragazzo passò un braccio sulle spalle di Marron. «Ah, sì?» indagò, con un largo sorriso.
Lei strusciò la testa contro la spalla di lui. «Sì» miagolò.
Il cuore di Trunks fece una capriola. «Be’…» esordì, «ai compiti possiamo pensare domani pomeriggio…»
Marron gli sorrise, radiosa, e il giovane avvicinò il volto a quello della ragazza…
In quell’istante, la porta della stanza venne spalancata con tanta forza da sbattere contro il muro.
«Trunks» chiamò la voce squillante di Bra, giungendo come un fulmine a ciel sereno, «oggi mi porti fuori?»
Il ragazzo si allontanò di scatto da Marron. Continuando a cingere la bionda, voltò la testa verso la sorellina, che lo osservava innocentemente dalla soglia.
«Ho da fare!» le ringhiò contro.
Di solito non era così brusco, ma in quel momento voleva solo essere lasciato in pace. Purtroppo, Bra era un osso duro.
«Dai!» piagnucolò. «La mamma non può e il papà non vuole!»
«E io non voglio né posso» ribatté il ragazzo, mentre Marron guardava con curiosità verso la bambina.
«Per favore!» implorò Bra. «Bee ha fatto i cuccioli!»
«Chi?» fece Trunks, aggrottando le sopracciglia.
«Bee» intervenne Marron. «Su, Trunks, è il cane di Mister Satan!»
«Già!» Bra annuì freneticamente, lieta come un fringuello di fronte a quell’aiuto inaspettato. «Pan li ha già visti, e io no!»
Con grande preoccupazione di Trunks, Marron pareva piuttosto divertita.
«Oh, no» commentò la ragazza bionda. «È una tragedia».
Speranzosa, la bambina si avvicinò di qualche passo. «Potete portarmi a vederli?» implorò, rivolgendosi direttamente a Marron.
E in quel momento, la bionda si alzò in piedi, districandosi dall’abbraccio del fidanzato. «Ma certo!» esclamò. «Perché no?»
Trunks la fissò, sbigottito. «Ma noi…» Si schiarì la gola. «Ehm, noi… Avevamo da fare».
«Andiamo, Trunks, l’hai detto tu: i compiti possiamo rimandarli a domani» replicò Marron, in tono allegro.
“Verissimo” si disse il ragazzo, costernato. “Ma io non pensavo ai compiti…”
«Grazie, grazie!» cinguettò Bra, tutta contenta, correndo ad abbracciare le gambe di Marron.
Trunks scosse la testa, arrendendosi con un sospiro, e allungò una mano ad accarezzare i capelli morbidi della sorellina.

Durante il tragitto – su uno dei piccoli aerei brevettati Capsule Corporation – Bra non fece altro che chiacchierare.
Trunks, che era alla guida, teneva lo sguardo fisso davanti a sé senza proferir parola.
Marron, però, non faceva che ascoltare la piccola, inserendo qua e là qualche commento o qualche domanda, così Bra passava da un racconto all’altro, felicissima che qualcuno la stesse a sentire con tanta attenzione.
Della marea di parole, Trunks captò solamente qualcosa qua e là.
Per la precisione, apprese che Bee era il papà degli otto cuccioli, mentre la madre era una cagna nera che, come ebbe cura di specificare Bra, sembrava un lupo.
Mister Satan stava dando via i cuccioli, dato che non poteva tenerli – per questo la bambina aveva tanta fretta di andare: temeva che, se avessero aspettato troppo, non ci sarebbe stato più nessun cagnolino da vedere.
Finalmente, Trunks poté atterrare davanti alla villa di Mister Satan.
Il trio scese dall’aereo, e il ragazzo si chinò per spingere il pulsante che ridusse il mezzo di trasporto in una piccola capsula.
«Wow» commentò Marron, schermandosi gli occhi. «Che statua!»
Davanti a loro, infatti, si trovava un’enorme busto di Mister Satan che alzava il pollice in segno di vittoria.
«Uhm» disse Trunks. «Questa non c’era l’ultima volta che sono stato qui…»
Alla piccola Bra non interessava affatto, e afferrò la mano del fratello, trascinandolo sino al citofono.
La voce tonante di Mister Satan diede loro il benvenuto, il cancello si aprì e i ragazzi poterono entrare nei giardini della villa.
Mentre attraversavano il prato, Bra notò che era meno bello di quello di casa sua. Qui, infatti, non c’erano tutti i fiorellini profumati… Probabilmente, a causa della mancanza di una nonna come la sua che si occupasse di loro tutti i giorni.
«In quanto ampiezza, questo posto fa concorrenza alla Capsule Corporation» commentò Marron, voltando la testa da una parte e dall’altra.
«Già» concordò Trunks, trattenendo un sorriso.
Era esattamente la stessa cosa che aveva pensato lui la prima volta che aveva visitato quella casa. Allora era ancora un bambino – era capitato lì con Goten e Gohan perché il maggiore voleva vedere Videl – ma se lo ricordava molto bene.
Mentre ripensava al passato, iniziò a fissare la maglietta rosa di Marron.
Notando il suo sguardo, la ragazza inarcò le sopracciglia chiare. «Che hai?» chiese, sulla difensiva. «Non ti piace come sono vestita?»
Trunks fece una smorfia divertita. «Bah, il come non è un problema… Diciamo che non mi piace che tu sia vestita» replicò, tenendo bassa la voce perché Bra non lo sentisse.
Marron divenne rossa come un peperone, ma non appena si riprese sfoderò un sorriso malizioso.
«Be’» sussurrò, avvicinando le labbra all’orecchio del giovane e procurandogli un piacevolissimo brivido, «vorrà dire che, se avanzerà del tempo dopo questa visita, sapremo come impiegarlo…»
«Trunks!» La voce lamentosa di Bra li distolse dai loro progetti. «Cammina più veloce!»
Il giovane rivolse a Marron un sorriso fugace, quindi affrettò il passo verso la sorellina. «Sto arrivando, piccola!»
La bambina lo fissò, senza capire l’improvvisa allegria del fratello, ma poi ne parve soddisfatta.
In quel momento, uscendo dalla porta d’ingresso, Mister Satan arrivò loro incontro.
«Ragazzi!» li salutò, sebbene apparisse un po’ preoccupato dalla presenza di Trunks – per quanto lo negasse, era ancora traumatizzato dal pugno che il saiyan gli aveva assestato da bambino. «A cosa devo l’onore di questa visita?»
«Siamo venuti a vedere i cuccioli!» rispose subito Bra.
L’uomo barbuto scoppiò in una risata tonante. «Oh, certo, ma certo! Seguitemi, sono da questa parte!»
Marron scambiò un’occhiata con Trunks, divertita dalla teatralità con cui Mister Satan affrontava qualsiasi cosa.
«La mamma dei cuccioli c’è?» s’informò Bra, mentre percorrevano un’ampia scalinata.
«No» rispose Mister Satan, «il suo padrone l’ha già riportata a casa propria».
La bambina si corrucciò. «Ha portato via la mamma dei cuccioli?» fece. «Che cosa cattiva!»
Fortunatamente, ormai erano giunti alla loro meta, così il padrone di casa poté astenersi dal rispondere.
I cuccioli si trovavano in quella che sembrava una stanza da giochi. Qua e là sul pavimento erano sparse delle palle di gomma e dei giochi ad incastri – probabilmente, da piccola, Videl aveva trascorso molto tempo lì dentro.
E ora quella camera era riservata ai cagnolini.
Visto che, però – come spiegò Mister Satan –, la donna delle pulizie era in congedo temporaneo, per ora i cuccioli erano confinati in un enorme scatolone di cartone, in modo che non combinassero troppi disastri.
Trunks si tenne da parte, disinteressato, ma Bra e Marron si avvicinarono subito per guardare dentro la gigantesca scatola.
Su otto, due cuccioli erano già stati presi, così ne erano rimasti sei.
Erano tutti a pelo corto, beige con le orecchie pendenti e gli occhi umidi… O meglio, quasi tutti.
Uno dei cagnetti, infatti, aveva preso dalla madre, e somigliava a un lupacchiotto dal pelo nero e soffice, con due orecchie dritte e morbide.
Gli occhi avevano uno sguardo vispo, e quando Bra allungò la mano per accarezzarlo, il cucciolo la colpì con le proprie zampette.
La bambina ne fu a dir poco deliziata. «Cagnetto!» commentò, ridendo forte.
«È davvero carino» concordò Marron, tendendo una mano a propria volta.
Il cucciolo scodinzolò energicamente, andando a strusciarsi contro il palmo della ragazza.
«Oh, Trunks!» esclamò Marron, sopraffatta. «Non è un tesoro?»
Il giovane sbatté le palpebre, cadendo dalle nuvole. «Uh, cosa? Ah, sì» confermò poi, senza troppa convinzione. «Certo».
«Vuoi prenderlo?» intervenne Mister Satan.
Marron sgranò gli occhi davanti a quella proposta inaspettata. «Dice sul serio?»
«Ma certo!» tuonò l’omaccione. «Sono un guerriero, non posso metter su un allevamento di cani!»
Marron esitò, e Bra ruppe il silenzio, incitandola vivacemente: «Prendilo, prendilo!»
Strappato alle proprie fantasie – che, per farla breve, concernevano Marron e una stanza chiusa a chiave –, Trunks si avvicinò, scoccando un’occhiata alla biondina.
Vedendo Marron tentennare, Bra tornò all’attacco: «Pensa se lo prende qualcun altro!»
La ragazza si morse il labbro, chiaramente combattuta.
«Marron…» cominciò Trunks.
In quel momento, però, il cucciolo abbaiò, accennando uno scodinzolio speranzoso… E Marron cedette. «Lo prendo».
«Bene, bene!» si rallegrò subito Mister Satan. «Meno male! È l’unico diverso della cucciolata, e tutte le altre persone che li hanno visti volevano quelli come Bee!»
«Ma Marron, ne sei sicura?» obiettò Trunks. «Non dovresti chiedere ai tuoi genitori…»
La ragazza, però, scrollò le spalle, chinandosi verso il cucciolo. «Nah. Mio padre si è sempre offerto di comprarmi un animaletto da compagnia, sono certa che ne sarà felicissimo!»
«Sì, ma…» Trunks si morse l’interno della guancia, scoprendosi a corto di motivazioni.
«Trunks!» trillò Bra, emozionatissima. «Marron prende il cucciolo!»
«L’ho notato» rispose il ragazzo, sconsolato.
A quanto pareva, doveva proprio dire addio ai suoi progetti per quel pomeriggio…
Marron, da parte sua, sembrava del tutto estranea a ciò che le accadeva attorno. Aveva teso le mani verso il cucciolo e l’aveva preso in braccio.
Il cagnolino le leccò il mento, e lei scoppiò a ridere.
Una risata argentina, di quelle che Trunks sarebbe rimasto ad ascoltare per tutta la vita.
«Sei bello» disse Marron, con occhi ridenti, accarezzando il cucciolo tra le orecchie, «sei proprio bello!»
La bestiola scodinzolò, cercando di leccare il collo della ragazza.
Trunks si accigliò. «Ehi, così finirà per farti il bagno!»
«Sciocchezze» ribatté Marron, «mi sta solo dando dei bacini».
Il ragazzo assottigliò gli occhi. Era quello il punto! Solo lui poteva baciare il collo di Marron.
Per poco non gli venne da digrignare i denti, poi si sentì meravigliato.
Accidenti! Non poteva essere geloso di un cane!
D’altronde, però, gli sembrava che quel cucciolo si stesse crogiolando nelle coccole della ragazza con aria fin troppo soddisfatta…
E Marron era fin troppo dolce… Lui doveva sudare sette camice per ottenere qualche effusione, e quel cane ci riusciva così, senza far niente?!
«Oh, piccolo mio, ti troverò la cuccia più bella del mondo, vedrai!» stava blaterando la ragazza, rivolta al cagnolino. «Oggi è giorno di shopping! Bisogna comprare tutto quello di cui hai bisogno…»
Trunks scosse la testa, costernato. Il suo programma per quel pomeriggio era da accattonare definitivamente.
«Bellissimo!» esclamò Bra, entusiasta.
Marron si chinò per permettere alla bambina di accarezzare il cucciolo, poi sollevò lo sguardo luminoso verso Trunks.
«Grazie» gli disse, a fior di labbra.
Il giovane rimase spiazzato. «E di cosa?»
«Come, di cosa?!» esclamò Marron, accarezzando il dorso del cucciolo. «Se non ci fossi stato tu alla guida dell’aereo, non saremmo mai venuti qui!»
Trunks sbatté le palpebre.
Saggiamente, evitò di dire che – se fosse dipeso da lui – a quell’ora loro due sarebbero stati nella sua stanza a pomiciare, e che quel cucciolo Marron non l’avrebbe visto nemmeno di sfuggita…
«Di niente» disse invece.
Il cagnolino leccò la guancia di Marron, e lei si mise a ridere di nuovo.
Trunks, allora, ammise con riluttanza tra sé e sé che quel cucciolo non era poi così male, se riusciva a rendere la ragazza tanto felice – e per quanto riguardava i suoi progetti, sperava ci sarebbero state altre occasioni per liberare Marron di tutti i suoi vestiti.












Spazio dell’Autrice:
Salve a tutti! Era da un secolo che non scrivevo one-shot su Dragonball, spero che questo testo senza pretese vi sia piaciuto =)
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate…
Comunque, il cagnetto di Marron è una comparsa nata nelle mie raccolte di drabbles Marron/Trunks. Nel caso vi interessi vedere come in futuro renderà la vita di Trunks un inferno, vi metto qui giù i link dei capitoli in cui compare ;)
Quel dolce, piccolo cagnetto
Una piccola peste
Talenti strabilianti
Bimbi capricciosi
Ultimo dell’anno
Troppa, troppa mitologia
Coraggio o mero istinto?
Famiglie
Priorità differenti
Mitologiche minacce
  
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