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Autore: RobyInWonderland    01/12/2012    3 recensioni
Una luce bianca lo avvolgeva, anche ad occhi chiusi riusciva a percepirla, gli trasmetteva un lieve tepore molto piacevole. Aprì gli occhi lentamente per adattarsi a quel bagliore lattiginoso. Non ricordava nulla: come fosse arrivato o perché fosse lì. Si sollevò a sedere trovandosi di fronte un paesaggio del tutto surreale. Tutto intorno a lui era di un innaturale celeste...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nordici
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Presto perse del tutto di vista il ragazzo dai capelli pallidi, in abito blu ma, nell'aria di quella foresta dalle luci irreali, persisteva il delicato profumo di quei fiorellini celesti da cui era invaso il campo dove l'aveva incontrato poco prima.

 

Continuò a guardarsi attorno, girando più volte su se stesso, nella vana speranza di scorgere nuovamente il ragazzo misterioso. Aveva un'opprimente sensazione di solitudine ed incompletezza, dal momento in cui l'altro si era allontanato da lui, che lo sconfortava terribilmente.

 

D'un tratto gli parve di scorgere le pieghe di un vestito, svolazzare dietro ad uno di quegli alberi dal fusto imponente, tutti uguali. I suoi occhi s'illuminarono di speranza. Tentò di avvicinarsi piano per non farlo scappare di nuovo ma, una volta raggiunto, si accorse che non era chi stava cercando, a dir la verità, di schiena, sembrava più un pinguino seduto su un cavallino a dondolo intagliato. Si, un cavalluccio a dondolo in una foresta pareva strano persino ad uno come Dan.
Gli si fece più vicino osservandolo meglio.

Ma...?! é un bambino!

Pensò, mentre il piccolo sollevava il suo viso, gli occhioni violacei lucidi e arrossati, le guance rosee umide di lacrime. Prima di essergli davvero vicino l'aveva scambiato per una specie di piccolo volatile, fuorviato dal fatto che portava un cappuccio nero sopra la testa, con una specie di becco giallo e rosso a coprirgli gran parte del viso. Singhiozzava ancora, doveva aver appena smesso di piangere....

«Hey piccolino... che ti è successo?»

Gli sussurrò il biondo dagli occhi celesti, accucciandosi accanto a lui. Il piccolo si alzò dal giocattolo intagliato, dall'aria vissuta, e gli si gettò fra le braccia, gli occhi, già arrossati, si gonfiarono di nuove, tiepide lacrime che andarono ad inumidire la maglia del ragazzo.

Doveva esserglici affezionato a quel cavallo, osservò fra sé il danese continuando a consolare il pianto del bimbo mentre i suoi occhi scorrevano sulle intagliature accurate del legno... aveva tanti segni: graffi, righe colorate, macchie varie che potevano essere di unto come di marmellata... Eppure a lui facevano sorridere teneramente, come quando un genitore osserva, con aria nostalgica, il peluche di un bambino che è cresciuto e ora è lontano... ma, perché? Perché quel sorriso e quella sensazione di serenità lo avevano avvolto in una mite coperta? Dan non riusciva proprio a spiegarselo, si sentiva solo.. felice, inspiegabilmente felice.

Con una carezza delicata ed affettuosa scostò il cappuccio, rivelando così i candidi capelli bianchi come la neve del ragazzino vestito da pulcinella di mare. Ecco cos'era quella specie di pinguino.. l'aveva capito solo dopo averlo osservato attentamente.

L'esile corpicino era scosso da singulti sommessi e le lacrime non volevano saperne di cessare. Dan lo prese delicatamente in braccio cullandolo piano, mentre lui incastrava la testa nell'incavo fra il collo e la spalla del danese.

«Non ti ricordi?! Non ti ricordi di noi...di me! Sei... sei cattivo!»

Il bambino non si era scostato, né aveva sentito le sue labbra muoversi contro la propria pelle... Di nuovo la voce si era manifestata unicamente nella sua testa, anche se il timbro questa volta era più dolce ed infantile... doveva essere quello dell'esserino dal pianto inconsolabile che reggeva fra le braccia.

«Su, piccolo.. non devi piangere...»

Non aveva capito a che si riferisse, ma era già la seconda persona che asseriva al fatto che lui non si ricordasse di qualcuno ma, chi sono i 'noi'... davvero non riusciva a comprendere.

«Non so di cosa tu stia parlando, piccolino... io... io posso solo aiutarti a tornare dai tuoi familiari, se tu ricordi la strada...Posso portare io il tuo dond-»

Si interruppe a metà constatando che il giocattolo era sparito nel nulla nel mentre in cui lui era distratto nel tentativo di consolare il piccoletto.

“Ma ch-?!... che razza di posto è questo?!”

Prima era strano.. ora si cadeva addirittura nel pazzesco! Come può un pezzo di legno sparire nel nulla?! Dan decise di non porsi domande, non in quel luogo. Poco prima era sparito nel nulla un ragazzo splendido, ora il gioco. Tutto troppo complicato per lui, meglio sorvolare e provare ad uscire dalla parte opposta a quella da cui si era inoltrato in quell'intricato labirinto di alberi.

Strinse a sé ancora un po' di più il bambino dai capelli nivei, che accennò un assenso sfregando il visino contro il collo del ragazzo che lo reggeva.

«Possiamo.. andare in qualsiasi direzione.. tutte le strade sono /sue/ e portano nello stesso posto, alla fine. Dal Re.»

Disse nuovamente la voce del piccolo nella mente di Dan.

«Va bene. Allora andiamo..»

S'incamminò attraverso il primo sentiero che gli parve incoraggiante. Gli alberi erano tutti uguali ma, non sapeva bene come, sentiva che era la direzione esatta.

“Chi sarà mai questo bambino?! Perché sembra conoscermi? Io... vorrei ritrovare quel ragazzo vestito di blu...”

Questi i pensieri che frullavano in testa al danese lungo la strada, mentre quella specie di pulcino, appollaiato fra le sue braccia, si era finalmente calmato e ora respirava regolarmente, che si fosse addormentato? La risposta non tardò ad arrivare.

«Non sto dormendo, se è quello che stavi pensando.. Sto solo studiando il nostro percorso...»

Si sentì risuonare quella vocina nella sua testa per l'ennesima volta.


 

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Siccome sono negata e non so come citare gli altri scrittori... vorrà dire che scriverò qui le dediche (^w^) A Millachan e Aisu, le mie piccole islandesi preferite e alla loro assoluta gentilezza nei miei confronti, con tanto affetto Roby

  
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