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Autore: ripper_wolf    02/12/2012    3 recensioni
Harry Potter ha visto morire Silente davanti ai suoi occhi, ucciso da Severus Piton. La voglia di vendetta è tanta, ma adesso c'è un compito di maggior importanza. trovare e distruggere gli Horcrux, i frammenti di anima di Voldemort, prima che sia troppo tardi. Accompagnato da Hermione, Jack e Ron, con una spia tra i Mangiamorte, affronta l'ultima parte della sua storia.
Fan Fiction che tenta di rispondere ad uno dei più grandi "What if...?" della storia della letteratura.
Diciottesimo capitolo aggiunto
All'inizio del tredicesimo capitolo è stato aggiunto un riepilogo degli avvenimenti precedenti
Nata da un progetto congiunto di A. Cesar e ripper_wolf.
Questa storia ha partecipato al concorso "My Best Story - Only Edit Edition" indetto da Luna Ginny Jackson nel forum di EFP, classificandosi quinta.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Neville Paciock, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Luna, Harry/Hermione, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Introduzione dell'editore (ripper_wolf):
Chi ha notato che è quasi un mese che non posto niente? Si, odiatemi, ne avete tutto il diritto: ma questo periodo non è particolarmente felice per me è postare questo racconto, anche se è un'operazione che richiede mezz'ora alla settimana, mi passa sempre di mente. Mea culpa.
In compenso, vi metto in anticipo il capitolo di Natale, così allungo un po' il brodo, contenti?
Buona lettura :)

PS: se devo esprimere un'opinione, questo capitolo AC l'ha scritto con i piedi.




18 Dicembre 1996

Non tornarono.
Ed Harry ed Hermione, che si erano dovuti rifugiare a Grimmauld Place per curare il braccio del ragazzo, non avevano mezzi per trovare i compagni scomparsi; inoltre durante la fuga non avevano avuto il tempo di prendere nulla ed erano sprovvisti di materie prime, a partire dalla tenda – da un certo punto di vista erano stati fortunati che Ron avesse spedito Harry così lontano durante la lotta, fuori dal campo di AntiSmaterializzazione. Era una mossa azzardata, ma non avevano trovato soluzione migliore, dato che senza risorse e senza nemmeno la tenda, difficilmente sarebbero mai riusciti a tirare avanti per molto tempo. Ancora una volta, Hermione era stata abbastanza brillante da pensare bene di prendere il Medaglione prima di salvare Harry.
Trovare la casa deserta, senza Kreaker e Sirius, era stata una sgradita ma calcolata sorpresa e, a giudicare dagli strati di polvere, i due dovevano aver abbandonato la casa ad inizio di Novembre. Harry aveva tentato più volte di comunicare con il padrino attraverso lo specchio, ma non aveva mai ricevuto risposta ed aveva temuto il peggio. Quella situazione, unita al fatto che sicuramente quello sarebbe stato uno dei primi posti che i Mangiamorte avrebbero controllato, spinse i ragazzi a cercare subito una tenda nuova per partire in campeggio già il 19 Novembre. Da allora non si erano mai fermati.
Le notizie da parte dell'informatore di Harry erano piuttosto confuse: Voldemort era arrabbiato perché Potter non era ancora stato catturato, ma spesso traspariva una non ben chiara soddisfazione da parte del Signore Oscuro, che inquietava non poco i fuggiaschi. Quindi le informazioni che ricevevano erano criptiche e poco esplicite, non abbastanza da fidarsi.
Sembra che in tutta questa storia, l'unico lato positivo è che Yaxley e Dolohov non ci hanno più trovato” disse quella sera Harry. Stavano cenando seduti per terra davanti al fuoco, con i piatti in mano e la zuppa di verdure che scottava i palmi.
Hermione – quel giorno toccava a lei portare l'Horcrux – annuì distratta alla zuppa “Sì... hai ragione...”.
Non sei era ripresa dalla separazione con Jack e, soprattutto, Ron: per giorni interi aveva pianto, tanto che Harry era stato tentato di mandarla via in modo che potesse tranquillizzarsi in un posto sicuro. Ma alla fine non glielo aveva detto, perché senza i suoi amici l'unica cosa che lo spingeva ad andare avanti era la ragazza “Forse... forse Jack era davvero una...” lasciò la frase a metà ed ingoiò il rospo.
Hermione alzò lo sguardo “Come puoi pensarlo davvero?” chiese disgustata.
Il ragazzo sospirò “Guardiamo in faccia la realtà: da quando ci siamo separati, i Mangiamorte non ci hanno più rintracciato” ed appoggiò la scodella per terra, accanto al fuoco scoppiettante “Sai che io mi fidavo ciecamente di Jack, tutti ci fidavamo di lui. Probabilmente non siamo stati abbastanza perspicaci da vedere il suo lato oscuro...”.
Jack non è un mago normale” disse dura Hermione, appoggiando anche lei il suo piatto e guardando torva “E' sempre stato parecchio avanti a noi. Ha imparato a Smaterializzarsi da solo a quattordici anni, è ovvio che sia un grande mago! Ma questo non lo rende un traditore, come puoi crederlo seriamente?”.
Lui sbuffò “Andiamo, non è solo dotato, è probabilmente uno tra i maghi più forti d'Inghilterra dopo Tu-Sai-Chi stesso! Serpeverde per giunta! Uno come lui non... non può restare immune al fascino del potere!” ribatté scocciato.
Hai così poca fiducia nelle persone che ti circondano?” domandò arrabbiata lei, riducendo gli occhi a due fessure “Lui ti è sempre stato dietro, ti ha sempre aiutato! Saresti morto in quel cimitero durante la Terza Prova se lui non avesse imparato a Smaterializzarsi; ed indovina, l'ha fatto per aiutarti! Queste cose non contano niente?! Davvero non ti fidi del tuo migliore amico?!” balzò in piedi e si udì il Medaglione al collo tintinnare sonoramente “Allora immagino che ti fiderai appena di me! Magari mi tieni con te solo perché ti proteggo la tenda con incantesimi che tu ti sogni e basta...”.
Hermione, non fare così...” ribatté lui, alzandosi. Fece per prenderle la mano, ma lei la ritrasse di scatto.
Non mi toccare!” esclamò isterica, guardandolo con rabbia “Sei solo un verme!”.
Quella scenata lo preoccupava e lo feriva molto più di quella che Ron aveva fatto un mese addietro “No, aspetta... è il Medaglione che...” provò goffamente a fermare il fiume in piena che stava per straripare dalle labbra della strega.
E' sempre stato così!” cominciò lei, stringendosi al petto l'Horcrux “Questo sono sempre stata per te, l'amica secchiona che ti aiuta con gli incantesimi difficili! La strega che ti ricontrolla i compiti! La stupida che sta ad ascoltare i tuoi maledetti patemi d'amore!”.
Harry era paralizzato: si sentiva come se Jack lo stesse guardando con furia diritto negli occhi. Era schiacciato dalle parole della ragazza “Io...” balbettò, cercando di farsi ascoltare, ma lei era partita in quinta.
Sia mai che tu ti sia degnato di immaginare il perché lo facevo! A te non è mai importato!” continuò con foga “Ti sei mai fermato ad immaginare perché una brillante strega mezzosangue di Corvonero abbia perso sei anni con la sgangherata compagnia di un Serpeverde?! Credi davvero che io non avessi amici oltre a voi?! Ritieni che avrei aiutato Jack ad imparare la Smaterializzazione, anche senza conoscerlo?! Pensi che io e Ginny saremmo mai diventate amiche senza di te?! Credi davvero che io avrei mai considerato Ron se non fosse stato un tuo amico, che io sarei mai stata vagamente attratta da lui?! ”.
E allora perché lo facevi?” tentò disperatamente di bloccarla il ragazzo.
Perché mi piace stare con te!” esplose lei, con tutta l'aria che aveva nei polmoni, il volto scarlatto “Perché tu mi fai sentire importante, perché con te è come se io valessi qualcosa oltre ai miei voti! Perché quando siamo insieme io non ho paura...” si arrestò all'improvviso, come se avessero eretto una diga improvvisa nella sua gola e questa tagliasse fuori tutti i suoni che essa poteva emettere. Boccheggiò per qualche secondo, poi si portò le mani sul volto in fiamme coprendoselo, sospirando “Scusa. Io... questo affare maledetto mi... mi fa fare strani pensieri...” disse con voce rotta, stringendo il Medaglione nella mano.
Il ragazzo si chiedeva cosa fosse meglio fare. Era sconvolta per la perdita di un amico e dell'uomo che amava, la mente pericolosamente influenzata dall'Horcrux, con i genitori chissà dove e senza un posto dove andare: Harry voleva solo che lei stesse bene, ma come si sarebbe dovuto comportare? Un passo falso e rischiava di perdere anche l'amica. E questo non l'avrebbe sopportato.
Hermione...” disse piano, toccandole con delicatezza la mano che stringeva il Medaglione. Stavolta non si ritrasse e questo lo considerò un buon segno “... è una cosa che mi chiedo da tanto tempo, dal Ballo del Ceppo. Tu... tu ti sei mai sentita... come... come un ripiego per noi?” domandò con difficoltà, aspettandosi uno schiaffo o, peggio, la testa Trasfigurata in una teiera.
Sorprendentemente, nessuna delle due gli arrivò come risposta “Sì...” rispose con un filo di voce, gli occhi che fissavano il fuoco che andavano rapidamente riempiendosi di lacrime “Io... io sono solo una...” non terminò la frase.
Con il cuore che batteva a mille nel petto e sembrava voler fracassare la gabbia toracica, Harry aprì delicatamente la mano della ragazza ed afferrò l'Horcrux con fermezza “Tu sei una persona insicura, ma che non avrebbe motivo di esserlo” disse con fatica, mentre sfilava il Medaglione dal collo della ragazza e lo lasciava cadere a terra. Le sollevò il mento con la sinistra, mentre con la destra andò a scansarle una ciocca di capelli ricci che le copriva gli occhi “Non ho nulla da aggiungere a quello che ti ho già detto tante volte, solo... che tu sei importante per me” disse con la stessa difficoltà che avrebbe avuto a spingere una tonnellata di acciaio su per una collina.
Lei alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi: non più annebbiati dall'oscurità del Medaglione, apparivano belli e limpidi come mai prima di allora, sebbene colmi di lacrime “Non dovresti... consolarmi così...” disse accennando un sorriso, reso impossibile dal pianto che eruppe subito dopo. Piangeva come una bambina che avesse scoperto la morte del proprio cucciolo, con disperazione totale “Io non ce la faccio Harry. Io sono debole, tutto questo... tutto questo è troppo...”.
Disse la strega che aveva guardato un Basilisco negli occhi” ribatté il ragazzo, stringendo al petto la sua testa. Si sentiva il cervello in panne ed il cuore pulsare con violenza indicibile mentre annusava il profumo dei capelli della ragazza.
Lei ridacchiò per qualche secondo alla battuta “Era diverso” disse dopo.
No. Non lo è mai stato” rispose il mago. Lentamente, appoggiò le mani sui fianchi di Hermione e la strinse a sé; tutti e due avevano bisogno di calore, di un contatto fisico, di qualcosa che li facesse stare meglio, era inutile negarlo “La tua salvezza è l'unica cosa che mi spinge ad andare avanti. Se domani scoprissi che per uccidere Tu-Sai-Chi dovrei vederti morire, credo che ti rapirei e fuggiremmo in un paese amazzonico”. Sentì che anche le braccia della ragazza si avvinghiavano alle sue spalle e si sentì ancora più leggero “Se... se hai paura e vuoi lasciare... allora fallo. Puoi partire anche adesso; va' in Australia, cerca i tuoi genitori e resta con loro”.
Lei ridacchiò “E come faresti senza di me?” disse con voce rotta, stringendolo di più.
Non lo sapeva.
Mi inventerò qualcosa. Sono Harry Potter, dopotutto” scherzò accarezzandole la schiena.
Non prendermi in giro. Senza di me non andresti da nessuna parte” ribatté lei, con un tono più rilassato.
Non sapeva quanto fosse vero.
Rimasero abbracciati per parecchi minuti, in piedi, senza dire niente, mentre fuori cominciava a spuntare qualche timido fiocco di neve: in breve sarebbero stati circondati da una coltre bianca “Non me ne vado. Non ti lascio” disse infine Hermione, che aveva ritrovato la calma.
Quella parole fecero sentire meglio Harry, molto più di tutti i discorsi di incoraggiamento che Jack o Ron gli avrebbero mai potuto fare “Grazie” rispose, e stavolta era lui quello commosso “Io... non ti posso dare grandi cose, solo prometterti che se tu avrai bisogno di me, io sarò lì. Spero ti basti”.
Lei sollevò la testa e lo guardò negli occhi sorridendo “E come potrebbe non bastarmi se me lo dici con quegli occhioni?”.
Avrebbe voluto fare ben altro che dire quello che disse: avrebbe voluto stringerle al testa tra le mani e baciarla, avrebbe voluto cingerle la vita e dirle che si ricordava ancora di quando aveva detto quella stessa frase anni prima, avrebbe voluto stendersi con lei e dirle che non aveva nessuna voglia di affrontare il mondo, finché fossero rimasti fianco a fianco. Avrebbe voluto dirle che si sentiva male ogni volta che pensava a lei, a come cercava di mascherare i propri sentimenti per non renderle la vita difficile. E invece tutto quello che disse fu “Credo che dovremmo riscaldare la zuppa, ormai è fredda”.
La zuppa rimessa sul fuoco fece schifo, ma il cuore di Harry fu riscaldato davvero al suono delle risate provocate dalla battuta.


21 Dicembre 1996

Nel Surrey non aveva ancora nevicato, sebbene ci fossero grosse e pesanti nubi ad oscurare il sole, mentre la temperatura era talmente bassa che ogni volta che dovevano uscire a far legna o prendere un po' d'aria, rientravano con naso, mani e piedi congelati. E fu in una giornata poco prima di Natale che Harry ricevette due messaggi da parte del suo informatore e di Neville.
Sia lui che Hermione sonnecchiavano dentro la tenda, seduti davanti al fuoco, spalla a spalla sotto una pesante coperta, quando il ragazzo sentì il classico rumore di terra che scricchiolava sotto di loro e qualche secondo dopo la testa glabra e con gli occhi spiritati uscì dal terreno “Guarda chi è tornata a farci visita...” commentò il ragazzo, dando un colpetto con il gomito ad Hermione.
La strega si agitò qualche secondo e sbatté più volte le palpebre “C-cosa? Che è successo?” borbottò con voce impastata, prima di accorgersi del Vermelungo di fronte a sé “Oh, tesoro. Sei tornata a trovarci?” domandò con un sorriso, allungando la mano e tirando fuori la bestia dal terreno.
Harry accarezzò qualche secondo la testa dell'animale e sentì un sibilo piuttosto soffuso. Voltò la testa e vide che tra i suoi piedi era piantata un'asticella di metallo con una bandierina bianca attaccata sopra “Un messaggio dal mio informatore...” commentò preoccupato: era ormai una settimana che non si faceva sentire e poteva essere successo di tutto. La Gazzetta del profeta che riuscivano a recuperare una volta ogni tanto non bastava certo a dare un'idea precisa degli avvenimenti nel paese.
Prese la bandierina e si rigirò il messaggio in mano, cercando la soffiata. Questa era scritta in caratteri frettolosi e non era molto ben scritta; ma quando Harry la lesse, gli si gelò il sangue nelle vene “Cosa è successo?” domandò Hermione preoccupata, mentre cercava di tenere fermo il Vermilungo tra le sua braccia.
Il ragazzo lesse ad alta voce “Ieri hanno preso Luna Lovegood. Un gruppo di Mangiamorte l'ha rapita da Hogwarts e l'ha portata a Villa Malfoy; sperano di costringere il padre ed il Cavillo a collaborare. Draco Malfoy sta cercando di impedire ai Mangiamorte di farle del male, ma non sa per quanto ci riuscirà. Dovete liberarla... me lo ha mandato il mio informatore” aggiunse, ben sapendo che era una cosa inutile.
La strega si portò le mani alla bocca “Oh, mio dio...” sussurrò. Il suo sguardo cadde sull'animale che teneva in braccio “Allora Neville ci ha mandato Betty per...”.
Non lo sapremo finché non leggeremo la lettera” chiuse in fretta Harry, sfilando la busta dai lacci sulla schiena dell'animale. La aprì veloce e lesse in fretta: la scrittura inizialmente era normale, ma si faceva via via più frenetica, nervosa e pasticciata man mano che andava avanti “Allora... Cari Harry, Jack, Hermione e Ron... già, lui non sa cosa è successo... Luna è stata rapita; ieri lei e Ginny erano a lezione di Pozioni quando i Carrows sono venuti a prenderla dicendo che doveva andare dal preside. Piton non l'ha mai vista arrivare e quando sono andato dai Carrows per chiedere spiegazioni mi hanno cruciato. Non sappiamo dove sia finita adesso, ma sia io che Ginny siamo disperati. Io soprattutto sono disperato. Vi prego, ritrovate Luna: se la maltrattano... la parola è parecchio confusa, come se avesse scritto cruciano e poi provato a rimetterla a posto... il suo braccio potrebbe peggiorare e la sua salute di conseguenza. Vi prego, dovete aiutarla, se avrete bisogno d'aiuto, io sono più che determinato a portare avanti l'ES, quei bastardi Mangiamorte la devono pagare. Vi prego, aiutatela. Io non lo posso fare da solo... la lettera termina così” concluse nero in volto Harry
Neville era talmente sconvolto da essersi dimenticato di parlare in terza persona” disse Hermione passandosi le mani tra i capelli “Che facciamo?”.
Ad Harry rodeva parlare così, ma non avevano alternative “E cosa vuoi fare? Siamo solo in due, non riusciremo mai ad entrare a Villa Malfoy senza aiuto... ed io non posso mettermi in contatto con il mio informatore. Se non è lui a fare il primo passo, allora è inutile anche solo tentarci; Merlino, se solo fossimo almeno in tre...” sibilò frustrato, alzandosi in piedi e passeggiando nervosamente avanti ed indietro.
Hermione lo guardò “E quindi? Lasciamo Luna nelle mani dei Mangiamorte?” domandò con gli occhi spiritati.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli “Non abbiamo altra scelta. Per ora non possiamo che fare così. Cercherò di mettermi in contatto con il mio informatore, ma per il momento...” si odiava, ma non potevano fare altrimenti.
 

24 Dicembre 1996

Harry cadde sul terreno coperto di neve, ansimando. Il dolore alla spalla era ancora intenso, ma più di tutti a fargli male era la cicatrice che bruciava di rabbia e dolore. Ringhiando e stringendo i denti si rivolse alla ragazza tra le sue braccia “Herm... stai... stai bene?” domandò con difficoltà.
Insomma...” disse con un filo di voce.
Solo allora si accorse della cosa viscida sul suo petto e sulle mani che le stringevano le spalle; anche nel buio della notte non illuminata della foresta di Dean si accorse che si trattava di sangue “Hermione, sei ferita!” esclamò tirandosi in ginocchio, un attimo prima di sentire il dolore alla cicatrice trapassargli nuovamente il cervello. Lottò per reprimere quello che era un evidente attacco di Legilmanzia e si concentrò sulle condizioni di Hermione: la voltò, aprì il pesante giaccone e vide dove stava il problema. Voldemort l'aveva colpita con una maledizione all'addome, aprendogli due vistosi tagli orizzontali “Oddio... Hermione! Cosa posso... la borsetta!” esclamò cercando di concentrarsi ed ignorare il dolore alla testa, che man mano andava diminuendo. Si chinò sulla borsetta di paillette della ragazza e cominciò a rovistarvi dentro, in cerca di una Pozione Rigenerante Avanzata “So che c'è, sono stato io a mettercela... eccola!” esclamò quando vide il flacone riempito di un liquido rosso intenso, simile a sangue. Mentre la Legilmanzia di Voldemort si faceva pian piano più inefficace, Harry si chinò sulla ragazza e le aprì le labbra “Forza, tesoro! Bevi questo e poi ci faremo una bella risata in compagnia” cercò di infonderle coraggio.
Con le poche forze che aveva, la strega allungò le labbra e bevve la pozione, con la stessa avidità con cui un uomo nel deserto beve una bottiglia d'acqua. Quando l'ebbe finita tossì “E' disgustosa...” disse con un filo di voce, mentre il ragazzo le puliva le labbra sporche.
Le medicine amare sono quelle più efficaci” rispose rapido il ragazzo, allungando una mano fino al lembo della felpa zuppa di sangue. La sollevò e vide il ventre della ragazza squarciato da due orrende ferite, che pulsavano seguendo il ritmo cardiaco della ragazza e sanguinavano copiosamente; prese la sua bacchetta e cominciò a borbottare un lungo incantesimo simile ad una filastrocca, mentre passava con la punta della stecca sopra i tagli. Era la contromaledizione per il Sectumsempra, e anche se non era certo che Voldemort l'avesse colpita proprio con quella, di sicuro non le avrebbe fatto male e presto vide che non si sbagliava. Nel giro di un paio di minuti i due tagli si erano rimarginati ed adesso restavano solo due vistose cicatrici; apprensivo, Harry comandò “Senti ancora dolore?”.
Lei rispose con il fiato un po' corto “Non proprio dolore. Brucia, ma... ora mi sento meglio”.
Il ragazzo si sentì più leggero “Sia ringraziato il cielo...” sospirò, rilassando tutti i muscoli e reclinando la testa all'indietro. Aveva le braccia lorde di sangue fino a metà avambraccio ed il fiato corto come se avesse corso i cento metri alla sua massima velocità “Ce la siamo vista brutta...” commentò.
Vide Hermione, gli occhi chiusi rivolti verso il cielo, che sospirava “Godric's Hollow non ti porta fortuna” disse con un filo di voce.
No, decisamente no” commentò il ragazzo, mentre si avvicinava di nuovo al corpo della ragazza e le passava una mano sul ventre: sotto lo strato di sangue che era uscito fino a pochi istanti prima la pelle era tesa e liscia, perfetta se non fosse stato per quelle due orrende cicatrici “Mi dispiace. Credo che ci rimarrà il segno” disse facendo scorrere il dito sulle due imperfezioni.
E' già tanto che sia viva. A quelle ci penserò quando starò meglio...” fece per tirarsi su, ma uno spasmo di dolore le attraversò gli addominali e ricadde pesantemente sulla schiena.
Harry su subito su di lei “Non ti muovere. Hai perso molto sangue ed era una maledizione molto potente, credo che ti porterai dietro i postumi per un po'” le disse premendole una mano sul petto. Solo allora si accorse che il dolore alla cicatrice era passato del tutto e si sentì ulteriormente sollevato “Credo che sia meglio se torniamo alla tenda, cosa dici?” domandò dopo averle ricoperto la pancia con la felpa.
Le appoggiò una mano sul volto, una carezza difficilmente dissimulabile e si Materializzò a pochi metri dal loro riparo “Casa dolce casa...” commentò laconica la strega.
Non ti facevo così melodrammatica” disse Harry. Fece passare un braccio sotto le gambe ed un altro dietro la testa; infine, con uno sforzo notevole per il suo magro fisico provato dal freddo e dalla malnutrizione, la sollevò da terra “Questa situazione ha un che di già visto, no?” domandò arrancando nella neve.
Ormai sta diventando una moda portarmi in braccio nella neve” ribatté la strega, appoggiando la sua testa contro il petto di Harry.
Il ragazzo capì che doveva essere esausta e non provò a fare conversazione per tirarla su di morale “Dentro...” commentò quando entrarono nello spazioso ingresso della tenda. Si diresse verso la stanza di Hermione “Ora ti porto in camera, così dormi e domattina sarai abbastanza in forma per buttarmi giù dal letto come fai di solito”. La ragazza ridacchiò ed il mago si sentì molto meglio; la adagiò con garbo nel letto e la coprì con una coperta “Tutto bene?” domandò infine, sedendosi accanto al suo corpo.
Lei annuì “Grazie” disse con occhi languidi.
Il ragazzo odiava quello sguardo, lo faceva sentire così indifeso “Ok, allora vado a dormire anche io; domattina avrò un bel daffare a portarti i miei regali” disse con un sorriso, facendo per alzarsi.
Si sentì tirare la giacca e quando si voltò vide che era Hermione a trattenerlo “Resta con me stanotte” lo implorò.
Certo, lo capiva. Era buio, era freddo, stava male: gli serviva qualcuno nel letto per scacciare via l'inverno fuori e dentro di sé “Certo. Non c'è problema. Fammi solo chiudere la tenda...” rispose Harry, alzandosi e togliendosi l'impermeabile. Lanciò gli incantesimi standard di allerta, si levò con rabbia l'Horcrux lasciandolo sul comodino accanto al letto – in genere ci dormivano, ma quella sera rischiava una crisi depressiva se l'avesse fatto – e ritornò nella stanza della ragazza; con lentezza, sollevò la coperta e si coricò accanto ad Hermione. Non era la prima volta che dormiva con lei, ma le altre volte c'erano sempre stati Jack o Ron o Neville o Ginny, e ora che erano da soli si sentiva il cuore in gola che batteva a mille.
Harry, puoi abbracciarmi?” domandò semplicemente la strega, voltando la testa per guardarlo con i suoi occhi nocciola.
Lui eseguì e sebbene fossero entrambi vestiti, si sentì talmente in imbarazzo dall'essere insieme sotto le coperte, da voler sprofondare. Anche la ragazza doveva essersi accorta di qualcosa che lo turbava, visto che lo guardò con occhi sospettosi “C'è qualche problema?”.
Il mago poteva negare l'evidenza, ma questo era troppo: sarebbe stato come dire che ci fosse un fuoco acceso quando l'Amazzonia stava bruciando “Io... i-io... volevo... volevo dire...” balbettò, stupendosi di come avesse la lingua legata, come Neville ai suoi primi due anni di Pozioni.
Forse la ragazza capì, visto che allungò una mano e gli accarezzò la guancia “Non rovinare tutto dicendo qualcosa”.
No, non avrebbe rovinato tutto. Fece scorrere le mani dalle spalle al collo di Hermione e... non ce la fece. Rimase a trenta centimetri dal volto della ragazza chiedendosi perché non riuscisse a colmare quel vuoto tra le loro labbra; infine dovette cedere all'evidenza che non era destino che rimanessero insieme “Buonanotte” sussurrò con le lacrime agli occhi, abbracciandola e rimanendo semplicemente guancia a guancia.
Si addormentarono abbracciati così, senza che Harry avesse avuto il coraggio di fare il passo in più.

 

25 Dicembre 1996

Quando il ragazzo si svegliò, erano ancora nella stessa posizione della notte precedente. Vide che la ragazza dormiva profondamente e decise che fosse meglio lasciarla riposare, visto la terribile ferita che aveva subito la sera prima: con dolcezza, tolse il braccio sotto la tesa di Hermione e la adagiò sul cuscino, poi uscì silenzioso dalle coperte. Sentiva la schiena che scrocchiava e la spalla destra trasmetteva sensazioni di fastidio acuto, promesse di dolori che sarebbero arrivati nel giro di qualche minuto: prese nota su come non è tanto comodo dormire abbracciati. Con un sospiro afferrò l'ormai pesantissimo Medaglione e se lo infilò al collo, arrivò nell'ingresso ed accese il fuoco, prima di mettere su l'acqua per fare il tè. Dopodiché andò a rovistare nel suo baule, estraendo tre pacchetti di dimensioni variabili; i suoi regali. Li aveva presi a Settembre, ben sapendo che avrebbero avuto poche occasioni per fare shopping e non poteva immaginare che avrebbe perso metà gruppo per strada.
Osservò il primo, avvolto in una carta rossa, che sarebbe dovuto essere per Ron. Era grande grosso modo quanto uno dei tomi della Sezione Proibita nella biblioteca di Hogwarts e conteneva due regali: una riproduzione in scala 1:10 dei maglioni che ogni natale gli spediva la madre – regalo poco impegnato – ed una scatola contenente dieci Petardi Antartici, in genere utilizzati per spettacoli molto elaborati, ma potevano essere utilizzati anche in combattimento, soprattutto da un mago che utilizza molti incantesimi a base di freddo, come Ron negli ultimi periodi.
Il secondo, grande invece come una ventiquattrore ed incartato di verde, era per Jack; al suo interno vi erano un manuale 101 modi per placare il vostro lupo da compagnia – regalo poco impegnato – ed un Bracciale Contenitivo, che permetteva di accumulare energia magica all'interno e rilasciarla a piacimento, cosa che sarebbe tornata utile per la Voluptas del ragazzo.
Infine il terzo pacchetto, quello piccolo come una piccola scatola di cioccolatini ed incartato di blu elettrico, era per Hermione. Al suo interno vi erano una T-shirt bianca con la scritta Io <3 i secchioni – regalo poco impegnato – ed un pendente di Oro Mutaforma: a prima vista sembrava una semplice pallina dorata, grande come una nocciolina, ma quando veniva indossato, prendeva la forma di un desiderio del padrone, volontariamente o no.
Harry guardò i regali che avrebbe voluto fare a Jack e Ron, e represse a stento la tristezza e la voglia di piangere. Rimise i pachi verde e rosso nel baule ed uscì dalla tenda con il regalo di Hermione in mano: aveva bisogno di prendere aria.
L'atmosfera all'esterno era silenziosa e surreale. La notte aveva nevicato abbondantemente ed ora la coltre bianca arrivava a metà coscia, rendendo assurda l'idea di farsi quattro passi, anche perché probabilmente la temperatura si aggirava sugli 0°. Rimase fuori a prendere un po' di freddo, mentre avvertiva la sensazione della catena del Medaglione che gli segava il collo; pensò che era meglio se lo avesse portato lui per qualche giorno, lasciando il tempo alla ragazza di riprendersi dalla ferita di Voldemort.
E mentre stava per rientrare, si accorse di un luccichio nel bosco: rapido estrasse la bacchetta e si mise in guardia, ma non accadde nulla. Per qualche secondo pensò ad un riflesso sulla neve, ma era impossibile che questo fosse così luminoso e persistente. Si domandava se dovesse andare a scoprire di cosa si trattasse, quando la luce si avvicinò ed il ragazzo vide che si trattava di un'animale, ad occhio e croce di un cervo. Sembrava il suo Patronus, ma ormai erano mesi che lui non ne evocava uno “Papà?” domandò a bassa voce, senza abbassare la bacchetta.
Il Patronus si avvicinò di più ed i ragazzo vide che si sbagliava, che si trattava di una cerva, priva delle corna. Confuso e guardingo, scacciò dalla mente l'assurda idea che si trattasse di uno dei suoi genitori e si domandò chi cercasse di mettersi in contatto con lui. Fece qualche passo nella neve e la cerva cominciò ad allontanarsi, senza fretta “Ehi, aspetta!” esclamò Harry, senza ovviamente ottenere risposta. La seguì per diversi metri quando si accorse che stava lasciando Hermione in convalescenza da sola dentro la tenda: se fosse stato un trucco, la ragazza sarebbe stata in pericolo. Piantò di botto i piedi per terra “Non so chi tu sia, ma non posso seguirti” disse lentamente, mentre stringeva ancora in mano il regalo per la ragazza “La mia compagna non può essere lasciata sola”.
La cerva sembrò capirlo e si voltò a guardarlo. Per un secondo al mago sembrò di vederne gli occhi verdi; poi essa fece qualche balzo e sparì nella foresta.
Harry sospirò ed abbassò la bacchetta. Rimase qualche minuto nella fredda neve, sperando che ritornasse, ma quando si convinse che se n'era davvero andata si voltò e tornò sui suoi passi verso la tenda. Sentiva il Medaglione insolitamente pesante e persino camminare gli faceva fatica, al di là del fatto che fosse in più di mezzo metro di neve. Stava per raggiungere l'entrata della tenda, quando dalla foresta si udì un boato; si voltò immediatamente e vide un oggetto sottile e scintillante che volteggiava sopra la sua testa. Un secondo dopo questo si piantò nella neve a poco più di dieci metri di distanza ed in quel momento il ragazzo avvertì la catenella dell'Horcrux segargli ancora di più il collo.
Arrancando nella neve, bacchetta spianata, si avvicinò all'oggetto e quando fu più vicino lo riconobbe: era la Spada di Grifondoro “Ma come...?” si domandò, abbassando la bacchetta ed avvicinandosi rapidamente. Non si era sbagliato, era proprio la Spada: avrebbe riconosciuto quell'impugnatura e quella scritta sulla lama ovunque “Credevo che Piton l'avesse data ai Mangiamorte...” disse tra sé e sé.
Probabilmente qualcuno ti ha fatto uno scherzo” disse una voce alle sue spalle “Tipo, me”.
Harry sfilò la spada dalla neve e si voltò per fronteggiare l'uomo di fronte all'ingresso della tenda... che vide essere una vecchia conoscenza “Jack!” esclamò a bocca aperta “Come...”.
Come vi ho trovato?” domandò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli con fare noncurante “Io vi ho sempre tenuti d'occhio, sin da quando ho fatto finta di morire”.
Harry credeva di non aver capito bene “C-cosa?”.
Jack fece un gesto spazientito “Oh, ma dai, non l'avevi capito? Eppure Ron, pace all'anima sua, ci era arrivato da un pezzo. Ok, provo a spiegartelo con parole semplici” disse, prima di mettersi in posa e parlare lentamente “Ho fatto il doppiogioco per il Signore Oscuro”.
Sembrò che il mondo gli crollasse addosso “Stai... stai mentendo...” disse con un filo di voce.
Jack ridacchiò e cominciò a giocherellare con la bacchetta “Immaginavo una reazione del genere. Quindi mi sono premunito di darti una dimostrazione effettiva...” e fece un gesto nell'aria. Dalla tenda emerse Hermione: galleggiava nell'aria, con le braccia spalancate, il ventre squarciato che grondava sangue e gemeva contorcendosi dal dolore “Non posso credere che tu sia corso dietro ad un Patronus lasciando questo bocconcino da solo. E' stata una mossa molto stupida” commentò infilando la punta della bacchetta dentro la ferita nel corpo della ragazza. Questa cacciò un urlo disumano, mentre le lacrime gli scendevano dagli occhi “A giudicare dalla voce direi un tenore. Tu che ne dici?”.
Figlio di puttana!” esclamò Harry, lanciando un Sectumsempra contro il vecchio amico.
Quello evitò la maledizione con noncuranza “Mancato!” esclamò divertito.
Ci fidavamo di te! Come hai potuto farci questo?!” ruggì Harry, mentre un'onda di neve si alzava per abbattersi sull'avversario.
Dio, sei così infantile alle volte...” commentò quello, mentre cominciava a levitare trascinandosi dietro l'ostaggio; evitò l'onda di Harry volteggiando come riusciva a fare Voldemort “La levitazione è un trucchetto che mi ha insegnato il Signore Oscuro. Questo e tanti altri; vedi, con lui otterrò un potere che stando dalla tua parte nemmeno potrei immaginarmi... e questo è un motivo più che valido per fare quello che ho fatto”.
Harry si sentiva il cuore in gola e le lacrime agli occhi “Lascia almeno andare Hermione! Lei non c'entra con quanto successo! Risolviamo la faccenda io e te, da veri uomini!” urlò, lanciando Schiantesimi contro l'uomo volante.
Questo li schivò tutti con innaturale abilità “Io sarei anche disposto a farlo, ma il mio padrone ha espressamente detto di uccidere tutti gli oppositori e lei sfortunatamente ne fa parte” commentò con un sorriso, aprendo un altro squarcio sul petto della ragazza, che urlò ancora più forte, un suono che fece morire qualcosa dentro Harry.
Lasciala!” gridò piangendo e gettando via la Spada nella neve, mentre una Cruciatus partiva dalla punta della sua bacchetta, ricolma di tutto l'odio possibile.
Schivò anche quella “Se vuoi, puoi chiamarlo tu stesso il mio padrone. Tanto sai come si fa, vero? Basta pronunciare il suo nome...” lo tentò Jack.
Harry stava davvero per farlo, quando si sentì tirare per il collo. Abbassò lo sguardo e vide che l'Horcrux stava venendo strappato via da una mano di una persona indistinta, come se fosse ricoperta dall'Incantesimo Distorsore; prima che potesse fare qualcosa, sentì la catenella cedere e la mano allontanarsi, mentre il mondo tornava ad essere più definito. Sopra la sua testa, Jack ed Hermione adesso apparivano trasparenti ed eterei, come fantasmi ma più solidi; solo una volta aveva visto un fenomeno del genere, quando Tom Riddle era uscito dal suo diario nella Camera dei Segreti...
No, ferma!” urlò il fantasma di Jack, allungando il collo verso un punto qualche metro davanti ad Harry. Lui abbassò lo sguardo appena in tempo per vedere una gran massa di capelli castani sollevare la Spada di Grifondoro sopra la testa e calarla di netto.
Ci fu un Crack poderoso e ed il ragazzo vide le figure eteree di Jack ed Hermione che venivano attraversati da lampi di luce, allo stesso modo di Tom Riddle prima di morire, anni prima. In pochi istanti i due erano spariti dal cielo azzurro, lasciando sul prato innevato solo uno sbalordito Harry e la vera Hermione, ancora china a terra da quando aveva colpito il Medaglione con la Spada “Hermione!” esclamò lui, incredulo sul fatto di trovarla ancora viva. Si precipitò accanto a lei e le afferrò una spalla, forse per assicurarsi che non fosse un'illusione “Stai bene?!”.
Lei alzò lo sguardo stravolto sul ragazzo e sorrise “Cosa potresti mai fare, senza di me?”.
Il mago si sentì le lacrime salire in gola dalla felicità; senza pensarci tanto, l'abbracciò con forza “Non andrei da nessuna parte, lo sai benissimo...” disse con voce spezzata. Si sentì battere due pacche sulla spalla ed improvvisamente la ragazza perse tutte le sue forze e gli si afflosciò tra le braccia “Hermione! Ehi, cosa succede?!” domandò preoccupato, voltandola e reggendola saldamente.
Lei aveva lo sguardo perso e la voce affaticata “Non è niente... credo che alzarmi di scatto in queste condizioni non mi abbia fatto bene...” gli sorrise, accarezzandogli il volto.
Era ancora molto debole ed aveva bisogno di riposare “Farmi sfacchinare sulla neve per portarti è decisamente diventata una moda” ironizzò Harry, sollevando di nuovo la ragazza come aveva fatto poche ore prima.
Mi piace farti lavorare...” ridacchiò lei a bassa voce, abbandonando la testa sul petto del ragazzo. Pareva davvero distrutta.
Quello intanto stava guadagnando l'ingresso della tenda “Come facevi a sapere che ero in pericolo?” domandò mentre copriva gli ultimi metri nella neve con grandi falcate.
Di solito non esci la mattina presto in mezzo alla neve per gridare Figlio di puttana all'aria” disse lei con calma, facendo respiri profondi per non affaticarsi troppo “Stava succedendo qualcosa e non potevo starmene comoda sotto le coperte”.
Harry passò oltre l'ingresso e si accorse che l'acqua ne pentolino del tè era tutta evaporata. Si concentrò e riuscì a spegnere le piccole fiammelle senza ausilio della bacchetta “Ti sei beccata una maledizione da Tu-Sai-Chi ieri sera, è un miracolo che tu sia ancora in questa parte di mondo. Dovevi rimanere nel letto, non esporti così: e se fosse successo qualcosa?” le disse mentre entrava nella camera di Hermione. Per la seconda volta in meno di ventiquattr'ore, adagiò la ragazza sul letto “Oltretutto non ti sei nemmeno messa una giacca, potresti davvero beccarti un malanno” aggiunse sedendosi accanto a lei.
Non conta se succede qualcosa a me, conta se succede qualcosa a te” ribatté la ragazza, guardandolo con occhi imploranti.
Harry non poté evitare di irritarsi “Lo so, sono io che devo sconfiggere il Signore Oscuro, quindi la mia vita dovrebbe valere più della vostra, almeno in linea teorica. Ma questo non è vero, tu non puoi esporti così per questo” aggiunse, stringendole la mano.
Lei scosse la testa, seria “Non lo faccio per questo. Non rischio la mia vita per il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto” gli accarezzò il volto, arrossendo “Lo faccio solo per Harry Potter. Per lui e per nessun altro”.
Harry si sentì di nuovo sul bordo del precipizio. Non capitava spesso di avere due occasioni, e quasi mai a così breve distanza: afferrò la mano della strega e se la staccò di dosso con gentilezza “Dammi un attimo, torno subito” disse alzandosi e fiondandosi fuori dalla stanza, prima che lei potesse dire alcunché. Uscì dalla tenda e si guardò intorno, fino a vedere il pacchetto blu profondo del regalo di Hermione che giaceva nel campo bianco; corse alla massima velocità che la neve gli consentiva, agguantò il pacco e si voltò, fermandosi solo per raccattare da terra i due pezzi del Medaglione rotto – Hermione l'aveva spaccato esattamente a metà – e la Spada, che buttò in un angolo della tenda non appena rientrò. Fu di nuovo nella stanza della ragazza, il volto rosso per il freddo e l'imbarazzo “So che non è il caso di farsi tanti regali, però... ecco... buon Natale, Hermione” disse allungandole il pacco, un po' stropicciato, bagnato e malridotto.
Lei lo guardò con tanto d'occhi “Ma... Harry, quando l'hai preso?” domandò accarezzando il pacco.
A Settembre, quando ancora avevamo un po' di tempo libero” disse lui. Indicò il regalo con un cenno della testa “Non lo apri? E' perché è stropicciato? Guarda, io stavo per portartelo, poi sono uscito e...”.
Immagino che riguardi il perché adesso abbiamo la Spada, ma me lo spiegherai più avanti” disse la strega, guardando il blu che aveva tra le mani “Io non ho niente per te”.
Il solo fatto che tu sia qui è il regalo più bello che mi potessero mai fare” rispose senza esitazione il Serpeverde, senza abbassare lo sguardo.
Alla ragazza luccicarono gli occhi “Grazie...” disse passandosi la manica del vestito sul volto, per prevenire le lacrime. Poi sospirò e sorrise “Bene, allora vediamo un po' cosa c'è qua dentro”. Come previsto, la Corvonero lanciò un'occhiataccia alla vista della maglietta prima di farsi una risata, mentre rimase senza fiato alla vista del ciondolo, soprattutto dopo che Harry le ebbe spiegato come funzionava “Harry, è... bellissimo” disse rigirandoselo tra le mani.
Ho pensato che tu riesci sempre a leggermi in testa quello che penso” disse il ragazzo sedendosi accanto a lei “Ma io non ci riesco. Almeno così riuscirò a capirlo”.
La ragazza ridacchiò, guardò la pallina informe con occhi sgranati e poi parlò al mago “Me lo puoi mettere?”.
Quello annuì ed Hermione gli diede il pendente prima di voltarsi e sollevare i capelli, lasciando il collo scoperto. Era tanto che Harry non si sentiva andare il sangue alla testa in questo modo; la vista di quella pelle liscia e candida, morbida, i capelli selvaggi trattenuti sopra la testa era quanto di più eccitante Ginny avesse mai detto o fatto. Era talmente sovreccitato che incontrò non poche difficoltà in un'azione semplice come chiudere una catenella “E-ecco... a posto” disse lui, quando si fu ripreso abbastanza da poter parlare razionalmente.
La ragazza si voltò e lo guardò con occhi languidi “Come sto?” chiese, come se si aspettasse di ricevere il commento della sua vita. Harry aveva già il Sei-la-donna-più-bella-che-io-abbia-visto in canna, ma le parole non uscirono quando vide che forma aveva assunto la pallina d'oro: era diventata un paio di occhiali, più precisamente lo stesso paio di occhiali che portava sempre lui, solo in miniatura.
Sapeva che quella era veramente l'ultima occasione. Se voleva dire o fare qualcosa, avrebbe dovuto farlo adesso, nell'occasione perfetta che tutti aspettavano e lui aveva avuto l'onore di ricevere “Sei... bellissima...” disse senza parole, mentre cercava un modo per esprimere quello che provava. Quando si accorse che non aveva parole adeguate fu colto dal panico, conscio che preziosi secondi stavano scivolando via.
Gli occhi di Hermione incontrarono i suoi “Grazie” disse semplicemente, con il più bello dei sorrisi, ed Harry capì.
Era pronto a ritirarsi in qualsiasi istante, ma la ragazza sembrava chiederlo con tutta se stessa, a giudicare dalla luce nei suoi occhi. Ci sarebbe stato un momento per parlare, un momento per dare una forma razionale a tutti i suoi pensieri, ma per adesso c'era una sola cosa da dire “Buon Natale, Hermione” disse raccogliendo tutto il suo coraggio, chinandosi in avanti e facendo toccare le loro labbra per la prima volta.

 

Nota dell'autore (A. Cesar):
Oddio, finalmente! Nemmeno io ne potevo più di mandarla così per le lunghe, Potter mi faceva cascare le braccia! Ora spero proprio che siate tutti contenti, perché scrivere del 25 e 26 dicembre mi ha sfibrato molto più che non il Ballo del Ceppo... e in tutto questo la sfortunata dipartita di Ron e Jack (che ho evitato di mostrare, dato che faceva venire il latte ai ginocchi pure a me...) passa totalmente in secondo piano. Poveri sfigati, non hanno il paring abbastanza valido...

Nota dell'editore (ripper_wolf):
Io non sono un tipo romantico, ma... che teneri, non trovate? Mi sento quasi commosso... forse. Anzi, no. Anzi, direi pure che mi ha annoiato. Ma questi sono gusti personali, dopotutto.
Nulla da aggiungere a quanto detto da AC, ci vediamo la prossima settimana.
Stay turned :)

  
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