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Autore: Lilies    02/12/2012    6 recensioni
Inghilterra, fine anni settanta. James, Lily. Il loro settimo anno, l'inizio della fine.
[James♥Lily] «Allora... come te la passi?»
«Bene, prima che arrivassi tu.»
«Amo quando sei così gentile.»
«Odio quando dici che ami quando sono così gentile.»

[Sirius♥Marlene] Senza dire nient'altro, si fece più vicino al viso di porcellana di Marlene, sfiorando le labbra rosse di lei, che irrigidì ogni muscolo. Un secondo più tardi, Sirius stava già cercando di approfondire quel contatto, mentre qualcosa in fondo al suo stomaco iniziava ad agitarsi, spingendolo a continuare.
[Remus♥Emmeline] Improvvisamente, si ritrovò con il naso premuto contro la spalla di Emmeline, lei che si teneva aggrappata al suo maglione grigio, e piangeva.
Genere: Generale, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mary MacDonald, Ordine della Fenice, Severus Piton, Voldemort | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I racconti del fuoco (James/Lily)'
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III
Fraintendimenti




Il cielo iniziava ad imbrunire ed un leggero venticello soffiava indisturbato, infondendo una sorta di calma interiore in chiunque si fosse scontrato con lui.
A Lily era sempre piaciuto rifugiarsi al ponte sospeso, era uno dei luoghi di Hogwarts che più amava: era perfetto per permettere ai suoi pensieri di vagare senza limiti, la faceva talvolta perdere nei dolci ricordi legati alla sua infanzia.
Da quando la professoressa McGranitt l'aveva messa in punizione, che avrebbe dovuto scontare ogni giovedì sera nel suo ufficio per due mesi, Lily aveva accuratamente cercato di evitare con chiunque la conoscesse l'argomento “rissa nei sotterranei”, inizialmente con scarsi risultati.
La morbosa curiosità delle sue amiche – soprattutto di Marlene, che possedeva l'innata capacità di portare qualcuno allo sfinimento a suon di insistenze – l'aveva stressata per due giorni interi; fu infatti soltanto dopo la sua ennesima sceneggiata che le ragazze avevano ritenuto più prudente lasciar perdere.
L'altra parte del suo piano era però andata a buon fine: in due giorni, non l'aveva mai incontrato in giro per i corridoi, e nemmeno in sala comune. Mai Lily era stata più felice di non sentirsi apostrofare da uno strafottente ragazzo dagli occhi nocciola e i capelli sparati con i più strambi ed irritanti nomignoli a cui seguiva sempre la stessa, esasperante, richiesta:
«Esci con me, Evans?»
Contro ogni logica, quel placido pomeriggio di settembre i pensieri di Lily Evans erano rivolti proprio a quel suo enorme problema chiamato James Potter.



(James)

Fino a pochi minuti prima ero in dolce compagnia: Elizabeth Mollison, sesto anno, Tassorosso. Capelli biondi, curve al posto giusto, occhi azzurri. Non verdi, no.
Stavo risalendo a fatica la collina che collegava la capanna di Hagrid al ponte sospeso. Avevo sempre detestato quel punto di Hogwarts: era così vuoto, e vi si rifugiavano soltanto i lupi solitari della scuola.
"Questo è meglio se non lo dico a Lunastorta", pensai ghignando.
Stavo allegramente fischiettando il motivetto di una sciocchissima canzone babbana quando mi accorsi di una figura appoggiata alla fiancata del viadotto, lo sguardo perso. I suoi capelli, lunghi e nascosti da un cappellino di cotone, erano inconfondibilmente familiari.
«Evans?» chiamai, avvicinandomi piano; lei si voltò di scatto, spaventata. «Ho interrotto qualcosa?»
«Cos no, Potter. Che diavolo ci fai qui?» ribatté prontamente.
«Potrei chiederti la stessa cosa. Anche se, sai, credo di essere ancora libero di andare dove mi pare come lo sei tu».
Lily sbuffò e si voltò per andarsene.
Improvvisamente, mi tornò alla mente la scena di due giorni prima, dopo il casino con le serpi.
«No, fermati» esclamai con convinzione, afferrandole repentinamente la mano destra e costringendola a guardarmi in faccia. Tremai, al contatto con la sua piccola mano calda.
Lei iniziò a divincolarsi.
«Lasciami... Lasciami andare, Potter
«Ascoltami. Ehi, sono serio, devo parlarti» sbottai.
Lei ringhiò, voltandosi in mia direzione: «Che cosa vuoi da me?! Muoviti, ho un impegno».
«Non mi interessa, questo tuo impegno può aspettare. Posso lasciarti o hai intenzione di scappare?» la ammonii. Lei scosse la testa.
Le lasciai cautamente la mano, stando in allerta. Lei si mosse convulsamente improvvisando una fuga, al che io feci un salto di due metri.
«EVANS, FERM»
Mi bloccai a metà frase, constatando che lei si trovava ancora lì, davanti a me. Rise.
«Razza di deficiente...» sussurrò tra una risata e l'altra. «Se ti ho detto che non scapperò, non lo farò, dannazione. Dai, parla» mi incoraggiò.
«Oh... okay. Comunque, riguarda l'altra sera. Non mi hai più parlato, e hai cercato di nasconderti da me, in questi giorni. L'ho capito, non sono scemo. Ma non è questo che mi importa. Il punto è: perché hai mentito, me lo spieghi? Non avevo nessun bisogno della tua protezione, Evans. Sul serio, la prossima volta che vuoi fare l'eroina salvando la situazione, avvisami».
Il suo sorriso si incrinò, fino a scomparire del tutto.
«Scusami, se ti ho voluto difendere. Perdona questa mia mancanza di rispetto, signor Potter» sbottò con forza, visibilmente offesa. «Scusa se una schifosa mezzosangue come me ha offerto il suo aiuto ad un nobile Purosangue del tuo calibro. Razza di idiota, non ti sopporto!»
Alle sue ultime parole spalancai gli occhi, stupefatto. L'immagine sbiadita di un ragazzo smunto che galleggiava in aria appeso per una caviglia fece capolino nella mia mente. Sussultai.
Piton.

Lei tremò impercettibilmente; i suoi bellissimi occhi verdi erano lucidi di lacrime.
«Evans, che diavolo..? Non intendevo dire quello ch»
«VAFFANCULO, EH, POTTER?» strillò, interrompendomi.
Si voltò ed iniziò a correre, allontanandosi velocemente.
«Lily... LILY, ASPETTA
Era sparita.



(Emmeline)

Non ero mai stata una persona ansiosa, ma ammetto che da quando la Gazzetta del Profeta aveva iniziato a diffondere la notizia della venuta di tempi oscuri per il mondo magico e soprattutto per i Nati Babbani ed i Mezzosangue, non c'era giorno in cui anche il minimo ritardo di Lily o Mary non mi facesse pensare che fossero state aggredite da qualche scellerato.
Chiusi con un tonfo il mio libro “Pozioni Avanzate: Volume Sette”, e mi voltai verso le altre.
Alice era alle prese da almeno due ore con il saggio di novanta centimetri che la professoressa Merrythought1 ci aveva assegnato per il giorno seguente; Marlene e Mary si stavano scambiando gli ultimi succulenti pettegolezzi.
Notai indispettita che, come sempre, metà stanza era un completo disastro.
Sospirai rassegnata, mormorando una serie di
Wingardium Leviosa: i vestiti di Mary e Lène iniziarono a levitare in giro per il dormitorio, ripiegandosi e rimettendosi ordinatamente al loro posto.
Nell'esatto momento in cui Mary si alzò dal suo letto per andare al bagno, una scarpa levitante di dubbia provenienza la colpì in fronte, facendole cacciare un urletto di dolore.
Alice e Lène ridacchiarono, poi quest'ultima brontolò, tenendosi la pancia: «Mpf, ragazze... andiamo, io sto morendo di fame!»
«Non essere egoista, Marlene... Lily dovrebbe essere qui a moment»
La porta si spalancò, rivelandoci una Lily agitata e spaurita.
Solo quando alzò il capo e si accorse di noi notammo che il suo viso era bagnato da luccicanti lacrime. Mary le corse subito incontro e la abbracciò.
«Ehi... tesoro, che succede?» mormorò dolcemente. Lily mugugnò qualcosa di indefinito contro la spalla di Mary, la voce soffocata. Lei l'allontanò delicatamente per farla parlare.
«Ero... ero al p-ponte sospeso... sa-sapete che sniff mi p-piace il ponte so-sos-speso... c'era P-potter e... pens-... a J-Jam... sc-sch-schifosa Mezz-z...» singhiozzò, disperata.
Nel frattempo anche Marlene le si era avvicinata.
«James ti ha chiamata Mezzosangue? JAMES POTTERstrillò minacciosamente scrocchiandosi le nocche.
«Marlene, che diavolo ti viene in mente?!» esclamò Alice sbalordita.
Marlene si fiondò fuori dalla porta, presumibilmente diretta nella stanza dei Malandrini.
Stavo per urlarle di fermarsi quando Mary mi sussurrò di lasciarla fare. Ciò non mi tranquillizzò affatto.
Lily si stropicciò affannosamente gli occhi ed incrociò il mio sguardo, apparentemente ignara della bomba che sarebbe potuta esplodere da un momento all'altro: le rivolsi un sorriso condiscendente, al quale lei rispose con un singhiozzo ancora più forte.
Dopo aver preso qualche respiro profondo, Lily sussurrò: «No... sono una stupida... Potter... me la sono presa ingiustamente c-con lui».
Io e le altre ci guardammo, stranite e al contempo allarmate da ciò che sarebbe potrebbe succedere.
«MARLENE, TORNA QUI!» gridammo all'unisono Mary, Alice ed io.
«Andata» smozzicò Mary un istante più tardi, afflosciandosi poi sul proprio letto.


◊◊◊

James era appena rientrato nel suo dormitorio, negli occhi un bagliore di tristezza.
Sirius, che come al solito stava cazzeggiando con le sue riviste babbane, al vederlo aggrottò le sopracciglia acquisendo una buffa aria da professore che fece ridacchiare Peter e Remus, intenti a studiare Pozioni.
«Un altro dramma?»
La porta della stanza si riaprì di colpo impedendo al bel moro di ribattere, mostrando una Marlene McKinnon parecchio incollerita e coi lunghi capelli biondi arruffati.
«James Potter, che ti passa per quel cervelletto bacato, eh? Ti rode il fegato perché Lily non si vuole concedere a te?» gridò.
Sirius spalancò comicamente la bocca; Marlene afferrò il primo cuscino che le capitò a tiro e iniziò a colpire James con forza, sottolineando ogni parola con una potente cuscinata.
«Razza» un colpo, «di» un altro, «troglodita immaturo
James, che aveva tentato di proteggersi meglio che poteva, strillò istericamente: «Mar-Marlene...» ennesima cuscinata. «Perché mi stai picchiando, maledetto Salazar?!»
Lei si fermò, guardandolo con astio.
«Hai dato a Lily della mezzosangue» sputò la ragazza, disgustata.
Sirius guardò James, che fissava Marlene senza parole.
Felpato si portò una mano alla fronte e disse piano: «Un attimo... che cosa
«Ha dato a Lily della mezzosangue» ripeté la McKinnon. «Non fare quella faccia, Potter» aggiunse notando che James era diventato improvvisamente molto serio.
«Lène. Davvero credi che io possa aver detto una cosa del genere a Evans?» sospirò. «Proprio io?» Le puntò contro uno sguardo stanco ed accusatore.
Marlene notò negli occhi tormentati di James qualcosa che andava molto vicino alla tristezza, quasi agonia, qualcosa che le fece perdere tutta l'irritazione che provava.
«Lei... abbiamo discusso, un'ora fa. Volevo spiegazioni riguardo l'altro giorno a Pozioni» si affrettò a spiegare il ragazzo. «Mi sono comportato da presuntuoso e lei... be', deve aver frainteso le mie parole. Prima che la trovassi e la disturbassi... io... penso che Lily avesse qualcosa che non andasse già da prima del mio arrivo» concluse, risoluto e amareggiato al tempo stesso. «Io non ho fatto altro che peggiorare la situazione».
Marlene sussultò: effettivamente aveva capito che Lily non stava bene. Non era più quella Lily dolce, serena e con un luminoso sorriso sempre impresso in viso capace di rischiarare la giornata di chiunque. L'aveva notato subito – in treno –, nonostante la sua amica avesse cercato di nascondere la paura che provava, paura che in una Nata Babbana come lei non poteva far altro che aumentare, visti i tempi pericolosi che correvano.
Se poi si aggiungeva l'episodio di due giorni prima con i Serpeverde...
Marlene rabbrividì.
La ragazza non credeva che Lily avesse deciso di mentire alla McGranitt soltanto per cavalleria nei confronti dei compagni, doveva esserci qualcos'altro. Lo sguardo triste che Lily aveva mantenuto in quegli ultimi due giorni con lei e le altre, altro non era che la conferma dei timori della bionda Purosangue.
«James... scusa» sussurrò, avvampando di vergogna. «Sai quanto io possa essere impulsiva, alle volte». Si sfregò la piccola cicatrice vicina al sopracciglio sinistro che si era procurata cinque anni prima, durante l'attacco che aveva procurato la morte di sua madre.
Sentì Sirius sghignazzare.
«Ah, McKinnon... vieni qui, che ti abbraccio» le disse James con un sorrisetto genuino. «Non fa niente».
Marlene si strinse al petto del cugino, lanciando di sottecchi occhiate imbarazzate a Sirius che ancora rideva, o meglio latrava.


◊◊◊

Giunta in Sala Grande dopo un utilissimo incantesimo di Mary che le aveva fatto sparire istantaneamente quelle fastidiose chiazze rosse che le lacrime le avevano lasciato sul viso ed essere stata consolata dalle sue amiche, Lily notò da parte di James una fastidiosa indifferenza: il ragazzo si comportò da idiota come il solito, senza tuttavia mai rivolgerle la parola o punzecchiarla.
Lily fu taciturna per tutta la serata, ridendo debolmente soltanto alle offese che Marlene rivolgeva a Sirius, che le rispondeva a tono sghignazzando come uno scemo.
«Ragazzi!» cinguettò Alice, decisa a dare una botta di allegria alla sua migliore amica. «Ho, anzi abbiamo, un annuncio da fare». Guardò amorevolmente Frank, che le sorrise dolcemente.
«Io e Alice siamo ufficialmente fidanzati!» annunciò lui raggiante.
Dai Malandrini si levarono fischi di ammirazione, mentre le ragazze applaudirono festanti, compresa – finalmente – Lily, che sorrideva gioiosamente ai due piccioncini.
«Felicitazioni, Prewett! E, ehm... condoglianze, Paciock!» esclamò sogghignando Marlene suscitando risate da parte degli altri, un sorrisetto imbarazzato da Frank, una linguaccia imbronciata da Alice e un sonoro brontolio da Sirius, che mugugnò: «Anche le battute mi ruba, adesso...»
Marlene gli tirò uno scappellotto sulla collottola.
Lily smise di ridere, dopo aver notato una strana irrequietezza in Mary, che fissava attentamente i due burloni torcendosi i lunghi riccioli scuri tra le dita.
«Ehi, che c'è?» le chiese, sinceramente in pensiero. Mary si riscosse, guardandosi attorno spaesata.
«Eh? Ah, no... non è niente, Lily. Non è niente» rispose, poco convinta. Si azzittì, cercando di scegliere qualcos'altro da dire, poi cambiò completamente discorso implorando Lily di farle copiare il saggio di Difesa contro le Arti Oscure.

James aveva percepito uno sguardo fisso su di sé per tutta la durata della cena, ma non aveva capito da chi proveniva; quello sguardo lo aveva reso fastidiosamente irrequieto.
James non lo sapeva - non poteva immaginarlo - ma quello sguardo altri non apparteneva che agli scintillanti occhi verdi di Lily.











1 professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure


NdA: Bentrovati, ragazzuoli! Lilies torna - in anticipo, ooh sì - con un capitolo partorito nel giro di 2 orette grazie al contributo della noia domenicale... Cosa ne è uscito? Bah. Rimetto a voi i giudizi.
Marlene qui l'ho resa un po' pazza, perché me la sono proprio vista rincorrere James prendendolo a cuscinate per difendere Lily. La adoro.
Mary, cos'hai piccina? Eheheh.
Poi poi... Alice e Frank li ho messi insieme senza creare disgrazie, almeno loro sono stati risparmiati, ahahah. *Lilies sadica*

 Precisazioni:
- Lène e James – per me – sono cugini, sì u.u
- Rem qui è poco presente, ma lo farò ricomparire molto presto, don't worry.

Bene.
A prestissimo,

Lilies ^^


  
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