II
Nuovi nemici
(Sirius)
Quella
notte non ero riuscito a dormire granché bene, non capii mai
se a
causa dello shock subito dallo spaventoso spettacolino che Evans era
stata così gentile da offrirci la sera prima con quella
maledetta
Strillettera o perché avevo riso della faccia sconvolta di
James
talmente tanto da star male. Stava di fatto che, quel dannato
mattino, il mio indubbiamente bellissimo volto risultava
irrimediabilmente imbruttito da un paio di esorbitanti occhiaie
bluastre. James, all'oscuro dei miei problemi esistenziali,
giocherellava distrattamente con i pancakes al miele che aveva sul
piatto, mentre Remus ci squadrava ancora in cagnesco, pardon,
in lupesco,
anch'egli reduce da una nottata assolutamente delirante.
Peter aveva il pollice destro fasciato perché aveva perso
un'unghia ed era concentrato sulla sua enorme porzione di torta alla
melassa, Frank leggeva un noiosissimo libro sulle proprietà
dell'Algabranchia. Io stavo fissando un punto pressoché
indefinito
sopra la spalla di James, che era intento a tagliare minuziosamente
le sue frittelle in parti triangolari esattamente uguali tra loro.
Aggrottai scetticamente le sopracciglia, squadrando con attenzione
tutti i suoi gesti. Era
da sempre stata mia personale opinione che la colpa per la
coglionaggine
che
affliggeva James da tempi immemori fosse tutta da attribuire alla sua
cara madre Dorea:
doveva averlo fatto cadere dal seggiolone quand'era ancora un pupo di
pochi mesi, facendogli sbattere la testa molto, molto
violentemente e causandogli danni irreversibili. Così, il
sottoscritto si trovava con un povero mentecatto
per
fratello.
Ma gli volevo bene lo stesso, devo ammetterlo. Però, diciamocelo,
nessuna
persona
sana
di mente si sarebbe messa a ridere in modo così sguaiato
dopo che un
indefinibile essere l'aveva quasi strozzata e gli aveva urlato
imprecazioni per una decina di minuti. Questa suddetta persona
avrebbe riso ancora meno
se il mittente di cotanta gentilezza era la ragazza per cui il
malcapitato aveva una palese cotta ormai da anni, dannazione. Ma,
dopotutto, si trattava di James,
e
lui non era da considerarsi propriamente normale.
«Io
me ne vado a lezione, prima che a qualcuno di voi venga in mente
un'altra brillante idea per farci togliere punti, o peggio
espellere1,
da Lily» mugugnò all'improvviso Remus.
«Vai pure...
lecchino» lo presi in giro, facendogli una linguaccia. Lui mi
guardò
male e, dopo avermi rivolto un gestaccio molto poco alla Remus John
Lupin girò sui tacchi e si allontanò di gran
carriera. Frank soffiò
come un gatto e, dopo essersi a sua volta alzato dalla panca, si
diresse verso Alice Prewett, seduta accanto alla McKinnon qualche
metro più a destra rispetto a noi. Voltai lo sguardo verso
le
ragazze e per sbaglio incrociai quello di Mary, che arrossì
di botto
e si mise a fissare il proprio piatto. Evans mi lanciò
un'occhiata
disgustata che con molto tatto decisi di ignorare.
«Ehi, Mac! Ti va se
andiamo a farci un giretto, dopo le lezioni?» urlai ridendo a
Mary.
Lei spalancò gli occhi stralunata, ma non rispose.
Lo so, so che
era a causa della celestiale visione del mio corpo perfetto se la
più
grande chiacchierona che il mondo magico avesse mai conosciuto era
ammutolita ed aveva perduto l'uso della voce. Ma ehi, sono o non sono
il giovane rampollo dei Black? Sono il più bello,
ammaliante,
seducente, indubbiamente intelligente ed estremamente simpatico Black
che quei quattro sfigati che mi ritrovavo per amici avevano l'onore
di conoscere.
(Lily)
Non
era scientificamente possibile che al mondo esistesse persona
più
irritante di James Potter. Ero ormai giunta al punto di sognarmi di
notte la sua faccia idiota con tanto di occhiali, capelli indomabili
e Boccino svolazzante, Merlino santissimo!
Ringhiai alquanto
sonoramente, prendendomela con il porridge che stavo mangiucchiando e
schizzandolo un po' dappertutto: ormai lo facevo così spesso
da non
rendermi nemmeno conto di quanto poco femminile apparissi agli occhi
della gente.
«Tu sei pazza, sai»
disse Marlene, seduta di fronte a me intenta a mettersi lo smalto
sulle unghie – non l'avevo ancora perdonata per la sua
stupida
uscita sul fatto che io avessi una cotta per Potter. «Ieri in
treno
a momenti mi causi la perdita di entrambi gli arti inferiori, poi
produci disastrose esplosioni troppo vicino ai miei
vestiti in
uno scatto d'ira. Datti una calmata, per Godric» concluse con
un'espressione sconcertata e la voce assurdamente stridula.
«Senti da che
pulpito!» ridacchiò sommessamente Mel.
«Ti ho vista ridere e
scherzare con due ragazzi diversi nel giro della stessa sera,
Lène.
Non ti sembra di esagerare?»
«Solo perché hai
trovato il ragazzo», s'intromise Mary, piccata,
«non significa che
chi conduce una vita sentimentale più varia della tua sia da
considerarsi una sgualdrina»
finì con fare diplomatico,
attorcigliandosi un lungo ricciolo castano tra le dita.
Io sbuffai
sonoramente, decisa a non dare ascolto a quelle inutili
chiacchiere...
…anche se, devo
ammetterlo, morivo dalla voglia di fare una volta tanto la
ragazza normale.
In quel momento si
avvicinò Frank, che sussurrò qualcosa ad Alice.
Lei arrossì ed
agitò la testa in segno di assenso, tutta contenta. Frank se
ne andò
ed Alice sospirò profondamente, con un'aria decisamente
beota
impressa in faccia.
«Ma state insieme o
no, tu e quel benedetto ragazzo?» esclamò d'un
tratto Lène,
delicata come suo solito.
«Ma i cavoli tuoi,
Marlene? Smetti di tormentare Alice» la riprese Emmeline,
lanciandole un pezzo di croissant. Era incredibile come quelle
ragazze riuscissero sempre a distogliermi dai miei pensieri.
«Cece, voglio
sapere ogni dettaglio» canticchiai tutta
contenta, sfoderando
la mia migliore espressione da cucciolo bastonato e sottolineando con
cura le ultime parole.
«Lily, tu sai già
tutto» borbottò Alice con voce lamentosa, senza
riuscire a
nascondere l'imbarazzo.
«Vorrei poter
continuare queste deliziose e producenti chiacchiere, ma è
ora di
andare a lezione» ci informò Emmeline, iniziando a
raccattare i
libri sparsi sul tavolo.
«Cosa abbiamo,
questa mattina?» domandò perplessa Mary,
sbadigliando.
«Due ore con Rüf,
Difesa e poi il vecchio Luma...» elencò Alice,
facendo finta di
strozzarsi con il tovagliolo.
«...bel modo di
iniziare l'anno» conclusi io per lei.
Ridacchiammo tutte
con finta allegria, infine Marlene mugugnò, speranzosa:
«Spero ci
siano i Malandrini.»
A
quelle ultime parole non potei far altro che storcere malamente il
naso e ringhiare, di
nuovo,
sommessamente.
◊◊◊
Un
gruppetto di ragazze entrò ridendo nella lugubre stanzetta
sotterranea adibita a classe di Pozioni, spintonandosi a vicenda
scherzosamente per poi prendere posto nei banchi centrali. Era
finalmente giunta l'ultima ora scolastica di quel giorno che, per
essere il primo, era stato parecchio stancante.
Il professore di
Pozioni, il grasso Horace Lumacorno, altrimenti noto come tricheco
ambulante, si era già appostato dietro la cattedra:
indossava un
completo dorato che metteva ancor più in risalto le sue forme...
longilinee.
«Signorina Evans,
buongiorno! Le auguro un lieto inizio d'anno scolastico»
cantilenò
allegramente il professore facendo l'occhiolino alla bella ragazza
dai capelli rossi, che sbalordì e rispose con un timido
“grazie”.
«Sempre più in
forma, il nostro viscido Lumacone» ridacchiò Alice
con fare
inquietante. «Lily, non capisco perché tu abbia
deciso solo l'anno
scorso di smettere di partecipare alle sue disgustose
festicciole.»
«Fino al quinto
anno era divertente» sussurrò rabbiosamente Lily.
«Purtroppo,
però, dall'anno scorso è ammessa anche la
feccia.»
Il suo sguardo si
posò su un piccolo gruppetto di ragazzi intenti a
sghignazzare in
fondo all'aula: tra di loro figurava un ragazzino scarno dagli
untuosi capelli neri e gli occhi scuri solcati da profonde occhiaie.
Nel vederlo, Lily rabbrividì, a disagio: le pareva ancora
troppo
irreale che Sev, questo era il nome del Serpeverde, avesse
ufficialmente deciso di unirsi a quel gruppo di balordi convinti che
Mezzosangue e Nati Babbani rappresentassero quanto di più
spregevole
ci fosse sulla Terra.
I ricordi che Lily
aveva tentato disperatamente di reprimere in un angolo remoto della
sua testa riapparvero con insistenza nella sua mente; una piccola
bambina dai lunghi boccoli purpurei giocava con spensieratezza nel
piccolo e malandato parco giochi di Spinner's End in compagnia di un
ragazzino della sua stessa età che portava vestiti troppo
grandi per
lui che gli procuravano un'aria assurdamente ridicola. A
quell'immagine si sostituì quella della stessa ragazzina
appena più
alta che indossava una divisa nera ed aveva uno strano e logoro
cappello calato sugli occhi. Il Cappello Parlante urlò
convinto la
sua scelta... il ragazzino scarno e malaticcio di prima
abbassò
tristemente gli occhi, dirigendosi verso il tavolo verde-argento, dai
suoi nuovi compagni di Casa. E poi ancora, Lily, al quinto anno,
mentre urlava contro un ragazzo con i capelli disordinati e l'aria da
prepotente, cercando di difendere il suo amico appena rialzatosi da
terra... Infine, l'eco di alcune parole rimbombò nella mente
di
Lily: Non mi serve l'aiuto di una piccola schifosa
Mezzosangue.
Lily sentì gli occhi bruciare e distolse
velocemente lo sguardo
da Piton.
In quel momento
fecero il loro trionfale ingresso in aula Potter, Black, Minus e
Remus; i primi tre ridevano spensieratamente, l'ultimo avanzava con
un'aria imbronciata trascinando pesantemente i piedi. Quando il suo
sguardo incrociò quello di Lily, il biondino parve come
rincuorato
dalla sua visione. Lily gli rivolse un gran sorriso a cui lui rispose
con altrettanta intensità. Ciò non
passò inosservato a James, che
digrignò nervosamente i denti. Non riusciva a spiegarsi la
causa di
quella curiosa sensazione di possesso che lo prendeva quando si
trovava in compagnia di Evans e lei non lo calcolava nemmeno di
striscio.
«Guardate un po'
chi abbiamo qui, gli sfigati traditori del loro sangue e la feccia
Mezzosangue, Lupin!» urlò sprezzante un grosso
Serpeverde biondo,
Dolohov, alzatosi in piedi al loro arrivo. «Non vi hanno
detto che
qui non è ammessa la vostra razza?» li
avvertì, per poi sputare in
faccia a Remus. Sirius si bloccò, le vene della tempia
pericolosamente pulsanti. James strinse i pugni sforzandosi di non
reagire; Peter piagnucolò piano, spaventato.
«Suvvia, Antonin,
non dare importanza a questa gentaglia. Verrà il loro
momento...
soccomberanno» lo rassicurò con voce strisciante
Evan Rosier, un
ragazzo dagli ispidi capelli neri e lo sguardo di ghiaccio. Una
risata di scherno proruppe dal gruppo di Serpeverde, poi una ragazza
dalla bellezza disarmante si fece avanti, scostandosi con un soffio
distratto una ciocca di capelli corvini dal viso: «Il nostro
Padrone
non permetterà ancora a lungo che il vostro sangue inquini
il mondo
dei maghi. La gente come voi», e fissò lo sguardo
su Lily e Remus
con allarmante gioia, «verrà sterminata»
concluse con voce
dolce ed una luce di pura pazzia negli occhi.
Sirius tremò con
violenza e avvicinò simultaneamente le dita all'orlo della
tasca
della divisa, dove custodiva la propria bacchetta. Remus si
sentì
pervadere da un brivido, mentre Lily sostenne con fierezza lo sguardo
della ragazza.
«Mia cara
Bellatrix, qui gli unici che meritano di cessare di esistere siete
voi, massa di imbecilli senza cervello.»
«Ragazzi, basta!
Suvvia... R-riponga la bacchetta, signorina
Black» ordinò
debolmente Lumacorno, cercando di calmare gli animi.
Gli occhi di
Bellatrix lampeggiarono ed ignorò completamente l'invito
dell'insegnante: sfoderò la bacchetta e si
apprestò a lanciare un
incantesimo non-verbale. Prima che questo colpisse Lily, James le si
tuffò davanti. Una luce giallastra proruppe dalla bacchetta
di
Bellatrix e passò sotto il braccio del ragazzo: la
maledizione non
andò a segno per un soffio. James aveva estratto a sua volta
la
bacchetta ed urlato con tutte le sue forze: «Incarceramus!»
La Black venne
circondata da una dozzina di corde che le si strinsero attorno al
corpo quasi soffocandola. James la fissava con odio, puntandole
ancora la bacchetta contro.
Lily, scioccata, gli
intimò di lasciarla andare, salvo poi ammutolire di botto:
qualcosa,
nello sguardo di James, l'aveva spaventata.
Sirius aveva intanto
sferrato un pugno in pieno stomaco a Rosier, ora piegato in due dal
dolore. Gli altri Serpeverde si lanciarono simultaneamente contro
James e Sirius ed iniziarono a picchiarli. Alcuni studenti gridarono
per lo spavento mentre Marlene, Remus e Mary si lanciavano anch'essi
nella mischia cercando di dividere i due Grifondoro dalle Serpi,
senza successo.
Lily aveva le
lacrime agli occhi: aveva appena notato Severus assestare un calcio
alle costole di James, a cui era mancato per un attimo il respiro a
causa della forza del colpo. Fu in quel momento che il disprezzo
crescente che provava per il suo ex-migliore amico proruppe con forza
incontenibile dentro di lei. Lily brandì la bacchetta e
gridò:
«Pietrificus totalus!» Vide il
corpo di Severus irrigidirsi
e cadere a terra con un tonfo come una statuina di cera. Emmeline
corse verso James, ancora rantolante, e lo trascinò fuori
dalla
mischia.
Lily ed Alice
sospirarono di sollievo, poi sentirono un urlo tagliente provenire
dall'ingresso dell'aula.
«GIU'
LE BACCHETTE, IMMEDIATAMENTE!»
La professoressa
McGranitt puntò la bacchetta contro la ressa di ragazzi e
lanciò un
incantesimo che divise le due fazioni. Nella stanza calò il
silenzio
più assoluto.
Marlene e Remus
esibivano un occhio nero ciascuno, Mary aveva più tagli che
sanguinavano copiosamente, James la camicia strappata e vari ematomi
violacei sulle braccia e Sirius si reggeva il braccio destro piegato
ad una strana angolatura. Alice piangeva istericamente reggendosi ad
una Lily dallo sguardo assente, mentre Emmeline si guardava
freneticamente attorno, agitata.
Lumacorno ricomparì
da sotto la cattedra, balbettando sgomento: «Minerva, i-io ho
cercato di d-dividerli... non mi hanno prestato as-ascolto.»
La McGranitt lo
squadrò con disprezzo, poi si rivolse nuovamente ai suoi
studenti:
«Chi ha dato inizio a questa rissa? Vi invito a confessare
subito,
per evitare inutili problematiche» esclamò
severamente, scrutandoli
a uno a uno.
I ragazzi si
guardarono atterriti, indecisi se dirle la verità e far
perdere un
numero indicibile di punti alla propria Casa o continuare a mentire
scatenando comunque l'ira della professoressa.
«Benissimo» disse
la McGranitt, dopo cinque minuti di assoluto silenzio.
«Professor
Lumacorno, lei si prenda la responsabilità di punire i
suoi», e qui
squadrò i Serpeverde, «io mi occuperò
dei Grifondoro».
Assottigliò minacciosamente gli occhi ed aspettò
che gli allievi
della sua Casa sfilassero davanti a lei per uscire dalla stanza,
diretti al suo ufficio.
Durante il tragitto
che divideva i nove Grifondoro dall'ufficio dell'insegnante, nessuno
parlò. Giunti a destinazione la professoressa
constatò che Mary e
Sirius erano ormai impossibilitati a sopportare ancora a lungo il
dolore; la ragazza era oltretutto impallidita notevolmente.
Nonostante le loro proteste li spedì in infermeria, non
senza non
averli informati del fatto che non dovevano minimamente pensare di
aver scampato la punizione.
(James)
Lily
non mi aveva più rivolto la parola da quando la McGranitt ci
aveva
portati via dai sotterranei. Anche in quel momento continuava ad
avere uno sguardo assolutamente inespressivo e nessuno dei miei
tentativi di attirare la sua attenzione erano valsi a farla
spiccicare parola.
«Devo confessare di
essere indubbiamente scontenta di ognuno di voi»
cominciò la
McGranitt, assottigliando il tono di voce. «Vi credevo
più maturi,
ero convinta che i commenti dei Serpeverde non avrebbero mai potuto
scatenare in voi reazioni così violente».
Storse il naso
pronunciando quella parola. «Mi meraviglio soprattutto di
voi,
signorine.»
Marlene sbuffò
rumorosamente, Vance sembrò farsi minuscola sotto il
cipiglio della
prof, Lily continuò a non dire niente. Alice invece
sbottò,
arrabbiata: «Professoressa, hanno dato a Lily e Remus dei
mezzosangue. Li hanno minacciati!»
Remus tremò
impercettibilmente; Lily sussultò. Mi avvicinai piano a lei
e le
appoggiai una mano sulla spalla che, stranamente, non
scacciò.
«Stia tranquilla,
signorina Prewett. Verranno puniti a dovere. A me
interessa
sapere chi di voi ha per primo risposto, dando inizio a quella
baraonda» replicò la McGranitt, iniziando a
perdere la pazienza.
«Mi scusi, ma cosa
spera di ottenere, venendo a saperlo? Verremo comunque puniti
tutti!»
disse Marlene arrabbiata. «Non cambierebbe assolutamente
niente.»
Gli occhi della
McGranitt lampeggiarono, ma non disse nulla. Sentii Lily tremare
piano, sotto il mio tocco.
«Sono stata io»
sussurrò, sotto lo sguardo sorpreso di tutti.
«Non dire
assurdità, Evans! Professoressa, mi creda, lei sta
mentendo» mi
intromisi subito, allarmato. «Sono st—»
«Taci, Potter»
sibilò lei, scrollandosi la mia mano dalla spalla.
«Professoressa
McGranitt, ho colpito io Bellatrix Black con un Incarceramus,
dando inizio al litigio. Mi creda, sono dispiaciuta, ma non ho potuto
evitarlo» ammise, con aria fiera.
La McGranitt la
squadrò sospettosa, poi sospirò tristemente:
«Signorina Evans,
sono molto delusa dal suo comportamento. Spero capisca che non posso
fare a meno di avvisare il Preside e la sua famiglia di quanto
accaduto.»
Lily annuì, rigida.
«Per quanto
riguarda voi» proseguì la McGranitt, rivolgendosi
al resto del
gruppo, «ve la cavate con dieci punti sottratti. Ciascuno.»
Peter tirò
rumorosamente su col naso; io e gli altri annuimmo sconsolati. La
McGranitt incrociò le braccia e invitò tutti a
lasciare il suo
ufficio. Lily restò ferma al suo posto, torcendosi
nervosamente le
mani, lo sguardo corrucciato.
1 frase volutamente ispirata a ciò che Hermione, al primo anno, dice a Harry e Ron dopo aver violato le regole del Preside ed aver trovato il cane a tre teste Fuffi.
NdA:
Salve, popolo! Ritorno alla carica con un capitoletto che,
non
so, non mi convince affatto.
Non
sono particolarmente abile nel descrivere scene di lotta, come avrete
notato...
Ho
già qualche idea su come far evolvere il rapporto
James/Lily, quindi
spero che questa specie di 'ispirazione' non mi pianti in asso quando
ne avrò bisogno.
Piccole
precisazioni:
-
Severus mi sta sulle scatole, per come ha trattato Lily e per altri
mille motivi.
Non
capisco perché molti fan di Harry Potter non riescano a
perdonare a
James il fatto di essere stato un bulletto quando aveva solo 15 anni,
e amino così spropositatamente Mocciosus! Lui è
diventato
Mangiamorte, ha ucciso per conto di Voldemort, agli inizi. James ha
deciso di cambiare per l'amore della sua vita, e ha amato Lily fino
alla fine. Questione di punti di vista, comunque.
-
La 'maledizione giallastra' di Bellatrix me la sono inventata, non
penso esista un incantesimo che produca una luce di quel colore.
Non
credo ci siano altri chiarimenti da fare. In caso contrario, chiedete
pure!
Be',
a presto!
Vostra,
Lilies