Il giorno seguente mi svegliai presto, mi cambia, e andai di corsa al maneggio in cui avrei fatto un’ oretta e mezza di allenamento. La mattina con Benson passò in fretta e quando feci per tornare a casa mi ricordai di avere il numero di Horan. –Che faccio, gli mando un messaggio? Magari gli chiedo di uscire?- mi chiesi. Decidetti di fare così. In meno di un minuto scrissi –Niall, mi fai vedere la seconda parte del paese oggi? Nicole-. Sì, poteva funzionare ed infatti non feci in tempo ad arrivare a casa che il telefono suonò per avvisarmi di un nuovo messaggio. Era Horan –Certo, magari ci troviamo per uno spuntino alle 12.30?-. Un invito a pranzo? Strano ma accettai. Ero sotto la doccia quando immersa nei pensieri consideravo la giornata precedente, Niall Horan, componente della band di successo “One Direction” sembrava si trovasse bene con me. È vero, uscimmo una volta ma fu divertente. Quasi mi piacque stare con lui. Perché? Mah, misteri che la mia mente non riesce a colmare, non ora per lo meno. Mi vestii, questa volta però misi solo un paio di pantaloni, scarpe da ginnastica alla moda, una t-shirt un po’ scollata ma carina, mi truccai non molto e sciolsi i capelli. Un cambio davvero impressionante data la giornata precedente. Erano le 12.25, sentii il campanello suonare ed uscii senza nemmeno rispondere, tanto sapevo chi era. -Ciao- dissi. Lui non rispose subito, mi stava guardando dalla testa ai piedi. –Oh, sei bellissima oggi- mi disse. Una tonalità di rosso pomodoro vidi attraversargli il viso. Lo ringraziai e partimmo. Mi portò in un carinissimo ristorantino molto semplice ma accogliente. Ordinammo: io presi molta roba. Mi vergognavo un po’, io sono una che mangia davvero molto ma mi tengo in forma e nessuno crederebbe a tutto ciò che ho ordinai. Anche lui però mangia molto. Prese tante porzioni di cose diverse e fu quasi contento nel vedere che il mio stomaco aveva la capienza del suo. Parlammo molto ed io scoprii che non mi dispiaceva affatto la sua compagnia, anzi, riuscii ad essere me stessa. Dopo pranzo facemmo un lungo giro tra le valli. Mi piaceva passeggiare a fianco a lui, scoprii che lo trovavo interessante e la cosa sembrava reciproca. Verso le sei del pomeriggio lui mi accompagnò a casa. Ci salutammo ed inaspettatamente, più per me che per lui, mi ritrovai con le labbra appoggiate alla sua guancia sinistra. Lui arrossi, ricambio il bacio e se ne andò. Forse, iniziavo seriamente a provare qualcosa per qualcuno al di fuori di me stessa o del mio cavallo.