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Autore: LadyDenebola    03/12/2012    6 recensioni
"Bentornata a casa, Violet!" Violet Rosenao, ancora fresca di Mago, torna a Hogwarts come assistente bibliotecaria intanto che sta cercando la sua vocazione. E vi ritroverà anche un professore che non vede da una sera di sette anni fa, e al quale vuole ancora dire molte cose... I personaggi (per loro fortuna) appartengono alla Rowling, io come al solito mi limito a farli soffrire...Buona lettura!^___^
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Note: buongiorno ragazzuole mie! Ho visto che avete apprezzato il passo in avanti di Sev (e direi che era anche ora che si svegliasse!), quindi vi lascio subito al nuovo cap., che, se ho fatto bene i miei calcoli, dovrebbe essere il penultimo. Detto questo buona lettura!!!^____^



Avete presente quella sensazione di incredulità quando qualcosa che desideravate finalmente accade? Sapete che è successa però una parte di voi è ancora convinta che si sia trattato di un sogno.
Fu così che Violet si svegliò, avvolta nelle sue coperte. Si mosse appena quando percepì attraverso le palpebre la luce mattutina, e capì subito che qualcosa non andava. O meglio, che qualcuno mancava.
Si mise seduta con uno scatto, di colpo sveglissima. Era sola.
“Possibile che abbia sognato?”
Chinandosi sul cuscino ogni dubbio svanì; l’odore di Piton era ancora forte, al di sopra di quello dei fiori, tanto che Violet poteva sentirselo ancora addosso.
Decise di prepararsi in fretta e scendere per la colazione. Non voleva credere che Piton avesse solo voluto divertirsi, non era il tipo… A meno che non soffrisse di sdoppiamento della personalità. Be’, quale che fosse stato il motivo per cui non l’aveva trovato accanto a sé al suo risveglio, Violet l’avrebbe scoperto. Ed eventualmente punito.
Al tavolo dei professori non c’era, cosa che fece passare definitivamente Violet dalla perplessità alla rabbia vera e propria.
<< Dov’è Piton? >>sbottò alla professoressa Sinistra che si stava alzando in quel momento.
Quella guardò l’orologio.
<< Sarà già andato in classe: sono quasi le nove >>
<< Bene >>ringhiò Violet versandosi una tazza di caffè nero. Stupida lei ad essersi alzata così tardi… e vigliacco lui che già se l’era data a gambe.
“Ma ti beccherò” promise Violet azzannando una brioche e lanciando occhiate omicide e una coppietta che si stava scambiando effusioni prima di separarsi per le lezioni.
<< Qui dentro la bocca si usa solo per mangiare! >>abbaiò, e i due piccioncini corsero fuori sotto lo sguardo accigliato degli ultimi professori rimasti in Sala Grande.
Man mano che scorrevano le ore Violet passava dall’ira all’ansia al pensiero di come avrebbe affrontato Piton. Riuscì a vederlo – e da lontano – solo a fine pomeriggio dopo che l’ultima lezione fu terminata. Violet lo individuò in mezzo a un corridoio affollatissimo. Senza pensarci due volte gli andò dietro e lo raggiunse davanti la sala professori.
Piton ostentò indifferenza mentre entravano. Violet non osò parlare davanti agli altri, così perse tempo riordinando dei libri mentre uno alla volta gli insegnanti scendevano a cena.
Piton alzò lo sguardo su di lei con l’aria di chi è stato braccato.
<< Sono un idiota >>borbottò.<< Non volevo lasciarti così >>
Violet attese. Piton prese un respiro profondo e continuò:
<< Quando mi sono svegliato, stamattina, e ti ho visto dormire mi sono sentito tremendamente in colpa. Non avrei mai dovuto farlo >>
<< Non c’è niente di sbagliato in quello che abbiamo fatto >>replicò Violet.
<< Sì, invece! Una ragazza come te merita di meglio. Un uomo più giovane, più… normale >>Piton si strofinò l’avambraccio sinistro dove era ancora visibile il Marchio Nero, poi mormorò lentamente, come se le parole gli uscissero a fatica:<< Ho amato solo una volta in vita mia, ma sono stato capace di farmi disprezzare dalla donna che amavo. E a causa mia è morta >>
<< Ma adesso è diverso >>osservò Violet.<< Allora c’era Voldemort e lei… lei ha sbagliato, ma ha imparato dal suo errore. Lei è cambiato… sono sicura che non rifarà gli stessi sbagli >>
Piton scosse la testa.
<< Non potrei mai costringerti a stare con un assassino come me. Ti conosco da una vita. Eri una ragazza pura e sei una donna pura. E io non sono alla tua altezza >>
<< Ma non mi sta costringendo!>>Violet sentì la rabbia tornare. Che razza di discorsi erano?!<<  Lei sa di essere cambiato, tutti lo sanno >>Di colpo, un dubbio atroce la pervase.<< C’è dell’altro, vero? Lei ancora ama Lily Potter. Io sono stata solo una distrazione. Poteva dirlo subito invece di dire tutte quelle belle cose >>
<< Tu non sei una distrazione! >>esclamò Piton avanzando di un passo.<< Per chi mi hai preso? Se avessi voluto distrarmi pensi che ci avrei messo così tanto a… dichiararmi? >>
<< E allora ha paura di amare >>concluse Violet sforzandosi di controllare la voce.<< O ha paura di offendere la memoria di Lily? >>
<< Sei fuori strada >>
Violet sentì i nervi crollare, ma si costrinse a mantenere la calma.
<< D’accordo >>disse piano aprendo la porta.<< Come mi ha detto lei tante volte, non posso costringerla. Le do un consiglio, però. Tagli i ponti col passato o non si godrà mai il presente >>E gli richiuse la porta in faccia.
 
Marzo arrivò e passò senza grandi novità. La vita a Hogwarts era pacifica come sempre, salvo qualche calderone fuso a Pozioni e le crisi isteriche degli studenti cui la Cooman non mancava di predire una fine atroce. Vitious era tornato, con sollievo di Violet, anche se, adesso che non aveva più la mente perennemente preoccupata per gli incantesimi maldestri dei ragazzi, lei si ritrovò a pensare fin troppo spesso alla notte passata con Piton. E questo non faceva che sballottarla tra la depressione e un bizzarro desiderio di vendetta, con l’effetto che Violet aveva preso a sfogarsi sugli allievi tanto da essere temuta – guarda un po’ – alla pari di Piton.
Intanto il Vigliacco – era il soprannome più carino che Violet gli aveva trovato – la evitava accuratamente, in sala professori e durante i pasti. Era come se l’avesse rimossa dalla memoria, come se a Hogwarts non ci fosse nessuna Violet Rosenao.
All’inizio Violet l’aveva assecondato, ma a lungo andare la cosa iniziava a diventare ridicola. Perfino gli altri professori avevano notato quel cambiamento e la stessa Sprite le aveva chiesto spiegazioni, per poi rimangiarsi ogni domanda davanti l’espressione di Violet.
<< Sai, voi donne siete davvero strane >>osservò Will un pomeriggio di metà aprile mentre Violet lo aiutava a ripassare Trasfigurazione nel porticato affollato di ragazzi che studiavano o chiacchieravano.
Lei lo incenerì con lo sguardo.
<< Cioè? >>
<< Be’, prima ci allontanate e poi vi arrabbiate perché non vi veniamo a cercare >>rispose lui scuotendo la testa.
<< Potresti essere più chiaro? >>
<< Natalie l’altro giorno mi ha quasi mandato a quel paese – e mi sto ancora chiedendo il perché – poi stamattina è venuta e mi fa “Sono secoli che non ci vediamo! Perché non mi sei venuto a cercare?” >>Will guardò l’amica con aria vagamente terrorizzata.<< E’ normale, secondo te? >>
<< Forse voleva vedere se saresti tornato da lei. Ti ha allontanato solo per metterti alla prova >>
<< Ma è da folli! >>esclamò Will, sgomento.<< Prima pensavo che ad essere strana fosse Alyssa, ma a quanto pare lo siete tutte! >
<< Non generalizzare >>sbuffò Violet reggendogli davanti uno specchio perché potesse cambiarsi meglio colore ai capelli.
<< Sì che generalizzo! Anche tu ormai non si capisce cos’hai. Ieri hai quasi affatturato Marika! >>
<< Be’, stavamo provando le controfatture >>
Will la guardò con le sopracciglia inarcate in una perfetta imitazione del Vigliacco.
<< Guarda che me ne sono accorto. Se non vuoi parlarne va bene, ma inizi a spaventarmi. Qualcuno ti ha fatto arrabbiare? >>
Violet scosse la testa e guardò i capelli di Will diventare di un bel verde lucente.
<< Per il topless di Morgana! >>urlò Will balzando in piedi mentre Violet e qualche altro ragazzo scoppiavano a ridere.<< Dovevano diventare neri! Sembro una ranocchia! >>
<< Be’, fatti baciare da Natalie, magari torni normale >>
Con un colpo di bacchetta Will risistemò il danno e si controllò allo specchio.
<< Tornando a prima >>disse rivolgendo all’amica uno sguardo terribilmente serio,<< ce l’hai con qualcuno? >>
<< Con nessuno in particolare >>rispose Violet ricomponendosi.
<< Sicura? >>
<< Will, adesso inizi a… >>Le parole le morirono in gola. Piton le stava facendo cenno di raggiungerlo dall’altra parte del porticato, dove c’era meno gente.
<< Volevo parlarti >>esordì lui. Si assicurò che gli studenti li stessero ignorando e continuò:<< Volevo che sapessi che per me quello che è successo non è stato…>>Si interruppe mentre un paio di Tassorosso li superavano di corsa.
Violet sbiancò.
<< Non mi deve alcuna spiegazione >>si affrettò a dire.<< In fondo, siamo entrambi adulti, no? >>
<< Non mi sono comportato proprio come un adulto, in questi giorni >>replicò piano Piton.<< E ci ho messo un po’ a capirlo. E tu hai tutte le ragioni per essere arrabbiata >>
Violet scrollò le spalle senza sapere cosa dire. Anzi, non sapeva da dove cominciare. La pena di replicare le fu comunque risparmiata da Piton, che sembrava intenzionato a recuperare tutte le conversazioni che non avevano avuto nell’ultimo mese e mezzo.
<< Mi hai detto >>proseguì,<< che sono ancora legato a Lily. Il mio amore per lei è grande, non lo nascondo. Ma come hai detto tu non posso vivere nel passato. Ho fatto tutto quello che ho potuto per far sì che non fosse morta invano. Adesso posso dire che non ho più nessun obbligo verso di lei >>
Violet ebbe l’impressione che ogni parte di lei smettesse di funzionare. Piton si guardò ancora intorno, imbarazzato.
<< In questi mesi mi… sono accorto di essermi affezionato a te >>mormorò tentando di recuperare l’antica impassibilità.<< Quando quel Purblack è venuto qui ho temuto per te come per qualsiasi altro studente, ma poi vedevo che continuava a starti appiccicato… e non riuscivo a sopportarlo >>Con quello che parve uno sforzo enorme, Piton tornò a guardare Violet.<< Forse è tardi, e tu hai tutti i motivi per mandarmi al diavolo ma... siamo ancora in tempo per… noi due? >>
Violet sbatté le palpebre. Il suo cuore tornò lentamente e quasi dolorosamente a battere mentre lei elaborava le parole di Piton che, da parte sua, la guardava col fiato sospeso.
Poi, come se temesse di vederlo fare di nuovo marcia indietro, Violet annuì, incapace di parlare.
Piton sorrise radioso e l’abbracciò. Le loro labbra si trovarono e il mondo attorno a loro scomparve…
Fu quando si resero conto dell’innaturale silenzio che li circondava che si separarono. Gli studenti nel portico li stavano fissando, paralizzati nel mezzo delle loro attività. L’unico rumore era il mite soffiare del vento fra le mura del castello.
<< Perché non continuate quello che stavate facendo? >>domandò Piton con voce mortifera.
I ragazzi distolsero in fretta lo sguardo, e alcuni lo fecero così velocemente da farsi male al collo, e ripresero a chiacchierare senza osare fare allusioni su quanto avevano appena visto.
Violet ridacchiò e si lasciò guidare via da Piton, verso il parco al tramonto.





   
 
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