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Autore: Tods    03/12/2012    4 recensioni
"A boy like that /Who'd kill your brother/Forget that boy/And find another"
E' un classico. La ragazza sbagliata che si innamora del ragazzo sbagliato.
Credevo che West Side Story fosse l'ultimo remake di Romeo e Giulietta. Ma devo ammettere che la mia vita ci si avvicina parecchio.
"I have a love and it's all that I have/Right or wrong, what else can I do?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Dodicesimo 

Mentre mi dirigevo verso l’aula di arte, fischiettavo allegra ‘I feel pretty’. Non mi sembrava vero che sarei passata dall’anonimato della mia stanzetta…all’anonimato del club di teatro di un collegio (ah ah ah, questa sì che è una gran cosa). Per quanto non fosse Brodway per lo meno sarebbe stato un vero spettacolo, e come pubblico non avrei avuto solo mia madre Tricia che non fa altro che dire: “Come sono talentuosi i miei piccoli!” E questa di per sé era una gran conquista.
Mentre imboccavo il corridoio, due mani mi coprirono gli occhi. Fremetti dentro:Louis…
Mi spuntò un sorriso idiota sulla faccia: mi faceva esattamente quell’effetto. Con espressione imbambolata ruotai su me stessa, tenendo gli occhi socchiusi.
Intravidi Harry ridere di me.
-Oh, Harry, come sono felice di vederti!-sarcasmo di prima mattina.
-Lo sapevo, lo sapevo.-disse, lisciandosi la giacchetta. Per un po’ mi guardò e basta poi, sorrise e si indicò:-Nessuno resiste a questo…
Corrugai la fronte:-Hai appena indicato tutto te stesso!
Rise, e si inumidì le labbra:-Appunto.-mi prese la mano e mi attirò a sé. Non recalcitrai nemmeno: prese il mio mento tra le sue mani, ma gli impedii di proseguire.
-Come puoi provarci ancora dopo quello che è successo ieri?-Acida. Mi erano salite le lacrime agli occhi. Mi lasciò andare subito, così all’improvviso che quasi caddi all’indietro.
Mi guardò confuso:-Avevi detto di dimenticare.-e sparì tra la folla.
 
“Avevi detto di dimenticare, dimenticare, dimenticare”
“Harry, dimentica quello che è successo stanotte”
Perché io non ci ero riuscita? Perché le labbra di Harry mi ritornavano sempre in mente? Uno di quegli assurdi scherzi del destino. Mi avrebbe perseguitata per sempre? Mah.
E quella non era l’unica cosa della notte precedente che non riuscivo a dimenticare. Magari. Bene impresse nella mente avevo le immagini di Kimberly avvinghiata a Niall, e di Liam stretto a Shandi. Una delle due cose mi avrebbe infastidita, ma entrambe…entrambe andavano oltre il limite massimo di sopportazione umana. Ma la mia non era gelosia: la mia era rabbia.
Niall si era fatto infinocchiare da quella cricca di svitati criminali che lui considerava i suoi migliori amici, e Liam? Liam aveva ceduto alle avances della troia più troia di tutta la stirpe delle troie. E pensare che mi avevano fatto una buona impressione…
La parte cattiva della mia coscienza mi sussurrò:-E’ perché non c’eri tu con loro…è perché hanno preferito altre a te.-e per quanto mi dicessi che era falso, che non era per quello, in cuor mio sapevo la verità.
La verità mi perseguitò anche nell’aula di arte, e in quella dell’ora successiva, e in quella dell’ora successiva ancora. La verità mi stava così appiccicata che temevo non me la sarei mi scollata di dosso. E la cosa mi faceva dannatamente paura.
 
Sulla soglia della mia camera, Shandi baciava Liam con foga, guidando le sue mani sui suoi fianchi. Non sembravano aver fretta di smettere di ispezionarsi, così tossicchiai per annunciarmi. Liam mi vide con la coda dell’occhio e si staccò, visibilmente a malincuore. Varcai la soglia disgustata.
Sentii una presa salda che mi impediva di muovermi. Sleale da parte tua, Payne.
-Chirsta..-scossi la testa, facendo segno di non dire niente. Non avevo la minima intenzione di ascoltare le sue scuse: ero già troppo impegnata a nascondermi da Niall.
-Sono affari tuoi, Liam. A me non interessa.-avevo un tono davvero cattivo. Cosa mi aspettavo? Ero cattiva, lo ero sempre stata. Inutile illudersi di essere cambiata.
Lui non si giustificò come credevo che avrebbe fatto: mi guardò, piuttosto serio, e fece un sorriso strano, per niente amichevole:-Sì che sono affari miei, Christa. E sarei curioso di sapere perché lo hai detto a Zayn, allora.-incrociò le braccia, e mi osservò brancolare nel buio.
Scosse la testa:-Come pensavo.-si voltò di spalle e fece per andarsene. Lo bloccai, mentre l’adrenalina entrava in circolo.
-Come sarebbe a dire “come pensavo”?-il cuore mi martellava nel petto. Le cose si mettevano male.
Si girò:-E’ chiaro, Christa. Anche se dici che non ti interessa non riesci ad accettarlo. L’hai detto a Zayn perché sapevi che si sarebbe incazzato e che non mi avrebbe più parlato. Ammettilo, speravi che lasciassi Shandi, ma sai che c’è? Zayn può anche andare a fanculo, per quello che mi riguarda.
Aspettai che avesse finito, prima di attaccarlo di nuovo, puntandogli l’indice contro il petto:-Ti reputi così importante? Ti conosco da nemmeno un mese e pensi che mi faccia tutti sti film mentali? Liam, cresci. Il mondo non gira intorno a te.-stavo alzando la voce e sentivo le guance scottarmi:-L’ho detto solo perché credeva che io fossi interessata a te.
Strinse gli occhi:-E non è così?
-No, purtroppo per te.-ero stata davvero tagliente: non avrei mai pensato di litigare con Liam. Lo vidi annuire piano, ed allontanarsi con le mani intrecciate dietro la testa. Era così dolce, tenero, comprensivo. Era davvero un buon amico, e non mi sembrò vero di averlo perso. Solo perché non sapevo tenere chiusa la mia boccaccia, per giunta!
Mi chiusi la porta alle spalle.
-Non le lo merita.-disse la bionda, inaspettatamente, sedendosi a gambe incrociate sul suo letto, ed afferrando una copia di Seventeen. La guardai, incuriosita.-Non si merita di essere trattato così.-ripeté lei, inarcando le sopracciglia. Lei? Lei che cambiava ragazzo più spesso delle mutande mi veniva a dire cosa potevo e cosa non potevo fare? Mi veniva a fare la moralista?
-Non credo tu sia nelle condizioni di giudicarmi.- le feci notare, sorridendo affabile.
Shandi fece finta di non sentirmi, e rise di me sotto i baffi.
Sull’orlo di una crisi di nervi presi il suo insulso giornale da quattro soldi e lo cestinai con rabbia.
-Buona giornata!-strillai.-E Vaffanculo!-corsi fuori sbattendomi la porta alle spalle.
 
Tre, due, uno. Cominciai a piangere.
 
Certo, mi dispiaceva per Liam e tutto il resto, ma quelle erano lacrime di rabbia, non di dolore. Ero solo…frustrata. Da tutto e da tutti. Volevo solo andare via, andare via ed essere un’altra persona. Una persona felice, con tanti amici. Una di quelle che tutti vogliono avere intorno. Una persona che non ero mai stata, e che al momento, non avrei mai potuto essere.
I miei piedi mi portarono nell’unico posto dove avrei voluto stare in quel momento, l’unico dove non mi sarei sentita fuori posto.
Mi rannicchiai sui gradini della rampa di scale del corridoio semi vuoto dell’infermeria: incurante delle lezioni che stavo saltando, delle persone che mi stavano cercando.. inconsapevole di spazio e tempo. 
Le associazioni logiche che crea il nostro subconscio sono assai singolari. Prendi la mia, ad esempio. Ero triste, frustrata, sola. Esattamente come la notte prima, alla festa di Paul. Ed il mio inconscio mi aveva portata nel posto in cui mi aveva condotta Harry, nonostante non fossi ben sicura di ricordare dove fosse. La verità era che io non lo ricordavo, ma la mia mente sì.
Ora, perché proprio lì, direte voi? Per un semplicissimo ed umiliantissimo motivo: speravo di trovarci Harry. Per un po’ rimasi sola, a guardarmi la punta delle scarpe, carica di aspettative.
-Sei venuta al mio posto preferito!-fece poi una voce alle mie spalle, con tono di scherno.
Mi voltai verso Harry, e non appena mi guardò negli occhi, cambiò immediatamente atteggiamento. Si sedette accanto a me e fece segno di poggiare la mia testa sul suo petto. Inizialmente restia, lo feci, e piansi un altro po’. Poi, più niente, come la sera della festa. Ascoltai il respiro regolare di Harry, ed il suo cuore che batteva stranamente veloce.
Su quei gradini non eravamo Harry e Christa: io ero debole e fragile, lui desideroso di aggiustarmi. Harry non fu mai così gentile con me come su quella rampa di scale.
Mi asciugai le lacrime con l’indice, e mi voltai verso di lui. Feci per parlare, ma mi precedette. Il suo tono era dolorosamente duro.
-Fammi indovinare, devo dimenticare anche questo? Non preoccuparti, già fatto. Durante queste ore sono stato in bagno ad eccitarmi con le foto in costume di Mandi, e tu…be’, immagino che perché non sarà difficile trovare una scusa.-mi stava dando della bugiarda. Mi. Stava. Dando. Della. Bugiarda. Ci aveva preso in pieno, cazzo.-La cosa importante è che io e te non ci siamo mai visti, né incrociati, né parlati, oggi. Bene?-non aspettò nemmeno che rispondessi, ed andò via, con le mani in tasca, lo sguardo basso. Non sembrava arrabbiato. Aveva un tono tranquillo, anche se nella sua voce era facile distinguere una nota di…delusione si può chiamare così? Come mai Harry era ferito dal mio comportamento? Non lo stavo illudendo né niente. Anzi. Era solo la mia spalla su cui piangere.
Ecco. Lo stavo usando. E ciò faceva di me una persona perfino più orribile di quanto già mi sentissi.
 
L’auditorium era mezzo vuoto, e Mrs Wright si aggirava tra i pochi ragazzi presenti chiedendo se qualcuno per caso mi aveva vista. Mi tirai su le maniche della camicia ed attirai l’attenzione della professoressa sventolando la mano.
-Oh, ecco qui Maria! Possiamo cominciare!-sembrava sovreccitata e la sua nocetta fastidiosa somigliava sempre di più allo squittio di un topo. Allungai il collo, cercando il sorriso rassicurante di Louis Tomlinson: era l’unica cosa che mi avrebbe aiutata a staccarmi di dosso l’amarezza che mi aveva lasciato il riccio.
-Cercavi qualcuno in particolare?-sentii una voce sussurrarmi all’orecchio, poi una risata. L’avrei riconosciuta tra mille.
Mi ritrovai a sorridere come una deficiente: questa volta non potevo sbagliarmi. Ci conoscevamo a stento, eppure flirtavamo senza ritegno alla prima occasione. Zayn aveva ragione:ero cattiva, arrivista e pure un po’ troia. Il peggio del peggio. E Louis non era da meno. Eravamo fatti l’uno per l’altra.
-No, nessuno in particolare.-strinsi gli occhi, senza smettere di sorridere.
Mrs Wright battè le mani, e a malincuore staccai il mio sguardo da quello di Louis, che mi afferrò dalla vita e poggiò il mento sulla mia testa. La professoressa finse di non vederci, e richiamò gli altri all’attenzione.
-Ragazzi! Abbiamo una marea di lavoro da fare, ma vi prometto che ne varrà la pena!-ridacchiò da sola, (che tristezza) e poi indicò con un gesto ampio una ragazza dai capelli rossicci tagliati cortissimi.-Johannah vi distribuirà la mia personale revisione del copione integrale del Musical. Ci ho messo ben tre mesi per scriverlo, perciò abbiatene cura! NON SIETE IMPAZIENTI?!-si aggiustò il foulard che portava legato al collo a mo’ di cappio e cominciò a leggere la prima pagina introduttiva con lentezza disarmante. Louis si stiracchiò e finse uno sbadiglio.
-Sono proprio ansioso di cominciare, guarda, rischio di svenire dall’eccitazione.-stavolta fui io a dovermi impedire di ridere. Cercai di prestare attenzione, ma Lou mi scostò i capelli e prese a darmi bacetti sul collo che mi facevano rabbrividire da capo a piedi. Mi uscì una risata di gola. Mr T gongolò al mio fianco.
-Tomlinson, Malik, cosa c’è da ridere??-mi morsi un labbro, mentre la professoressa si sistemava gli occhiali fucsia sul naso.-Se siete così incapaci di ascoltare spero che almeno sappiate leggere. Sul palco!
Con la testa bassa, sempre ridacchiando, io e Louis salimmo sul palco, e Johannah ci porse una copia della battute. Saranno state almeno duemila pagine. Pesava quanto un vocabolario, anzi, peggio. Con la mia famosa delicatezza elefantesca feci per girarlo e lo strappai a metà. ‘Abbiatene cura’,eh? Ah ah ah.
-Signorina!-arrossii vistosamente e tentai di far combaciare le parole, strappandolo ancora di più.
-Tomlinson, dalle la tua copia!-sembrava infinitamente seccata.
-Ai suoi ordini, Miss!-vidi la professoressa sorridere imbarazzata, accecata dallo charme di Mr. T. Anche io facevo quella faccia ogni volta che mi rivolgeva la parola? Un motivo in più per il resto del mondo per considerarmi una ritardata mentale irrecuperabile. Perfetto.
-Comincia a leggere.-sembrava trasognata. Alzai gli occhi al cielo.
Credo di non aver mai fatto prove più esasperanti di quelle del mio primo giorno come Maria: non faceva che correggermi la dizione, dirmi che dovevo essere un po’ più così e un po’ meno cosà, mandare gli occhi al cielo e borbottare. L’avrei ammazzata.
-Fa’ così perché le piaci.-disse Lou.
-Louis, Mrs Wright non è un cane.-risposi, sospirando, e prendendo il mio zaino.
Mi lanciò un’occhiata misteriosa:-Sei proprio sicura?-indicò la professoressa che annusava l’aria.
-Forse lo era in una vita precedente.-ridacchiai.
-Forse.-si passò la lingua sulle labbra. Ogni volta che io e Louis parlavamo, finiva per esserci quello strano silenzio, e finivamo per osservarci e basta, guardinghi. Mi somigliava più di quanto avrei voluto ammettere, e mi chiesi come mai Zayn non mi odiasse come faceva con lui. “Sei sua sorella” pensai. Non mi sforzai nemmeno di capire se la cosa mi consolasse o meno.
Piano piano, come alla festa, io e Lou ci ritrovammo appiccicati, senza sapere bene come. Sentii le sue braccia aderire ai miei fianchi, e la mia testa incastrarsi perfettamente nell’incavo del suo collo.
-Sei una ragazza strana, Christa.-sussurrò.
-Potrei dire lo stesso di te, Tomlinson.-dissi di rimando. Alzai la testa, ed i miei occhi cercarono i suoi: mi persi per un attimo in quel sorriso accogliente, e vidi i suoi occhi lampeggiare.
-E’ un gioco pericoloso quello a cui stai giocando, te ne rendi conto?-le sue parole mi intrigavano: il mio cuore non aveva mai battuto così forte. Ormai eravamo soli. Io, Louis e Mrs Wright intenta a ritagliare coupon da una rivista. Soli, come stavo dicendo.
Sorrisi, per fargli capire che non avevo paura, e con una mano gli accarezzai i capelli.
-Oh, ingenuo, povero, Louis…-sempre più vicini. Tre, due, uno. Dai, forza, ancora un secondo ed è fatta. Ancora un secondo ed avrai il tuo primo bacio, Christa Malik. Ancora un secondo ed il ragazzo dei tuoi sogni dirà che sei sua, e poi…
Stavo per sfiorare le sue labbra, giuro, ne sentivo quasi il sapore, quando una chioma rosso fuoco mi corse incontro urlando:-Tuu! Tu, puttana!

*
Spazio autrice (Shalala)
Ecco a voi!
Questo capitolo è molto frammentato, in realtà
non è molto importante, ma volevo trasmettervi
un po' ciò che sente e vede Christa (?)
A questo punto la domanda è d'obbligo:
Carry o Chrouis? (Chrouis come Tom Cruise AHAHHA)
La rossa, la rossa ricordate chi è?
Immagino di sì, è indimenticabile.
Liam?
Shandi?
Mrs Wright?
A voi! Scusate il ritardo ;)
Baci, Ele

 

  
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