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Autore: Aryapikkola    03/12/2012    2 recensioni
Come ogni fan di Twilight, Alex adora i libri. Li legge come rifugio da una vita che gli da solo delusioni sù delusioni. Un giorno uno sconosciuto gli dà l'opportunità di poter entrare dentro quel mondo che tanto adora, così la nostra protagonista si ritrova dentro Twilight al posto della protagonista.
Estratto dal primo capitolo
" Ero terrorizzata, ma non sapevo come comportarmi così dissi forse le parole che lei si aspettava, e non fu una scelta a caso che gli risposi proprio come continuava nel libro, mi sentii sollevata ad averlo letto così tanto.
Con un filo di voce dissi la frase, come se recitassi con un copione in mano
- Ci voglio andare. "
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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''Puoi rimanere con me?''
 
Guardavo il suo viso arrossato dalla febbre, non potevo immaginere che parlasse sul serio. Come poteva pensarlo?.
Perchè voleva la mia compagnia? La compagnia di un mostro. Non si rendeva fino in fondo di come fosse la nostra natura questo era sicuro. Ma quando vidi i suoi occhi azzurri così chiari guardarmi in quel modo quasi supplicante, rimasi spiazzato.
 
Lo desiderava davvero, desiderava davvero la mia compagnia. Mille dubbi su cosa fosse più corretto fare mi attraversarono la mente, da quanto la mia mente era messa a così dura prova?
Da quanto dei sentimenti che non fossero la noia mi avevano attraversato?
Era come se in tutti questi anni da immortale avessi vissuto in un mondo ovattato. Era lei che causava tutto questo? Forse era la novità che un'umana fosse entrata nella mia vita e quella della mia famiglia a renderla tanto diversa a tante persone.
 
Lei era ancora lì a guardarmi, e io come un'idiota non sapevo cosa fare. 
- Va bene, attenta arriva Charlie.
Lei mi guardò con un sorriso, un pò strano. Era imbarazzo? forse si era già pentita di avermelo chiesto. Senza aspettare oltre mi nascosi dentro l'armadio in attesa che Charlie venisse a salutare Bella. Sentivo i suoi pensieri preoccupati per non averla trovato in cucina a preparare la cena come gli scorsi giorni.
Salì in camera sua e senza bussare entrò in camera.
- Bells tutto ok?
Non vidi niente chiuso in quello armadio, non mi ero mai nascosto. Quella situazione era sempre più assurda.
- Si papà credo di avere un pò di febbre, ce un pò di pasta in frigo che avevo preparato ieri, puoi riscaldarla, io non credo di voler mangiare niente.
- Sicura? Hai preso qualcosa per la febbre?
Sentivo la sua voce e i suoi pensieri in modo uguale, quell'uomo non nascondeva niente, diceva quello che pensava, magari ometteva qualche cosa come tutti. Ma la sua preoccupazione e le sue parole erano quasi sempre sincere.
Bella sembrava stupita da quelle attenzioni, adesso riuscivo a sentire qualcosa, come le sue sensazioni o qualche parola che pensava. Non mi lasciava mai libero accesso alla sua mente. Era irritante e innaturale, proprio quando desideravo sapere cosa pensasse qualcuno non ci riuscivo. 
Dopo il colloquio Charlie scese di sotto in cucina, Bella spense la luce della sua camera per accendere una lampada più piccola nel su comodino. Finalmente uscii fuori e la vidi raggomitolata in un plaid mi scappò un risata leggera, infondo c'era sempre suo padre di sotto.
Mi fece la lingua aumentando la mia allegria. Un'altra cosa a cui dovevo abituarmi, era strano che fosse proprio lei a farmi provare certe cose. Non sapevo niente di come fosse venuta qui, e  a quanto pare neanche lei ma non riuscivo a sentirla come una minaccia, no lei non lo era.

Mi avvicinai sedendomi nel letto insieme a lei.
- Non ti sembra strano avere un padre diverso da quello che avevi prima?
Non mi guardò mentre mi rispose.
- No, ma forse perchè prima non lo avevo. E Charlie è davvero dolce a modo suo.
Sospirò e piano piano, con lentezza anche per un'umana, e si accomodò sul cuscino si ranniccchiò e mi guardò con quei occhi tremendamente azzurri, era assolutamente destabilizzante mi dava tutta quella confidenza sapendo comunque che essere io fossi.
- Scusa per la richiesta di prima, non sei obbligato a rimanere, si vede che la febbre mi sta dando un pò alla testa. E solo che mi annoio, non conosco neanche tanto bene Charlie per stare con lui, cioè un pò lo conosco grazie al libro ma più che altro conosco te.
Appena lo disse arrossì ancora di più, mi bloccava i pensieri, si vergognava per quello che aveva appena detto. Io morivo dalla curiosità era stata vaga su questo famoso libro.

- Ah si? 

Adesso ero serio.

Lei non rispose.

- Vorrei saperne un pò di più su questo libro, insomma è un pò ingiusto tu ci conosci così bene, ma io non so quasi niente su di te.
- Non lo sai? La vita alcune volta è ingiusta.
Sorrideva furba, non me lo avrebbe detto a quanto pare. Non per adesso per lo meno.
- Si credo di averlo gia sentito. Senti io magari vado un attimo da Carlisle per farmi dare qualcosa per te ok?
- Non mi piacciono molto le medicine.
Fece una smorfia, sembrava una bambina. Una bambina bella dovevo ammeterlo, anche con la febbre. Il suo viso così lineare e quei occhi, i suoi lunghi i capelli. Bloccai subito quei pensieri prima che mi portassero ad altri ancora meno convenienti.
- Credo che tu non abbia scelta, sai sono più veloce di te anche quando non stai male.
- Spaccone 
Rise, era sempre così allegra che lo trasmetteva involontariamente.
- Vado e torno. 
Senza pensarci gli posai di nuovo  la mano sulla fronte, vorrei poter dire che fosse per sentire la febbre, ma non era per quello, volevo accarezzarla? Era tutto così nuovo e assurdo. Sentii i battiti del suo cuore aumentare. Turbato e confuso uscii da quella stanza e da quella situazione.

Presi la macchina e andai a casa mia e mi fiondai subito nell'ufficio di Carlisle.
- Ah eccoti, dagli queste compresse e magari anche qualcosa per dormire, e tieni sotto controllo la febbre.
-Grazie Carlisle.
Me ne stavo fermo davanti a lui senza dire niente, volevo dire qualcosa, chiedergli qualcosa. Ma cosa dirgli? Come facevo a spiegargli la mia confusione?
Lui mi guardò serio.
- Non ti convince Bella?
- No non è quello. E che noi non la conosciamo, e lei sa così tanto di me. Cioè di noi. E Alice si sta affezzionando non credo che dovremmo stare molto con lei. Sta cambiando la nostra vita, e insomma anche Jasper ancora ha delle difficoltà a stare vicino a lei.
- Edward sei sicuro che sia Jasper ad avere delle difficoltà a stare vicino a lei?

Cosa era quella sensazione adesso? Non era solo confusione, era irritazione era  negazione, non lo sapevo cosa era. Io non ero quasi mai in difficoltà figuriamoci se era una ragazza umana, una ragazza di cui non sapevo quasi niente.

Me ne andai velocemente, non volevo tornare da mio padre. Aveva toccato il tasto giusto. Quello turbato da lei ero solo io, la mia famiglia l'aveva accettata così facilmente in pochi giorni.
Un cambiamento nella mia vita non c'era da quando mi ero trasformato, non ero abituato a tutte queste emozioni, queste sensazioni, alla confusione dei miei sentimenti. Non sapere come comportarmi non era da me. Io non stavo con gli umani, loro per via della nostra natura ci temevano, come era giusto che sia. Ma a lei sembrava non importare. Fin dal primo momento che l'ho visto non l'avevo mai vista spaventata da noi, c'era così tanta fiducia in lei. Mi ricordo ancora quando disse di non chiamarci mostri, ero ancora shoccato dalla sua considerazione in noi. In me. 
Alice dal primo momento non mi aveva voluto far vedere le sue visioni su di lei, sapeva bene come mantenere i suoi segreti con me. Il modo in cui si era affezzionata a Bella ancora non lo capivo fino in fondo, ma sapevo che Alice provava sincero affetto verso di lei.

Stavo correndo nella foresta e mi ritrovai di nuovo in quella casa, la sua casa. Le luci erano ormai tutte spente, Charlie e Bella dovevano essere già andati a letto. Non mi ero neanche accorto di aver fatto tardi. 
Gli avevo detto che sarei tornato, chissà se ci era rimasta male e si era addormentata.

Con il sacchetto di Carlisle in mano mi arrampicai sulla sua finestra, era aperta. 
Lei era li in pigiama, con una gamba fuori dalla coperta, dormiva. Non dormiva bene però sembrava agitata.
Appogiai il sacchetto nella sua scrivania e mi misi seduto su una piccola sedia a dondolo davanti al suo letto, non so perchè rimanevo lì, ma guardarla dormire era affascinante. Appena la guardai mi resi conto che stava sognando, e cosa stava sognando. La sua mente era aperta, finalmente non c'era quella barriera che quasi sempre caratterizzava la sua mente. 
Non era giusto starmene li a spiarla ma le immagini del sogno presero vita anche nella mia mente. Vedevo tantissimo verde, un bosco forse stava scappando, non c'erano pensieri coerenti ma solo il fatto che stesse scappando.
Preso dal suo sogno mi accorsi che mi stavo avvicinando a lei quasi a voler vedere meglio.
Adesso lo scenario era cambiato, correva in una piazza con tanta gente che andava dalla parte opposta, tutti vestiti di rosso, sembrava quasi che capisse che fosse arrivata alla sua meta quando si buttò nelle braccia di qualcuno, il sollievo in lei fu immediato, continuava a ripetere ''finalmente''.

La visuale del sogno si alzò leggermente verso l'alto e vidi il viso della persona in cui era arrivata. Era il mio viso.

Smisi di respirare, era il mio viso alla luce del sole. 

Ancora mi sorprendevo che sapesse così tante cose di me.
Non avevo mai mostrato a nessuno come era alla luce del sole se non alla mia famiglia.

Sentii la mia voce nel suo sogno " Sei viva", il viso sorrideva incredulo, felice.

Quel sogno,  mi colpì come una connonata nel petto. Mi cambiò dentro in modo irreparabile, il mio cuore morto e gelido sembrò scaldarsi e una strana sensazione allo stomaco mi fece sentire strano. Diverso.
Volevo essere come l'Edward che Bella stava sognando, volevo essere così felice con quello sguardo diverso e che mai mi ero visto. Ma lo sarei mai stato?

Ero arrivato al fianco del letto vicino al viso di Bella, non mi ero mai davvero reso conto di quanto fosse bella, lì inerme potevo osservarla meglio, senza il suo sguardo a confondermi. Le sue labbra si muovevano un poco quasi cm se volesse parlare, il suo profumo era davvero gradevole, piacevole ma facile da sopportare.

Il sogno proseguì con vari colori indistinti, sognò anche i miei fratelli in modo vago. Si rigirava nel letto si scopriva in continuazione, stava sudando la febbre a quanto pare stava scendendo, gli toccai con le mie dita nel modo più leggero possibile toccai la sua pelle della fronte così morbida  e calda, la differenza tra me e lei era disarmante.
Forse sentì il mio contatto perchè avvicinò la sua fronte alla mia mano, probabilmente il freddo calmava la sua febbre perchè si rilassò immediatamente. Non stava sognando più ma non mi importava più perchè ero troppo impegnato a guardarla affascinato  ad ogni suo minimo gesto.

L'alba arrivò fin troppo presto, era davvero passata tutta la notte? Avevo davvero osservato Bella per tutta la notte?
Il punto più complicato però era un'altro, ero irrepabilmente finito in una situazione senza via di uscita, la più strana che mi sarei mai aspettato.

Quello che era sicuro però è che dentro mi sentivo con un pò di speranza, di disperazione, pieno di desiderio.
Desiderio di stare insieme a lei.
  
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