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Autore: Nori Namow    05/12/2012    11 recensioni
«Ther, nessuno può separarci. Tu sei la mia combinazione perfetta.»
***
«Smettila idiota.».
«Ti amo.»
«Lo so.»
«E sono un idiota. Sai anche questo?»
«So anche questo.»
«E tu non mi ami più?»
«Io ti amo. Ma se mi lasci di nuovo o fai il coglione, giuro che ti strappo i testicoli.» borbottò seria più che mai.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno dopo…
 
-HARRY.
Ok, non doveva essere così complicato da capire e da accettare, no?
Grace. Louis. Bacio. Insieme.
Niente di più facile, no?
Grace, la mia sorellina di sedici anni, ha baciato il mio migliore amico, Louis, di diciannove anni. Niente di sbagliato, giusto?
 
 
«Quindi voi state insieme.» cercai conferma per l’ ennesima volta, osservando i due, incredulo.
«Sì» ribadì Grace, puntando per un attimo il suo sguardo su Katherine. Che lo sapesse anche lei? Probabile.
Ma la domanda che riempiva la mia testa, era un’ altra; l’ immagine di Grace e Louis che… beh, avete capito.
«E non avete fatto…»
«No. » rispose Louis, guardandomi negli occhi. Sembrava sincero.

«E tu ce la fai? Voglio dire, a te piace cambiarne una ogni notte.» gli ricordai con le sopracciglia alzate. Si divertiva molto con le storie occasionali. Non sembrava tipo da storie serie.
«Non mi importa. Lei mi piace molto e non è una cotta. Quando sarà pronta, io ci sarò.» puntualizzò lui, prendendo timidamente la mano di Grace.
Dovevo ammettere che non sembrava malintenzionato. Sospirai rassegnato. Non potevo costringere mia sorella a rimanere zitella a vita.
«Lo sai che ti ucciderò se la vedrò incazzata, triste o semplicemente giù di morale a causa tua, vero?» gli ricordai con un sorriso a trentadue denti. Sapeva che l’ avrei fatto davvero.
«Non preoccuparti, ci penserà già lei. E poi non lo farei mai.» assicurò lui, battendomi il pugno.

 
 
«Hazza, smettila di guardarmi così.» borbottò Louis addentando una patatina.
«Così come?» chiesi ingenuamente, sbattendo più volte le palpebre per sembrare più dolce. Se l’ avessi ucciso in quel momento, avrei potuto trovare un alibi valido.
«Così come se volessi sgozzarmi, regalare la testa a mia madre e bruciare i resti.» ribatté, osservandomi di sbieco.
«Beh, tu stai con mia sorella.» gli ricordai un po' acido, mentre guardavo per l’ ennesima volta l’ orologio. Erano le diciotto, e fra poco più di mezz ora, Kath e Grace sarebbero tornate.
«Non è un motivo valido per desiderare la mia morte.»
«Sì che lo è.»
Sbuffò sonoramente, poggiando il pacco di patatine accanto a sé e guardandomi con occhi di fuoco. «Stammi a sentire, Haz. Per me Grace è diversa, ok? Non è una di quelle da una botta e via. Lei mi piace da tanto tempo e io sono innamorato di lei. Pertanto, sei pregato di accettarlo.» la voce gli si spezzò, probabilmente pensava che l’ avrei ucciso per davvero, dopo quelle parole pronunciate con tanto coraggio.
Immediatamente la mia mente fu popolata dal sorriso di Kath, quei capelli rosso fuoco e quegli occhi blu ghiaccio.
Lei era così, lunatica, dolce, speciale. Era fuoco e ghiaccio nello stesso momento, caldo e freddo, dolce e amaro. Era perfetta.
E io me ne ero innamorato come se fosse stato sempre scritto, come se il destino avesse deciso  sin dalla nascita, di farci incontrare. Io l’ amavo, e mi chiedevo se per Louis fosse la stessa cosa con Grace.
Lei era schietta, diretta, senza paura, ma sapeva anche essere timida. Osservai Louis, studiandolo. Lui era un tipo vivace, sorridente, sempre di buon umore. Un Peter Pan, insomma.
E Peter aveva sempre bisogno della sua Wendy, no?
Gli diedi uno schiaffo dietro alla nuca.
 
 
 
 
-KATHERINE.
Sbuffai per la duecento cinquantottesima volta, con la testa poggiata sulla mano destra. Ripetere storia in uno dei pochi giorni liberi dalle lezioni di Hip Hop, e a casa del proprio ragazzo, non era l’ ideale di pomeriggio perfetto. Ma quella baldracca di Mrs. Cook aveva chiaramente detto ‘Price, o domani ti fai interrogare, o sarai costretta a frequentare le lezioni pomeridiane per il recupero’.
E io non volevo passare altro tempo in quella scuola, anche perché mancava il tempo materiale, dannazione.
Per questo ero a casa di Harry, con quel libro pieno di parole, date da ricordate e fatti della quale non mi importava l’ esistenza.
Sfogliai distrattamente le pagine che mi mancavano da studiare: dieci. Dannazione.
«Che fai?» chiese ingenuamente una voce roca, che mi mise i brividi.
«Cerco un alibi per quando la polizia verrà a interrogarmi sull’ omicidio della professoressa di storia.» risposi acidamente, sfogliando con troppa enfasi una pagina, che rischiò di strapparsi.
Harry accanto a me, rise divertito. Certo, lui era un secchione maledetto, mica come me, che a storia ero impedita.
«Dovresti rilassarti un po'.» sussurrò maliziosamente al mio orecchio, e spostò i capelli dalla mia spalla, cominciando a lasciare baci umidi sul collo.
Pensa alla storia, Katherine. Pensa alla noiosissima storia.
Harry stuzzicò con l’ indice la bretella del mio reggiseno, facendomi rabbrividire nuovamente. Rise maliziosamente a quella mia reazione che gli piaceva tanto provocare.
«Harry?» lo chiamai debolmente, cercando di concentrarmi sulla storia.
«Mmh?»
«No. Devo studiare.» dissi cercando di risultare convincente.
«Dai, studi dopo.» cercò di dissuadermi, accennando a chiudere il libro con la mano libera.
«Tu vuoi solo farmi commettere peccato di fornicazione!» ribattei alzando la voce di un’ ottava. Non poteva farmi questo.
Accidenti ai suoi occhi verdi.
La mano utilizzata per chiudere il libro scivolò sul mio fianco, alzando leggermente la maglietta.
«Bugia. Io voglio solo ripetere anatomia.» mi diede un leggero morso sul collo e sussultai.
Rise sommessamente, e a quel punto la storia andò a farsi benedire. Mi voltai di scatto, prendendo il suo viso fra le mani e baciandolo con passione.
 
 

 Il giorno dopo...
-GRACE.
«Dobbiamo festeggiare, Tomlinson. Sono due giorni che stiamo insieme dopo averlo detto ad Harry, e siamo entrambi vivi e vegeti!» esultai sbattendo il mio bicchiere di Starbucks contro il suo, che sorrise felice. Era importante, per me, mettere le cose in chiaro con tutti.
E mio fratello doveva aver capito che, o l’ accettava, o l’ accettavo con un' accetta.
E aveva fatto la scelta più giusta, bravo il mio Harold.
«Ora, il prossimo passo è non farti scoprire chi sia il mio amante.» beffeggiai il moro, che immediatamente spostò il suo sguardo dal mio seno, ai miei occhi.
Sapevo qual era il suo problema, l’ aveva detto anche Harreh.
 
«E tu ce la fai? Voglio dire, a te piace cambiarne una ogni notte.»
 
Povero Tomlinson, era in astinenza. A quel pensiero, risi tra me e me.
 
«Ah, sì? E chi è il tuo amante?» chiese maliziosamente, bloccandomi per un braccio. Mi morsi il labbro inferiore per non ridere, e sputai fuori il primo nome che mi venne in mente.
«Will.» gli feci la linguaccia, e continuai a camminare, lasciando la sua mano che tentava di intrecciare le dita alla mia.
«Davvero? Va bene, allora suppongo che non ti dispiaccia se vado a chiedere il numero a quella tipa lì.» indicò una bionda poco lontana, che si attorcigliava una ciocca liscia di capelli biondi e rideva come un’ oca starnazzante. Feci una smorfia disgustata, che lo stronzo accanto a me notò, scoppiando a ridere.
«Non c’è niente da ridere.» lo avvisai, fulminandolo.
«Quella è Jessie, me la sono fatta un paio di volte, l’ anno scorso.» annunciò con nonchalance, come se fosse normale parlare delle troiette portate a letto con la propria fidanzata che aveva tendenze a diventare psicopatica.
«Ah, sì? Scommetto che è brava.» sputai acida, indecisa se buttargli in faccia o no il mio frappuccino.
«Sì, tantissimo. Adora usare la bo…»
«Non voglio saperlo!» urlai, dandogli un pugno sul braccio e andando via. Lui continuò a ridere, tenendosi la pancia, e lo guardai con odio, che in fondo non avevo. In fondo.
«Lo dirò ad Harry.» dissi per poi osservare l’ orologio: le dieci e trenta del mattino.
Risi, pensando a Kath ed Harry a scuola, mentre io ero in giro con Lou. Forse, meglio la scuola.
«No, ti prego!» trillò quest ultimo, correndo ad abbracciarmi. Nonostante tentasse di rimanere serio, rideva ancora sommessamente. Gli tirai una gomitata nelle costole, e gemette.
«Vai da Jessie a farti fare dei lavoretti, visto che la tua ragazza è frigida e non te la da!» sbottai, divincolandomi dalla sua presa.
«Dai, Grace, lo sai che scherzo e ti amo! Voglio dire, me la sono davvero fatta Jessie, ma è stupida e non sa neanche cosa sia la castità!»
Gli feci uno strizza-capezzolo, e urlò come una checca. Dio, quanto lo amavo. Ma sapeva che non doveva provocarmi.
«Per punizione, ti farò aspettare un altro mese, prima di tu-sai-cosa.» risi malignamente, e lo vidi sbiancare per un attimo.
«Dovrai fare affidamento su Federica-la-mano-amica.» continuai, mentre lui prendeva il colore della panna del mio frappuccino. Sbuffò, e mi diede un bacio delicato sulle labbra.
Il cellulare squillò, e risposi immediatamente.
«Kath?»
«Grace, sono fottuta.» disse con un tono disperato.
«Cosa è successo?» chiesi allarmata. Perché mi chiamava a quell’ora?
«Non ho studiato storia, e fra meno di un’ ora mi interroga.» disse tutto d’ un fiato. Aspetta un attimo…
«Katherine Price, ma tu ieri non hai studiato con Harry tutto il giorno?» la rimproverai. Louis, accanto a me, scoppiò a ridere.
«Beh, ecco. Io ci ho provato ma…» non ebbe bisogno di continuare. Alzai gli occhi al cielo, e poggiai il mio sguardo su Louis, che si bloccò all’ istante.
«Ora capisco perché Harry e Louis sono amici. Pervertiti!» urlai indicando il moro, che rabbrividì. Poi feci la ramanzina a Kath, dicendole che si lasciava trasportare, che doveva essere più frigida eccetera. Doveva seguire il mio esempio, insomma.
Chiusi la chiamata, e continuai a camminare con Louis al mio fianco.
«Comunque ti avviso. Da oggi in poi, tu non rimarrai più sola con Will.» annuì per convincersi della sua malsana idea, e per la prima volta mi chiesi se quel ragazzo avesse sbattuto la testa su qualche spigolo, da piccolo.









SCIAO BELEEE.
Wow, stavolta mi sento uno schifo, lo sapete? Non aggiorno da tantissimo e mi dispiace da impazzire çç
Ma è che, nonostante la storia abbia i suoi appunti, non ho l' ispirazione per scriverla, capite?
Mi sento una cacca. E capirò se mi insulterete in greco e latino çç
Vi prego di perdonarmi per questa cagata, ma davvero non avevo ispirazione ♥
E boh, spero continuerete a seguire sia questa, che l' altra storia c:

Ah, e ho cominciato a scrivere una mini long (3 capitoli soltanto) Su Jacob e Renesmee, di Breaking Dawn c: (clicca sulla gif)

E passate da lei, dalla sua mini long bellissima *-* Six degrees of separation. 


Alla prossima, bedde!
   
 
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