Eccomi qui con l’ultimo
capitolo di questa storia =)
Il rating arancione viene
giustificato da questo capitolo XD non ho voluto farlo rosso perché… Boh,
perché non mi andava XD in questo modo tutti possono leggere la storia u.u
Mi sono divertita un sacco a
scriverla perché era da tempo che l’avevo in mente… Ah, Touko e N saranno per
sempre nel mio cuore! <3 (cioè, io farò Touko e N rimarrà N u.u)
Ringrazio chi mi ha letto e
seguito fino alla fine e chi ha recensito =)
Buona lettura, fatemi! =)
Amore
Touko
impallidì.
“E’…
Tornato?”
“Sì,
è tornato.” rispose Cheren, anticipando Bel. Sorrise “E sono sicuro che ti stia
aspettando.”
La
ragazza non se lo fece ripetere un’altra volta: girò le spalle ai due amici e
corse fuori dalla palestra, come se fosse l’unica via verso la salvezza.
E lo è, pensò, è la via della mia
felicità.
Cheren
e Bel la seguirono e si fermarono sulla soglia della Scuola per Allenatori.
Touko
non si preoccupò neppure di salutarli, non si scusò con la ragazza – la stessa
ragazza che le aveva presentato Bel – che aveva quasi urtato, non si fece
fermare da nessuno: avrebbero capito. Tutti avrebbero capito.
Si
fermò in mezzo alla strada e puntò gli occhi al cielo, portando le mani alla
bocca come se fossero un megafono e urlando la sua salvezza: “Zekrom!”
Il leggendario Pokemon drago ci mise qualche
secondo a comparire, ruggendo. Atterrò nel bel mezzo della città, sotto lo
sguardo stupito e ammirato dei presenti, e prese Touko in braccio, sollevandosi
in meno di mezzo secondo… Portandola lontano, dal suo amato N.
***
“Forte!
Allora era proprio lei!” esclamò Mei, stringendo la mano del suo ragazzo e
osservando il punto dove Touko era sparita.
Hugh
fissava invece Cheren, per capire come avesse preso l’incontro con la ragazza
che amava.
Cheren
lo vide e gli fece l’occhiolino, inclinando leggermente la testa verso Bel che,
ignara di tutto, osservava anche lei il punto in cui l’amica era sparita.
Hugh
sorrise, comprendendo, poi reclamò l’attenzione di Mei.
“Certo
che era lei, che ti credevi? Comunque adesso è sparita, non puoi farci nulla.
La prossima volta potremo chiederle di fare un giro in groppa al Pokemon
leggendario!”
Mei
si girò a guardarlo, gli occhi luccicanti di felicità.
“Tu
dici che ce lo permetterà?! Sarebbe fantastico!”
Hugh
sorrise.
“Già,
sarebbe proprio fantastico!”
***
Dopo
il piccolo cenno d’intesa con Hugh, Cheren si era voltato verso Bel.
“Ehi.”
La
ragazza si era girata verso di lui e Cheren le aveva sfilato piano gli occhiali,
come un tempo aveva fatto lei.
L’espressione
sul volto di Bel era confusa, non capiva: che stava succedendo.
“Avevi
ragione.” disse Cheren, sempre continuando a sorridere “Ero cieco. Ma adesso ho
capito molte cose.”
Bel
inclinò leggermente la testa, perplessa ed emozionata insieme: stava dicendo
che aveva capito quello che lei provava? E adesso?
Il
sorriso di Cheren sembrò farsi ancora più grande, mentre il ragazzo si chinava
e baciava la sua amica d’infanzia.
Era
un bacio dolce, tenero, praticamente solo uno sfioramento di labbra.
Dopo
un primo momento di stupore in cui Bel sgranò gli occhi, la ragazza si aggrappò
letteralmente alla camicia di Cheren e approfondì il bacio, rendendolo
passionale. Non le importava niente della gente, della malelingue… Aveva
ottenuto quello che sognava da anni. Tutto il resto non esisteva.
Cheren
si staccò da lei dolcemente, ridacchiando.
Bel
lo guardò confusa e preoccupata: aveva forse esagerato?
Il
ragazzo la strinse a sé nel loro primo e vero abbraccio.
“Si
può provare.” disse solo, guardando lontano e arrossendo, e Bel capì che ce
l’aveva fatta.
Che
era valsa davvero la pena aspettare.
Ricambiò
l’abbraccio con il suo solito entusiasmo e gli occhiali caddero di mano a
Cheren: una lente si scheggiò, ma i due non ci fecero alcun caso.
***
Touko
non aveva bisogno di indicazioni precise, questa volta: Cheren le aveva detto
che N la stava aspettando… E c’era un solo luogo dove il ragazzo potesse
attenderla.
Il
luogo in cui era finito tutto.
Viaggiarono
per circa due ore prima di arrivare in vista della Lega Pokemon.
Il
palazzo di N, ex sede del Team Plasma, non sorgeva più dietro la stanza del
campione: ma Touko sapeva che non era scomparso davvero, che era ancora lì da
qualche parte. Il suo cuore sentiva di essere vicino alla soluzione, vicino al
ragazzo che aveva imparato ad amare due anni prima.
Atterrò
con Zekrom nel punto in cui si sarebbe dovuto trovare il palazzo.
Perlustrò
la zona attentamente, valutando ogni anfratto e caverna in quelle montagne
spoglie. Zekrom sorvolava la zona dall’alto e la stava aiutando.
Dopo
circa mezz’ora il Pokemon drago lanciò un ruggito: Touko seguì la traiettoria
del suo sguardo e vide, parecchi metri più in basso, uno Zoroak che sembrava
attendere qualcosa all’ingresso di una caverna.
O qualcuno, pensò la ragazza.
Senza
cercare alternative più sicure, Touko scivolò lungo il dorso della montagna,
fino ad arrivare davanti al Pokemon in questione.
Zoroak
lanciò un grido e poi sparì nella grotta.
La
ragazza provò a seguirlo, ma appena mise un piede nella grotta si rese conto
che il palazzo di N si trovava proprio lì, alla sua destra. Prima che potesse
anche solo pensare di fiondarcisi dentro un rumore particolare e un fascio di
luce rossa la costrinsero a notare che Zekrom era tornato nella pokebal: anche
lui aveva capito che erano arrivati, che la loro ricerca era giunta al termine.
Touko
si fece avanti, cercando un modo di avvicinarsi alla costruzione senza franare
nell’enorme baratro, finché non vide una sorta di scaletta che collegava il
piano rialzato su cui si trovava e l’interno dell’edificio semi-distrutto. Chi
l’aveva messa lì? N? O era un caso che sembrasse un passaggio costruito?
Facendo
molta attenzione scese i gradini. Sembravano stabili, ma era meglio usare
prudenza: anche il palazzo, dopotutto, era per metà crollato… Meglio non
rischiare.
Appena
fu all’interno della costruzione vide una stanza sulla sinistra: incuriosita,
entrò, anche solo per capire in che zona dell’immenso palazzo fosse finita.
Era
la stanza di N.
Sentì
una stretta al cuore mentre osservava i mobili e i giocattoli distrutti.
La
stanza di un bambino mai cresciuto. Chissà se aveva distrutto lui stesso quelle
cose, o se era stato il crollo?
In
ogni caso, sapeva che lui non sarebbe stato lì… Ma nel posto dove tutto era veramente finito.
A
fatica, cercando di ignorare il groppo che si sentiva in gola, Touko uscì da
quella stanza. Aggirò diverse macerie e cercò di salire al piano superiore:
erano passati due anni, vero, ma si ricordava perfettamente come raggiungere quella stanza.
E
infine eccola, davanti a lei: la Sala del Trono.
Dopo
qualche istante, in cui Touko rimase a contemplare la porta, la ragazza si
decise: corse e spalancò la porta, mentre il suo cuore già accelerava i battiti
per l’emozione.
Aveva
avuto ragione.
Reshiram
era bianco ed enorme e la osservava come se stesse attendendo il suo arrivo
ormai da tempo.
Il
ragazzo accanto a lui lo stava osservando e gli accarezzava un braccio, prima
di girarsi al suono della porta che si apriva.
N.
Era
lì.
Il
suo N.
A
Touko si appannò la vista e ci mise qualche secondo a capire che erano le
lacrime.
Ma
non importava. Niente importava se non che N fosse lì, ad aspettarla, proprio
come aveva pensato.
Prima
che potesse anche solo decidere di fare una cosa del genere, gli si era letteralmente
fiondata addosso.
L’aveva
stretto a sé come se da lui dipendesse la sua stessa vita.
Quasi. Da lui dipende la mia felicità.
“…
Touko.” aveva detto N, e il suono del suo nome detto da lui era qualcosa di
meraviglioso.
Non
era cambiata una virgola, nei suoi sentimenti.
Zekrom
era uscito dalla sfera pokè e si era avvicinato a Reshiram, osservando i due
ragazzi.
“N.”
aveva detto Touko, soffocando un singhiozzo. Si era stretta ancora di più a lui
e poi aveva alzato lo sguardo.
Un
sorriso sereno. Questo aveva visto, attraverso le lacrime.
Poi
la sensazione delle mani sulla schiena, delle braccia attorno al suo corpo…
Anche lui la stava abbracciando.
Non
capì più niente.
Touko
si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò, senza nessun freno inibitore: aprì la
sua bocca e vi si immerse, assaporando ogni singolo istante, ogni sensazione,
ogni sfumatura del suo gusto.
Era
magnifico.
E,
dopo un primo istante di stupore, N ricambiò il bacio.
Solo
quando si staccarono, parecchi minuti dopo, Touko si rese pienamente conto del
significato di quel gesto. Con il dorso della mano si asciugò le lacrime, senza
però lasciarlo, per poterlo vedere meglio.
N
non parlava ma era arrossito e la guardava, in attesa.
Prese
un profondo respiro.
“Ti
amo, N.” disse, sicura.
Il
ragazzo sorrise e la strinse ancora di più a sé.
“Mi
sono reso conto di amarti anch’io, Touko.” rispose, ed era tutto quello che lei
voleva sentirsi dire.
In
quel momento non importava che fossero passati due anni, che il ragazzo non
l’avesse mai cercata; non importava come avesse fatto a scoprire i suoi
sentimenti per lei o che avesse fato durante tutto questo tempo… C’erano solo
loro, il loro amore.
Touko
lo baciò di nuovo, di slancio, facendolo cadere e cadendogli di conseguenza
addosso.
Non
interruppe il bacio: non ne aveva alcuna intenzione, non voleva privarsi di
quel contatto, non ancora… Anzi…
Le
sue mani corsero alla camicia del ragazzo ed iniziarono a slacciargli i bottoni
e ad infilarsi sotto la maglietta, per sentire la pelle nuda, per restare a
contatto con il vero N, senza
limitazioni.
Il
bacio si fece sempre più profondo e Touko si ritrovò a fare dei respiri
spezzati, mentre si sistemava meglio sopra di lui e sentiva qualcosa di duro
premerle contro dalle parti dell’inguine.
N
l’allontanò delicatamente da sé.
“Ehi.”
disse, lo sguardo per metà pieno di desiderio e per metà di sconcerto “Non ti
sembra di star correndo un po’ troppo?”
Non
era un’accusa: il trattamento della ragazza non gli dispiaceva affatto, solo
che… Forse era stata un attimo precipitosa.
“No.”
sussurrò Touko, completamente presa da lui “Ho aspettato due anni. Non è
abbastanza, per te? Per averti?”
N
non rispose, ma l’attirò di nuovo verso di sé. Le tolse il cappellino mentre la
baciava e le sciolse la coda, stando attento a non tirarle i capelli.
“Hai
ragione.” le disse, quando si staccarono per respirare “Abbiamo aspettato anche
abbastanza, e perso un sacco di tempo…”
“Zitto.”
Era
il turno di Touko di passargli una mano fra i capelli, di togliergli definitivamente
la camicia, di toccarlo. E di farsi
toccare.
Era
meraviglioso.
Reshiram
e Zekrom intuirono dove i due volessero andare a parere e decisero, molto
discretamente, di uscire dalla Stanza del Trono, per non disturbarli.
Zekrom, amico mio. Quanto tempo è
passato…
E’ vero. Ma ne è valsa la pena, o
sbaglio?
I
gemiti sussurrati arrivavano lo stesso alle loro orecchie sensibili.
Il
legame che i due draghi avevano con i loro allenatori era tale che condividevano
con loro ogni singola sensazione…
Hai ragione. Ne è valsa la pena.
***
Touko
non riusciva a credere di averlo fatto davvero.
Era
ancora stesa per metà su di N, nuda, mentre il ragazzo le accarezzava
dolcemente i capelli. Neppure il pavimento pieno di macerie e crepe li aveva
fermati: si erano amati anche nel significato fisico del termine e non c’era
stato nessun dubbio o ripensamento.
Era
stato magnifico.
“N…”
iniziò lei “E adesso cosa facciamo?”
Il
ragazzo si mise a sedere, abbracciando Touko e facendola alzare con sé.
“Non
lo so. Tu che vuoi fare?”
I
loro vestiti erano sparsi tutt’attorno a loro. La ragazza sentì un improvviso
brivido di freddo e si strinse ancora di più a lui: guardando il suo corpo nudo
si sentì pervadere dall’imbarazzo e cercò di concentrarsi per poter dare una
risposta decente.
“Mmmmh…
E se continuassimo il nostro viaggio come allenatori?”
“Allenatori?”
chiese lui, stupito. N non aveva più catturato alcun Pokemon: l’unico che gli
era rimasto accanto era stato Reshiram.
“Già,
allenatori. E poi, abbiamo un sacco di cose da raccontarci… Non t-trovi?”
Stava
iniziando a battere i denti dal freddo.
Sospirando,
N si staccò da lei, per un breve istante, giusto il tempo di recuperare i suoi
vestiti.
Glieli
porse.
“Hai
ragione. Dobbiamo parlare di molte cose… E dobbiamo decidere seriamente il
nostro futuro.”
Touko
si vestì controvoglia: voleva starsene abbracciata ancora ad N, ma non era
possibile… Si sarebbe ammalata, altrimenti.
“Forza,
allora: vestiti anche tu, si parte.”
Il
ragazzo sorrise e si affrettò ad obbedire: circa un quarto d’ora dopo uscirono
entrambi dalla grotta e si trovarono di nuovo all’aperto, vicino alla Lega
Pokemon.
“Da
dove cominciamo?” chiese N, voltandosi verso di lei.
Touko
sorrise.
“Basta
che cominciamo insieme.” rispose, prendendo per mano quello che ormai
considerava a tutti gli effetti il suo ragazzo.
***
Avevano
intrapreso il loro viaggio.
Gli
abitanti di Unima continuarono ad avvistare spesso i due Pokemon drago
leggendari viaggiare insieme, almeno per quel primo anno. Era un po’ difficile
dirlo, dato che i due volavano molto in alto, ma sembrava che Reshiram e
Zekrom portassero in groppa qualcuno… Uno alla volta, però: non si vedevano mai
due figure insieme sullo stesso Pokemon, era più come se ogni tanto si alternassero.
Poi,
così come era iniziata, un giorno finì.
Nessuno
più vide i Pokemon leggendari della Verità e degli Ideali.
Solo
in pochi sapevano che, in realtà, N e Touko erano partiti verso altre
avventure, in qualche regione lontana… Chissà se sarebbero mai tornati.