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Autore: Mitsuki91    05/12/2012    6 recensioni
[Principalmente Touko/N, ma ci saranno anche Cheren/Bel e Mei/Hugh]
Sono passati due anni da quando N se n'è andato con Reshiram, Unima è appena stata salvata - di nuovo - da una ragazzina, Mei, e N è tornato apposta per sventare i piani di suo padre, Ghecis. Quello che è ancora un mistero, però, è dove sia finita Touko: dopo aver litigato con Cheren è partita in cerca di N e nessuno sa dove sia.
Proprio quando tutti i suoi amici hanno perso le speranze, ecco che un'ombra nera appare nei cieli di Soffiolieve...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Hue, Mei, N, Touko
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Eccomi qui con l’ultimo capitolo di questa storia =)
Il rating arancione viene giustificato da questo capitolo XD non ho voluto farlo rosso perché… Boh, perché non mi andava XD in questo modo tutti possono leggere la storia u.u
Mi sono divertita un sacco a scriverla perché era da tempo che l’avevo in mente… Ah, Touko e N saranno per sempre nel mio cuore! <3 (cioè, io farò Touko e N rimarrà N u.u)
Ringrazio chi mi ha letto e seguito fino alla fine e chi ha recensito =)
Buona lettura, fatemi! =)


Amore

Touko impallidì.
“E’… Tornato?”
“Sì, è tornato.” rispose Cheren, anticipando Bel. Sorrise “E sono sicuro che ti stia aspettando.”
La ragazza non se lo fece ripetere un’altra volta: girò le spalle ai due amici e corse fuori dalla palestra, come se fosse l’unica via verso la salvezza.
E lo è, pensò, è la via della mia felicità.
Cheren e Bel la seguirono e si fermarono sulla soglia della Scuola per Allenatori.
Touko non si preoccupò neppure di salutarli, non si scusò con la ragazza – la stessa ragazza che le aveva presentato Bel – che aveva quasi urtato, non si fece fermare da nessuno: avrebbero capito. Tutti avrebbero capito.
Si fermò in mezzo alla strada e puntò gli occhi al cielo, portando le mani alla bocca come se fossero un megafono e urlando la sua salvezza: “Zekrom!”
 Il leggendario Pokemon drago ci mise qualche secondo a comparire, ruggendo. Atterrò nel bel mezzo della città, sotto lo sguardo stupito e ammirato dei presenti, e prese Touko in braccio, sollevandosi in meno di mezzo secondo… Portandola lontano, dal suo amato N.

***

“Forte! Allora era proprio lei!” esclamò Mei, stringendo la mano del suo ragazzo e osservando il punto dove Touko era sparita.
Hugh fissava invece Cheren, per capire come avesse preso l’incontro con la ragazza che amava.
Cheren lo vide e gli fece l’occhiolino, inclinando leggermente la testa verso Bel che, ignara di tutto, osservava anche lei il punto in cui l’amica era sparita.
Hugh sorrise, comprendendo, poi reclamò l’attenzione di Mei.
“Certo che era lei, che ti credevi? Comunque adesso è sparita, non puoi farci nulla. La prossima volta potremo chiederle di fare un giro in groppa al Pokemon leggendario!”
Mei si girò a guardarlo, gli occhi luccicanti di felicità.
“Tu dici che ce lo permetterà?! Sarebbe fantastico!”
Hugh sorrise.
“Già, sarebbe proprio fantastico!”

***

Dopo il piccolo cenno d’intesa con Hugh, Cheren si era voltato verso Bel.
“Ehi.”
La ragazza si era girata verso di lui e Cheren le aveva sfilato piano gli occhiali, come un tempo aveva fatto lei.
L’espressione sul volto di Bel era confusa, non capiva: che stava succedendo.
“Avevi ragione.” disse Cheren, sempre continuando a sorridere “Ero cieco. Ma adesso ho capito molte cose.”
Bel inclinò leggermente la testa, perplessa ed emozionata insieme: stava dicendo che aveva capito quello che lei provava? E adesso?
Il sorriso di Cheren sembrò farsi ancora più grande, mentre il ragazzo si chinava e baciava la sua amica d’infanzia.
Era un bacio dolce, tenero, praticamente solo uno sfioramento di labbra.
Dopo un primo momento di stupore in cui Bel sgranò gli occhi, la ragazza si aggrappò letteralmente alla camicia di Cheren e approfondì il bacio, rendendolo passionale. Non le importava niente della gente, della malelingue… Aveva ottenuto quello che sognava da anni. Tutto il resto non esisteva.
Cheren si staccò da lei dolcemente, ridacchiando.
Bel lo guardò confusa e preoccupata: aveva forse esagerato?
Il ragazzo la strinse a sé nel loro primo e vero abbraccio.
“Si può provare.” disse solo, guardando lontano e arrossendo, e Bel capì che ce l’aveva fatta.
Che era valsa davvero la pena aspettare.
Ricambiò l’abbraccio con il suo solito entusiasmo e gli occhiali caddero di mano a Cheren: una lente si scheggiò, ma i due non ci fecero alcun caso.

***

Touko non aveva bisogno di indicazioni precise, questa volta: Cheren le aveva detto che N la stava aspettando… E c’era un solo luogo dove il ragazzo potesse attenderla.
Il luogo in cui era finito tutto.
Viaggiarono per circa due ore prima di arrivare in vista della Lega Pokemon.
Il palazzo di N, ex sede del Team Plasma, non sorgeva più dietro la stanza del campione: ma Touko sapeva che non era scomparso davvero, che era ancora lì da qualche parte. Il suo cuore sentiva di essere vicino alla soluzione, vicino al ragazzo che aveva imparato ad amare due anni prima.
Atterrò con Zekrom nel punto in cui si sarebbe dovuto trovare il palazzo.
Perlustrò la zona attentamente, valutando ogni anfratto e caverna in quelle montagne spoglie. Zekrom sorvolava la zona dall’alto e la stava aiutando.
Dopo circa mezz’ora il Pokemon drago lanciò un ruggito: Touko seguì la traiettoria del suo sguardo e vide, parecchi metri più in basso, uno Zoroak che sembrava attendere qualcosa all’ingresso di una caverna.
O qualcuno, pensò la ragazza.
Senza cercare alternative più sicure, Touko scivolò lungo il dorso della montagna, fino ad arrivare davanti al Pokemon in questione.
Zoroak lanciò un grido e poi sparì nella grotta.
La ragazza provò a seguirlo, ma appena mise un piede nella grotta si rese conto che il palazzo di N si trovava proprio lì, alla sua destra. Prima che potesse anche solo pensare di fiondarcisi dentro un rumore particolare e un fascio di luce rossa la costrinsero a notare che Zekrom era tornato nella pokebal: anche lui aveva capito che erano arrivati, che la loro ricerca era giunta al termine.
Touko si fece avanti, cercando un modo di avvicinarsi alla costruzione senza franare nell’enorme baratro, finché non vide una sorta di scaletta che collegava il piano rialzato su cui si trovava e l’interno dell’edificio semi-distrutto. Chi l’aveva messa lì? N? O era un caso che sembrasse un passaggio costruito?
Facendo molta attenzione scese i gradini. Sembravano stabili, ma era meglio usare prudenza: anche il palazzo, dopotutto, era per metà crollato… Meglio non rischiare.
Appena fu all’interno della costruzione vide una stanza sulla sinistra: incuriosita, entrò, anche solo per capire in che zona dell’immenso palazzo fosse finita.
Era la stanza di N.
Sentì una stretta al cuore mentre osservava i mobili e i giocattoli distrutti.
La stanza di un bambino mai cresciuto. Chissà se aveva distrutto lui stesso quelle cose, o se era stato il crollo?
In ogni caso, sapeva che lui non sarebbe stato lì… Ma nel posto dove tutto era veramente finito.
A fatica, cercando di ignorare il groppo che si sentiva in gola, Touko uscì da quella stanza. Aggirò diverse macerie e cercò di salire al piano superiore: erano passati due anni, vero, ma si ricordava perfettamente come raggiungere quella stanza.
E infine eccola, davanti a lei: la Sala del Trono.
Dopo qualche istante, in cui Touko rimase a contemplare la porta, la ragazza si decise: corse e spalancò la porta, mentre il suo cuore già accelerava i battiti per l’emozione.
Aveva avuto ragione.
Reshiram era bianco ed enorme e la osservava come se stesse attendendo il suo arrivo ormai da tempo.
Il ragazzo accanto a lui lo stava osservando e gli accarezzava un braccio, prima di girarsi al suono della porta che si apriva.
N.
Era lì.
Il suo N.
A Touko si appannò la vista e ci mise qualche secondo a capire che erano le lacrime.
Ma non importava. Niente importava se non che N fosse lì, ad aspettarla, proprio come aveva pensato.
Prima che potesse anche solo decidere di fare una cosa del genere, gli si era letteralmente fiondata addosso.
L’aveva stretto a sé come se da lui dipendesse la sua stessa vita.
Quasi. Da lui dipende la mia felicità.
“… Touko.” aveva detto N, e il suono del suo nome detto da lui era qualcosa di meraviglioso.
Non era cambiata una virgola, nei suoi sentimenti.
Zekrom era uscito dalla sfera pokè e si era avvicinato a Reshiram, osservando i due ragazzi.
“N.” aveva detto Touko, soffocando un singhiozzo. Si era stretta ancora di più a lui e poi aveva alzato lo sguardo.
Un sorriso sereno. Questo aveva visto, attraverso le lacrime.
Poi la sensazione delle mani sulla schiena, delle braccia attorno al suo corpo… Anche lui la stava abbracciando.
Non capì più niente.
Touko si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò, senza nessun freno inibitore: aprì la sua bocca e vi si immerse, assaporando ogni singolo istante, ogni sensazione, ogni sfumatura del suo gusto.
Era magnifico.
E, dopo un primo istante di stupore, N ricambiò il bacio.
Solo quando si staccarono, parecchi minuti dopo, Touko si rese pienamente conto del significato di quel gesto. Con il dorso della mano si asciugò le lacrime, senza però lasciarlo, per poterlo vedere meglio.
N non parlava ma era arrossito e la guardava, in attesa.
Prese un profondo respiro.
“Ti amo, N.” disse, sicura.
Il ragazzo sorrise e la strinse ancora di più a sé.
“Mi sono reso conto di amarti anch’io, Touko.” rispose, ed era tutto quello che lei voleva sentirsi dire.
In quel momento non importava che fossero passati due anni, che il ragazzo non l’avesse mai cercata; non importava come avesse fatto a scoprire i suoi sentimenti per lei o che avesse fato durante tutto questo tempo… C’erano solo loro, il loro amore.
Touko lo baciò di nuovo, di slancio, facendolo cadere e cadendogli di conseguenza addosso.
Non interruppe il bacio: non ne aveva alcuna intenzione, non voleva privarsi di quel contatto, non ancora… Anzi…
Le sue mani corsero alla camicia del ragazzo ed iniziarono a slacciargli i bottoni e ad infilarsi sotto la maglietta, per sentire la pelle nuda, per restare a contatto con il vero N, senza limitazioni.
Il bacio si fece sempre più profondo e Touko si ritrovò a fare dei respiri spezzati, mentre si sistemava meglio sopra di lui e sentiva qualcosa di duro premerle contro dalle parti dell’inguine.
N l’allontanò delicatamente da sé.
“Ehi.” disse, lo sguardo per metà pieno di desiderio e per metà di sconcerto “Non ti sembra di star correndo un po’ troppo?”
Non era un’accusa: il trattamento della ragazza non gli dispiaceva affatto, solo che… Forse era stata un attimo precipitosa.
“No.” sussurrò Touko, completamente presa da lui “Ho aspettato due anni. Non è abbastanza, per te? Per averti?”
N non rispose, ma l’attirò di nuovo verso di sé. Le tolse il cappellino mentre la baciava e le sciolse la coda, stando attento a non tirarle i capelli.
“Hai ragione.” le disse, quando si staccarono per respirare “Abbiamo aspettato anche abbastanza, e perso un sacco di tempo…”
“Zitto.”
Era il turno di Touko di passargli una mano fra i capelli, di togliergli definitivamente la camicia, di toccarlo. E di farsi toccare.
Era meraviglioso.
Reshiram e Zekrom intuirono dove i due volessero andare a parere e decisero, molto discretamente, di uscire dalla Stanza del Trono, per non disturbarli.

Zekrom, amico mio. Quanto tempo è passato…
E’ vero. Ma ne è valsa la pena, o sbaglio?

I gemiti sussurrati arrivavano lo stesso alle loro orecchie sensibili.
Il legame che i due draghi avevano con i loro allenatori era tale che condividevano con loro ogni singola sensazione…

Hai ragione. Ne è valsa la pena.

***


Touko non riusciva a credere di averlo fatto davvero.
Era ancora stesa per metà su di N, nuda, mentre il ragazzo le accarezzava dolcemente i capelli. Neppure il pavimento pieno di macerie e crepe li aveva fermati: si erano amati anche nel significato fisico del termine e non c’era stato nessun dubbio o ripensamento.
Era stato magnifico.
“N…” iniziò lei “E adesso cosa facciamo?”
Il ragazzo si mise a sedere, abbracciando Touko e facendola alzare con sé.
“Non lo so. Tu che vuoi fare?”
I loro vestiti erano sparsi tutt’attorno a loro. La ragazza sentì un improvviso brivido di freddo e si strinse ancora di più a lui: guardando il suo corpo nudo si sentì pervadere dall’imbarazzo e cercò di concentrarsi per poter dare una risposta decente.
“Mmmmh… E se continuassimo il nostro viaggio come allenatori?”
“Allenatori?” chiese lui, stupito. N non aveva più catturato alcun Pokemon: l’unico che gli era rimasto accanto era stato Reshiram.
“Già, allenatori. E poi, abbiamo un sacco di cose da raccontarci… Non t-trovi?”
Stava iniziando a battere i denti dal freddo.
Sospirando, N si staccò da lei, per un breve istante, giusto il tempo di recuperare i suoi vestiti.
Glieli porse.
“Hai ragione. Dobbiamo parlare di molte cose… E dobbiamo decidere seriamente il nostro futuro.”
Touko si vestì controvoglia: voleva starsene abbracciata ancora ad N, ma non era possibile… Si sarebbe ammalata, altrimenti.
“Forza, allora: vestiti anche tu, si parte.”
Il ragazzo sorrise e si affrettò ad obbedire: circa un quarto d’ora dopo uscirono entrambi dalla grotta e si trovarono di nuovo all’aperto, vicino alla Lega Pokemon.
“Da dove cominciamo?” chiese N, voltandosi verso di lei.
Touko sorrise.
“Basta che cominciamo insieme.” rispose, prendendo per mano quello che ormai considerava a tutti gli effetti il suo ragazzo.

***

Avevano intrapreso il loro viaggio.
Gli abitanti di Unima continuarono ad avvistare spesso i due Pokemon drago leggendari viaggiare insieme, almeno per quel primo anno. Era un po’ difficile dirlo, dato che i due volavano molto in alto, ma sembrava che Reshiram e Zekrom portassero in groppa qualcuno… Uno alla volta, però: non si vedevano mai due figure insieme sullo stesso Pokemon, era più come se ogni tanto si alternassero.
Poi, così come era iniziata, un giorno finì.
Nessuno più vide i Pokemon leggendari della Verità e degli Ideali.
Solo in pochi sapevano che, in realtà, N e Touko erano partiti verso altre avventure, in qualche regione lontana… Chissà se sarebbero mai tornati.

   
 
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