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Autore: Persephone Lupin    05/12/2012    3 recensioni
Quando Severus Snape torna a casa dopo una missione per il suo Signore, diventa testimone di un segreto che sconvolgerà il suo mondo. AU
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Voldemort
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 8. La spia

(The Spy)



 



Nell'istante stesso in cui Severus si Materializzò nel cerchio dei Mangiamorte, la maledizione lo colpì in pieno petto. Un dolore lancinante esplose nel suo corpo, un flusso di lava incandescente incendiò ogni singolo neurone provocando spasmi e tremori violenti fino a che, in fine, le sue ginocchia cedettero ed egli cadde sul pavimento di dura pietra, contorcendosi per il dolore lancinante.

Non urlare. Non devi urlare, era tutto ciò a cui riusciva a pensare mentre stringeva forte la mascella, i denti che tagliavano in profondità il suo labbro inferiore. Ogni fibra del suo corpo sembrava in fiamme, agognava a gridare in agonia, ma lui non avrebbe dato al mostro quella soddisfazione. Severus era stato sottoposto alla Cruciatus prima di allora, poiché era uno dei passatempi preferiti del Signore Oscuro scagliare la maledizione contro tutti i suoi seguaci, di tanto in tanto, e senza alcun motivo apparente se non quello di dimostrare il suo potere assoluto. Ma allora era sempre stato per non più di qualche secondo. Anche se non riuscivi mai a farci davvero l’abitudine, era tollerabile, in un certo senso. Ora, il dolore non sarebbe cessato, si sarebbe sempre più intensificato, perché la maledizione era stata ripetuta due, tre volte, e sempre nuove ondate di dolore spazzavano il suo corpo.

«Sei in ritardo, Sssseverussss. Ti ho aspettato per giorni» sibilò Voldemort. Poi, la sua voce si trasformò in un ruggito, «Nessuno fa aspettare il Signore Oscuro. Mai! Crucio!»

Quando finalmente la maledizione venne interrotta, Severus era sul punto di svenire. Il sangue gocciolava dal labbro martoriato, ansimava e tossiva violentemente, tremava dappertutto per le conseguenze della Maledizione Senza Perdono.

«Spero ricorderai bene questa lezione, Sssseverussss. E farai in modo di non deludermi mai più.»

«Non succederà, Padrone,» Severus riuscì a gracchiare tra i colpi di tosse, mentre tentava di rialzarsi in piedi.

«E qual è la tua giustificazione, se è lecito?» il Signore Oscuro chiese con voce pericolosamente bassa.

«Stavo male.» Non esattamente una buona giustificazione, dacché Severus sapeva che Voldemort si aspettava che i suoi seguaci comparissero innanzi a lui in qualsiasi condizione. Ma almeno non era una bugia. Le menzogne sarebbero venute dopo - se ci fosse  stato un dopo.

«Oh, il povero piccolo Ssseverusss era malato?» Voldemort sogghignò. «Dovresti essere grato che non ti mostri cosa significa realmente “stare male”- o forse dovrei?»

Non avrebbe implorato pietà, no. Implorare non l’avrebbe aiutato comunque. Solo i patetici leccapiedi come Karkaroff e altri del suo calibro l’avrebbero fatto. Non c’era nulla di guadagnato, se non il disprezzo del Padrone e dei compagni Mangiamorte. Non sarebbe caduto così in basso...

«Qualunque cosa voi pensiate è giusta, mio ​​Signore.» Severus strinse i denti in attesa di un altro Crucio. Ma esso non venne.

«Abbiamo cose importanti da discutere, non c’è tempo per giocare. Dov'è tuo padre?» Occhi neri annoiati affondarono in occhi altrettanto neri, cercando di penetrare la mente del giovane mago, i cerchi rossi intorno alle pupille scure brillavano pericolosamente lanciando brividi lungo la schiena di Severus.

Svuota la mente. Non pensare a nulla. Non lasciare che ti legga, per l'amor di Merlino, o sei finito. Puoi farlo. Severus cercò di calmarsi, ma ora tremava più a causa della paura che dalla Cruciatus. Per fortuna, nessuno sembrò accorgersene.

«Non - non è qui?» Severus cercò di sembrare sorpreso e si guardò intorno tremante per la prima volta, come se cercasse suo padre. Il posto di Scelestus era vuoto, come si aspettava, ma quello di Caligula era già stato occupato da un sostituto. Lucius?

«No, non è qui, e ho creduto tu fossi in grado di dirmi cosa è successo.» C'erano diffidenza e una minaccia mortale nella voce del Signore Oscuro. «Tu sei suo figlio!»

Maledetto Bugiardo. Certo non sono suo figlio, come tu dovresti dannatamente sapere molto bene. L'odio che zampillava nel petto di Severus ebbe un effetto calmante. Non si sarebbe tradito, non avrebbe confessato nè strisciato a quattro zampe verso il suo Padrone, non avrebbe leccato l'orlo della sua veste e pregato per la sua misericordia e il suo perdono. Non avrebbe deluso Dumbledore, fosse anche morto per questo.

«Non sono stato a casa per settimane. Ma non mi sorprenderebbe fosse troppo ubriaco per Materializzarsi, mio ​​Signore», mentì con facilità. Riuscì persino a inserire una punta di sarcasmo, suo marchio di fabbrica che gli era valso molti nemici tra i suoi coetanei a scuola e tra i suoi compagni Mangiamorte, i quali lo temevano per la sua lingua veloce e caustica. Ma il Signore Oscuro era stato piuttosto soddisfatto fino ad ora, anche se Severus non era sicuro che insultare il defunto Scelestus di fronte al suo Padrone fosse un’idea saggia. Probabilmente no. Scelestus era il suo primo e più devoto seguace, dopo tutto.

«Tuo padre non mi hai mai fatto aspettare come hai fatto tu, ragazzo!» Tuonò Voldemort, il viso contorto in una rabbia gelida. «Crucio!»

Decisamente non è stata una buona idea, fu l'ultimo pensiero che emerse nella mente di Severus prima che il dolore, peggiore che mai, inondasse nuovamente la sua coscienza. Tutto annegò in una nebbia di fuoco ardente. Qualcuno, in lontananza, gridava in agonia. La voce era in qualche modo familiare, ma non riusciva ad identificarla. O forse era lui ad urlare? Poi, il mondo si oscurò mentre lui scivolava nell'oblio.

Severus tornò lentamente alla realtà ore dopo. Quando aprì gli occhi, vide il tetro sole invernale risplendere debolmente attraverso le finestre piene di polvere. I Mangiamorte sembravano essersene andati, ma la sua vista era così annebbiata che non poteva essere sicuro. L’intero suo corpo era dolorante, ogni movimento provocava nuovi lampi di dolore. C'erano pozze di sangue sul pavimento, ed i suoi abiti in alcuni punti ne erano zuppi. Ma era vivo. E sano di mente. Era qualcosa, almeno. Non voleva pensare a quanto peggiore sarebbe stato il suo calvario se non fosse stato per il boccone di Murtlap che aveva mangiato poco prima di Smaterializzarsi ai margini della Foresta Proibita.

«Ah, hai deciso di svegliarti, finalmente.» La voce strascicata risuonò nella camera enorme. «Cominciavo a pensare che sarei dovuto rimanere in questo buco per tutto il giorno e la notte a osservare la tua patetica carcassa.» Severus riconobbe la voce all’istante, non poteva sbagliare. Lucius Malfoy, figlio di Caligula Malfoy. Erano stati compagni di stanza durante tutti gli anni a Hogwarts, e nonostante l'arroganza e la fastidiosa alterigia di Lucius, erano diventati una specie di amici. Non come Potter e Black, l’inseparabile ed insopportabile duo, ma in una luce Serpeverde. E, stranamente e nonostante nessuno l’avrebbe mai ammesso, ciò includeva la lealtà.

«Luc?» fece Severus debolmente. Cercò di alzarsi in piedi, ma cadde di nuovo con un gemito.

«Bel pasticcio in cui ti sei cacciato stanotte. E, naturalmente, sono io tapino a dover raccogliere i pezzi,» disse Malfoy con voce strascicata. «Che diavolo pensavi di fare, Sev? Irritare stupidamente l'Oscuro Signore quando tutti sapevano che era dell’umore più ripugnante da quando i nostri gloriosi padri son riusciti a farsi saltare in aria, o qualsiasi cosa sia accaduto.» Non sembrava essere particolarmente preoccupato dalla prematura scomparsa del padre. «O intendi davvero dirmi che tu non sai come sono morti? Sev? Mi stai ascoltando?» Nessuna reazione. Severus aveva chiuso di nuovo gli occhi, aveva goccioline di sudore sulla fronte e la sua pelle pallida aveva acquisito una sfumatura verdastra. Con sincera preoccupazione sul suo volto - fenomeno estremamente raro per un Malfoy - Lucius attraversò la stanza e si inginocchiò al fianco del suo amico.

«Sev, che cosa c'è che non va? Rispondimi!»

«Sto male». Severus si piegò in due, le mani strette attorno alla vita, il suo respiro ridotto a rantoli stracciati. Lucius non esitò. Mise a sedere il suo amico gemente e lo tenne saldamente mentre questi vomitava bile e sangue. Estrasse perfino un fazzoletto per asciugare il volto umido di Severus dopo la sua traversia.

«Grazie, Luc,» Severus riuscì a dire dopo un po'. Era ancora appoggiato stancamente contro il mago biondo, il quale tentava invano di evitare che le sue vesti di seta si sporcassero di sangue.

«Beh, è meglio uscire di qui in fretta. Questi tagli devono essere adeguatamente medicati. Non vogliamo che la famiglia Snape si estingua ora, giusto? Son ben poche le famiglie Purosangue rimaste.»

Se solo tu sapessi...

«Riesci a reggerti in piedi? O devo usare un Mobilicorpus su di te?» Malfoy fece un sorrisetto. Sapeva perfettamente che Severus avrebbe preferito strisciare a quattro zampe piuttosto che essere di nuovo sottoposto a quell’incantesimo. Tutto ciò aveva a che fare con Potter e Black e uno dei loro scherzi, naturalmente. Durante il quarto anno, Severus aveva cercato di entrare nella squadra di Quidditch di Serpeverde, come Cacciatore, e si era esercitato in segreto la sera prima delle prove. Era abbastanza bravo a volare, eppure nessuno credette alla storia che Black e Potter avevano lanciato una fattura sulla sua scopa quando si risvegliò in infermeria con una gamba rotta. Al contrario, i due avevano ottenuto venti punti ciascuno per averlo salvato! E, naturalmente, si erano assicurati che ci fossero parecchi studenti attorno che vedessero la sua figura incosciente fluttuare verso l’infermeria sotto la punta della bacchetta di Potter. Presto, tutta la scuola venne a conoscenza la versione di Potter della storia e, ancora una volta, tutti si erano fatti una bella risata a spese di Severus. Quello pose fine alle sue ambizioni in campo Quidditch.

«Non t’azzardare,» sputò Severus e, tremante, riuscì con fatica a rimettersi in piedi. Con Lucius che per metà lo trascinava e metà lo portava, raggiunsero lentamente l'ingresso della casa fatiscente e attraversarono la linea anti Materializzazione.

«Visto che la tua casa è in rovina, proporrei di portarti alla Villa. Abbiamo un sacco di camere, e il nostro elfo domestico può sistemarti. Sicuramente vorrai essere in buona forma per il raid di sabato. Alastor Moody festeggia il suo cinquantesimo anniversario di lavoro, e noi dobbiamo assolutamente fargli visita e congratularci, non ti pare?» Ma prima che Severus potesse rispondere, il biondo aveva fatto Materializzare entrambi alla sede della famiglia Malfoy.

Dobby, l’elfo domestico di Lucius, aveva fatto un lavoro notevole. Severus si sentiva già molto meglio, comodamente sdraiato tra le fresche ed incredibilmente leggere lenzuola di seta, le sue ferite pulite e bendate, ed un forte pozione analgesica che scorreva nelle sue vene, lo rendevano piacevolmente stordito e assonnato. Tutto sommato, avrebbe potuto andare peggio. Avrebbe potuto essere morto, per esempio, o pazzo. Pensandoci bene, la fiumana di Crutiatus poteva anche avergli salvato la vita. Se il Signore Oscuro avesse condotto un interrogatorio approfondito, invece, forse non avrebbe avuto scampo, occlumante nato o meno. E di certo, non se gli avessero fatto bere del Veritaserum. Quindi, c’era un lato positivo della Cruciatus, chi l’avrebbe mai pensato?

Era vivo, e aveva anche qualcosa di importante da riferire a Dumbledore. Avvertirlo della programmata incursione contro Moody cosicchè l'Ordine avrebbe potuto contrastare i pani del Signore Oscuro, per una volta. L'unica cosa che lo preoccupava era che probabilmente avrebbe dovuto tenersi fuori dalla linea di fuoco se si fosse arrivati ad uno scontro. Senza destare sospetti. Inoltre, non poteva deludere Lucius: erano amici, dopo tutto. Ma di certo il Preside avrebbe inventato qualcosa. Sì, l'avrebbe fatto. Ci si poteva fidare del vecchio mago. Avrebbe dovuto saperlo fin dall'inizio. Ma meglio tardi che mai. E Dumbledore si fidava di lui, era fiero di lui. Lo aveva chiamato figlio - e l’aveva inteso davvero. Forse sarebbe addirittura sopravvissuto al gioco della spia - con l'aiuto di Albus Dumbledore, il più grande mago di tutta la Gran Bretagna, probabilmente del mondo intero. Dumbledore avrebbe pensato a qualcosa...

E con questi pensieri rassicuranti,Severus si addormentò.



 

Fine

 


 
Ed ecco qui, con questo siamo arrivati alla conclusione di questa storia. Spero l'abbiate apprezzata e che la traduzione sia stata comprensibile e piacevole.
Sicuramente tradurrò altre storie di Persephone Lupin in futuro, quindi state all'occhio ;)

Grazie per aver seguito la storia e aver recensito. :)

~FRC Coazze

 

  
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