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Autore: Olli_98    05/12/2012    1 recensioni
Questa fan fiction parla di un'amicizia fra cinque ragazzi, cinque pop stars internazionali e due ragazze normali, italiane. Due amiche, unite da quando avevano quattordici anni, grazie a loro si erano incontrate. A loro devono la loro vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Adri

- Mamma ho tanta paura, lo sai che non amo trasferirmi e questa è già la terza volta! In più non viene Adrienne e da sola proprio non me la sento di viaggiare in aereodissi con voce a dir poco distrutta dall’orario mattutino.
- Poche storie tesoro, poche storie…sai che Adrienne ci raggiungerà fra due giorni, deve solo sbrigare delle faccende per il lavoro, ormai siete grandi per prendere l’aereo da sole. Non aver paura, sarò ad aspettarti all’aeroporto di Londra – mi rassicurò lei.
- Davvero Adri non può venire con me? Aggiusterà le cose da lì…- insistetti con tono professionale
- Olli non insistere, sai bene che Adri deve fare le sue cose per il lavoro e che non possiamo molto aiutarla, certo è una brava ragazza, ci aiuterà sicuramente  con Jake e la casa ma non possiamo pagarle tutto…sii comprensiva per favore…dai, ci vediamo stasera ora devo andare, un bacio.-. Mia madre attaccò la telefonata. Ero alquanto avvilita  mentre la faccia di Adrienne era accesa da sicurezza, come sempre.
- Che palle mia madre! Mi dispiace Adri, mi sa che ci vedremo tra due giorni. Inutile dire che mi mancherai.. – dissi tristemente. La mia migliore amica mi si avvicinò e mi abbracciò sussurrandomi:-Olli, tua madre ha ragione: devo arrangiarmi d’ora in poi, devo sistemare quelle cose al lavoro, lo sai, ormai abbiamo la stessa età e devi riuscire a capirlo, e poi due giorni non son tanti, passeranno in men che non si dica, non ti preoccupare -.
Non so come riuscisse sempre a rassicurarmi in quelle situazioni e a farmi capire che andrà tutto bene. Ormai avevamo entrambe 16 anni eppure io senza di lei mi sentivo totalmente persa.
- Dio Adri tu non sai quanto ti voglio bene – le dissi con una piccola smorfia.
- Dai, fammi un sorriso, due giorni e sarò da te – mi abbracciò nuovamente
- Sei la sorella che non ho mai avuto – le dissi punzecchiandole le morbide guanciotte rosso pesca.
- Si “sorellina” adesso prendi la valigia che altrimenti perdi il volo! – mi incitò a raccogliere la valigia e lo zainetto che avevo poggiato a terra.
- Che tutta sta tragedia forse non sarebbe…- sussurrai – OLLI!! – mi rimproverò
- Okay okay, ora vado!! Che modi pff – mugugnai fra mé e mé 
- Amami – mi rispose con un bacio sulla guancia – Mi aspetterai, vero? – continuò scherzando
- Ovvio! Ciao amore – la salutai per l’ultima volta per poi incamminarmi verso l’aereo che mi avrebbe portato a Londra.
Dopo una mezz’oretta mi ritrovai su un enorme aeroplano pieno di gente.  Alcuni giocavano, altri leggevano e altri, come me, ascoltavano musica cercando di addormentarsi. Accesi il mio Ipod e cercai qualche canzone decente da ascoltare: “I would – One Direction”. Ma si dai, quei cinque mi facevano impazzire solo a vederli da uno stupido pc. Pensandoci è proprio per loro che ebbi conosciuto Adrienne…
*flashback*  “Oddio che emozione, oddio oddio, Niall mi ha salutata, NIALL HORAN SI E’ ACCORTO CHE ESISTO! Camminavo eccitata dall’accaduto verso il muretto per aspettare mia madre, come al solito in ritardo, quando incontrai una ragazza che piangeva, piangeva a dirotto ed era tutta sola in mezzo a quella folla di gente. Mi avvicinai allarmata in mezzo a tutta quella confusione. – Hey, tutto bene? – le chiesi preoccupata. – Oddio chi sei? Cosa vuoi? I-io non ho nulla da darti! – mi rispose allarmata. – Tranquilla, tranquilla, non voglio nulla! Solo sapere perché piangi e se hai bisogno di una mano…- le dissi. – Io…– non fece in tempo a finire di parlare che mi cadde addosso svenuta, probabilmente per la mancanza d’aria in mezzo a tutta quella confusine. La trascinai pesantemente fuori da lì e chiamai immediatamente mia madre:- Mamma sbrigati…è un’emergenza!! – le sbraitai.
Arrivò dopo due minuti; entrai in macchina sistemando sui sedili posteriori anche la ragazza:- Mamma parti, ti spiego a casa! –la incitai ad avviare rapidamente la macchina. – Tesoro...cos’è successo? Chi è questa ragazza svenuta? – chiese allarmata guardando dallo specchietto i sedili posteriori. – L’ho trovata che piangeva a dirotto e mi sono avvicinata, poi mi è svenuta addosso, probabilmente per la mancanza di ossigeno in mezzo a tutta quella gente…- spiegai altrettanto preoccupata per la salute della ragazza. Arrivammo a casa e, con l’aiuto di mia madre, trascinammo la misteriosa ragazza sul letto di mia madre facendole aria con un giornale. – E’ meglio lasciarla riposare, quando si sveglierà ci spiegherà tutto, non preoccuparti – mi raccomandò mia madre.- Che ne dici di una cioccolata calda amore? Fuori faceva veramente freddo! – mi chiese mia madre già in cucina – Dico che sarebbe un’idea meravigliosa! – esclamai.
Passarono due o tre ore, e, dato che ormai era notte fonda mi addormentai sotto le coperte affianco a quella ragazza. Devo dire che era molto bella: occhi azzurri, capelli con dei grandi boccoli biondi che le cadevano sulle esili spalle, la bocca, abbastanza pronunciata era rossastra e le sue guance erano di un color rosso pesca. “Proprio bella” pensai “Deve essere sicuramente ricca…vedremo”
- Non so nulla di lei…quando le ho chiesto cosa era successo e se aveva bisogno di un aiuto mi ha detto che non aveva nulla da darmi e poi svenne. – raccontai a mia madre intenta a divorare poco alla volta una fetta biscottata con burro e marmellata di fragole. – Propongo di tenerla con noi fin quando non capiremo cosa le è successo – continuai – Certo tesoro, mica possiamo abbandonarla in mezzo alla strada…- si interruppe quando udimmo degli scricchiolii provenienti dalle scale in legno. Si era decisamente svegliata. Decisi di andarle incontro con la massima calma, per evitare possibili reazioni.
- Hey, ti sei svegliata…- la salutai
- Oh…si…posso sapere dove mi trovo? – mi chiese spaesata
- Mi fa piacere che tu non abbia reazioni avventate. Mi chiama Olivia e questa è casa mia, ieri sera sei svenuta, probabilmente a causa della mancanza di ossigeno in mezzo a tutta quella folla…- spiegai gesticolando come mio solito
- Oh, capisco…Dio che mal di testa...- disse massaggiandosi una tempia
- Possiamo sapere che ti è successo? Ah, lei è mia madre Mary – e mia mamma spuntò dalla cucina
- Piacere cara…e tu sei? – chiese abbracciandola amorevolmente
- Mi chiamo Adrienne…oddio…ieri sera…ecco…non so se posso spiegarvi…- disse riprendendo a singhiozzare
- Tranquilla, puoi fidarti di noi – disse mia mamma
- Ieri…ieri sera la polizia mi ha chiamata dicendo che i miei genitori erano morti, a dire il vero non so nemmeno se fosse la polizia, fatto sta che non ciò creduto…quando mi hai trovato te stavo aspettando appunto i miei genitori…da tre ore! Così realizzai che erano davvero morti – dichiarò calmandosi
- Oddio…ma non hai nessuno della tua famiglia? Zii, nonni? – chiese mia madre – No, io son sempre stata solo con i miei genitori…non hanno parenti, o almeno, quelli che avevano son morti…bhe adesso direi che posso andarmene, ho disturbato abbastanza – disse avvilita e triste.
- Ma dove vuoi andare? Rimani qua con noi! – disse mia madre – Sisi dai, ti adottiamo – esclamai entusiasta. –Vi ringrazio, ma non accetterò ospitalità gratuita – disse sorridendo. – Facciamo così, tu rimani con noi e ti trovi un lavoro per mantenerti da sola, anzi…sei brava  con i neonati? – chiese mia mamma – Non so, credo di sì, mi son sempre piaciuti i bambini, perché? – chiese – Perché sono incinta e tra poco dovrebbe nascere un bambino, potresti darci una mano con lui…- disse mia mamma – Mi piacerebbe tanto – sospirò Adrienne – Ma non so se posso accettare..- continuò – Domani andiamo a fare l’adozione, niente scuse, benvenuta in famiglia figliola – e mia mamma abbracciò Adrienne”
  
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