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Autore: Samarskite    05/12/2012    5 recensioni
Saisilee sorrise, e cercando di uscire dalla tenda notò qualcos'altro che prima le era sfuggito.
Sul polso sinistro, Louis aveva disegnato con cura il simbolo di Superman con una penna a sfera.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis

Appena entrai in casa il mio naso fu investito da un forte profumo di biscotti al forno. Posai il trolley nell'ingresso e mi avviai verso l'attaccapanni per poter togliermi la giacca tutta bagnata di neve, la sciarpa e le scarpe.
Dalla cucina si sentiva un chiacchiericcio allegro accompagnato da un tramestìo tipico di chi sta cucinando. Una voce femminile stava dicendo: "Invece secondo me le tazzine si stanno rimpicciolendo. Guarda. Guarda, che roba. Non fanno più tazzine così grandi, sono tutte minuscole!"
Una voce maschile replicò, mentre una terza persona sbuffava: "Brie, ti prego, non andiamo ad impelagarci in un discorso sulla manifattura delle tazzine da caffè."
"Però ha ragione.", intervenne una quarta voce, femminile. "Ormai devi versare il caffè tre o quattro volte per avere un sorso soddisfacente."
"Mona, non ti ci mettere anche tu!", la avvertì la prima voce maschile.
Sorrisi scuotendo la testa e attraversai il salotto senza farmi vedere; salii le scale con quanta più delicatezza possibile. Quando giunsi al secondo piano, non ebbi nemmeno bisogno di chiamare a gran voce per trovare Sam: sentivo la sua voce provenire da una stanza che, qualche anno prima, in casa Brennan non c'era. Stava dicendo: "No, tesoro. Non puoi metterti lo smalto."
"Ma è Natale!", protestò la voce di una bambina.
"Lienne, lo so che è Natale. Ma non puoi lo stesso. Sei piccina."
La bambina brontolò. Io mi avvicinai all'ingresso della camera, ma non annunciai la mia presenza: rimasi lì, appoggiato allo stipite della porta, ad osservarle.
"Visto che non posso truccarmi nè altro, almeno possiamo fare un gioco?", chiese Lienne.
"Del tipo?", chiese Sam sorridendo. Gli ultimi tratti della pubertà da liceale che ancora aveva quando l'avevo conosciuta erano ormai svaniti, ed ora era una donna.
"Tu suoni e canti e io ti ascolto!", esclamò Lienne battendo le mani.
Saisilee scoppiò a ridere e prese in mano la chitarra.
Io rimanevo fermo, immobilizzato, incantato da quella scena, in cui due mondi venivano a contatto. Un mondo sereno, ancora piccolo, da costruire, ed un mondo vissuto troppo in fretta, sofferto, logorato, strappato e a fatica ricucito.
"Alla fiera dell'est per due soldi un liocorno Lienne comprò. E venne il lupo che morse il liocorno che al mercato Lienne comprò. E venne il ramo che picchiò il lupo che morse il liocorno che per due soldi Lienne comprò...", cantò Sam arpeggiando con decisione la chitarra, ricavandone una melodia molto folk. Lienne si mise a ridere: "Dai, dai, qualcos'altro! Qualcos'altro, Sassa!"
"Mh, vediamo... One day superman
Came to my door
"Lonely girl", he said to me
"Save my heart, save my heart"
Because the hero
Saves the world, saves the world
But we don't know why
He cannot save
His lonely heart , his lonely heart.
"I'll try to fix you, I know i can"
Whispered the girl, whispered girl
"But i want you to know:
If I fix you, if i can, if i do
You'll have to save my soul, oh broken,
You'll have to save my soul."
Because the lonely girl
Saves others heart, saves others heart
But we don't know why
She cannot save
Her broken soul, her broken soul...
", cantò Sam in una melodia sempre molto cadenzata ma dolcissima.
"L'hai scritta tu!", esclamò Lienne convintissima, ma l'altra fece un sorriso da sfinge e non disse altro.
Allora Lienne si sporse verso i capelli neri di Sam, venati di maches rosso scuro, e ci giocò per qualche istante.
Vedendo Saisilee con quei capelli sentii una tristezza infinita. Erano tre mesi che non la vedevo. Le avevo telefonato e scritto quasi ogni giorno, ma quelle maches erano segno di insicurezza. Avevo passato anni accanto a Sam; ormai era come se i suoi capelli fossero una seconda lingua, per me. E quelle ciocche rosso scuro urlavano tutti i suoi dubbi: per Natale sarei riuscito a fare un salto a casa per salutarla? Avrei trovato tempo per lei?
Saisilee prese Lienne in braccio e la fece sdraiare sulle proprie ginocchia incrociate. Erano sedute su un tappetino sul quale erano ricamate varie vie aeree, con nuvole ed aeroplani, quindi Sam la fece oscillare avanti ed indietro facendo brrrum con le labbra. Lienne rideva con la risata che hanno i bambini, tenendosi saldamente attaccata al maglione rosso e bianco di Sam, con le renne che saltavano sui cumuli di neve.
Saisilee andò avanti per qualche minuto, poi lasciò andare Lienne, che rimase a pancia in su sdraiata sulle ginocchia delle altra. La bambina si alzò in piedi e Saisilee le diede una leggera pacca sul sedere: "Dai piccolo mostro, vai dalla mamma in cucina. Dille che io arrivo tra qualche minuto."
Lienne annuì convinta e scappò fuori dalla stanza. Io mi nascosi dietro il muro in modo che non potesse vedermi, uscendo. Quando mi sporsi di nuovo nella stanza di Lienne, Sam era in piedi davanti alla finestra ad osservare il giardino pieno di neve e, più avanti, Samphton Beach, dando le spalle all'ingresso.
Entrai nella stanza silenziosamente e la raggiunsi. Cinsi la sua vita sottile con le braccia e affondai il naso nell'incavo del suo collo per sentire il suo profumo, dopo mesi.
Sentii, non so come, che lei chiudeva gli occhi per fissare in mente quel momento, per poterlo rivedere chiudendo ancora gli occhi nei mesi successivi, quando io sarei stato assente.
Quell'abbraccio fu come uscire all'aperto da una stanza chiusa dopo ore, respirando l'aria fredda che ti riempe i polmoni.
"Mi sei mancata così tanto...", le dissi nell'orecchio.
Lei non rispose. Semplicemente voltò la testa per potermi vedere in viso e, con la serietà negli occhi, mi baciò la punta del naso, poi un sopracciglio, poi le labbra.
Quello fu il punto di rottura; abbandonammo le nostre posizioni immobili e ci voltammo entrambi l'uno verso l'altro per poter prendere ognuno il viso dell'altro nelle proprie mani. Quando ci staccammo per prendere fiato, Sam morse il mio labbro inferiore per qualche secondo e poi mi abbracciò con forza.
"Vorrei che non te ne andassi mai più. Vorrei averti qui per sempre.", disse.
"Potresti farlo. Pianta il lavoro. Pianta tutto e vieni con me, vieni in tour con me.", dissi io prendendole il viso tra le mani.
"Ma significa praticamente vivere della tua rendita, significa non avere più una casa, significa...", cercò di spiegarsi lei.
"Lo so che sarebbe una cosa grossa. Ti sto solo dicendo che, se ti venisse voglia di farlo, saresti sempre la benvenuta.", replicai, e le accarezzai la guancia.
Lei aprì la bocca per replicare, ma in quel momento si affacciò Lienne alla porta: "Sono arrivati tuttiiiii! C'è tutto, c'è tutto, ci sono anche i regali! Siamo tutti tutti tutti!", per poi correre di nuovo al piano di sotto.
Sam sorrise. "Quella bambina è fatta per interrompere conversazioni importanti."
Le sorrisi e le presi la mano, poi ci avviammo per scendere anche noi al piano terra.
Lienne era in salotto a saltare intorno a Niall, perchè voleva che le facesse provare il suo cappello di lana blu con i fiocchi di neve bianchi. Niall rideva come un pazzo, facendo andare su e giù il cappello in modo che Lienne non lo avesse mai a portata di mano.
Liam e Harry stavano abbracciando Mona, Zayn stava abbracciando Brie e Des stava stringendo la mano a Laser, senza allontanarsi mai da Zayn.
Amavo come si era sviluppato il loro rapporto. C'era fiducia.
Percy, invece, stava parlando con la teglia che conteneva lo stufato, rimproverando lei ed il forno di non averlo chiamato quando la pietanza era pronta.
Tutte le attività si interruppero quando io e Sam fummo notati dai presenti. Esclamarono tutti uno "yeheee", "come stai", "mi sei mancata", "bella fratello", e cose del genere. Niall interruppe all'istante il gioco del cappello per correre a stritolare Sam in un abbraccio che avrebbe soffocato chiunque altri. "Vieni qui, Santorini."
"Mi sei mancato, Mullingar, diamine."
Lienne corse da Laser per tirargli la manica: "Papà! Niall non mi da' il suo cappello!". Laser rise e la prese in braccio, portandola all'altezza di Des, che potè accarezzarle la testa. Percy abbandonò lo stufato per venire a battermi il cinque, e così via finchè tutti non ebbero salutato tutti.
Finimmo di pranzare alle quattro del pomeriggio, e tirammo sera a raccontarci cosa era successo negli ultimi tempi.
Laser e Brie erano già sposati l'ultima volta che li avevo visti, mentre Percy e Mona per ora pensavano a trovare una casa decentemente grande, e poi si sarebbe visto. Io ed i ragazzi raccontammo dell'ultimo tour e Des si unì al racconto entusiasta, visto che per restare con Zayn aveva fatto la scelta che io avevo prospettato a Sam quel pomeriggio, almeno per quanto riguardava le tappe europee.
Sam disse che non era successo nulla di che. Continuava a cercare di farsi strada nel mondo della musica. Mi ricordava un po' la gavetta che aveva fatto Ed Sheeran: senza uno show televisivo come trampolino di lancio, è difficile affermarsi. Soprattutto se continui a rifiutare l'aiuto che una certa persona ti offre.
Quella notte non facemmo molto tardi, ed ognuno si ritirò presto nella propria stanza della casa.
La casa a Sampthon Beach era rimasta a Laser, Brie e Lienne, mentre Sam faceva scalo tra casa mia e la stanza sopra il garage di quella che una volta era stata anche casa sua e del fratello.
Una volta, l'estate appena passata, eravamo sdraiati sul tetto e Sam, osservando il cielo di Sampthon Beach, mi aveva confessato che la propria vita non aveva esattamente preso la piega che aveva immaginato trasferendosi in Inghilterra. Ciò che aveva immaginato non me lo aveva mai più detto. Sapevo solo che i suoi disegni non si erano realizzati e io vivevo nell'incertezza che quella fosse o meno una cosa positiva.
Quindi io era da cinque mesi che vivevo macerandomi nell'incertezza, cercando di fare quello che secondo me corrispondeva a ciò che Saisilee avrebbe potuto desiderare.
Ma Sam, che non era stupida, se ne accorse subito, e aveva aspettato il momento giusto per parlarmene, ovvero quella sera.
Eravamo già a letto, stavamo per spegnere la luce, quando lei mi picchiettò la coscia con la mano sinistra per richiamare la mia attenzione. "Ehi, Lou, aspetta un attimo."
Mi salì un vago senso di panico che mi bloccò la digestione di tutti i cappelletti che avevo mangiato a pranzo, dello stufato e affini. "Che c'è?", chiesi allarmato ma con delicatezza.
Sam fece un gesto come a dire: "ecco, questo intendo io."
Visto che non capivo, cercò di mettersi comoda per iniziare a spiegare, tirandosi su a sedere nel letto. Indossava solo una canottiera e le mutandine, e si muoveva con cautela per non offrire spettacoli sconci. Anche se non sapevo perchè; insomma, c'ero solo io, ed io ero io, quante volte già avevamo dormito insieme?, e...beh, entrambi nudi, ecco.
"Non sei più lo stesso da quest'estate. Ti muovi con più cautela. Parlando, intendo. Come se volessi solo compiacermi."
"Suona così male! Non puoi trovare un sinonimo in "renderti felice"?", ribattei ritardando il momento delle spiegazioni.
"No. Non è la stessa cosa. Se sei stanco di essere te stesso con me, basta dirlo, non..."
Ci misi un po' a capire che ipotesi stesse azzardando, perchè ero concentrato sulle parole da usare per spiegarle i miei timori. Ma quando connessi, iniziai a scuotere freneticamente la testa. "Per caritá di Dio no! Che ti salta in testa? No, non è quello. È che... Ecco... Ti ricordi quando, quest'estate, mi hai detto quella cosa sul tetto?"
Saisilee aggrottò la fronte frugando nella memoria cosa potesse avere detto in quella particolare occasione. Infine annuì, sempre corrucciata.
"Mi hai detto che la vita non è andata secondo... ecco, i tuoi piani. Perciò ho pensato che cercando di comportarmi come avresti voluto che io mi comportassi io riuscissi in qualche modo a compensare questi... progetti mancati."
Ecco. L'avevo detto. Mi ero tolto un peso infinito dal cuore.
Saisilee indugiò un attimo sul concetto che avevo appena espresso ad alta voce. Alla luce di quello che le avevo appena detto, tutti gli episodi che non avevano dato mostra di turbarla ma che in realtà lo avevano fatto trovavano una loro spiegazione.
Infine, aprì la bocca e solennemente disse: "Sei una testa di cazzo."
La guardai risentito. Ci avevo messo il cuore, porco Spino. Era il gesto d'amore maggiore che mi fosse venuto in mente per ripagarla di avere in qualche modo fatto parte della catena degli eventi che avevano sconvolto i suoi piani.
"Ma sei scemo? Credevi davvero che stessi parlando solo in senso negativo? Tu sei l'unico anello della mia catena di eventi che hanno sconvolto tutto- bada bene,l'unico- che mi abbia cambiato la vita in meglio. Non parlavo di te. Parlavo di me che a venticinque anni vado di studio in studio, di porta in porta a cantare per farmi conoscere. Parlavo di me che dormo nella stanza sopra il garage di mio fratello. Parlavo di me che ho finalmente trovato te, e non posso averti per me perchè sei una delle persone più famose e desiderate del pianeta. Parlavo di me che ho dovuto farmi un secondo account twitter, di me che non posso più uscire di casa struccata perchè Dio sa quante me ne direbbero. Parlavo di tutto questo, che è completamente oscurato dalla fortuna di averti accanto. D'accordo? Non pensare più a questa cazzate e sii te stesso, per favore.", concluse seccamente. Spense la luce con uno schiocco e si sdraiò bruscamente, dandomi le spalle.
Indeciso se essere felice del chiarimento o alterato dalla sua reazione, riaccesi la luce. "Io l'ho fatto solo perchè credevo fosse il meglio, per te.", protestai ferito.
Sam si voltò a guardarmi. "Lo so, e lo apprezzo, davvero. Ma dobbiamo smetterla di guardarci l'uno con l'altro come se fossimo così insignificanti che potremmo essere lasciati da un momento all'altro, rimanendo col cuore spezzato. Stiamo insieme da cinque anni, Louis. Non possiamo continuare a sentirci così increduli sul fatto che l'uno abbia scelto l'altro. Io ho fiducia in te, ok? So che mi ami, me lo dimostri ogni giorno scrivendomi la mattina per svegliarmi, chiamandomi la sera. Videochattiamo due giorni si e uno no, lo sento che ti manco, come tu manchi a me. Non sto dicendo che dobbiamo darci per scontati, ma che dobbiamo dare per certi alcuni sentimenti. D'accordo?", concluse allungando una mano per accarezzarmi il viso.
Annuii con un groppo in gola. "Ti amo, Sam. Non dimenticarlo mai, d'accordo?"
Era il quinto Natale che passavo accanto a Sam, e avevo tutta l'intenzione che fosse solo il quinto di una lunga serie.
Saisilee sorrise e si sporse di più per darmi un bacio.
Chiusi gli occhi mentre la baciavo.
D'un tratto ebbi una visione quasi folle.
La vidi vestita di bianco.
La vidi sorridere.
Vidi che lentamente camminava verso di me.
Io sentivo la fasciatura tipica di un abito elegante.

Sorrisi tra me e me, e Sam smise di baciarmi per chiedermi cosa ci fosse.
"Niente, sono solo felice di essere qui.", risposi evasivamente.
Saisilee annuì sorridendo luminosa: "Spengo la luce? Posso?"
La spensi io al posto suo e la stanza calò nel buio completo. Mossi la mia mano facendola strisciare sul materasso, facendole raggiungere la pancia di Sam e poi la sua vita.
La sentii ridere. "C'è un serpente nel letto!"
"Allora vieni qui che ti proteggo, mice per niente sono il tuo superumano.", replicai sfacciato.
La vita era troppo breve per non dormire abbracciato alla mia donna per ogni notte possibile.

















Eccoci qui. Fine. Oddio, ho finito la mia prima FF. Non so cosa scrivere, mi ero così affezionata a Sam e Louis! E poi ascoltare Little Things durante queste chiusura non aiuta affatto. Uffa. Ad ogni modo, facciamo come i ringraziamenti che ci sono nel libretto di + di Ed Sheeran (credo di essere l'unica persona che li abbia mai letti):
Ringrazio Martina, che mi ha seguita per tutta la storia o quasi, che mi ha incoraggiata e che ha sbiellato per le minchiate che scrivevo. Non ho scirtto nulla di specifico nell'epilogo per lasciare libero spazio all'immaginazione... ma Des è tutta per te.
Ringrazio Elena, che invece mi ha piantata a metà ff Dio solo sa perchè, ma le voglio bene lo stesso <3
Ringrazio Chiara, perchè ama la mia FF almeno quanto io ami la sua, e sono sinceramente stupita che questa storia le sia piaciuta davvero.
Ringrazio la Mary, perchè mi recensisce sempre anche se ha tanti compiti, ed è bella buona brava e figa <3
Ringrazio Alessia, che è sparita dal circolo EFP ma le voglio un bene dell'anima lo stesso.
Ringrazio Lavinia, che legge queste cazzate anche se non le piacciono i One Direction. Ti voglio molto molto bene. Tranne quando mi scrivi filastrocche sconce sul diario mentre studiamo in biblioteca.

Ringrazio @Louis_Tomlinson, imbecille mestruato che mi ispira di queste storie. Ma non smettere mai di ispirarmi, d'accordo?
Ringrazio inoltre Christina Aguilera, Jason Mraz, i The Smiths, Taylor Swift, i The Script, Brooke Fraser, i Blink 182, gli Of Monsters And Men, Nick Cave ed ovviamente manco a dirlo la One Direction Brigade: ascoltando le vostre canzoni, le storie sbocciano nella mia mente. E tra parentesi, la canzone cantata da Saisilee l'ho inventata io, lo so che fa schifo ma pazienza.
Chiudo qui o mi metto a piangere. Se vi è piaciuto come scrivo, passate anche da 5 giorni fuori, mi farebbe molto piacere. Ho poche recensioni, e ciò mi deprime assai.
Vi dico addio con amore, supereroi,
Chiara (attualmente, ma non per molto, @drunkloujs su Twitter)

  
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