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Autore: KrisJay    05/12/2012    8 recensioni
Un campeggio estivo nel Maine può essere un ottimo posto per una vacanza: pace, tranquillità... e anche qualche piccolo inconveniente che movimenterà le giornate. E' lì che Bella, una giovane produttrice di vini, trascorrerà la sua estate; insieme al suo amico Seth, infatti, accompagnerà un gruppo di bambini al campeggio per sei lunghe settimane. Ma si sa, al campeggio, come in qualsiasi altro luogo vacanziero, si conoscono molte persone e si instaurano nuove amicizie... e qualche volta, nascono anche dei nuovi amori.
"- Serve una mano? – una voce alle mie spalle, una gran bella voce devo dire, mi fa capire che non sono l’unica che è rimasta al parcheggio. Mi volto, sospirando, e quel respiro torna subito nei miei polmoni quando scopro a chi appartiene la voce.
Capelli rossi, tendenti al ramato, viso mostruosamente bello e una mascella squadrata da divorare con la bocca… e due occhi verdi e brillanti che sembrano smeraldi.
Merda, merda, merda! È il tizio che ho visto all’aeroporto.
Continuo a guardarlo come se davanti è appena comparso un fantasma. Credo che sto per fare un'altra delle mie figure di cacca."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amori in campeggio'
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The Camp Of Love - Capitolo14

Buonasera! Avrei aggiornato oggi pomeriggio ma tra la cuginetta che faceva i compiti insieme a me e il maltempo che ha fatto andare via la luce ci riesco solo adesso X’D
Bene, vi faccio leggere subito e non mi metto a scrivere i papiri nelle note! Solo… fatemi sapere se la scena rossa è abbastanza censurata da rientrare nel rating della storia ;)
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The camp of love

 
Capitolo quattordici – Ultimo giorno insieme
 

15/08/2010
 

Dal giorno dell’incidente sono passate quasi due settimane, e forse queste sono state le più belle e perfette che ho trascorso qui in campeggio. Non che le altre non mi siano piaciute o che non mi sia divertita, questo è assolutamente escluso, è solo che … le ho vissute sotto un aspetto diverso.
E devo ammettere che Edward, con le sue parole, ha contribuito molto in questo.
Spesso e volentieri mi ritrovo a soffermarmi sui ricordi di quella sera, trascorsa in ospedale. Edward è rimasto al mio fianco per tutta la notte, non mi ha lasciata neanche per un istante. Se non avessi avuto il bagno in stanza, molto probabilmente non si sarebbe allontanato neanche per liberare la vescica.
Mi ha riempita di attenzioni, anche se non servivano più di tanto visto che sono tornata a dormire dopo neanche due ore, ed è rimasto ad ascoltare in silenzio quando la mia famiglia ha chiamato – di nuovo – per sapere come stavo. Mi ha stretto la mano tutto il tempo, e si è sorbito una notevole dose di ringraziamenti e di lodi per tutto quello che stava facendo per me, che ero solo un’amica per lui.
Beh, più di un’amica, ma mamma e papà questo non lo sanno ancora … la nonna invece sì.
È inutile dire che lei lo sta già considerando un nipote acquisito, come d’altronde considera Alice, e sta aspettando con impazienza che Edward la vada a trovare a Napa per poterlo conoscere di persona.
Secondo me non vede l’ora di poterselo spupazzare e di tirargli le guance … oltre che a riempirlo di ogni genere di cibo cucinato da lei. Povero tesoro mio!
Anche Esme quella sera ha chiamato suo figlio e ha chiesto mie notizie: a quanto sembrava, lui doveva averla informata prima e lei si era preoccupata moltissimo, ma non appena le ho parlato e le ho detto che stavo bene si è tranquillizzata, e mi ha anche detto che non dovevo fare più scherzi del genere. Forse ha paura che io potessi lasciare solo suo figlio prima del previsto … cosa che non accadrà molto facilmente.
Se c’è una cosa che ho capito durante questi ultimi giorni, è che forse io amo Edward. Dico forse perché non ne sono ancora del tutto sicura, ma dentro di me sento che se non è amore quello che provo per Edward, allora non so proprio cosa possa essere.
Una persona estranea potrebbe anche dire che mi sto sbagliando, che sto confondendo l’amore con un altro genere di sentimento, ma so che non è davvero così. Tengo così tanto a questo ragazzo, che in pochissime settimane è riuscito ad entrarmi dentro ed a sconvolgermi profondamente come hanno fatto solo poche persone in tutta la mia vita, e so che non potrei mai sbagliarmi su questo.
Sento di amarlo, e so di non voler stare lontana da lui … ma questo è un problema che da domani cominceremo ad affrontare.
Domani, infatti, tutti quanti lasceremo il campeggio e torneremo a casa, e questo vuol dire che io tornerò a Napa e Edward tornerà a Chicago. Ci saranno qualcosa come più di 3000 chilometri a dividerci, e sarà difficile, se non impossibile, incontrarci di persona per più di un week-end al mese. Entrambi abbiamo il lavoro che ci impegna quasi tutta la settimana, senza parlare delle nostre famiglie e del costo del viaggio.
Abbiamo affrontato questo argomento più di una volta, e ogni volta siamo arrivati alla conclusione che è più facile per entrambi sentirci via telefono e via Skype ed incontrarci nei week-end non appena i nostri impegni lavorativi ce lo permettono.
Potremmo fare a turno: lui viene per un week-end a Napa, ed io vado per un week-end a Chicago. Non ci sono mai stata, quindi è un po’ come se stessi facendo una mini vacanza … una mini vacanza che comprende anche trascorrere il poco tempo a disposizione con il proprio ragazzo.
Continuo a pensarci ininterrottamente, anche adesso che sto finendo di riporre tutti i miei vestiti dentro ai borsoni. Sono appena passate le cinque del pomeriggio, e tutti gli altri sono impegnati più o meno come me a prepararsi per la partenza di domani. Certo, c’è anche chi farà questo lavoro stasera, dopo cena, ma io ho altri programmi per la serata.
Ormai dormo insieme a Edward, noi due abbiamo bellamente sfrattato Ben e lo abbiamo costretto a dormire con sua moglie … beh, è sua moglie, quindi non è che si è sentito risentito per questo. Anzi, secondo me si divertono anche parecchio, come noi due insomma!
La settimana scorsa abbiamo dovuto dare un taglio alle nostre ‘effusioni’ perché ho avuto il solito problema che ogni mese colpisce ogni donna, ma non appena sono tornata ‘disponibile’ ci siamo dati davvero alla pazza gioia. Cinque giorni senza sesso avevano reso Edward abbastanza arrapato e fantasioso, cosa che non mi è dispiaciuta affatto. Ho voluto anche replicare, pensate un po’!
Edward ha avuto anche l’onore di conoscere la ‘stella marina’. Se io nel momento in cui l’ho indossata mi sono vergognata a morte, lui l’ha adorata e ci ha letteralmente sbavato sopra. Sembrava che non aveva mai visto una diavoleria di quel tipo, o forse non si aspettava che io potessi avere una simile diavoleria nascosta in valigia.
Sono più propensa per la seconda ipotesi, e non appena torno a casa devo assolutamente ringraziare Alice per questo regalo che ho odiato e temuto per così tanti giorni … adesso invece lo adoro, indovinate un po’ perché?
Non posso neanche rimetterlo in borsa per portarlo a casa perché Edward ha preso quello straccetto striminzito sotto sequestro. Dice che vuole averlo come ricordo mio e di questa vacanza, ma secondo me non me la racconta giusta. Ho come l’impressione che voglia usarlo per … per darsi al fai da te mentre siamo lontani, e la cosa mi imbarazza alquanto.
Ma è meglio che non ci penso adesso, altrimenti va a finire che non combino un bel niente e domani, quando arriva l’ora di partire, io devo ancora finire di fare le valige.
Torno a sistemare nel borsone la piccola pila di shorts che ho in precedenza poggiato sul letto e poi mi dedico a piegare le maglie che ho lavato ieri. Metto anche quelle dentro al borsone e chiudo la zip, visto che non centra più nulla la dentro e che sembra stia per scoppiarmi in faccia.
Sistemo gli altri vestiti nell’altro borsone, sopra ai tanti libri che mi sono trascinata dietro e di cui non ho letto neanche una pagina. Nel borsone c’è anche il computer, non l’ho acceso neanche una volta da quando sono arrivata … no, una volta l’ho acceso, ma non ricordo bene quando.
Per fortuna che io, se trovavo un po’ di tempo libero, ero quella che doveva mettersi a lavorare e a controllare l’andamento dell’azienda su Internet. È bello vedere che non l’ho fatto per niente, e questo grazie alla presenza di una sola persona, ma non lo rimpiango per niente.
Ho preferito di gran lunga trascorrere questi momenti insieme a Edward piuttosto che passare ore e ore davanti allo schermo del pc, con il rischio di rovinarmi la vista e di uscire pazza per paura che qualcosa a casa potesse andare storto.
È stato di gran lunga meglio stare con Edward!
Sorrido, con la mente occupata completamente da lui. Poco prima di lasciarmi andare nel mio ex bungalow mi ha avvertito, dicendomi che ha in mente un bel programmino per questa nostra ultima serata in campeggio … cerco in tutti i modi di non aggiungere che è anche l’ultima serata che trascorriamo insieme prima di partire, ma è difficile. Quest’ultimo pensiero è sempre lì, davanti a tutto il resto.
Comincio a odiarlo profondamente.
 

***

 
«Come ci starebbe bene adesso una bella guerra con il cibo!» esclama Seth, ridendo, mentre si diverte a giocare con il purè che ha ancora nel piatto.
«Oh sì, eccome! Mi sono stupito che nessuno la abbia fatta prima … è strano.» osserva Ben.
Angela, osservando il viso del marito, arriccia il naso. «No, io non penso che sia una buona idea.»
«Perché no? È divertente!»
«Perché dopo Odette e compagnia bella faranno pulire tutto a noi, che abbiamo avuto la brillante idea. Non ho intenzione di passare la mia ultima sera qui a pulire il pavimento!»
«Sempre meglio pulire il pavimento piuttosto che vedere quei due che si divorano le bocche a vicenda!» Seth indica con il dito me e Edward, con sguardo orripilato.
Inarco un sopracciglio, ricambiando la sua occhiata.
Stasera non mi interessa un fico secco se lui mi prende in giro, può fare tutto quello che si sente di fare … e poi, ha anche torto: io e Edward non ci stiamo affatto divorando le bocche a vicenda, anzi, non ci stiamo neanche baciando! Io ho la testa abbandonata sulla sua spalla, e lui ogni tanto mi accarezza il fianco con la punta delle dita.
Ci stiamo gustando tranquillamente questa ultima serata in compagnia, quindi non sarà Seth con le sue scaramucce da quattro soldi a rovinare l’atmosfera che si è creata.
«Oh, ma che balle enormi che racconti! Lascia stare il piccione e la picciona.» Tanya arriva in nostro soccorso, fulminando Seth e guardando poi noi sorridendo, con i pollici in alto.
Si è tipo nominata nostra fan numero uno e supporter speciale, e se le risultasse possibile metterebbe anche i manifesti con la nostra foto per tutto il campeggio. È pazza, senza dubbio, ma da una parte è anche dolce e carina.
Beh, almeno non mi ha presa a pesci in faccia quando ha saputo che la credevo la scopamica del cugino … sì, quell’impiastro del mio ragazzo gliel’ha raccontato, ma Tanya per fortuna ha trovato la storia un sacco divertente e ci ha fatto quattro risate sopra.
E adesso ci chiama in questo modo, ‘piccione’ e ‘picciona’: è divertente, sì, ma ad essere onesta io non mi sento affatto una picciona. Mi da l’idea di una persona grassa, ed io non lo sono! Quello lo diventerò una volta che sarò tornata a casa e che, per compensare la nostalgia di Edward, mi sbaferò tutti i manicaretti che prepara la nonna.
«Sì, Seth, smettila di raccontare balle.» Edward asseconda la cugina, ridendo.
«La smetterò solo quando me lo dirà Bella.» continua lui, osservandomi con un sorriso accattivante sulle labbra.
Ricambio il sorriso, e cerco di non ridergli in faccia. «Smettila di dire stronzate.»
«Ok, adesso che l’hai detto va bene, la smetto.» alza le mani in segno di resa, e torna a giocare con il purè.
Io mi accoccolo meglio contro la spalla di Edward, e sento quasi subito il suo braccio che mi circonda la schiena. Mi sfiora la fronte con le labbra, che sento stirarsi in un sorriso. «Non dirmi che sei stanca.»
Scuoto la testa, alzando gli occhi verso di lui. «No, niente affatto. Sto aspettando che andiamo via di qui per stare sola con te …» ammetto, sorridendogli maliziosa.
«Ah, è così? Stavo pensando la stessa cosa, signorina.» mormora, abbassandosi con il viso e sfiorando appena le mie labbra con il naso.
«Pensiamo anche le stesse cose, siamo proprio la coppia perfetta!» scherzo, ma in fondo lo penso veramente. Sento che insieme creiamo davvero una bella coppia … un po’ strana, ma bella da vedere.
«Mhm, proprio perfetta …» Edward sorride, e poi mi bacia. Un piccolo bacio a stampo, del tutto innocente, ma sono sicura che si sta soltanto trattenendo per via degli altri, che si trovano insieme a noi.
Ormai ho imparato a conoscerlo bene, abbastanza da capire che è un tipo abbastanza passionale e che in determinate situazioni ama osare un po’ più del solito. Sono rimasta piacevolmente scioccata quando ho visto – e provato! – le cose che gli piace fare; sono stata anche contenta di averle condivise con lui, anche se ripensandoci provo ancora della vergogna.
No, non racconterò mai a nessuno cos’è che combiniamo insieme … dopo, non avrei più il coraggio di mettere il naso fuori di casa.
Siamo ancora impegnati a scambiarci queste piccole effusioni, dolci ed innocenti, quando sento qualcosa di freddo che si spiaccica sulla mia faccia, seguita da una serie di esclamazioni tipo “Cazzo!” e “Fanculo, Seth!”.
Sobbalzo per la sorpresa, staccandomi così da Edward, e mi passo una mano sulla guancia per capire cos’è che ho sul viso … riconosco subito il purè di patate, lo stesso con cui prima stava pasticciando Seth.
Alzo lo sguardo e lo vedo che agita la forchetta in aria, in segno di avvertimento, con un sorriso diabolico sul viso.
«Seth, sei morto!» urlo, alzandomi in piedi per potergli saltare addosso.
Adesso ha proprio rotto i coglioni! Al diavolo tutto quello che ho pensato prima!
Seth si alza in piedi di scatto, e comincia a urlare a squarciagola.
«Battaglia di cibo! BATTAGLIA DI CIBO!»
Un secondo dopo, dentro la mensa si scatena il finimondo. Tutti i bambini cominciano ad urlare, contenti, e cominciano a lanciarsi il cibo che ancora hanno dentro ai piatti. Nessuno ha più intenzione di mangiare, e sono tutti entusiasti di tirarsi gli spaghetti addosso.
«Seth, ti avevo detto che non e-AAAAH!» Angela viene fermata prima che potesse terminare di rimproverare Seth, grazie ad una mossa agile di suo marito che le rovescia sulla testa un vassoio intero, pieno di pasta. Dove lo ha recuperato?
«Amore, smettila di urlare e divertiti!»
«Qui sono tutti impazziti!» esclamo, finendo di pulirmi il viso dal purè, ma i miei sforzi sono vani perché Tanya me ne lancia dell’altro sui capelli. «TANYA!»
«Scusami Bella, ma sei ancora troppo pulita per i miei gusti!» urla, ridendo come una scema, prima di andare ad imbrattare suo cugino, che rispetto a me si sta divertendo di più e che in breve tempo si è completamente ricoperto di cibo.
«Basta, io me la squaglio!» borbotto, allontanandomi dal tavolo con calma.
Dovrei camminare più veloce, ma non posso farlo perché il pavimento è diventato tutto d’un tratto sporco e scivoloso, e non vorrei finire con il culo per terra. Almeno le chiappe voglio salvarle, che diamine!
Riesco a guadagnare l’uscita della mensa e finalmente posso mettermi a camminare rapidamente, non rischio più di scivolare. Mi tolgo altre tracce di purè dal viso e dai capelli mentre cammino, facendo una smorfia. «Che schifo!»
«Non è vero, è divertente!»
Mi volto, osservando il proprietario della voce che mi sta raggiungendo. Edward ride, correndo, e quando mi è abbastanza vicino mi prende tra le braccia, imbrattandomi di tutto quello che gli hanno spiaccicato addosso.
«No, NO! Edward, lasciami!» urlo, divincolandomi dalla sua presa. Cerco di sembrare indignata, ma in realtà mi piace stare tra le sue braccia, anche se è più sporco di un maiale e odora di spaghetti al sugo. Rido, arrendendomi.
«Non fare la sciocchina, amore.» ridacchia, baciandomi una guancia. «Mh, sei buona. Sai di patate!»
«Tu invece sai di …» gli bacio il collo, il punto più alto di lui che riesco a raggiungere senza essere costretta ad alzarmi sulle punte dei piedi. «… polpette?»
«Polpette? Ma non c’erano stasera le polpette!»
«Ah, allora non lo so di cosa sai … ma sei buono.» mi aggrappo ai suoi capelli, disgustosamente impiastrati di cibo, e gli bacio il naso. «Sei buonissimo …»
«Non ne avevo dubbi.» dice a bassa voce prima di intrappolare le mie labbra tra le sue.
Se il bacio che ci siamo scambiati prima era super innocente, beh, questo invece non lo è. Sin da subito le nostre lingue si incontrano e si accarezzano senza sosta, provocandomi una scossa piacevole e forte al basso ventre. So già come andremo a finire, noi due: dentro alle lenzuola.
O forse non ci arriviamo neanche, stavolta, alle lenzuola.
Gli mordo il labbro inferiore, facendo mugolare Edward, e mi allontano di un paio di centimetri per riprendere fiato. Poggio la fronte sulla sua spalla, sentendo quasi subito che qualcosa di non meglio identificato ci si è appiccicato sopra.
«Che schifo.» borbotto, scoppiando a ridere per quest’uscita che non centra un bel niente con quello che stiamo facendo.
Anche Edward ride. «Sì, lo so, facciamo un po’ pena.» mi dice, poi con una mossa agile mi prende in braccio e mi fa aggrappare al suo collo con le braccia. «E adesso facciamo qualcosa per darci una ripulita.»
«Cosa?» domando, soppesando il suo sguardo: non mi fido di lui, ha in mente qualcosa di strano, ne sono sicura.
«Aspetta e vedrai.» mi sorride mentre comincia a camminare, per portarmi chissà dove.
Quando capisco dov’è che mi vuole portare e capisco il senso delle sue parole, è troppo tardi.
«No, non ci provare! Mettimi giù!» esclamo, pizzicandogli le braccia. Provo anche a picchiarlo, ma non mi molla. «Edward!»
«Dimmi, amore!» esclama tranquillamente, come se non stesse per nulla progettando di buttarmi in acqua.
«Amore un cazzo! Non provare a buttarmi nel lago o giuro che a domani mattina non ci arrivi! Ti ammazzo prima!»
Edward comincia a ridermi in faccia, senza replicare alle mie parole, dopodiché comincia a correre verso il pontile. Ormai so che non ho più scampo, e faccio in tempo a nascondere la faccia nel collo di Edward prima di sentire l’impatto con l’acqua gelata.
Riemergo dopo diversi secondi battendo i denti, infreddolita, e lancio un urlo bestiale: qualcuno nel sentirmi potrebbe pensare che nel lago è appena uscito fuori il mostro di Lochness. Mi muovo dentro l’acqua e cerco di scaldarmi un po’ prima di venire bloccata dalle braccia di Edward, che non mi fa allontanare.
«Dove scappi, stellina?» domanda, con un sorriso rilassato sul volto.
«Fanculo, Edward!» mi getto addosso a lui e comincio a picchiarlo, oltre che a schizzarlo. «Mi si stanno gelando le chiappe, ed è tutta colpa tua!»
«Davvero? Se vuoi posso scaldartele io …» con fare malizioso si avvicina a me, e sento subito le sue mani che artigliano i miei fianchi prima di spostarsi sul sedere. L’effetto è subito istantaneo, e un sospiro mi esce involontario dalle labbra mentre sento che quella precisa parte del mio comincia inspiegabilmente a scaldarsi.

No, Bella, resisti. Sei incazzata con lui, non puoi cedere per una carezzuccia da niente!
«Va meglio?» sussurra, abbassandosi con le labbra sul mio mento e mordicchiandolo piano.
Oh, sì che va meglio! Ma non voglio farglielo sapere proprio adesso … sono ancora arrabbiata con lui, ricordate?
«No …» la mia voce è talmente bassa che rischio di non sentirla neanche io.
«E adesso?» una sua mano si stacca dal mio sedere e sento che va ad intrufolarsi dentro alla t-shirt, raggiungendo poi il mio seno al di sotto del reggiseno. Mi mordo con decisione le labbra per non gemere, non voglio dargli anche questa soddisfazione … ma è troppo difficile!
Alla fine, sconfitta, gli prendo il viso tra le mani e comincio a baciarlo, senza dolcezza né delicatezza. C’è solo passione, questa volta, ed è l’unica cosa che voglio al momento. Queste sono le ultime ore in cui possiamo stare insieme, e voglio trascorrerle nel modo migliore possibile.
Ben presto, le uniche cose che si sentono sono i nostri sospiri eccitati ed i gemiti che ci sfuggono dalle labbra.
 

***

 
«Così, piccola. Non fermarti, non fermarti …» mormora Edward, con gli occhi chiusi ed il viso distorto dal piacere.
Un sospiro estasiato esce dalle mie labbra, e spostando le mani sul suo petto riprendo a dondolarmi su di lui. Le sue mani si posano sui miei glutei e mi aiutano nei movimenti, intensificando il ritmo delle mie spinte e, di conseguenza, anche il piacere in entrambi.
Dopo il sesso che abbiamo consumato al lago, ci siamo ritirati nel bungalow di Edward e ci siamo buttati sul letto prima ancora che la porta si chiudesse alle nostre spalle. Da lì, ci siamo fiondati sotto la doccia – la doccia! -, e poi siamo tornati di nuovo sul letto.
Non ho mai fatto così tanto sesso in una serata sola, ed i miei muscoli stanno protestando per la lunga attività fisica a cui li sto sottoponendo … ma non mi interessa. Non sarà la stanchezza ad impedirmi di godermi questi ultimi momenti intimi con il mio ragazzo prima di separarci.
«Ah!» una spinta più profonda delle altre mi fa quasi urlare, ed inarco la schiena per via dei brividi che la stanno percorrendo. Strizzo gli occhi, mordendomi le labbra per non urlare di nuovo.
Mi chino su Edward fino a raggiungere il suo viso, e cominciamo a baciarci e ad ansimare insieme, bocca contro bocca, mentre aumento le spinte. Sento che mi manca poco per arrivare all’orgasmo, e sento che anche Edward non è da meno. Quando poi sento la sua mano che si fa strada tra i nostri corpi, e raggiunge il punto in cui siamo ancora uniti, è la fine per me.
Gli mordo le labbra, ansimando, ed in pochi secondi vengo, grazie alla stimolazione delle sue dita e della sua erezione unite insieme. Edward non smette un secondo di accarezzarmi, e questo mi provoca una serie di brividi e di tremori lungo tutto il corpo che faccio fatica a controllare.
Con uno scatto di reni Edward ribalta le posizioni, e comincia a spingere dentro di me sempre più forte, stringendo le mie cosce tra le mani e alzando la testa verso il soffitto. Sono ancora sconvolta per l’orgasmo che ho appena provato, ma sento che una nuova scarica di piacere si sta accumulando nel mio basso ventre e non posso fare altro che assecondare i suoi movimenti con il bacino, per intensificarla.
Edward torna ad osservarmi, gli occhi diventati più scuri per via del piacere, e mi sorride. Ha la fronte imperlata di sudore, e non mi è mai sembrato più bello di così. Sposta le mani e le appoggia ai lati della mia testa, inarcando la schiena mentre riprende a spingere con più forza.
«Sei meraviglioso …» mormoro, aggrappandomi alle sue spalle. Ci poso un bacio sopra, senza smettere di muovere il bacino verso il suo.
«Tu sei meravigliosa, amore!» dice con voce decisa, baciandomi le labbra in modo febbrile.
Edward intensifica ancora di più il movimento del suo bacino, e quasi senza rendermene conto mi ritrovo a stringere i suoi fianchi e a gemere come in una cantilena il suo nome, in preda ad un nuovo orgasmo. Sento che anche lui sta venendo, irrigidendosi tra le mie braccia, ed incrocio le caviglie dietro la sua schiena, stringendomi a lui ed evitando così che si allontani troppo.
Non voglio lasciarlo andare.
Edward comincia a baciarmi delicatamente una tempia, circondandomi la schiena con le braccia, e dopo essere uscito da me rotola nel letto in modo da farmi ritrovare distesa sopra di lui … o meglio, abbarbicata contro il suo petto.
Fortuna che abbiamo unito i letti, altrimenti ci ritroveremmo entrambi con le chiappe per terra!
Alzo la testa, poggiando il mento sul suo sterno ricoperto da un velo di sudore, e gli sorrido; lui ricambia, respirando velocemente con la bocca socchiusa. Mi avvicino per baciargli un'altra volta le labbra, senza sciogliere quello strano abbraccio in cui siamo intrappolati, prima di tornare a poggiare la testa sul suo petto.
Lui mi accarezza i capelli con mosse delicate, scostandomeli dal viso e passandoci in mezzo le dita. Mi sembra molto rilassato e tranquillo, e non fa trasparire per niente il dispiacere ed il dolore per la nostra prossima partenza. È davvero bravo a mascherare questi sentimenti … non come me, che non faccio altro che pensarci tutto il tempo e che ogni volta rischio di scoppiare a piangere come una bambina.
Ecco, come volevasi dimostrare. I miei occhi cominciano a pungere, e se non la pianto di soffermarmi su questi tristi pensieri mi ritroverò prestissimo a versare calde lacrime sul petto di Edward.
Mi muovo sopra di lui, a disagio, e cerco di pensare ad altro; cerco anche di celare la tristezza che sto provando, non voglio che Edward se ne accorga. Però, lui ha una specie di radar incorporato che capta le mie emozioni, quindi è impossibile per me fare finta di niente quando mi fa alzare il viso per poterlo guardare. La sua espressione mi fa capire che ha capito che c’è qualcosa che non va in me.
«Sei triste per domani?» domanda, accarezzando con il dito la ruga che si è formata sulla mia fronte. Come avevo detto, lui è capace di captare le mie emozioni, e non sbaglia … forse ha un potere nascosto, come l’Uomo ragno o qualche altro supereroe che in questo momento mi sfugge.
«Se ti dico di ‘no’, tu ci crederai?» rispondo, soffermandomi ad osservare i suoi occhi. L’unica luce che illumina la stanza è quella della luna, ma riesco comunque a vedere bene e riesco anche a scorgere i suoi occhi, tristi almeno quanto i miei.
Quindi, non è così bravo a celare le sue emozioni come credevo.
Sorride mestamente, continuando a passare il dito sulla ruga. «No, non ci crederei. Sei una pessima bugiarda, ricordi?»
Già, sono una pessima bugiarda. «A volte me ne dimentico …»
Edward sorride di nuovo, stringendomi un po’ più forte di prima e sfiorandomi la fronte con le labbra, stavolta. Torna a guardarmi, e adesso non c’è più quel piccolo sorriso che mi ha regalato pochi secondi fa: al suo posto c’è uno sguardo risoluto, fermo e maledettamente innamorato.
«Vedrai che andrà tutto bene, okay? Ci sentiremo sempre, tutti i giorni.» è anche maledettamente sincero quando dice queste cose, è impossibile dubitare delle sue parole … è impossibile dubitare di lui.
Una lacrima scende sulla mia guancia, mi è praticamente impossibile riuscire a controllarla. «Io vorrò sentirti tutte le ore del giorno e della notte.» mormoro, e cerco le sue mani per poter intrecciare le nostre dita.
Non ho mai desiderato così tanto avere qualcuno accanto, o sentirlo soltanto. Edward è il primo, e vorrei che fosse anche l’ultimo. Sembrerò pazza ad ammettere questo, dato che ci conosciamo da qualcosa come sei settimane e che abbiamo iniziato la nostra relazione da pochissimo, ma sento che per me non può esserci qualcun altro dopo di lui. Sento che è la persona giusta, e al diavolo chi dice o pensa il contrario.
Che ne sanno loro dei sentimenti che provo per Edward?
«Anche io, amore, anche io. Se potessi resterei con il telefono incollato all’orecchio tutto il giorno, anche quando faccio la doccia!» ridacchia, chiudendo gli occhi per un istante. «Sarà difficile tornare a casa, sapendo che tu sei lontana da me … e non piangere, non mi piaci quando lo fai.» dice infine, asciugando quelle poche lacrime che mi sono uscite dagli occhi.
Tiro su col naso, spostando le mani che sono ancora intrecciate alle sue e poggiandole ai lati della sua testa. «Non posso farne a meno. Mi si stringe il cuore al pensiero che domani saremo in due stati diversi.»
«A tanti chilometri di distanza …»
«Per favore, non peggiorare il mio umore!» lo rimprovero, con voce stridula.
«Non voglio farlo, Bella. Sto solo cercando di sdrammatizzare un po’ …»
«Beh, non ci stai riuscendo.» ha un senso dell’umorismo che fa pena, il ragazzo.
«Okay, niente battutine allora. Però, fammi vedere un sorriso, piccola. Non mi piaci così seria e triste … mi sono innamorato del tuo sorriso, vorrà pur dire qualcosa no?»
La dolcezza di Edward mi fa sciogliere ogni volta, è capace di risollevarmi il morale e di intristirmi nello stesso momento, è una delle tante cose che solo lui è capace di provocarmi. E come mi ha chiesto lui, gli regalo un nuovo sorriso, e cerco di renderlo abbastanza carino e non piagnucoloso.
Gli regalo anche un’altra cosa, una cosa che non sa ancora e che non posso nascondere ancora per molto. Domani dobbiamo andare via, dobbiamo lasciarci senza che noi lo vogliamo veramente e passerà chissà quanto tempo prima che possiamo di nuovo rivederci faccia a faccia … è l’unica occasione buona che ho per confessargli tutto quello che provo, ho già aspettato troppo per farlo e non voglio che lui lo sappia solamente cinque minuti prima di prendere l’aereo.
«Io mi sono innamorata dei tuoi occhi, invece …» mormoro, mordendomi il labbro inferiore. Resto ad osservarlo per tutto il tempo che impiega per elaborare quello che gli ho appena detto.
Il suo sguardo, dapprima rilassato, viene percorso da tante emozioni diverse nello stesso momento, e se la situazione fosse diversa comincerei a ridere all’impazzata guardandolo … ma non lo faccio perché sto aspettando che lui mi dica qualcosa, e anche perché ho paura di aver aspettato troppo per confessargli i miei sentimenti.
Infine, quando ormai penso di essermi giocata tutto, le sue braccia mi circondano il corpo e mi fanno avvicinare di più a lui, nonostante la distanza che si è esaurita del tutto. Mi osserva il viso attentamente, come per vedere se lo sto prendendo in giro od altro, e le sue labbra si aprono in un enorme sorriso che fa perdere alcuni battiti al mio cuore per quanto è bello e felice.
Balbetta diverse volte prima di riuscire a dire qualcosa di sensato. «Ti … piacciono i miei occhi?» chiede, infine.
Annuisco, passando i pollici sulle sue sopracciglia. «Amo i tuoi occhi. Non ho mai visto un colore più bello di questo … ma, cosa più importante, amo te.»
«Mi ami?» chiede ancora.
Inarco le sopracciglia: fa sul serio, o sta soltanto scherzando? «Cosa di quello che ti ho appena detto non hai capito?»
Edward comincia a ridere, rafforzando la presa delle sue braccia. «Ho capito tutto, Bella, tutto! Mi piace sentirtelo dire, però … ripetilo ancora, ti prego.»
Sorrido, sentendo le guance scaldarsi. «Ti amo, Edward Cullen. Ti amo tantissimo, come non ho mai amato nessun altro.»
«Ed io amo te, Isabella Swan, più della mia vita.»
Mi fa uno strano effetto sentire che mi ama dopo che gliel’ho detto anche io: sento uno strano calore invadermi il corpo, percorre ogni più piccola e insignificante cellula e sembra riempirmi nel profondo. È quasi come se fosse la prima volta che sento pronunciare queste parole da lui, come se non le avessi mai sentite prima d’ora e fosse una sorpresa inaspettata.
Persa come sono nei miei pensieri, mi accorgo a malapena dei movimenti che fa Edward e torno in me solo quando sento la morbidezza del cuscino sotto la testa, e del suo corpo che preme senza forza e con gentilezza sul mio. Le sue labbra, leggere come piume, percorrono il profilo del mio viso e giungono sulle labbra, lasciandoci un bacio ancora più leggero dei precedenti.
«Ti amo, ti amo, ti amo …» mormora, scatenando una nuova ondata di calore e di brividi nel mio corpo.
«Ti amo, ti amo, ti amo …» lo imito, intrecciando le dita sulla sua nuca e trascinandolo completamente su di me, mentre lo bacio con tutta la forza e l’amore che possiedo.
Torniamo ad amarci, e so che per questa notte nessuno dei due dormirà, ma trascorrerà queste ultime ore che ci restano a disposizione sveglio, per godere l’uno della vicinanza dell’altro, per sentire il calore che i nostri corpi emanano e per imprimere nei ricordi il volto della persona amata, per non dimenticarla del tutto mentre saremo così lontani.

   
 
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