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Autore: PioggiaGrigia    05/12/2012    1 recensioni
La banalità con cui esordiscono certi scrittori è sconcertante e non appartiene al mio stile perciò comincerò a raccontare senza ricorrere ad alcuna prefazione, appendice, insensate frasi stereotipate come “C’era una volta”, semplicemente inizierò a scrivere una serie, per certi di voi alquanto insensata, di eventi, senza perdermi in troppe descrizioni baroccamente estetiche, fisiche o antipatici dettagli secondari. Dunque, rispettando il detto “uomo avvisato, mezzo salvato”, stabilirò il punto focale del prossimo milione e mezzo di righe: é bello credere nelle favole ma nella realtà non sempre l’amore vince tutto.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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AMOR NON OMNIA VINCIT

 


                                                Fucking Feelings___



I primi giorni trascorsero tranquillamente, quel magnifico posto mi permise di fare chiarezza in me con estrema precisione.

La mia parte razionale sembrava triplicata, mio padre con il quale avevo quasi perso ogni rapporto nei precedenti anni, i più duri per la formazione di un’adolescente in piena pubertà, pareva voler recuperare tutto il tempo perso ed in quei giorni vi riuscì sin troppo bene.

Tutto andava talmente per il verso giusto che la fiducia in me andava lievitando quanto la pasta del pane che mia nonna preparava sino quasi a farla scoppiare sotto i mille strofinacci per custodirla al caldo.

Approfittai della mia alta autostima per decidere di affrontare un cambiamento radicale, non solo mi presi più cura di me stessa, sia interiormente che esteriormente, ma cercai di utilizzare quel minimo di coraggio e sfrontatezza che tenevo sempre ben celato partendo dalla proposta indecente dell’Irlandese buffo incontrato in treno.

Non impiegammo molti messaggi prima di organizzarci per rivederci.

La prima impressione positiva venne riconfermata al volo sino a che diventò amicizia e non ci volle molto di più a mutarla in affetto, dunque voglia di stare l’una con l’altro, bisogno di sfiorarsi, necessità di baciarsi, infine possedersi.

Andava tutto così splendidamente che tutti i sorrisi e le risate di cuore del giorno di notte si trasformavano in pianti e riflessioni sul fatto che ogni ora trascorsa in quel letto erano sessanta minuti sprecati i quali mi
avrebbero inesorabilmente portata a dover tornare a casa.

Sì ma quella “casa” lontana chilometri, quella “casa” non più mia, quella “casa” triste che mi addolorava al solo pensiero di un possibile ritorno, quella casa dove ogni mia recente gioia si annullava a causa di una distanza aspra e crudele.

Ormai una gran parte di me era visceralmente ancorata in quell’isola e nulla mi avrebbe potuto far cambiare opinione.

Le preghiere appese alla cornetta erano vane, non trovavo modo di convincere mia madre a prolungare quei due mesi.

Ciò che mi ripeteva a non finire è che tutto il mio mondo non era dove stavo vivendo, che la felicità si sarebbe conclusa e che non potevo permettermi di perdere il reale e tutti i suoi conseguenti obblighi per inseguire una vita evanescente e provvisoria.

Come ovvio che fosse dovetti troncare ogni cosa ed ogni dove, ci riuscii grazie a tutto quel veleno che avrei voluto spargere sul posto dove invece ero destinata a riconfinarmi per chissà quale altro interminabile tempo.

Ma vi era una cosa, un piccolo dettaglio a cui proprio non ero in grado di rinunciare.

Niall.

Il suo sorriso.

I suoi occhi.

Le sue espressioni divertenti.

La sua dolcezza.

Piansi lacrime di dolore, straziate, calde ed ininterrotte.

Entrambi credevamo che quell’addio non dovesse mai arrivare ma purtroppo arrivò, arrivò troppo presto e noi fummo decisamente impreparati.

Con gli sguardi arrossati, le bocche asciutte a secco di parole, le facce smunte, le gote pallide, i cuori a pezzi e le mani gelide.

Piansi, pianse, piangemmo tanto che le pupille urlavano dal dolore, con lo stomaco contrito in un misto di rabbia ed uno strano sentimento incomprensibile, con il respiro spezzato tra un sospiro ed un singhiozzo perché a vicenda ci stavamo portando via la possibilità di essere ciò che volevamo essere.

Lo sapevamo che sarebbe tutto passato con il tempo, lo avremmo immaginato dopo qualche tempo, a mente fredda, a cuore spento.

D’altronde eravamo ancora due ragazzini nel pieno dell’esistenza che ancora devono comprendere i veri desideri, i veri sentimenti, il vero amore.

Ed infatti le telefonate dapprima frequenti divennero rade, le e-mail rare, i messaggi inesistenti, il dolore sopportabile ed i ricordi offuscati dall’ombra del futuro imminente.

Ma questa non fu che la fine del primo capitolo nel grande libro delle mia minuscola vita.         

 







 

  
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