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Autore: Medy    06/12/2012    4 recensioni
"Roma, città eterna, città ove la storia si vive giorno per giorno, dove ogni strada parla , racconta, sussurra eventi , storie, giorni diversi da quello vissuto, giorni passati che hanno lasciato la loro traccia in ogni luogo e roccia , in ogni struttura, in ogni scultura e strada.
Roma , città dei mille colori, delle mille voci, dei sorrisi, delle bellezze, città della cultura stessa. Bellezza illuminata dal sole, bellezza sfiorata con raggi di luna. Meta, sogno, luogo di desideri e attimi da non perdere.
Roma , bellezza eterna, intramontabile......"
Roma farà da sfondo ai vari eventi che cambieranno la vita di ognuno di loro. Roma darà vita a sentimenti e scoperte di sè tenuto per lungo tempo nascoste o del tutto sconosciute.....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Vacanze Romane 
-Primo Capitolo-




Roma, città eterna, città ove la storia si vive giorno per giorno, dove ogni strada parla , racconta, sussurra eventi , storie, giorni diversi da quello vissuto, giorni passati che hanno lasciato la loro traccia in ogni luogo e roccia , in ogni struttura, in ogni scultura e strada.
Roma , città dei mille colori, delle mille voci, dei sorrisi, delle bellezze, città della cultura stessa. Bellezza illuminata dal sole, bellezza sfiorata con raggi di luna. Meta, sogno, luogo di desideri e attimi da non perdere.
Roma , bellezza eterna, intramontabile.

Blaise aveva letto , aveva ascoltato storie, aveva visto dipinti, che davano un significato a quelle parole, che sua madre non faceva altro che ripetere, ogni volta che vecchi ricordi e malinconie, la riportavano alla sua bellissima Roma, quel luogo che un tempo era stato il suo mondo, quel luogo dove era nato l’amore,dove quella città aveva contribuito, con la sua magia a farlo nascere, a creare in lei quel brivido che le aveva toccato le sottili corde del cuore. Roma, quella città che raccontava per se stessa, senza il bisogno che altri si perdessero in racconti inutili. Roma quella città viva, fiorente, calorosa .
Quelle parole, chiare impresse nella sua mente,  anche quel giorno erano state riportate con passione sulla carta ruvida e opaca della pergamena, che Blaise fissava con sguardo contrariato e confuso,recapitatgli  dal fiaggiano, appartenente alla famiglia Zabini , in quel fresco e luminoso pomeriggio di primavera. I sotterranei erano silenziosi, esattamente come la sala comune dei Serpeverde, avvolta dall’alone opaco e oscuro, solitariamente  lontana dalla splendida luce che quel pomeriggio irradiava il parco, dove voci allegre e spensierate raggiungevano in un rombo distorto le sale nascoste nei meandri del castello.
In quella solitudine, dove Blaise, rileggeva ancora quelle poche righe, che chiedevano di lui alla tenuta degli Zabini, di cui Blaise conosceva solo l’esistenza. Non aveva mai osato raggiungere quel luogo, visitare la città, e sprecare un’estate tra le strade tranquille e silenziose. Rilesse ancora una volta quella leggera e implorante richiesta che sua madre, ancora una volta, gli aveva inviato, e senza pensarci due volte, gettò la pergamena nel camino, incendiandola con un leggero colpo di bacchetta,zittendo quelle parole, dimenticando l’insistente richieste giunta puntuale.
Si distese nella comoda poltrona, e lasciò che il silenzio lo avvolgesse, dando pace ai suoi sensi,tenuti attivi per tutto quel giorno, trascorso tra una lezione ad un'altra, perdendosi in nozioni e richieste molto più importanti, sprofondando in libri polverosi, e incantesimi complessi.
E con la fine di quella giornata, in cui la frenesia era stata la protagonista, incontrastata, Blaise Zabini, aveva costatato,con piacevole scoperta, che il silenzio della Sala Comune, lasciava che  la rigidità, che stringeva i muscoli, e la mente, lascasse il suo luogo, donando sensazioni  morbide e rilassati, catapultandolo lontano , a quella vacanza prossima, che aveva organizzato, con i sue due amici più fidati, le serpi di cui non avrebbe mai fatto a meno. Quella vacanza, che avrebbe trascorso lontano da quel frastuono di voci gracchianti, di libri pesanti e pomeriggi noiosi, quella vacanza, breve ma intensa , che aveva organizzato con dedizione e passione, nei minimi dettagli , tralasciando molte cose al caso, per renderla interessante e VIVA.
Si distese, compiaciuto in quella morbidezza di velluto, dando pace ad ogni parte del suo corpo, dando pace alla sua mente, che per un momento assorbì solo puro silenzio.
Nulla parlava intorno a lui, tutto taceva, nessun rumore sembrava poter intaccare il suo leggiadro riposino,nulla sembrava poter essere nemico di quella tranquillità che avvolgeva ogni angolo di quella buia sala, nulla voleva intaccare il suo dolce riposo. Rimase sdraiato abbastanza allungo , disteso a contare le piccole luci che coloravano appena il buio della sue mente, rimase fermo immobile, ad ascoltare il fruscio del Barone Sanguinario, che strisciò con silenzio elegante lungo la sala . Rimase fermo ed immobile, ad assorbire il nulla e gettarsi nella tranquillità pura.
Ma un frastuono, debole, eppure fastidioso, interruppe quell’attimo di pace. La pietra strisciò fastidiosamente sul pavimento freddo, e sulla soglia della sala Comune apparvero cinque figure, che si diressero a passo di carica in sua direzione, gettando su di lui altro chiasso, strappandolo da quel tranquillo riposo.
“Mezzosangue schifosa….” L’acida voce di Draco si propagò per la sala, e fu il primo ad accomodarsi accanto a Blaise, incurante del riposo appena interrotto. Il viso sottile era contratto in una smorfia disgustata , e gli occhi erano furiosi . Aveva la divisa sporca in alcuni punti, segno del suo impatto con il terreno.
“ Se non fosse arrivato il professor Lupin, gli avrei inflitto una bella lezione a quella impertinente!” Pansy era poco distante da lui, che nonostante fosse ritornato nel suo buio, la voce stridula, diede forma alla sua figura, che sentì accasciarsi su una delle poltroncine vicine.
“Quel Potter poi, ha sempre la fortuna dalla sua…..” Draco riprese parole, sputando velenosamente quel nome, calcando maggiormente l’astio che provava per quel ragazzo, che solo sei anni prima aveva rifiutato il suo aiuto , dichiarandosi involontariamente , suo nemico mortale.
Blaise continuava a distendersi, a rilassarsi ed ignorare i soliti lamenti che ornavano i loro pomeriggi, che rimbombavano fastidiosi nella sala, quei soliti lamenti che accompagnavano precedenti baruffe, insulti, contatti e duelli, i soliti che avvenivano ogni qualvolta che il GOLDEN TRIO si ritrovava faccia a faccia con Malfoy e seguaci.
Blaise rimaneva disteso, ad ignorare ogni sillaba pronunciata da ognuno di loro, troppo stanco per parteciparvi.
“Blaise, sei vivo?” La voce stanca e annoiata di Theodore lo richiamò a se, notando l’immobilità del ragazzo, che giaceva in poltrona. Blaise mosse appena un braccio,  mostrando di essere ancora in vita, nonostante alcun movimento provenisse dal suo corpo.
“Non ti senti bene, Blaise?” Sentì le fredde mani di Daphne poggiarsi sul suo volto, e attirato da quel tocco, aprì finalmente gli occhi, rassegnandosi ad abbandonare quel piccolo e fievole attimo di pace. Incontrò lo sguardo fresco di Daphne, che lo accolse con un radioso sorriso. Anche quel pomeriggio era splendida. I lunghi capelli aurei le ricadevano liberamente sul sottile volto, e i grandi occhi verdi lo guardavano con amorevole dolcezza, come se di fronte a lei ci fosse l’unica cosa capace di rendere quel suo sorriso vivo e fresco, cancellando dal suo volto la solita aria boriosa che contraddistingueva quel piccolo e privilegiato gruppo, di cui solo pochi eletti ne componevano la cerchia.
“Volevo solo riposare, ma a quanto pare devo attendere stasera….” Blaise si scostò , senza fretta da quello sguardo, ritornando seduto comodamente sulla poltrona, scrollandosi di dosso quel intorpidimento che aveva coinvolto ogni muscolo del suo corpo. Si stiracchiò per bene, e mise a fuoco i suoi cinque componenti che occupavano, con lui , la sala.
Draco fissava punti imprecisi, aveva gli occhi rivolti in nessun luogo in particolare, con la mente altrove, e completamente distaccata a quel momento.
Theodore sedeva scompostamente  , con lo sguardo scuro e freddo puntato al viso di Astoria, che accanto a Pansy, parlottava sull’evento accaduto nel parco poco prima, non nascondendo nello sguardo quanto desiderasse vederla voltarsi in sua direzione, per rivolgergli un semplice sorriso. Daphne, era seduta di fronte a lui, e come Theodore attendeva Astoria , lei  attendeva una sua attenzione.
“Cosa è accaduto?” Blaise riportò l’attenzione generale su di se, e con voce stanca e assonnata chiese di essere informato sull’evento che aveva  portato a lui  quel chiasso insopportabile e infrenabile.
“Hermione Granger ha schiantato Draco, e quando stavamo per intervenire, il Professor Lupin ci ha congedati , sottraendoci dieci punti a testa…” Pansy lasciò Astoria , spiegando in pochi termini ciò che era accaduto, tralasciando il particolare che aveva scatenato quella reazione.
“ La Granger è pane per i tuo denti Draco, ti consiglierei di starle alla larga, la prossima volta potrebbe farti male….” Blaise si volse verso l’amico, cercando di nascondere un sorriso divertito al pensiero di vedere Draco schiantato a terra da Hermione Granger, l’unica ragazza capace di attirare su di se la piena attenzione del serpeverde, anche se in chiave negativa.
“Se la smettesse Draco di provocarla , credo che Hermione Granger eviterebbe di affrontarlo….” Theodore fece sentire la sua sottile presenza, sfoderando il suo essere obbiettivo, che infastidì Draco. Storse appena il naso, pronunciando bisciose parole dispreggiative, che furono ignorate dal compagno di stanza. Blaise battè una mano sulla spalla del giovane Malfoy, cercando di portare a quella conversazione meno tensione, e di dar a Draco un motivo per prenderla alla leggera. Ma quando egli si scostò, comprese che l’orgoglio quella volta era stato colpito più del dovuto, e semplici parole non avrebbero appagato l’animo del serpeverde.
“Credo che dovrebbe solo stare al suo posto, e smetterla di credersi migliore…. “Astoria intervenne in suo aiuto, sperando con passione di ricevere almeno un piccolo e semplice sorriso che avrebbe potuto incurvare quelle splendide labbra, del quale non riusciva a farne a meno. Ma il suo intervento provocò altra rabbia in Draco, che sbuffò stancamente, ritornando ad ignorare, con aria superficiale e boriosa ogni singolo componente del suo gruppo, abituato a quegli atteggiamenti distaccati e freddi, che ad occhi altrui sarebbero parsi come un tentativo di distaccarsi completamente da loro, di ignorarli e eliminarli completamente dalla sua vita , ma loro che conoscevano quel giovane da ormai fin  troppo tempo, sapevano che quei modi avrebbero trovato fine, alla sera, quando il buio avrebbe cancellato quella perenne rabbia.
Blaise scosse il capo divertito e ritornò ai compagni, che come lui , abbandonarono del tutto Draco, che rabbiosamente riportava i suoi ricordi a ciò che era accaduto poco fa, in cerca di qualche sottile e saporita vendetta che avrebbe inflitto a Hermione Granger lo stesso tormento nel quale lui stava vivendo in quell’attimo.
“ Con i corsi terminati, c’è solo da aspettare l’arrivo delle vacanze” Pansy si sdraio oziosamente sullo schienale della poltrona, e puntò lo sguardo buio su Blaise, gettando su di lui una leggere accusa. Lei, a differenza delle sorelle Grengrass , conosceva le future intenzione dei tre serpeverde, che ancora dovevano esporre pubblicamente, quell’intenzione ancora tenuto nascosto a Daphne che non avrebbe approvato con semplicità.
“Purtroppo noi saremo bloccate nella tenuta di famiglia. Nostro padre ha preteso che almeno una volta all’anno la trascorriamo con loro, senza interruzioni o impegni che possono allontanarci da lui…” Daphne fissò i èpresenti, ma interrottamente il suo sguardo ricadeva su Blaise, che senza abbassare lo sguardo, sorrise appena, sentendo in lui la piccola colpevolezza di doverla abbandonare nelle grinfie della noia, mentre lui era lontano di miglia, a far delle sue giornate puro e sano divertimento. Pansy si mosse appena, e lo sguardo cupo e buio, fi attraversato da una leggera eppure inquietante luce. Non aveva mai approvato quel rapporto , creatosi tra Blaise e Daphne, in cui il giovane Zabini aveva campo libero in tutto. In qualunque scelta, lei non aveva voce, lasciando a lui il compito di gestire e indirizzare le strade che il loro rapporto avrebbe dovuto seguire. Pansy stava gustando il sapore del voler mettere con le spalle al muro Blaise, e attendeva solo il momento giusto. Per quanto fosse legata a lui, Daphne era più importante, e la sua felicità contava molto più.
“Theodore, dove hai pensato di andare quest’anno? Credo che la compagnia di tuo nonno non sia tanto allettante” Blaise la cruciò con lo sguardo, e calò appena il capo, accettando quella sfida pronunciata silenziosamente, senza che altri potessero notare il suo inizio. Pansy ghignò serpentescamente , e attese la risposta, che avrebbe dato a Daphne un motivo per pretendere maggior considerazione.
Theodore si voltò con semplicità verso l’amica, puntando su di lei il suo solito sguardo disinteressato e apparentemente assente, la scrutò, leggendo nelle sue parole quel futile tentativo. Ciò che li rendeva unici, era proprio quella complicità che nulla avrebbe spezzato o distrutto. Quella semplice complicità che non poteva essere scorta con facilità, ma in casi come quelli scoppiava fuori, e li teneva saldi.
“ In realtà, io , Draco e Blaise avevamo pensato di trascorre qualche settimana….” Si fermò, puntando lo sguardo verso il cumulo di cenere, depositata anonimamente in un angolo del camino. La rivide ancora. Era giunta nuovamente quella solita lettera, ignorata nuovamente, gettata nel focolare , gettata a bruciarsi e non possedere importanza.
“Alla tenuta di Blaise a Roma. Abbiamo bisogno di tranquillità… l’anno prossimo sarà duro….” Blaise si mosse , infastidito e sconfitto sulla poltrona, ma non mosse alcun muscolo che avrebbe potuto tradirlo. Lo aveva salvato da accuse future, ma non dalla noia di un estate. Draco fu richiamato a quel gruppo, e spostando lo sguardo glaciale tra Blaise e Theodore, si chiese se il suo udito fosse ancora funzionante, o se lo scontro con la Granger avesse intaccato anche quello.
I progetti esposti in quei mesi, l’immaginarsi distesi al sole, in attesa della notte che li avrebbe cullati nella mondanità, si dissolsero in un baleno, e la vista di una città sconosciuta che mai aveva suscitato in loro interesse, prese il sopravvento, gettandolo in una triste e inaccettabile consapevolezza. Blaise quell’anno aveva lasciato che le parole della madre, in aggiunta al bel viso di Daphne, lo gettassero a convincersi che quell’estata sarebbe stata all’insegna della noia, pura noia che li avrebbe stremati.
Il sorriso di Pansy sparì piano, rendendo le labbra sottili, e dandole l’odiosa concessione di dover accettare quel touchè datole con sottile eleganza.
“La tenuta a Roma! Oh , come vorrei poterci andare….” Astoria squittì entusiasta, pensando a quell’incantevole città, di cui aveva tanto sentito raccontare, di cui molte foto e immagini l’avevano catapultata in quel sogno immortale. Daphne annuì allegramente, sognante e speranzosa di quell’invito che non giunse.
Draco continuava a fissare i due amici, in attesa, di un chiarimento che avrebbe potuto mettere fine ai suoi timori. Altra cosa che non giunse e fece aumentare il suo dissenso, quell’odioso dissenso che fu mostrato chiaramente nello sguardo.
“Draco non è molto entusiasta, a quanto pare” Pansy colse quell’attimo, puntualizzando e sottolineando come quella notizia aveva gettato su Draco altro fastidio, aggiuntosi allo strappo d’orgoglio.
“Draco non è mai entusiasta… Andremo a Roma, partiamo dopo il banchetto di fine anno” Blaise scosse Draco con un occhiate che gli comunicò di ritornare in silenzio nel suo angolo di orgoglio ferito, e di giocare come stavano facendo lui e Theodore. La lettere era ancora sul fondo del camino, ancora bruciacchiante, e quell’invito non era stato preso realmente sul serio. Avrebbero finto, e quel viaggio li avrebbe condotti lontani, non a Roma, ma in quei luoghi sognati, e gustati solo nella mente.
“Magari possiamo convincere tuo padre a lasciarci andare una settimana prima dell’inizio della scuola…. Roma è una città che dobbiamo assolutamente visitare…. “ Pansy ritornò all’attacco, e questa volta Blaise non potè evitare di sobbalzare e sentire catene invisibili , stringerlo e incastrarlo nella sua stessa bugia. Pansy sorrise trionfante, quando sentì la risposta di Daphne, che giunse rimbombante e stonata.
“Parleremo con papà… Magari ci lascia andare” Astoria annuì , gettando fuori la felice idea di vedersi a Roma con Draco, e magari dare al loro amore la possibilità di scoppiare fuori, e mostrarsi in tutta la sua bellezza,nonostante fosse sommerso dal cumulo di indifferenza e false speranze. Draco guardò Theodore e Blaise, maledendoli , imprecando con gli occhi, e odiando Pansy per aver gettato su di loro quella congiura, e quella costrizione che avrebbe regalato alla loro estate ricordi da gettar via.
 
 
  
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