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Autore: Sephta    23/06/2007    3 recensioni
Storia scritta di getto, non so quando finirà nè "sè" finirà. Più che dirvi altro, non mi resta che piantarla di tediarvi con una noiosa presentazione, e lasciarvi alla storia.
Genere: Triste, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Finalmente me ne sono ricordata.. ogni volta che aggiornavo mi dicevo di scriverlo ma non lo facevo mai.. volevo semplicemente avvertirvi che questa fic è ispirata al Manhwa "Model", di.. Lee So Young, mi pare. Per chi avesse trovato delle similitudini e fosse rimasto per un secondo stupito, ecco la risposta u.u ho letto il primo numero e mi ha affascinato, ed è scaturita l'idea ^^ ed ora buona lettura!



19 ottobre

Ho paura, non so cosa fare. Sono inquieta.
Adam è vivo.
O almeno credo. Non lo so più, non ne sono certa.
Dopo che Eve mi ha cacciata via in malo modo dal giardino, non l'avevo più visto, ma il Vampiro mi è venuto a cercare ieri e, dopo avermi succhiato un'altra considerevole dose del mio sangue, mi ha detto che Adam è nell'ala Ovest.
Piena di gioia corsi nell'ala Ovest, dimenticandomi della grandezza di quell'ala.
Difatti, correndo e superando corridoi su corridoi, cominciai a rallentare chiedendomi dove fosse.
Una voce venne in mio soccorso; debole, bassa, stanca, ma in quel silenzio tombale, completo di eco, risultò quasi assordante.
Era Adam, e chiamava il mio nome, con un'insistenza quasi.. dolorosa.
Seguendo la sua voce arrivai in uno stanzone dal soffitto altissimo, costituito da enormi travi di legno scuro; le pareti bianche, di gesso, tristi e opprimenti. Una sola, grande finestra sulla parete di fronte, non molto lontana, che prendeva tutto il muro innalzandosi come una finestra gotica.
Vicino alla finestra, in successione, un armadio di mogano, un comodino e un letto dalle lenzuola candide.
Nel letto, Adam. Gli corsi accanto.
Era coperto fino al bacino dalle coperte, e tentava di stare seduto ma si vedeva che questo gli costava grande fatica. Gli sorrisi "Co.. Come stai?" gli chiesi, quasi assurdamente.
Lui mi guardò, indicandosi il petto, completamente bendato. In alcuni punti le bende erano macchiate di sangue.
Arrossii.
"Scusami.."
Lui mi prese il volto fra le mani e mi baciò.
"No, scusami tu, ti ho fatto preoccupare.."
Gli accarezzai una guancia.
"Ma chi.. ti ha ridotto così?" gli chiesi, preoccupata e curiosa.
Non riuscì a rispondermi.
Non potè.
Improvvisamente fui agguantata da un vortice di vento, irreale e improvviso. Impaurita, istintivamente lanciai uno sguardo alla finestra. Era una vetrata enorme, colorata.. chiusa.
Da dove veniva quel turbine..?
Venni sollevata da terra, sempre più in alto. Allungai le braccia verso Adam.
"Adam..! Adam!" gridai, piena di terrore. Lui non riuscì a rispondermi e tento di allungare le mani verso di me, ma il movimento gli costava troppa fatica.
Quella specie di uragano mi avvolse totalmente, facendomi perdere il respiro.
E i sensi.
Mi sono ritrovata qui, questa mattina.
Ma non è finita.
Mi sono alzata e sono corsa fuori, stavo benissimo. Sono corsa nell'ala Ovest ma non sono riuscita a ritrovare quello stanzone. L'ala Ovest è assurdamente enorme e sconfinata, d'accordo, ma temo di averla percorsa tutta, senza ritrovare Adam.
Sentivo ancora sulle labbra il suo sapore.. non poteva essere stata solo un'illusione.
Sconsolata, ho provato a tornare in camera, o almeno nella sala da pranzo, per mangiare ed essere in forze.
Ma non ci sono riuscita.
All'inizio non me ne resi conto, e continuai a camminare seguendo quella che pensavo fosse la via giusta.
Ma mi sembrava di vedere sempre gli stessi corridoi, gli stessi quadri inquietanti alle pareti, le stesse stanze che si intravedevano dagli usci socchiusi, le stesse porte alte, basse, massicce. Le stesse cose.
Il mio passo aumentava insieme all'ansia; mi ritrovai a correre, ansimando.
E non so come, mi ritrovai di fronte a un vicolo cieco. C'era una porta, alla fine, nell'approssimarsi alla quale notai che l'illuminazione scarseggiava pian piano.
Mi sembrava quella che portava alla stanza di Jàn, anche se cominciai a temere che fosse stata anche quella un'illusione.
Mi sono avvicinata, l'ho aperta.
Ormai non avevo più niente da perdere.
L'oscurità mi ha avvolto.
Da quel momento in poi, non ricordo più nulla.. nulla.
  
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