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Autore: my shining world 7    06/12/2012    0 recensioni
Quanto può segnarti un avvenimento? Quanto puoi cambiare per qualcosa che neanche ricordi? Quante scelte difficili sarai costretto ad affrontare? Riuscirai a sconfiggere la tua paura?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Stropicciò gli occhi incredula “Meg?! ...che ci fai qui??” disse cercando di mettere a fuoco la vista e sedendosi con le spalle contro lo schienale del letto per stiracchiarsi “Sono passata a portarti un po’ di delizie da gustare” disse la ragazza di fronte a lei con un mezzo sorriso “E come mai?” chiese Karel confusa e frastornata “Hai la febbre alta mia cara ” disse con un tono da cosa ovvia “Ma che stai dicendo? Io non ho la febbre!” disse con tono spezzato “Tua madre stamattina mi ha avvisata che ti sei presa un febbrone e guardati stai ancora come un bradipo moscio in questo letto!” le fece notare l’amica ridacchiando, Karel inarcò le sopracciglia “ E ci credo che sto ancora nel letto, sto in vacanza!” ma l’amica alzò gli occhi al cielo, si avvicinò alla finestra e scostò la tenda “ Karel Ashley Jason in vacanza dormi sempre fino alle sei del pomeriggio?” “ CHE? ” “ Ora mi credi che hai la febbre?! ” “ Si, si ti credo ” disse arrendendosi e lasciandosi scivolare sotto le coperte. Rimase nel letto per tutto il tempo, non poteva mettere piede fuori che la madre dava di matto, così cenò (sul letto) con una calda minestrina e si accoccolò sotto le coperte ascoltando Meg che l’assillò di pettegolezzi ai quali non poté fare a meno di ridere “E per giunta mentre stava parlan... ” la voce di Meg fu interrotta dalla suoneria del cellulare di Karel che roteò gli occhi e prese il cellulare, ma sullo schermo comparve la scritta: Numero Sconosciuto. Decise di non rispondere, ma il telefono riprese a squillare per altre undici volte ed infine arrivò un messaggio -Stupida mi vuoi spiegare perché cavolo non rispondi?? E’ da venti minuti che ti sto tempestando di chiamate - MITTENTE: Mark Best .
Fissò lo schermo stranita poi compose il numero di Marco, il quale rispose subito con tono irato “ma si può sapere perché cazzo non mi hai risposto a tutte quelle chiamate?” “hei calmati” “calmati un corno, ti sembra maniera? Perché diavolo non mi hai risposto?” “Per favore, calmati!” disse Karel con un tono sommesso seguito da un pesante colpo di tosse “Kery cos’hai?” chiese il ragazzo preoccupato “febbre” rispose con un fil di voce “oh cielo! Cinque minuti e sono da te” disse chiudendo la chiamata senza darle il tempo di replicare, sospirò esausta “ Sta venendo qui? ” chiese Meg sorpresa “ Sì ” “Wao ” disse ridacchiando “ Hei Meg oggi dormi qui? Ti prego dimmi di siiii ” la supplicò con voce cucciolosa ma un po’ rauca “Va bene, va bene, rimango!” disse sorridendo a trentadue denti.
Ricominciarono a spettegolare, quando la porta si aprì di colpo facendo sobbalzare Meg “Ma te sei impazzito per caso?” disse con voce stridula rivolta a Marco che, in un primo momento aveva sorriso soddisfatto, ma poi, guardando Karel cambiò espressione “Hei” disse con tono cupo ed una strana espressione in viso “Hei ” rispose lei quasi come se avesse bisbigliato, lo squadrò da capo a piedi: indossava una maglietta verdone, a maniche corte, abbastanza aderente, jeans neri e converse nere. I suoi capelli ricci, nonostante fossero raccolti in una bizzarra e cespugliosa coda, se ne stavano tutti spettinati sopra la fronte e il colorito della sua pelle era bianchissimo “Come diamine ti sei vestito?” esclamò Meg con tono schifato, lui inarcò il sopracciglio “What’s the problem?” rispose con tono spavaldo, Meg roteò gli occhi “Fai Vo-mi-ta-re!!” rispose con il suo solito tono da cosa ovvia, ma lui non disse nulla, anzi si mise a fissare Karel in modo penetrante e cupo “La smetti?!” chiese lei irritata “Di fare cosa?” “Di guardarmi!”  “Allora mi giro di spalle e ti parlo?” disse con un mezzo sorriso divertito “Smettila di fare il coglione che non è giornata... che volevi che mi hai chiamata?” “Sono rimasto stupito che tu non sia venuta al Dark Space” “Ah... e ora che sai il motivo cosa ci fai ancora qui fermo come un baccalà a fissarmi con occhi da pesce lesso? ” lui schiuse un po’ la bocca, segno che lo aveva stupito o beccato impreparato e a Meg scappò una risatina che le fece guadagnare un’occhiataccia da Marco “Ti dovevo dare questo” disse estraendo dalla tasca sinistra del pantalone uno scatolino celeste con un nastrino dorato e glielo porse “E’ di Luca...” “Oh” prese la scatolina e la poggiò sul comodino accanto al letto “Buon ritorno a casa Marco” “Ciao” disse salutandola con un piccolo cenno della mano e scomparendo dietro la porta della stanza.
Ci fu un po’ di silenzio che fu però rotto dalla voce petulante di Meg  “Bhè che aspetti? Non lo apri?!” disse fissando impaziente lo scatolino, Karel la fulminò con lo sguardo “No” rispose secca “Uffa Che palle!” esclamò l’amica contrariata “Senti io ho sonno quindi vai a prenderti dall’armadio il pigiama, sistemati il divano letto e dormi!” le ordinò Karel e l’amica, annuendo, obbedì, s’infilò sotto le coperte, spense la luce in silenzio e poco dopo si addormentò.

Karel non riusciva a prendere sonno, così prese lo scatolino in mano illuminandolo con la luce del cellulare e lo scrutò a lungo. Chissà cosa ci avesse mai potuto mettere dentro Luca. Rimuginò a lungo e poi s’addormentò.
Si svegliò di buon umore, pareva che niente potesse toglierle il sorriso. Guardò Meg che dormiva ancora e, con passo felpato scese dal letto ed uscì dalla camera. Andò in cucina ad arraffarsi la colazione prima che si svegliasse il fratellino e tornò in camera.
 Scosse un po’ il braccio di Meg per svegliarla e quando quella aprì gli occhi la guardò meravigliata “ Che diamine ci fai in piedi tu?” le chiese con voce rauca, Karel ridacchiò “La colazione” canticchiò indicando il vassoio pieno di cose da mangiare e da bere, Meg le sorrise ed infine fecero colazione. Poi però Karel dovette tornare a letto perché s’era sentita debole e, non appena s’infilò sotto le coperte calde e appoggiò la testa sul morbido cuscino si addormentò.

Riaprì gli occhi intorpidita, aveva la vista appannata e non riusciva a distinguere la figura che le stava davanti, sbatté più volte le palpebre per mettere a fuoco e capì subito chi fosse. Tossì e, ad ogni colpo di tosse, si sentì sempre più debole “Che ci fai qui?” chiesi infastidita e con voce rauca, lui la fissò per un po’, poi scosse la testa “Accidenti che bell’accoglienza” disse con un pizzico di irritazione nella voce “ Bhè presentarti in camera mia, seduto sul mio letto, senza il mio permesso, non è il massimo dell’eleganza ” disse ancora più infastidita “Non cambierai mai” disse lui alzandosi dal letto “Dove vai?” gli chiese “Me ne sto andando via dato che ti do tanto fastidio” ci fu un minuto di silenzio e quando lui fu sul punto di uscire dalla stanza lo chiamò “Luca! Non andartene per favore... ” lui si bloccò “Perché mai dovrei rimanere?” disse volgendole le spalle “ i-io... ” la sua voce fu rotta da un colpo di tosse “scusami ” disse con un tono che doveva essere deciso ma che, con quella cavolo di febbre sembrò supplichevole. Luca si voltò e la scrutò per un po’, poi sospirò “Va bene, ma tu per favore cerca di essere meno acida ok?” disse con tono autorevole ma dolce, lei annuì e gli fece segno di sedersi sul letto, lui sorrise e si accomodò “Non sorridere in quel modo” “Perché? Ti da’ fastidio?” chiese un po’ deluso “Assolutamente no, anzi... quando sorridi in quel modo sei... ” “Sono..?” Karel sentì le guance avvampare,  se per via della febbre o per la situazione imbarazzante in cui si era cacciata, non le era dato saperlo. Luca  continuava a guardarla in modo dolce sorridendo e lei si rese conto che la voglia di baciarlo cresceva sempre di più anche se cercava di resistervi “C-comunque... grazie” farfugliò lei e lui s’illuminò in viso “L’hai aperto?” lei annuì “ è... è bellissimo” si morse il labbro, non sapeva più che dire, ma sapeva che ciò che stava per succedere era inevitabile “Luca... io... mi conosci, sai che  mi scoccio facilmente” lui scosse la testa “Non importa” lei fece un mezzo sorriso si voltò un attimo a prendere lo scatolino lo posò fra le mani di Luca sorridendo “Fa’ quel che devi ” sussurrò rassicurante, lui annuì e fece un grande sorriso, aprì lo scatolino e ne estrasse l’anello “Finché lo porterai al dito sarai mia” sorrisero entrambi mentre Luca le metteva l’anello all’anulare sinistro “E tu mio” non riuscì più a resistere, si umettò le labbra e lo baciò, con voracità e con passione, poi si bloccò un attimo per prendere fiato “Se dovesse venirti la febbre, vieni pure qui, che guariamo insieme” disse ridacchiando, anche lui ridacchiò “ Anche se acida, sei sempre gentile” disse schioccandole un bacio sulla fronte “Ora però dovrei andare, mia madre mi aspetta ” lei annuì ed abbozzò un sorriso “Tranquillo, non farla aspettare” disse facendogli l’occhiolino, lui si alzò e si diresse verso la porta e, una volta arrivato sulla soglia, si voltò a salutarla, poi scomparve nel buio corridoio.
Fissò quel punto un po’ delusa.



Angolino d'autrice:eeeee BAM! Ecco il  capitolo numero uno revisionato.
Diamine non potete immaginare quanti errori ho dovuto sopportare e correggere *le sanguinano gli occhi*
e quanti ancora dovrò affrontarne... HALP
Spero che questo capitolo non risulti troppo noioso e che vi abbia incuriosito almeno un po' l'entrata di questo personaggio così (disgustosamente) dolce di nome Luca.
Spero di riuscire a revisionare presto gli altri capitoli...
See ya soon
Jade

 
   
 
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