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Autore: Lotharien    06/12/2012    1 recensioni
Oggi in libreria, mentre mi aggiravo tra gli scaffali disperata per la differenza tra soldi nel mio portafoglio e quantità di libri che avrei voluto acquistare, mi è venuta in mente quest'idea.
Vi dico soltanto che è una storia vera, o meglio è come io sto affrontando questo disturbo tra alti e bassi. Perché so che se ne può uscire.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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« Io sto bene
Io sto male
Io non so come stare
Non studio, non lavoro, non guardo la tv,
Non vado al cinema, non faccio sport... »

( CCCP - Io Sto Bene )




Dopo il "Diario di una Schizofrenica" ed il "Diario di una Squillo per bene", oggi in libreria un libro dal titolo simile mi ha spinto a scrivere di questo mio percorso.
Che poi all'inizio mi sembrava un'idea geniale, ed ora mi sembra un'immensa cavolata, ma vabè.

Oggi è andata piuttosto bene tutto sommato. A colazione non mi sono sfondata di Macine ma mi sono limitata al semplice tè al limone, una volta arrivata in stazione ho resistito alla tentazione del caffè & cornetto con la Nutella, non ho svaligiato le macchinette self-service nella mia facoltà e non ho pranzato in un fast food come avrei voluto, ma mi sono limitata ad un "semplice" panino col prosciutto crudo. Per ora il Binge è quindi sotto controllo, ma oggi è giorno di palestra, quello in cui mi riesce più difficile contenere il mio disturbo alimentare dopo cena.

Ora sono in treno con sulle gambe "La Svastica sul Sole" di Philip Dick.
Come non detto, visto che sono una persona educata ho ceduto il posto ad una signora con un bimbo in braccio e sto cercando una posizione comoda per scrivere. E dire che non ho preso il treno precedente perché non volevo farmi il viaggio in piedi...
Ecco, in questo momento sono abbastanza in pace con il resto del mondo. Per dire, mezz'ora fa avrei voluto avere un lanciafiamme per farmi largo tra la folla.
La mia misantropia inizia a preoccuparmi, prima o poi finirò con l'uccidere qualcuno. O mi pesteranno perché avrò risposto male all'ennesimo bulletto; entrambe le probabilità sono ugualmente possibili.

IO ODIO la gente che spinge per passare: accidenti, basta chiedere! Ho le spalle piene di lividi perché suddetta gente si ostina a rifilare gomitate e ginocchiate per farti spostare, ARGH.
Oddio, magari di questo particolare non posso lamentarmi, visto che ho anche la coscia destra coperta di tagli e quelli non me li ha fatti nessuno..
Ok, credo che sia meglio smettere qui per questa prima parte, mi trovo in equilibrio molto precario su una gamba ed il treno ha appena preso velocità.
Ah, ok il sapore di caffè in bocca: ora avrei proprio voglia di una sigaretta.


Abbiamo appena superato Torvergata ed io mi sento senza fiato. Ho caldo, sudo freddo e non riesco a respirare. Che palle, siamo alle solite...
Solo 40 minuti e scendo.
Solo 40 minuti e scendo.
Solo 40 minuti e scendo.
Solo 40 minuti...


« Mamma, ho vinto la borsa di collaborazione! »
« Vinto... Diciamo che te l'hanno voluta dare perché gli hai fatto pena. »
« Ma sono rientrata nei primi 30 della graduatoria su quasi 200! »
« E che ci sarebbe di tanto eclatante? Mica sei arrivata prima. »

Ecco a voi mia madre, mia personale erogatrice di autostima da ventitré anni.

Ora dovrei studiare, dovrei proprio studiare. Sono arrivata a casa, mi sono lavata, mi sono cambiata e con entusiasmo ho tirato fuori i quaderni e le penne e...
E niente, mi è passata la voglia. Ho preso la penna in mano ed ho iniziato a giocherellarci, facendola girare nervosamente tra le dita fino a quando non mi sono arresa all'evidenza. Con uno scatto di rabbia verso me stessa, ho preso quella stessa penna e l'ho lanciata contro il pavimento.
Queste sono scene che si ripetono giornalmente, purtroppo, e sono il motivo per cui sono ormai iscritta al secondo anno fuori corso all'università.
Ero una studentessa modello fino al terzo liceo, poi i miei disturbi (di vario genere) si sono accentuati.
Non mi piace ricordare le mie crisi, i miei attacchi di panico, la mia dissociazione di personalità ed il modo in cui io abbia sempre utilizzato il sesso per legare i ragazzi a me - per non essere abbandonata, per continuare a sfruttarli come miei giochini personali per star bene con me stessa, salvo provare disgusto appena arrivata a casa per ciò che ero e come mi comportavo.

Scusate se ciò che scrivo non ha un senso logico, ma non sono mai riuscita a controllare il flusso dei miei pensieri e non ho la minima idea di dove io voglia andare a parare, quindi queste parole difficilmente troveranno un nesso, un filo conduttore comune. È che di tutto questo sono stanca, o forse sto soltanto cercando una vetrina virtuale in modo che qualcuno che mi conosce davvero riesca a salvarmi.

No! Questo no, io non voglio essere salvata, non stavolta.
Io sto bene così, io voglio toccare il fondo per l'ennesima volta, voglio risalire di nuovo con le mie forze in modo da poter essere orgogliosa di me.
In fondo so fingere talmente tanto bene che chi mi sta intorno non si è mai accorto di nulla.
Mai.

   
 
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