"bee? è per i tuoi capelli color oro e i tuoi occhioni neri suppongo" le chiese il ragazzo apparentemente interessato.
"si, penso di si." 
"bene, sono contento di averti conosciuta, bee. ora devo proprio andare, ci si vede." il ragazzo diede un'ultima occhiata allo zaino di bridget e scomparve nel buio della sala.
bridget si sentiva alle stelle. nulla sarebbe potuto andare meglio. schioccò un bacio alla copertina del volume e si alzò per riporlo al suo posto.
camminava fischiettando per i corridoi e ad un certo punto decise che aveva bisogno di parlarne con qualcuno. si diresse verso la postazione di francois e lo trovò assorto nella lettura di un quotidiano.
"francois!" lui sobbalzò.
"oh, bee. sei tu. dimmi, cosa posso fare per te?" la ragazza si sedette per terra e iniziò a parlare entusiasta.
"ho conosciuto un ragazzo." il custode alzò gli occhi dalle pagine del giornale.
"ma bene! e dove?" 
"qui." lo sguardo dell'anziano divenne cupo.
"ah si? e quando?"
"ora." francois si grattò il capo perplesso. "sai tesoro, non credo di aver visto entrare nessun ragazzo oggi. solo noiosissimi professori. ma dimmi, come si chiama?"
diamine. ecco, ecco cosa si era dimenticata. non aveva chiesto al ragazzo nulla su di lui. non sapeva chi fosse o da dove venisse.
"ehm...non lo so." l'anziano sorrise.
"pazienza bee, pazienza. spero lo rivedrai presto." 
ecco un altro problema. non aveva la minima idea di quando l'avrebbe rivisto.
"grazie...a domani."
"a domani, bridget."

bridget corse sul marciapiede tentando invano di non perdere l'autobus che l'avrebbe condotta a casa.
cercò in tutti i modi di farsi notare dal conducente, in modo da farlo fermare per permetterle di salire, ma non ci fu verso. 
"oh, merda!" imprecò non appena sentì una goccia d'acqua caderle sul naso. ma infondo non le importava gran che.
si incamminò verso casa, non prima di aver scritto un sms a sua madre per avvertirla che sarebbe arrivata in ritardo per la cena.
mentre camminava, bridget osservava tutto ciò che le stava intorno. non le capitava spesso di essere felice, e in quel momento tutto ciò che solitamente la infastidiva o rattristava, sembrava non avere alcun peso.
non aveva amiche, a causa del suo carattere chiuso e riservato, e dal suo amore per la letteratura e la storia, cosa non comune tra le sedicenni. non amava parlare di vestiti o accessori, non si vestiva alla moda e non aveva mai avuto un ragazzo, e questo bastava ad escluderla dalla massa.
insomma, era una ragazza piuttosto sola, ma sostanzialmente non le importava.
aveva trovato una nuova cosa a cui interessarsi, il ragazzo della biblioteca.

pochi minuti dopo, bridget suonò il campanello della modesta villetta in cui abitava insieme a sua madre e ad un vecchio cane di nome smith, che era cresciuto con lei, essendo per molto tempo il suo unico amico e compagno di giochi.
"arrivo!" la stridula voce di sua madre emerse dall'interno della casa.
mentre aspettava che la porta le fosse aperta, bee notò con gioia che, tra tutte le esattamente identiche quarantacinque villette della via di Parigi in cui abitava, la sua era senz'altro la migliore.
"ciao, tesoro." bridget volse la testa di scatto e incontrò gli occhi dolci di sua madre.
entrò senza dire una parola e si chiuse in stanza, sbattendo la porta involontariamente.
si gettò rumorosamente sul letto e trasse un sospiro; quella camminata l'aveva proprio stancata.
accennò un "ciao, mamma." prima di 
addormentarsi, e sognare il misterioso ragazzo della biblioteca.

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ciaaaoaoaoao meraviglie c: boh, spero veramente che questi capitoli vi siano piaciuti, perchè il meglio deve ancora venire asdfghjkl non ne rimarrete delusi, i promise. vi prego, se passate lasciate un recensione, così saprò cosa ne pensate :3 graaaaaazie. su twitter sono @oharreh se per caso voleste dirmi qualcosa c:
meg