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Autore: _Hiromi_    06/12/2012    2 recensioni
Ciaooo!!^^ Questa è la mia prima ficcy Originale ^^'' speriamo che vi possa piacere!!**Bradley ha 22 anni, studente universitario, menefreghista, pensa solo a sé e ai suoi desideri, ma tutto qusto prima di incontrare il nuovo 'oggetto del suo desiderio', un ragazzo dall'aspetto infantile...sembrerebbe facile sedurre quel "bambino" ma, quanto è forte la sua seduzione e quanto la resistenza dell'altro? Lo aspetta una trionfale vittoria o una schiacciante sconfitta? A voi scoprirlo! XD**-[dal primo capitolo!] "L'aveva visto un paio di settimane prima con una maglietta grande il doppio di lui a coprirgli il corpo acerbo, magro, i capelli bagnati attaccati alla testa, gocciolanti, le gambe esili scoperte e i piedi nudi. L'aveva visto conciato in quel modo, e l'aveva trovato estremamente eccitante, irresistibile!" "Aveva pensato un po' a lui, e qual'era il risultato? Sentiva già una vampata di calore partire dal basso ventre!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hello hello!!
Come al solito sono in super ritardo, ma volevo postare questo cappy solo dopo aver concluso anche il prossimo, ma...ahimè, sono riuscita a scrivere solo metà chapter ç_ç
Coooomunque, bando alle ciance! spero che questo cappy vi piaccia^^

***

Quando James aprì la porta dello studio di suo padre desiderò ardentemente trovarsi da un'altra parte, qualunque altra parte: non aveva la benché minima voglia di affrontare Bradley Gray, non dopo quello che gli aveva detto l'ultima volta che gli aveva rivolto la parola, e tanto meno voleva farlo davanti al genitore.
Sforzandosi di ignorare la presenza del moro e scacciando dalla mente le sue scuse, avanzò nella stanza finché entrambi non si accorsero della sua presenza.
Mr. Wood si alzò immediatamente e raggiunse il figlio per poterlo stringere tra le braccia.
-Oh, come mi sei mancato figliolo!- esclamò posandogli un bacio sulla fronte.
-Anche tu mi sei mancato.- rispose gentilmente mentre cercava di liberarsi dalla stretta esagerata del padre -Sono contento che tu sia tornato.-
-Non ti sei sentito solo, vero?-
Scuotendo il capo per rassicurarlo e sorridendo, accompagnò il genitore alla sua poltrona, prendendo posto accanto a lui.
-Tranquillo papà, è andato tutto bene.- e, nonostante i suoi iniziali timori, doveva ammettere che quella era la verità: Gray non gli si era avvicinato a meno di un metro, l'aveva evitato accuratamente, e quelle rare volte in cui erano stati costretti ad aver a fare l'uno con l'altro aveva sempre cercato di non spaventarlo e di metterlo il più possibile a suo agio; quando se l'era ritrovato davanti il primo giorno di certo non aveva pensato che la convivenza sarebbe andata così...così bene.
-Mi dispiace che sia stato male.- disse Henry rivolgendosi all'ospite -Non dovrebbe trascurare la sua salute.-
-Adesso sto bene, e sicuramente starò molto più attento da adesso in poi.-
La conversazione procedette tranquilla come se i due fossero amici di vecchia data e, malgrado l'iniziale disagio, James riuscì a rilassarsi e a godersi il ritorno a casa del padre. Dopo un po', annoiato e cullato dal tono basso delle loro voci, si appisolò sulla morbida poltrona e si riscosse solo quando il genitore gli chiese di andare a prendere the e biscotti. Sbadigliando e con la mente un po' intorpidita uscì dall'ufficio, ed era talmente assonnato da non capire che in realtà il padre voleva restare da solo con Gray.
-La ringrazio per quello che ha fatto per Jamie.- cominciò il signor Wood alzandosi per andare alla scrivania.
-Io...non ho fatto nulla...davvero...- borbottò Brad muovendosi a disagio sui cuscini.
-Oh, non faccia il modesto! Jamie mi è sembrato molto più tranquillo questa sera.- lo interruppe il rettore mentre cominciava a rovistare nei cassetti -In questi ultimi mesi il suo comportamento mi ha davvero preoccupato: stava sempre in camera sua, quasi non mangiava ed era costantemente in ansia...ho cercato varie volte di parlargli, ma ha sempre evitato l'argomento...ma oggi mi è sembrato più sereno e risoluto,e l'altro giorno al telefono mi ha addirittura detto di voler iniziare l'università! Il merito di questo cambiamento non può essere che suo signor Gray, non c'è altra spiegazione.-
Bradley abbassò lo sguardo per non dover incontrare quello carico di gratitudine del suo interlocutore, sentendosi sempre più meschino e in colpa: non meritava quei ringraziamenti, era lui quello che aveva ridotto Wood jr. in quelle condizioni, e il fatto che si fosse bene o male ripreso da quel trauma non dipendeva di certo dalla sua presenza bensì dal coraggio e dalla forza di volontà del biondino.
-Beh, della mia gratitudine non se fa proprio un bel niente!- esclamò Henry tornando verso di lui con una busta in mano per poi porgergliela -Ecco il compenso per queste settimane di lavoro. Spero sia sufficiente.-
-Davvero, non è necessario, l'ho fatto con piacere e poi non...-
-Mi ha fatto un favore e mi ha reso un servigio, perché non dovrebbe ricevere un compenso per il lavoro svolto? Li accetti, la prego, mi offendo se no.-
Brad infilò la busta nella tasca della giacca tenendo lo sguardo basso.
In quel momento James tornò insieme a Lilian e a un vassoio con the, caffè, latte e biscotti e dolcetti vari.
-Beh, direi proprio che ci vuole una bella merenda!.- esclamò allegramente il signor Wood con un sorriso smagliante sulle labbra.

***

Bradley lasciò cadere la penna sul tavolo, sbadigliando e massaggiandosi le tempie con una mano: dopo quattro ore e mezza di studio ininterrotto il suo cervello cominciava ad abbandonarlo e riusciva a distrarsi addirittura in un ambiente silenzioso come quello bibliotecario. Sbadigliò ancora e finalmente si decise a chiudere libro e quaderno e ad andarsene; in tutti i casi sarebbe dovuto andar via dopo mezz'ora per non arrivare tardi a lavoro. Prese la borsa e uscì dopo un veloce cenno di saluto all'anziana bibliotecaria, avviandosi verso il parcheggio. Quando raggiunse l'ingresso dell'edificio rimase interdetto nel vedere il rettore a pochi metri da lui, impegnato con un piccolo gruppo di insegnanti.
Abbassò appena il viso cercando di far finta di nulla, sperando che il signor Wood non lo vedesse ma, tanto per cambiare, non fu fortunato; l'aveva superato di soli due passi quando si sentì richiamare dalla sua voce profonda.
-Signor Gray? Ma che piacere vederla!- esclamò quando il moro si voltò e, avvicinandosi, gli tese la mano -Nonostante frequenti questa facoltà sono poche le occasioni in cui riesco ad incontrarla! Come sta? Perché non è più venuto a trovarmi?-
Brad gli strinse la mano e si sforzò di sorridere: non poteva di certo dirgli che cercava disperatamente di evitarlo!
-Sto bene signore, la ringrazio, e mi dispiace non poterle dedicare più tempo, ma tra studio e lavoro sono davvero impegnatissimo, non riesco quasi ad uscire neanche con i miei amici.-
-Oh non si preoccupi, capisco che preferisca passare il tempo libero con una bella ragazza piuttosto che prendere un the con un vecchio come me!- lo prese in giro con un gran sorriso e, malgrado il disagio iniziale, il giovane si ritrovò a ridere insieme a lui.
Dopo qualche minuto Brad si costrinse a fare quella domanda che gli premeva davvero e, dopo un profondo respiro, si decise a parlare.
-E...e James come sta?-
-Benissimo! Adesso sta preparando un esame parecchio difficile e quasi non esce dalla biblioteca, ma almeno il fine settimana riesce a trovare un po' di tempo per uscire con gli amici. E sa una cosa? Anche se lui non me lo dici, credo che stia frequentando qualcuno!-
-Ehm...sono contento che stia bene.-
-Beh, il merito è anche suo signor Gray. Non la ringrazierò mai abbastanza per quello che ha fatto.-
-Non ho fatto nulla, davvero...ora...devo proprio andare, o arriverò tardi a lavoro.-
-Ma certo, ma certo! E' stato un piacere vederla.-
-Anche per me...buonasera.-
Una volta chiuso in macchina Bradley si concesse di tirare un sospiro di sollievo: parlare con Henry Wood lo metteva sempre a disagio e lo sfiancava quasi avesse corso una maratona, e queste sue reazioni non accennavano a sparire malgrado fosse passato più di un anno da quando aveva lavorato per lui.
'Cavolo, è già passato un anno...' si ritrovò a riflettere mentre il viso sorridente di James gli si affacciava alla mente.
In quei lunghi 13 mesi aveva avuto poche occasioni di vedere il piccolo Wood, e ogni volta che capitava i sensi di colpa gli stringevano dolorosamente il cuore in una morsa gelida, ricordandogli l'enorme sbaglio che aveva commesso quasi ci fosse la possibilità che lo dimenticasse. Era impossibile, si disse, era assurdo anche solo ipotizzare una simile evenienza: non poteva e non voleva dimenticare la sua colpa; anche se era passato un anno il suo delitto restava e non poteva essere cancellato, e doveva solo sperare che il giovane James avesse superato al meglio quell'incidente.
Con un sospiro profondo si decise a mettere in moto la macchina e a partire prima di rischiare di arrivare in ritardo al lavoro.
Totalmente immerso nei suoi pensieri, sussultò sorpreso quando il suo cellulare prese a squillare rompendo il silenzio ovattato dell'abitacolo.
-Si?- borbottò dopo aver indossato l'auricolare bluetooth.
-Bradley!-
Un sorriso incurvò le labbra del moro sentendo la voce di Michael.
-Ciao Mike.-
-'Ciao' un corno! Non ti sei più fatto sentire!-
-Scusa dolcezza, ho avuto da fare; tra studio e tirocinio ho pochissimo tempo libero.-
-Uh d'accordo, stavolta ti perdono. Però voglio un appuntamento, questo sabato.-
-Va bene, passo a prenderti alle sei.-
-Perfetto! A sabato!-
E anche dopo aver chiuso la conversazione un sorriso disteso continuò ad incurvare la sua bocca.

***

Quando Bradley si chiuse la porta dello studio legale alle spalle e salì in macchina la soddisfazione per l'appuntamento con Michael era stata completamente dimenticata e in compenso aveva i nervi a fior di pelle: aveva litigato con l'avvocato per via del suo contratto da tirocinante e sui suoi turni di lavoro e aveva rischiato seriamente di mandarlo a quel paese. Per fortuna era riuscito a trattenersi in tempo e così aveva evitato di buttare nella spazzatura sei mesi di tirocinio.
Stava progettando di passare il resto della serata davanti alla tv guardando un film horror con birra e pizza, ma i suoi piani andarono in frantumi nel momento in cui, sotto casa sua, vide Michael appoggiato al muro con le braccia incrociate, una sigaretta in bocca e una busta abbandonata ai suoi piedi.
Parcheggiò e lo raggiunse velocemente mentre il nervosismo lo abbandonava pian piano. Stare con Michael lo rilassava, gli faceva dimenticare i suoi problemi e le sue preoccupazioni; dopo averlo frequentato per un po' aveva creduto di essersi innamorato di lui, ma alla fine erano entrambi arrivati alla conclusione che non erano fatti per essere una coppia in senso romantico: andavano d'accordo, erano amici, a volte uscivano insieme, ma per lo più potevano considerarsi compagni di sesso.
-Ehi dolcezza, che ci fai qui?-
-Perché aspettare a sabato quando siamo liberi stasera?- rispose con un sorriso malizioso mentre si avvicinava a lui per avvolgergli le braccia intorno al collo -a noi non serve un appuntamento, no?- e subito lo attirò a se per baciarlo con passione e, dal canto suo, Brad non tentò di sfuggire al contatto.
-Uh...direi che è meglio entrare prima di congelare...- disse ad un soffio dalle sue labbra.
-Ci penso io a scaldarti.- ridacchiò Mike prima di mordicchiargli il labbro inferiore.
Salirono velocemente le due rampe di scale che portavano all'appartamento del moro e, una volta dentro, non aspettarono neanche di essere in camera: Michael abbracciò l'altro nel momento stesso in cui la porta si chiuse alle loro spalle, e baciandolo con foga si strinse a lui con forza quasi volendo entrargli nella pelle. Bradley, ancora nervoso ma incredibilmente eccitato, non si lasciò sfuggire l'invito del compagno: afferrandogli una coscia lo esortò ad avvolgergli le gambe intorno alla vita e, senza smettere di baciarlo, continuò ad avanzare finché non raggiunse il salone, la stanza più vicina all'ingresso. Lasciò cadere il ragazzo sul divano e gli fu subito addosso, riunendo le loro labbra e afferrando e tirando il bordo del maglione per toglierglielo. Davanti all'evidente desiderio e al poco autocontrollo mostrati dal moro, Michael si fece sfuggire una risatina divertita e, senza dargli la possibilità di opporsi, lo spintonò con forza facendogli perdere l'equilibrio per buttarlo così a pancia in su sul tappeto; subito si sedette a cavalcioni sul suo bacino mentre si toglieva velocemente il maglione e la camicia, imitato dal compagno. Una volta a petto nudo Brad infilò le dita tra i corti capelli rossi dell'altro, tirandolo verso di lui e riprendendo a baciarlo mentre spingeva la propria eccitazione contro quella dell'altro, maledicendo i vestiti che ancora aveva addosso. Approfittando della presa sui suoi capelli tirò indietro la testa del partner, esponendo così il collo sottile all'attacco famelico della sua bocca, e intanto cercava di slacciarsi la cintura . Sfuggendo alla presa di Brad, il rosso ridacchiò e scivolò verso il basso per arrivare all'altezza del rigonfiamento tra le gambe muscolose dell'amante e, mentre gli schioccava qualche leggero bacio sull'addome, gli slacciò i pantaloni e li abbassò insieme ai boxer il tanto che bastava per esporre l'erezione calda e pulsante che nascondevano. Gray si lasciò sfuggire un'esclamazione quando sentì le sue morbide labbra avvolgerlo completamente e, quando Mike cominciò a suggere con impeto, non riuscì a trattenere i gemiti di piacere. Preso sempre più dalla passione e dal desiderio non poté resistere oltre: per quanto piacevole la sua bocca non era sufficiente ad appagarlo, voleva di più, voleva tutto, voleva una piena e totale soddisfazione e non avrebbe atteso ulteriormente per averla. Si mise a sedere e lo costrinse a smettere di leccarlo e, dopo averlo baciato con trasporto sentendo così il proprio sapore sulla lingua, lo fece mettere carponi davanti a lui. Si liberò degli ultimi indumenti che ancora aveva addosso e si appoggiò alla schiena del compagno, prendendo a mordicchiargli il collo e la nuca mentre gli sbottonava i pantaloni e glieli abbassava insieme alla biancheria intima. Michael si lasciò scappare un gemito acuto quando le dita bollenti del moro si strinsero intorno al suo membro masturbandolo velocemente, e quei gemiti trattenuti a stento si trasformarono in vere e proprie invocazioni quando Bradley cominciò a prepararlo.
-Ah..Brad!- ansimò mordendosi le labbra quando il morso torse le dita e poi le aprì a forbice, stimolandolo ed eccitandolo sempre di più -aaah...basta...non posso...-
Bradley ghignò eccitato dalla vista di quel viso stravolto dal piacere e, con il corpo infiammato dalla lussuria, tolse le falangi e indirizzò la propria erezione verso quell'apertura appena dilatata. Mike rimase senza fiato e boccheggiò in cerca d'aria nel momento in cui l'amante si spinse dentro di lui con un'unica, impetuosa spinta senza smettere di accarezzarlo tra le cosce, per poi cominciare a muoversi avanti e indietro ad un ritmo incalzante, sempre più veloce, sempre più frenetico, affondando ancora e ancora tra le sue carni bollenti. Una volta afferrato il ritmo il rosso cominciò ad assecondare e a seguire i movimenti dell'altro, andando incontro alle sue spinte profonde mentre il piacere cancellava qualunque altra cosa intorno a lui permettendogli di concentrarsi solo ed esclusivamente su quel corpo caldo e sudato che gli premeva addosso con il suo peso e che lo stava facendo impazzire.
Ben presto le spinte divennero più scontanti e frenetiche e, ormai raggiunto il limite, Michael venne tra le mani del compagno con un grido di liberazione, seguito a breve dal moro che raggiunse l'orgasmo liberandosi dentro di lui.
Esausto e con il respiro affannato Brad si lasciò cadere di fianco mentre Mike si abbandonò dov'era, prono sul tappeto, incapace di muovere un muscolo, ansimando e tentando di riprendere fiato.
-Certo che il pavimento non è il luogo ideale...piuttosto scomodo.- gli fece notare una volta tornato in grado di parlare, e ciò fece ridere il partner.
-Sei stato tu a saltarmi addosso appena entrati, non incolpare me.-
Il rosso si sollevò sui gomiti e guardò l'altro mentre un sorriso soddisfatto gli incurvava le labbra.
-Cazzo, da quand'è che non ci lasciavamo andare così?- borbottò avvicinandosi al compagno per poterlo baciare.
-Decisamente troppo tempo!- fu la risposta divertita che ottenne prima di essere preso di peso e portato in camera da letto.
-Abbiamo fatto un macello sul tappeto.- mormorò per nulla interessato alla cosa mentre fissava le macchie bianche che contrastavano con il viola scuro del tessuto. -Dovremmo pulire.- aggiunse chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare tra le braccia forti del moro. -In un altro momento: adesso abbiamo una doccia che ci aspetta.-

---

Quando Bradley aprì gli occhi in un primo momento non riuscì a capire cosa avesse disturbato il suo sonno tranquillo. Istintivamente si voltò verso Michael pensando fosse stato lui a chiamarlo ma lo trovò profondamente addormentato.
'Sarà stata la mia impressione' si disse girandosi su un fianco ma, proprio quando stava per riappisolarsi, sentì nuovamente quel rumore che lo aveva svegliato. Si mise a sedere e, sbadigliando, si alzò per andare ad aprire la porta. Si stiracchiò e si sistemò i boxer, poi aprì l'uscio dell'ingresso trattenendo a stendo un altro sbadiglio.
-Che c'è?- borbottò grattandosi la nuca, poi le braccia le ricaddero lungo i fianchi mentre la sorpresa gli mozzava il respiro. -James?- mormorò quasi senza voce, convinto che la figura davanti a sé fosse solo frutto della sua immaginazione.
-Sono venuto a chiudere i conti.- fu la risposta secca che ottenne e, mentre incontrava lo sguardo smeraldino dell'altro, la sicurezza e la forza che emanava lo fece indietreggiare di un passo.

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