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Autore: Horan_my hero    06/12/2012    2 recensioni
'Cause everything's gonna be alright' Devonne ha sempre creduto nelle parole del suo amato idolo. Riuscirà un giorno ad essere realmente felice?
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"I always needed time on my own..
I never thought I'd need you there when I cry.
And the days feel like years when I'm alone,
And the bed where you lie is made up on your side."
 
 
Mi manca la mamma..e non riesco a trovare una risposta, per cui papà sia cambiato così velocemente, dopo la sua morte. Perché doveva farmi del male? Perché ci trovava gusto a picchiarmi, a chiudermi in casa per giorni, senza vedere la luce del sole? Per me era come stare in una galera, se non peggio. Non penso di meritarmi tutto questo, eppure..eccomi quà, con dei lividi in ogni parte del corpo, rinchiusa in una misera stanzetta, con pane e acqua.
Papà bussò di nuovo alla porta:
'Hai fame? Vieni a mangiare, sennò ti butto quella merda, e non mangi più niente fino a domani.' urlò.
'Io non ho..non ho fame.' bisbigliai. 'Fai come vuoi.' rispose a suo tono.
Restai sul letto,  per un paio d'ore, girandomi da una parte, o dall'altra, cercando di trovare una buona postazione per rilassarmi, ma poco dopo ripensai che mi era rimasta ancora un'ora per uscire un po' di casa, che non avevo sprecato di mattina.
Andai in salone e chiesi a Robert di poter uscire, fortunatamente non fece storie, così  presi la borsa, il cellulare, e mi diressi al parco.
Come al solito, mi infilai le cuffie nelle orecchie, ed iniziai ad ascoltare Justin, mentre mi dirigevo per il parco.
"I will never say never! I will fight till forever! whenever you knock me down, I will not stay on the ground. Pick it up, Pick it up, Pick it up, Pick it up up up, and never say never."
Justin aveva ragione..Io dovevo combattere, dovevo sconfiggere Robert. Io dovevo cambiare, ma avevo paura che lui potesse riabbattermi in un batter d'occhio.
Dovevo ascoltare quello che diceva Justin nella canzone.. 'whenever you knock me down, I will not stay on the ground.' e proprio per questo dovevo trovare un modo per togliermi di mezzo quel mostro.
Arrivata al parco, mi sedetti su una panchina, e iniziai a pensare ad un modo per scappare, per fuggire da Robert.. e come al solito, qualcuno mi interruppe.
'Ehi.' una voce calda dall'accento irlandese cercò la mia attenzione.
Alzai lo sguardo, e... Oh no, di nuovo lui. 
'Che ci fai qui? vai via, non dovrei stare con te.' temevo che Robert mi avrebbe visto.
'Niente, facevo un giro, e ti ho vista.' -rispose.-'E' successo qualcosa?' continuò.
'N-no, è che...non voglio che tu stia qui.' Mentivo. Non so come, ma provavo attrazione per quel biondino lì, di cui non sapevo neanche il nome.
'Ti ho fatto qualcosa di male?..' mi chiese preoccupato.
'No, ma non voglio stare con te!' mi alzai di scatto dalla panchina, e mi diressi all'uscita del parco, o almeno cercai di uscire, ma lui mi prese delicatamente per il braccio.
'Ehi..ehi, aspetta.'  cercò del contatto visivo con me, ma io ero a testa bassa, e non avevo intenzione di perdermi nei suoi occhi.
'Lasciami stare..per favore.' lo implorai. 'Ti lascio stare, ma resta qui, ti prego. Mi  piacerebbe sapere cosa ti è successo.' 
'Ma neanche ti conosco..Ora lasciami stare, ho da fare.' cercai di liberarmi dalla sua mano, che era attorno al mio braccio. Lui mi tirò verso di lui, e con l'altra mano, alzò il mio viso, su cui cadde una lacrima. Eravamo faccia a faccia, lui mi guardava negli occhi, con i suoi bellissimi fari azzurri, ed io facevo lo stesso. Lui aveva un buon profumo, sembrava  portasse 'Chanel Blu'. Conoscevo benissimo quel profumo, lo metteva Robert quando amava prendersi cura di se stesso, prima che mamma morì. Le sue labbra erano a qualche centimetro dalle mie labbra, e il mio stomaco si stava torcendo come non mi era mai successo in vita mia. Ma come poteva farmi un effetto così, uno biondino che non avevo mai visto in vita mia? Non trovavo risposta.
Restammo a fissarci per qualche secondo, e poi cercò di prendere confidenza.
'Ti brillano gli occhi..' aveva sussurrato.
Subito dopo persi il contatto visivo, e scappai fuori dal parco. Tornai immediatamente a casa, sperando che Robert non avesse visto niente di tutto questo.
'Sono tornata a casa Rob..ehm, papà.' 
'Si può sapere dove sei stata?' come al solito, urlava. 'Mi sono fatta un giretto al parco.'
'E chi c'era con te?' cercava di nuovo un modo per accanirsi contro di me, non ce la facevo più, avevo paura.
'Non c'era nessuno..nessuno.'  risposi. 'FIla in camera tua, non aspettarti del cibo, te la sei cercata.' 'Ok, papà..Buonanotte.'
Andai in camera, mi accasciai vicino al termosifone, sotto la finestra, e pensai a quello che successe oggi con quel biondo. Forse dovevo farmi aiutare, o forse no. 
Dopo due o tre ore mi sdraiai sul letto, per dormire. Avevo tanta fame, ma non potevo mangiare. Così decisi di dormire, per non pensare a niente.
La mattina dopo mi svegliai più tardi del solito. Andai in bagno a lavarmi il viso, ma poi tornai in camera a non fare niente, o meglio, a pensare ad una via d'uscita.
Dovevo fare qualcosa, non potevo continuare a vivere così, a vivere nel terrore.
'Potrei..andare da nonna! Se l'avessi..Oppure..No, non si può fare.' 
Non trovavo soluzione, fino a quando non decisi di scappare definitamente. Non avevo un posto dove restare, non avevo molti soldi nel mio salvadanaio, ma qualunque cosa pur di scappare da Robert.
Era notte fonda, perciò era il momento migliore per preparare le valige in silenzio, e andarsene da quella baracca. 
Così presi una borsa abbastanza grande, ed infilai il necessario per la mia "gita" a Londra...sotto i ponti.
Lo zaino era pronto, mi misi un giubbino con una sciarpa per coprirmi, e portai una coperta.
Aprii piano la porta della camera, la camera dove dormiva Robert era completamente aperta, e lui russava tantissimo. In punta di piedi arrivai alla porta principale.
Tirai fuori le chiavi e pian pian le infilai nella porta, girandole delicatamente fino ad aprirla. Ero fuori, finalmente. Erano le 5.00; mi incamminai in un posto isolato, vicino i  ponti. 
Dopo una ventina di minuti arrivai, preparai la coperta, e mi ci infilai, appoggiando le spalle al muro, e tenendo lo zaino stretto a me.
Si fecero le 9.00, e il telefono che tenevo nel mio zaino squillò. Era Robert. 
 
Saaalve.
Vi è piaciuto il capitolo? Recensite qui sotto, dai! Vi lascio con queste cinque meraviglie.(:
  
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