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Autore: Horan_my hero    03/12/2012    2 recensioni
'Cause everything's gonna be alright' Devonne ha sempre creduto nelle parole del suo amato idolo. Riuscirà un giorno ad essere realmente felice?
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"In my memory, all the small things, like daggers in my mind
In my memory, while my head bleeds, the words I'll never find
That I always meant to say to you I can't.."
 
Nella mia vita sono rimasti solo tristi ricordi. Non riesco davvero a ricordare un bel giorno passato con la mia famiglia, o con i miei amici..forse perché non ho mai avuto una vera famiglia, o delle persone che mi volevano realmente bene.
Sono ormai passati sette anni da quando mamma non c'è più..E bhé..mio padre è cambiato in tutto e per tutto. 
Sono Devonne, vivo a Londra da quando avevo cinque anni, sono  una semplice ragazza, ed oramai depressa a causa della vita buia che il Signore mi ha dato. Ho degli occhi verdi, verdi smeraldo..Ma non sono più così belli da quando mamma non c'è più,ora non brillano più. I miei capelli arrivano quasi fino al fondo schiena, e sono castani. Non sono molto alta, e neanche tanto magra..Insomma, amo il mio corpo così com'é, a parte i miei lividi causati da mio...Papà.
E' diventato aggressivo, cattivo, senza cuore. Mi tiene in casa per giorni interi, come se fossi un cane al canile. Ogni giorno trova una scusa per picchiarmi, ed io tengo tutto questo dentro di me, perché, bhè..Non ho amici, non ho una migliore amica con cui sfogarmi.
Ora ho diciassette anni, e mio padre mi permette di uscire soltanto un giorno alla  settimana, per due ore massimo.
In realtà non mi piace neanche più chiamarlo 'papà'.. semplicemente perché lui non mi ama più come un padre ama i suoi figli, perciò lo chiamerò semplicemente..Robert.
L'unica persona che ormai mi è 'accanto' con la sua musica da 2 anni è Justin Bieber. Penso che se non ci fosse stato lui, con la sua musica, avrei già pensato ad una cosa come il suicidio.
Sento bussare forte alla porta della mia camera.
"Svegliati, adesso!" Era pap..ehm, Robert.
Aprii lentamente gli occhi per poi far uscire un filo di voce."Ora mi alzo subito."
Appena alzata, mi preparai i vestiti da mettermi e corsi in bagno per lavarmi.
Misi una felpa larga, blu, con dei pantacollant, e le mie amatissime Nike, bianche.
mi legai i capelli da una parte, facendomi una lunga treccia, e misi un filo di trucco, dopo chi che scesi di sotto per fare colazione.
"Questa è la colazione, che ti piaccia o no."
"Grazie." risposi rigidamente.
La pasta avanzata del giorno prima.. C'è di meglio? Certo che si, ma non potevo lamentarmi.
Mangiai tre o quattro rigatoni, e decisi di uscire un'oretta, a fare una vera colazione.
"Sono piena, non ho fame." dissi.
"Ah, allora quella roba te la mangi a pranzo." rispose seccato.
"Ok, ok..Posso andare a fare un giro?tra un'ora sono a casa.." "Vai via, vai."
Presi il telefono, ci attaccai le cuffie, ed iniziai a camminare verso il bar con il mio amato Justin.
"Cause everything's gonna be alright" continuava a ripetere nella canzone, ma io non riesco davvero a trovare una fuga da quell'uomo, per pensare che tutto dovrà andare bene, un giorno. Dopotutto ci credo ancora, continuo a credere che un giorno sarò felice, con o senza di lui. E' per questo che continuo a credere in me, che continuo ad amare Justin, perché è  lui che mi da speranza.
Arrivata al bar, tolsi le cuffie,mi sedetti, e chiamai il cameriere per ordinare.
"Posso aiutarla?" chiese il signore. "Un cornetto, ed un succo di frutta alla pera, grazie."
"Glielo porto subito."
Presa da ciò che stavo facendo, mi sentii toccare la spalla, mi girai appena, ma mi bastò per vedere chi era.
Era un ragazzo biondino tinto, con dei bellissimi occhi azzurri, come il colore del cielo. Indossava una t-shirt bianca, e dei pantaloni beige con delle comode converse bianche.
"Scusami.."-disse-"Deve essere il tuo telefono questo. L'ho visto cadere dalla tua tasca." sorrise. Non so perché, ma appena lo fece, mi venne un magone allo stomaco incredibile.
"Ah...Grazie." dissi prendendogli il cellulare dalle mani. "Di niente.."rispose.
"Ecco a lei signorina." spuntò il cameriere con il vassoio. "Grazie mille, quanto le devo?"
"3.50 £" "Ecco a lei, tenga il resto."
Presa dalla fame, addentai il mio cornetto senza accorgermi che quel ragazzo biondo continuava a guardarmi, stranamente.
Subito dopo bevvi il succo, e corsi via dal bar, riattaccando le cuffie alle mie orecchie.
Presa dalla musica del mio Justin, non notavo niente di ciò che mi stava attorno, pensavo solo alla vita di merda che avevo, per questo qualcuno mi venne addosso correndo, ed io ovviamente, cascai per terra come un'imbecille.
"Ehi ma che ti prende?" Gli urlai contro togliendo le cuffie che avevo nelle orecchie, e non sapendo ancora chi era.
"Scusami davvero. Non l'ho fatto apposta." Guardai la persona..Era di nuovo quel biondino tanto carino. Cercò di aiutarmi, ma lo respinsi.
"Lasciami stare, non è giornata." gli andai contro. "M-mi dispiace. Devo andare, scusami..di nuovo." Possibile che non notai nessun tono o espressione brusca, sul suo volto, anche dopo avergli urlato contro? Ah già..Non era Robert. Era solo un semplice ragazzo, disposto ad aiutarmi.  Ma ormai me la prendevo con tutti, ce l'avevo con il mondo intero, non sapevo più cosa significasse la parola 'amore' dopo la morte di mia madre. 
Strada facendo iniziai a pensare di nuovo a quel biondino. Perché uno sconosciuto mi  faceva questo effetto? Perché i miei occhi si illuminarono le prime due volte che lo vidi? Insomma, i miei occhi sono così spenti, bui, da quando la mamma se n'è andata.
"Papà..Sono tornata." dissi sbattendo la porta.
"Chi era quello?" Mi urlò. "Quello chi?" chiesi.
"Chi era quel ragazzino che ti ronzava attorno?" Dissi prendendomi per la felpa e sbattendomi al muro. "Io..N-non lo so. Mi ha solo raccolto il cellulare che mi era caduto, ma non lo conosco.." Ecco, di nuovo. Stava per picchiarmi. Sentii di nuovo l'odore della paura, del terrore, non c'era via di scampo. "Gli hai detto qualcosa? Non hai chiamato nessuno, vero? Sono io tuo padre, tu non te ne andrai mai da quà, sia chiaro!" Iniziò a strattonarmi,  a prendermi a calci, ed io ormai ero a terra, piena di dolori, da tutte le parti. Piangevo, ma non mi lamentavo, altrimenti mi avrebbe fatto ancora più male.
"Se continui così, non ti farò uscire mai più, OK?" Continuava a strillare. Così scappai in camera, e di nuovo mi infilai le mie cuffie, accasciandomi sul letto, sotto le lenzuola, ascoltando di nuovo le parole di quella canzone, del mio amato Justin:'Cause everything's gonna be alright..BE ALRIGHT.' pensando realmente che un giorno me ne sarei andata da quel...mostro.
 
Ciaaao a tutti. c:
Questa è la mia prima FF che pubblico. Spero vi piaccia, davvero. Per favore, potreste lasciare un piccolo commento qui sotto? Accetto critiche.(:
 
  
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