Premessa.
Sapete quando scrivete un capitolo e vi piace, sul serio, ma più lo leggete e rileggete e più... non funziona?
Ecco, questo è quello che è successo in questo paio mesi. Ho scritto metà del capitolo 12, l’ho letto e riletto cinquanta volte, ho perfino postato degli spoiler nel profilo facebook, ma... Non va. Non funge.
Così ho deciso di cancellare e riscrivere tutto.
VOGLIO CHE FUNZIONI, ci tengo troppo. Ci sono però alcune parti, questa parte in particolare, che voglio comunque condividere con voi. Perché racconta di loro, ma non riesco a farla entrare nella nuova versione del capitolo.
Da collocarsi prima del capitolo 12.
Buona lettura!
 

Beautiful Mess – extra #2

"Do it all again!"

«Katy Perry?! KATY PERRY?!»

«Sai leggere?»

«Non ci posso credere!»

«Credici, Edward. Credici.»

«Ti ho lasciata che ascoltavi buona musica e ora ti ritrovo a comprare… quello?»

«Se ti può consolare, la ascolto solo nei momenti di esaltazione.»

«Sì, e in quelli di tristezza cosa metti su? I Blue?» chiese, sprezzante.

«Oh, non rompere! La vita è già abbastanza pesante di suo, ogni tanto un po’ di musica poco impegnativa non può far altro che bene…»

«Poco impegnativa? Qua si parla di vera e propria spazzatura! Voglio dire, ci sono capolavori che rallegrano le tue giornate o muovono le tue emozione senza necessariamente scadere nel banale e commerciale. Queste canzoni invece si dovrebbero solamente scaricare… nel cesso.»

«Sono d’accordo, ma fino ad un certo punto…»

«E infatti è da quel punto in poi che sbagli!»

Da quando si erano ritrovati davanti casa Swan per andare a Port Angeles tutti insieme, Edward e Bella avevano cominciato a battibeccare per ogni minima cavolata. I Newton avevano concesso alla loro commessa il Venerdì pomeriggio libero – come ringraziamento per aver rinunciato al Lunedì precedente per stare in negozio – e così, sotto suggerimento di Alice, avevano deciso di passare un pomeriggio di relax al centro commerciale. Ma quei due non la smettevano un attimo di azzuffarsi. Avevano raggiunto l’apice nel momento in cui avevano messo piede nel negozio di dischi, cominciando a discutere per ogni CD che cadeva sotto i loro occhi. O meglio, per ogni CD che Bella “si permette anche solo di guardare”, diceva Edward. Era sempre stato uno di quei fanatici che arrivava perfino a giudicare una persona in base ai gusti musicali - o di libri, o di film, o di tutto… - e ovviamente non si asteneva dal criticare. Erano entrambi per la libera espressione di ogni individuo in ogni forma ma, mentre Bella era una ferrea sostenitrice del de gustibus non disputandum est, Edward non fiatava solamente quando i suddetti gustus coincidevano con i propri. Il “comprendo anche se non condivido”, che era alla base di ogni interazione umana di Bella, era un concetto del tutto sconosciuto ad Edward Cullen.

«Tu che li hai visti, come dire, rapportarsi più spesso… Sì, insomma, quando la smettono?» chiese diretta Angela, evitando inutili giri di parole «Sono uscita da quel negozio per non sentirli più!»

«Quando qualcuno li interrompe o quando dal semplice bisticcio passano a litigare sul serio» rispose Alice, godendosi la scenetta. Sì, perché infondo lei si stava divertendo a rivederli così. «E anche cambiare argomento, non serve: tornano sempre a parare al primo oppure cominciano a discutere sul secondo.»

«… e ovviamente per capire la buona musica ci vuole una certa intelligenza che tu possiedi e il resto del mondo no, vero?» arrivò alle loro orecchie la voce di Bella.

«Non è intelligenza, è buongusto» la rimbeccò Edward «E tu ne avevi, prima.» Prima di metterti con Black.

«Beh, te lo ripeto, niente è più come prima» replicò lei, ma senza la serietà con cui lo aveva detto le altre volte.

«Invece a me sembra tutto esattamente come prima» commentò Alice tra sé.

«E poi potrò ascoltare ciò che mi pare?» continuò Bella, esasperata. Aveva voglia di strozzarlo.

«Non se ascolti Katy Perry!»

Perfino Alice cominciò a spazientirsi. D’accordo, li trovava adorabili ma erano decisamente peggiorati, non ne poteva più. «Vado a fermarli o… schiaffeggiarli, non lo so. Mi farò trasportare dall’ispirazione!» A passo lesto li raggiunse, sentendo ancora suo fratello blaterare disdegnato qualcosa sulla musica house e dei tunz tunz che Alice non comprese. «D’accordo, Messia della musica! Qualunque cosa tu stia dicendo, hai ragione! Basta che la piantate, subito! Tu, vieni con me!» ordinò autoritaria a Edward, tirandolo per un braccio verso una pasticceria. «Abbiamo una torta da scegliere!»

«Edward?» lo richiamò Bella, mentre si allontanava «“This Friday night, do it all again!”»

«Che c’è?» chiese ad Angela, che continuava a fissarla senza parlare. La sua amica prese l’arma del delitto dalle mani e le lanciò un’occhiata incuriosita.

«Non mi hai mai detto di volerlo comprare…»

«Infatti non è per me, è per Renée. Ti pare che io compri un disco di Katy Perry e non quello dei Florence and the Machine?» replicò, come se avesse detto un’eresia. Era vero, aveva imparato ad ascoltare qualche canzone ma solo a causa della stretta convivenza con sua madre, che invece ne era una fan assatanata. Quelle canzoni la aiutavano a rivivere il suo teenage dream.

«Scusa, e voi avreste fatto tutto quel casino per…?»

«Questione di principio» rispose lei, semplicemente.

E perché mi diverte farlo esasperare.

Perché è stato come tornare ai vecchi tempi.

Perché noi siamo così, ci attacchiamo per ogni cavolata.

Perché quello è il nostro modo di stare vicini.

Ma soprattutto perché Bella pensava che lasciare che tornasse tutto come un tempo… Beh, non sarebbe stato poi così difficile.