Eccomi… Posto il nuovo
capitolo =)
Sono rimasta indietro con la
stesura di questa storia perché mi son ritrovata a partecipare a dei contest…
Comunque non vi preoccupate: ho già scritto i prossimi due capitoli! =) andare
avanti dopo quelli sarà un po’ un problema… Diciamo che sono anche rimasta
indietro con lo studio, perciò mi prenderò una pausa dalla scrittura almeno
fino a gennaio… O magari scriverò, ma senza pubblicare (in sostanza non
garantisco gli aggiornamenti XD).
… Bei tempi quelli in cui
aggiornavo tutti i giorni…
Comunque, bando alle ciance,
ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce! =)
Buona lettura =)
Risposta
Eva
era molto nervosa all’idea di condividere di nuovo il letto con Tom. Certo, non
vedeva l’ora e certo, l’avevano già fatto… Ma allora non c’era quel tipo di rapporto fra loro. Lui cosa
avrebbe fatto? Avrebbe preteso da lei certe
cose tutti i giorni?
In
realtà Tom si mostrò molto dolce. Una volta che si furono messi il pigiama si
sdraiò sul letto e le scostò il lenzuolo, in modo da farle spazio. Eva si buttò
a capofitto fra le sue braccia e lui la strinse, dandole dei baci affettuosi
fra i capelli.
Passarono
una notte tranquilla e si svegliarono tutti accaldati e sudati perché avevano
dormito avvinghiati l’uno all’altro. O meglio: Tom non aveva lasciato andare
Eva per tutta la notte e anche ora, mentre la ragazza era sveglia, poggiava la
testa sul suo seno e sembrava felice e beato nonostante il caldo.
Eva
sorrise dolcemente e gli carezzò i capelli.
Questo
lato di Tom era sconosciuto ai più: la ragazza intuiva che era solo per lei e
non poteva che provare un moto d’affetto verso di lui. Il ragazzo decise di
svegliarsi proprio in quel momento e alzò il viso verso Eva, lo sguardo ancora
assonnato, puntellandosi un po’ sui gomiti per riuscire a darle un lieve bacio.
La
giovane ridacchiò e lo strinse a sé.
“Da
quanto sei sveglia?” le chiese lui.
“Non
molto, in realtà. Nemmeno cinque minuti.”
Tom
sbadigliò, poi si alzò a sedere e trascinò Eva con sé.
“Ehi!”
esclamò lei “Ma che…”
Lui
la stava baciando con ardore. La ragazza si sentì andare a fuoco e rispose al
bacio quasi con irruenza. Presto si ritrovò le mani di Tom sul suo corpo, che
l’accarezzavano e l’esploravano come già avevano fatto in passato. Con un
sospiro decise di ricambiare quel gesto e presto si ritrovò a toccare Tom
ovunque: il viso, i capelli, il petto, sotto la maglia del pigiama, scendendo…
Il suo desiderio si accese così come quello del ragazzo.
Finirono
per fare l’amore sul loro nuovo letto, di prima mattina, con ancora il sapore
del sonno in bocca.
“…
Eva…” sussurrò Tom, una volta finito, mentre la ragazza in questione era
accoccolata sul suo petto e si godeva le sua carezze.
“Che
c’è, Tom?” chiese lei, tranquilla e appagata. Erano ancora nudi e non avevano
il lenzuolo a coprirli, ma con quel caldo si stava decisamente bene.
“Vorrei
stare così con te per sempre.”
Eva
ridacchiò e nel contempo il suo stomaco brontolò rumorosamente.
“Non
si può, dobbiamo anche mangiare! Comunque non temere: per tutta l’estate
potremo vivere insieme… Non è fantastico?”
La
ragazza percepì Tom sorridere e si decise ad alzarsi.
Dopo
una mezz’oretta erano entrambi pronti e scesero in Sala Grande per la
colazione.
“Ah,
signor Riddle! La stavo per venire a cercare!”
Il
professor Silente stava uscendo dalla Sala proprio mentre loro entravano.
“Mi
dica, professore.”
Il
tono di Tom era così serio e controllato che Eva quasi si mise a ridacchiare,
pensando al contrasto con quello che aveva usato prima – dolce e sensuale –
mentre erano a letto.
“Ho
parlato con il preside Dippet. Lui comprende i tuoi sentimenti e la tua voglia
di conoscere la tua famiglia… E crede che, se me ne avessi parlato prima, certe
cose si sarebbero potute evitare.” il professore scrutò con i suoi penetranti occhi
azzurri il giovane, sottolineando le ultima parole. Contrariamente al solito,
Tom non si mostrò impassibile, anzi: il suo sguardo si fece addolorato e mormorò
un: “Lo so, professore”.
Eva
gli strinse la mano per fargli forza.
Silente
parve estremamente soddisfatto e compiaciuto dalla reazione del ragazzo.
“Per
questo motivo sono più che disposto ad accompagnarti. Se per te va bene
partiremo dopo pranzo… O, se preferisci aspettare, fammelo sapere.”
Tom
rifletté un momento, a testa bassa. Quando alzò il capo il suo sguardo era
duro.
“No,
va benissimo. Oggi pomeriggio.”
“Allora
l’aspetto alle due all’ingresso.”
“Naturalmente
verrà anche Eva… Può venire, vero, professore?”
Silente
sorrise.
“Certamente.”
Il
professore se ne andò lasciando i due giovani soli.
“…
Andiamo a mangiare?” chiese Eva, dolcemente, visto che il ragazzo sembrava
deciso a rimanere fermo sulla porta.
Tom
si riscosse.
“Ma
certo. Andiamo.”
“Tom,
sei sicuro di essere pronto?”
Il
ragazzo sorrise, mentre si accomodavano al tavolo di Corvonero.
“Ma
certo, Eva. Sarà un po’ strano, però… Non vedo l’ora. Voglio davvero capire chi
sono.”
Eva
gli strinse un poco il ginocchio, sorridendo, prima di iniziare a mangiare.
Sarebbe
stato un pomeriggio interessante.