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Autore: Mitsuki91    07/12/2012    3 recensioni
Tom Orvoloson Riddle ha trovato l'amore.
Grazie ad un gioco organizzato da alcuni studenti di Hogwarts è riuscito a conoscere una ragazza che, pian piano, ha fatto breccia nel suo cuore di ghiaccio. Assieme a lei ha scoperto le sue origini e la sua parentela con Salazar Serpeverde, sempre con lei ha scoperto e aperto la camera dei segreti sfiorando la tragedia... Fortunatamente Albus Silente è riuscito ad intervenire in tempo ed i due si sono beccati solo un'enorme punizione.
Ora le vacanze estive sono alle porte, ma né Tom né Eva vogliono tornare a casa... Tom desidera rimanere ad Hogwarts e, soprattutto, vuole capire come mai sedici anni prima sua madre è morta in uno squallido orfanotrofio per darlo alla luce, nonostante fosse una strega.
Che ne sarà di Tom ed Eva? Scopriranno cos'è successo realmente a Merope, e capiranno cosa vogliono fare davvero della loro vita d'ora in avanti?
[seguito de 'L'erede di Serpeverde', a sua volta seguito de 'Il gioco degli inafferrabili']
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non tutto il male viene per nuocere'
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Eccomi… Posto il nuovo capitolo =)
Sono rimasta indietro con la stesura di questa storia perché mi son ritrovata a partecipare a dei contest… Comunque non vi preoccupate: ho già scritto i prossimi due capitoli! =) andare avanti dopo quelli sarà un po’ un problema… Diciamo che sono anche rimasta indietro con lo studio, perciò mi prenderò una pausa dalla scrittura almeno fino a gennaio… O magari scriverò, ma senza pubblicare (in sostanza non garantisco gli aggiornamenti XD).
… Bei tempi quelli in cui aggiornavo tutti i giorni…
Comunque, bando alle ciance, ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce! =)
Buona lettura =)


Risposta

Eva era molto nervosa all’idea di condividere di nuovo il letto con Tom. Certo, non vedeva l’ora e certo, l’avevano già fatto… Ma allora non c’era quel tipo di rapporto fra loro. Lui cosa avrebbe fatto? Avrebbe preteso da lei certe cose tutti i giorni?
In realtà Tom si mostrò molto dolce. Una volta che si furono messi il pigiama si sdraiò sul letto e le scostò il lenzuolo, in modo da farle spazio. Eva si buttò a capofitto fra le sue braccia e lui la strinse, dandole dei baci affettuosi fra i capelli.
Passarono una notte tranquilla e si svegliarono tutti accaldati e sudati perché avevano dormito avvinghiati l’uno all’altro. O meglio: Tom non aveva lasciato andare Eva per tutta la notte e anche ora, mentre la ragazza era sveglia, poggiava la testa sul suo seno e sembrava felice e beato nonostante il caldo.
Eva sorrise dolcemente e gli carezzò i capelli.
Questo lato di Tom era sconosciuto ai più: la ragazza intuiva che era solo per lei e non poteva che provare un moto d’affetto verso di lui. Il ragazzo decise di svegliarsi proprio in quel momento e alzò il viso verso Eva, lo sguardo ancora assonnato, puntellandosi un po’ sui gomiti per riuscire a darle un lieve bacio.
La giovane ridacchiò e lo strinse a sé.
“Da quanto sei sveglia?” le chiese lui.
“Non molto, in realtà. Nemmeno cinque minuti.”
Tom sbadigliò, poi si alzò a sedere e trascinò Eva con sé.
“Ehi!” esclamò lei “Ma che…”
Lui la stava baciando con ardore. La ragazza si sentì andare a fuoco e rispose al bacio quasi con irruenza. Presto si ritrovò le mani di Tom sul suo corpo, che l’accarezzavano e l’esploravano come già avevano fatto in passato. Con un sospiro decise di ricambiare quel gesto e presto si ritrovò a toccare Tom ovunque: il viso, i capelli, il petto, sotto la maglia del pigiama, scendendo… Il suo desiderio si accese così come quello del ragazzo.
Finirono per fare l’amore sul loro nuovo letto, di prima mattina, con ancora il sapore del sonno in bocca.
“… Eva…” sussurrò Tom, una volta finito, mentre la ragazza in questione era accoccolata sul suo petto e si godeva le sua carezze.
“Che c’è, Tom?” chiese lei, tranquilla e appagata. Erano ancora nudi e non avevano il lenzuolo a coprirli, ma con quel caldo si stava decisamente bene.
“Vorrei stare così con te per sempre.”
Eva ridacchiò e nel contempo il suo stomaco brontolò rumorosamente.
“Non si può, dobbiamo anche mangiare! Comunque non temere: per tutta l’estate potremo vivere insieme… Non è fantastico?”
La ragazza percepì Tom sorridere e si decise ad alzarsi.
Dopo una mezz’oretta erano entrambi pronti e scesero in Sala Grande per la colazione.
“Ah, signor Riddle! La stavo per venire a cercare!”
Il professor Silente stava uscendo dalla Sala proprio mentre loro entravano.
“Mi dica, professore.”
Il tono di Tom era così serio e controllato che Eva quasi si mise a ridacchiare, pensando al contrasto con quello che aveva usato prima – dolce e sensuale – mentre erano a letto.
“Ho parlato con il preside Dippet. Lui comprende i tuoi sentimenti e la tua voglia di conoscere la tua famiglia… E crede che, se me ne avessi parlato prima, certe cose si sarebbero potute evitare.” il professore scrutò con i suoi penetranti occhi azzurri il giovane, sottolineando le ultima parole. Contrariamente al solito, Tom non si mostrò impassibile, anzi: il suo sguardo si fece addolorato e mormorò un: “Lo so, professore”.
Eva gli strinse la mano per fargli forza.
Silente parve estremamente soddisfatto e compiaciuto dalla reazione del ragazzo.
“Per questo motivo sono più che disposto ad accompagnarti. Se per te va bene partiremo dopo pranzo… O, se preferisci aspettare, fammelo sapere.”
Tom rifletté un momento, a testa bassa. Quando alzò il capo il suo sguardo era duro.
“No, va benissimo. Oggi pomeriggio.”
“Allora l’aspetto alle due all’ingresso.”
“Naturalmente verrà anche Eva… Può venire, vero, professore?”
Silente sorrise.
“Certamente.”
Il professore se ne andò lasciando i due giovani soli.
“… Andiamo a mangiare?” chiese Eva, dolcemente, visto che il ragazzo sembrava deciso a rimanere fermo sulla porta.
Tom si riscosse.
“Ma certo. Andiamo.”
“Tom, sei sicuro di essere pronto?”
Il ragazzo sorrise, mentre si accomodavano al tavolo di Corvonero.
“Ma certo, Eva. Sarà un po’ strano, però… Non vedo l’ora. Voglio davvero capire chi sono.”
Eva gli strinse un poco il ginocchio, sorridendo, prima di iniziare a mangiare.
Sarebbe stato un pomeriggio interessante.
   
 
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