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Autore: Mari_BubblyGirls    07/12/2012    6 recensioni
Tutto stava andando a rotoli. Mi ero trasferita in questo cazzo di posto, in cui non conoscevo nessuno, a malapena capivo l'accento i irlandese, figuriamoci, a scuola nessuno mi considerava.
La luce dei lampioni era scomparsa, solo la luna si specchiava vanitosa nella superficie del lago. Il parco era il mio posto preferito. Dove si fermava il tempo, rimaneva solo il buio e la calma. Il silenzio.
A volte la luna sembra ridere di te. A volte le stelle esaudiscono i tuoi desideri.
Anche una risata può salvarti. Never say never. E non smettere mai di credere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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«Oh, no non ti preoccupare!» Lo guardai cercando di rassicurarlo, io non avevo freddo, noooo quando mai. E non volevo mica la sua felpa, nooooo quando maaai. Ma malgrado questo, non potei fare a meno di pensare che se avessi avuto la sua felpa ci saremo rincontrati per forza il giorno dopo. «Comunque non lo so.» Dissi cercando di cambiare argomento.

«Sono nato proprio in questa cittadina. Solo che ho viaggiato molto e ormai è uguale parlare in inglese o irlandese. Tieni. » si sfilò la felpa scura e me la lanciò.

In quel momento, mentre rossa come un pomodoro e imbarazzata cercavo di infilarmi la felpa, mi ricordai che ero in pigiama. Fuck. Per fortuna era buio, e se lui non si fosse messo ad osservarmi bene i vestiti, non si sarebbe notato..

io: «ora sarai tu ad avere freddo.» Dissi seriamente preoccupata.

Lui non rispose, continuando a guardare il laghetto, o forse la luna. «Comunque che ci fai qui tutta sola a quest'ora?»

Ebbi uno scatto impercettibile: «Beh, potrei farti la stessa domanda anch'io.»

lui: «Mi mancava questo posto. Da bambino Ci venivo sempre.. E ho preferito venire qui a quest'ora perché.. Diciamo che non mi è molto possibile venire qui di giorno..»

Mi voltai improvvisamente: «Sei un vampiro???» Se avesse risposto di sì, non mi sarei stupita. Aveva un non so che di... magico, anche se questo un po' mi impauriva.

Gettò la testa all'indietro, strizzando gli occhi e rise «Ahahah, no.. Non ti preoccupare e non ricominciare a rotolarti per terra, maialina»

Rimasi a bocca aperta: «... COME SCUSA???»

lui: «Oh scusa, ti ho offeso?»

io: «SI!!!»

Lui si girò con un sorriso a trentadue denti «Non era nelle mie intenzioni, però sei stata troppo divertente!»

io: «Ah! Immagino sia un bene!! … Farò finta di niente!»

Lui rise con quella sua risata adorabile, si alzò e mi chiese: «Hai fame?»

io: «Come potrei avere fame a quest'ora?»

Lui: «... Io ne ho. Mi prendo un barretta di cioccolato» Così dicendo vidi che prendeva un oggetto non bene identificato che doveva essere uno zaino e tolse qualcosa «Sicura di non volerne?»

io «No grazie.»

Lui: «Bene, così me la mangio tutta io!»

Io sorrisi teneramente guardandolo, il cuore aveva preso a tremarmi e lui si ristese nell'erba a fianco a me.

Chiusi gli occhi e pensai che non mi ero portata dietro il cellulare. Ora i miei genitori si sarebbero incazzati a morte.

Lui: «A che pensi?»

Io: «Ai miei che mi scuoieranno viva appena rientrerò a casa.»

Gli andò di traverso un pezzo di cioccolato: «Perché??»

io «Non ho il cellulare, non mi andava di prenderlo, e loro non sanno dove io sia andata»

Aprii gli occhi.

Lui «Beh.. Non puoi incolparli allora. Prova a metterti nei loro panni!»

Io «Oh beh proprio questo l'ho già fatto un sacco di volte!»

Lui «Se sono in pensiero per te significa che ci tengono molto a te.»

io «O forse significa che prendono qualunque scusa per incazzarsi. Con me, poi.»

lui «Ma no.. Sono sicuro che ti amano come ogni genitore ama la propria figlia. A volte sono un po' rompiscatole anzi, più volte direi!, ma lo sono perché pensano che questo sia per il nostro bene ed essendo anche loro umani, fanno il possibile pur sbagliando spesso.»

Le lacrime avevano preso a scivolarmi lungo il viso. Mi scappò un singhiozzo, e me ne pentii subito, non volevo dar l'impressione della ragazza piagnucolona, soprattutto non a quel ragazzo! Me ne scappò un altro, e istintivamente, come se volessi chiudere le porte al mondo, mi coprii il viso con le braccia. Un altro singhiozzo, e sentii delle braccia che mi sollevarono da terra, e poi un abbraccio «Shhhhh non piangere, perché devi piangere?»

Crollai e piansi come una disperata, sulla sua spalla.

«Mi... sig dispiace» singhiozzai «Scusa..»

Tentai di sciogliere l'abbraccio appena mi accorsi che gli avevo infradiciato la maglietta.. e in più c'era freddo e la sua felpa l'avevo io. Mi sciolsi quando mi accorsi che ero appena stata tra la sue braccia. *u* awwwwww

Ma Chissà cosa pensava ora di me. Avevo paura di alzare lo sguardo e trovarmelo davanti così vicino alla luce della luna. Il volto si alzò da solo, senza comando, e incontrai i suoi occhi belli, belli, belli. Da vicino non era semplicemente bello. Lo confondevi per un angelo. Inoltre mi chiesi com'era. Per qualche strano motivo (ok, probabilmente solo perché era buio e non si vedeva una mazza) io vedevo solo gli occhi, i capelli.. e stop. Giusto perché erano ''luminosi''

lui «stai meglio?»

tirai su col naso «sì, grazie.»

Lui «Bene, perché ora ho la maglietta FRADICIA» E nel buio lo vidi sorridere a trentadue denti.

Io (con le lacrime agli occhi): «Oh, scusascusascusa!| Tieni la felpa!» Me la stavo già per togliere, quando lui mi fermò e mi disse: «Non ti preoccupare. Questa tienila tu che hai freddo. Che ne dici però di uscire da qua?»

«Non ti preoccupare. Questa tienila tu che hai freddo. Che ne dici però di uscire da qua?» Mi prese per mano trascinandomi fuori dalla ''tenda''

io «NNNOOOOO... Ehm... perché non rimaniamo qua?» Avevo già fatto abbastanza figure di merda nel giro di un'oretta, tutte esclusivamente con lui.. Non mi andava che ora mi vedesse anche in pigiama ._.

lui: «.. Vuoi diventare cieca? Dai, così ti accompagno anche a casa.. Ah a proposito come ti chiami?»

sperando si dimenticasse di uscire alla luce dei lampioni, esclamai: «IL MIO NOME HA UN'ORIGINE MOOOOOLTO ANTICA.. Ehm... Vedi, taaaanti taaaanti ma taaaaanti anni fa, in un posto moooolto lontano, significava “Principessa”, mentre in Israele significava “Goccia di mare” o anche “Perla di mare”, mentre oggi... »

Vidi che lui inclinò la testa: «Che ne dici se ne parliamo mentre ti riaccompagno a casa?»

sobbalzai: «Noooooo, devo finire la storia qui, sennò... sennò potrei non ricordarmela!!»

lui: «..»

io: «Vabbe' comunque mi chiamo Mary. Tuuu???»

lui «..... ehm..»

io «....?» Perché non rispondeva subito?

lui: «Io mi chiamo..» Per qualche strana ragione si fermò ancora un momento «...James. Mi chiamo James. Piacere» Mi porse la mano. Gliela strinsi e dissi: «Bene James, narrami la storia del tuo nome!»

lui (ridendo piano) «Mary, Te la racconto strada facendo»

io «Perché vuoi proprio andare?? T.T»

lui: «Dato che non vengo qui molto spesso, vorrei stare un po' con la mia famiglia, finché posso..»

Mi riprese per mano (*u*) e questa volta mi trascinò un po' più forte.

Puntai i piedi. «Oh.. che ne dici se vai allora? Io vorrei rimanere ancora un po' qui!!»

lui «.......» Ecco. In qualunque modo ora pensava PER FORZA che fossi una tipa strana.

Mi demoralizzai. «Vedi.. io... a me non piacciono i lampioni.» MA CHE CAZZO DI SCUSA ERA QUELLA?!?! AVEVO IN TESTA CIPOLLE, IO!!! Mi scoraggiai ancora di più e balbettai «cioè.. no non è così.. è che.. beh.. la luce.. il dottore..» Mi stavo scavando la fossa da sola. Anzi, me l'ero già scavata e ora mi stavo solo sotterrando viva, da sola. Decisi che stare zitta era senz'altro la decisione più saggia da prendere.

Lui «....... AHAHAHAHAHAAH dai vieni e non inventarti balle! Cosa c'è che non va?» e senza aspettare una risposta mi fece uscire allo scoperto. Io feci di tutto per rimanere al buio, e zitta zitta tentavo di nascondermi dietro di lui sperando e pregando in cuore che non si girasse NEANCHE UNA VOLTA. Realizzato questo pensiero... lui si girò. Pensai che fosse la fine. E lui urlò.

  
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