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Autore: ThatsClaudia    08/12/2012    3 recensioni
-Ti capisco invece, la mia vita è stata come la tua, Amber.-
-E allora perchè vuoi ripetere quest'incubo anche su di me?- Sposta i suoi occhi azzurri sui miei, ed improvvisamente lo vedo spaventato. L'ho messo di fronte alla verità, non può negare questa volta.
-Questo è il destino di una principessa, non puoi tirarti indietro.-
[...]
-Stai zitta, Amber. Quì comando io, e comando su di te, lei, e tutti gli altri presenti, chiaro?! Ed io non permetto che uno smorfiosetto si prenda la comodità di entrare in camera di mia figlia senza il mio consenso. Oppure che quest'altra smorfiosetta, si permetta di andare a spettegolare con la sua amichetta!-
-Ed io non permetto a te di comandare sulle vite degli altri. Tu hai deciso per la tua, stai rovinando le nostre!-
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Princess
Capitolo due.








Apro l'armadio, iniziando a frugare tra tutti gli abiti. Apro un cassettone, trovando un vecchio registratore di quando ero piccola. Incantata lo prendo, insieme alle sue cuffiette. Mi siedo sul letto, e premo play. Parte della musica classica, quella che mi aveva fatto ascoltare mia mamma, ero innamorata di quelle canzoni. Premo stop e guardo la cassetta, non c'è nome, nè data. l'etichetta è ingiallita e la plastica un po' rovinata dal tempo. 
Non faccio che sorridere mentre l'ascolto, sono dei ricordi bellissimi. Ricordi della mia mamma che non butterei per niente al mondo.
Qualcuno bussa alla porta, mi sflilo una cuffietta dall'orecchio ed esclamo un "Avanti."
-Oh, Amber, sei sveglia.- Alzo lo sguardo, e sorrido alla vista del viso della mia migliore amica.
Entra nella stanza, con un vassoio pieno di leccornie dentro. Si avvicina a me con calma e poi lo posa sul letto.
-Che ascolti?- Dice lei, sedendosi sul mio letto, indicando il registratore.
-Della musica di quando ero piccola, con il registratore di mamma.- Mi sorride un po' triste, poi mi toglie una cuffietta e la mette al suo orecchio. La solita curiosa.
-Mi ricordo di questa canzone.-Sussurra, battendo il piede a terra.
-Già..bei ricordi, eh?- Annuisce, sorridendo.
Premo stop, sfilandole le cuffiette.
-Hey, ma che fai? Stavo ascoltando!-Urla lei, irritata.
-Che ti ha fatto stamattina mio padre, Meg?- Mi guarda, senza emozione, non riesco a capire il suo sguardo.
-Nulla di che, la solita.- la guardo infuriata. -Meg, dimmelo.-
-Stavo portando la colazione ad Harold, sapevo che la sera prima non aveva mangiato nulla per punizione, tuo padre se n'è accorto e con un cazzotto ha fatto cadere tutto il cibo a terra. Ho dovuto ripulire tutto.- La guardo con gli occhi spalancati.
-Non ha mangiato per punzione, e che ha fatto?- Chiedo curiosa.
-L'ha visto uscire da camera tua, Am.- Un pugno in pieno stomaco. A causa mia lui non ha mangiato nulla?
-Oh..- Mi carezza la spalla.
-Non fartene una colpa. E' tuo padre che meriterebbe di non mangiare.- Le sorrido.
Megan Rose Brown, occhi neri come la notte, capelli rossi e mossi, labbra carnose e qualche lentiggine sulle guance. La conosco da quando eravamo bambine. L'ho conosciuta al parco, con mamma all'età di quattro anni. Mia madre e la sua erano diventate molto amiche, e Megan veniva spesso a casa mia per giocare con me, poi..la storia della regina, della principessa, ha rovinato tutto.
Megan a sedici anni è venuta a lavorare per mio padre, per starmi sempre accanto e per sostenermi. Le sono grata, le devo tutto.
-Megan!-Sento la voce di mio padre rimbombare per tutto il corridoio, e istintivamente tremo di paura.
-Vado, Am, il dovere mi chiama.- La vedo alzarsi, ma la blocco per il braccio. 
-Vengo anch'io con te.- Sorride ed insieme usciamo dalla mia camera. Non appena scendiamo le scale notiamo subito la fronte corrugata, le labbra serrate, gli occhi chiusi in due fessure, di mio padre, che fulminano con lo sguardo Megan. Non appena mi nota, rilassa il viso.
-Amber, che diavolo ci fai vestita in questo modo? Sai benissimo che non puoi girare per palazzo in queste condizioni!- Abbasso lo sguardo, notando i miei pantaloni e la cannottiera da notte, piuttosto aderenti.
-Papà, è mattino presto, non ho intenzione di mettermi quei vestiti soffocanti.-
-Per lo meno mettiti una vestaglia!- Sbuffo, scendendo gli ultimi scalini, seguita da Meg.
-Megan, io e te dobbiamo fare un discorsetto.- Dice mio padre, corrugando di nuovo la fronte e guardando assassino la rossa.
-Sì, signore.- Meg abbassa lo sguardo e senza obbiettare va verso di lui.
-Andiamo.-La afferra per il braccio, stringendo la presa, e riesco a vedere il viso di Megan simulare una smorfia di dolore.
No, questo è troppo.
-Papà, smettila.- Mio padre si volta verso di me, guardandomi curioso.
-Smettere, cosa, Amber?- Chiede, curioso.
-Smettila di trattare Megan come una serva, portale rispetto, lei lo fa sempre con te.-
-Ma io sono tuo padre, Amber. Senza di me la signorina si ritroverebbe a spalare merda tra i campi. Dico bene, Brown?- Meg abbassa lo sguardo di nuovo, annuendo leggermente.
-Come puoi essere così crudele, papà? Non ti vergogni?!- Urlo, fuori di me. Non può permettersi di trattarla in quel modo.
-Stai zitta, Amber. Quì comando io, e comando su di te, lei, e tutti gli altri presenti, chiaro?! Ed io non permetto che uno smorfiosetto si prenda la comodità di entrare in camera di mia figlia senza il mio consenso. Oppure che quest'altra smorfiosetta, si permetta di andare a spettegolare con la sua amichetta!"- 
-Ed io non permetto a te di comandare sulle vite degli altri. Tu hai deciso per la tua, stai rovinando le nostre!- Mi guarda, scrutandomi per bene.
Vedo la signora Tiffany uscire dalla cucina e abbassare lo sguardo, come se fosse colpevole.
-Ho detto stai zitta!- Urla di nuovo mio padre, ad un palmo dal mio viso. Potrebbe tirarmi un ceffone da un momento all'altro, ma non si muove. Megan guarda spaventata la scena, impaurita per i movimenti di mio padre.
-Io non ti sto rovinando la vita, Amber, sto cercando di metterti in guardia per il mondo che c'è là fuori!-Dice lui, indicando più volte la grande finestra alle sue spalle.
-Come faccio ad imparare a stare attenta se sono sempre chiusa in questo palazzo?!- Mi guarda arreso, molla la presa sul braccio di Megan e con una spinta l'avvicina a me.
-D'accordo, ho capito.- Sussurra, passandosi una mano sul viso.-Dove sono quegli altri scansa fatiche?- Mi guardo intorno, in cerca di quel qualcuno.
-Harold, Niall, Louis, venite subito quì!- Urla mio padre, ed improvvisamente vedo scendere dalle scale Harry, un castano con un ciuffo sistemato su un lato ed un biondino.
-Ci dica!-Dicono tutti all'unisono, come al militare. Che roba.
-Tenete d'occhio Amber e Megan e..- Si volta verso la cucina.-Tiffany, và con loro per maggior sicurezza.- La signora Tiffany si avvicina a noi titubante.
-Andate adesso, tra due ore vi voglio tutti quì, chiaro?!- Annuiamo e tutti insieme usciamo da quell'inferno.
Non appena usciamo dall'immenso giardino, inspiro l'aria fresca di prima mattina, quella che di solito sento sul balcone, ma quì è tutt'altra cosa.
-Andiamo al mercato.- Dice la signora Tiffany, facendoci strada.
Mi volto verso Megan e le sorrido strafelice, lei ricambia, afferrando la mia mano ed intrecciando le sue dita alle mie.
Per tutto il tragitto nessuno di noi parla, troppo presi a guardarci intorno incantati.
Quando giungiamo al mercato, tutti gli occhi si posano su di me. Fantastico, sanno anche chi sono.
-Ma quella non è la principessa?- Dice una donna sui cinquanta, con un foular al collo.
-Sì, chissà perchè il padre l'ha fatta uscire da palazzo..- Mi volto verso le due signore, loro sembrano spaventate dal mio movimento improvviso, ma per rassicurarle gli sorrido timida.
-Buongiorno, signore!-Urlo io, presa dalla felicità. Le donne mi sorridono e con un cenno della mano mi salutano.
-Buongiorno a lei, altezza.- Altezza? Io mi chiamo Amber, non altezza.
Camminiamo altri minuti, senza smettere di sorridere neanche per un secondo. 
-A quanto pare la viziatella dell'animale è uscita dalla prigione.- Una voce mi arriva forte e chiara alle orecchie, e sentendo quelle parole lo stomaco mi si attorciglia.
Perchè?
Perchè queste persone ce l'hanno tanto con mio padre, e di conseguenza anche con me?

 
Cosa c'è di spaventoso alle due di notte, al buio totale?
Niente se non ci fossero i tuoni a rovinarmi la notte.
Mi copro fino alla testa mentre sento la porta della mia camera aprirsi. Cosa diavolo è?
Cavolo, me la sto facendo sotto dalla paura. Sento dei passi avvicinarsi al mio letto e poi qualcosa toccarmi la gambe. Tiro un'urlo dalla paura.
-Amber, calmati, sono Harry!- Sussurra lui, mentre io lo guardo come se fosse un'alieno.
Tiro un sospiro di sollievo e lui si rilassa, sedendosi sul mio letto.
-Oh, sei tu..- Sussurro io, passandomi una mano sul viso sudato. -Dio, a momenti morivo d'infarto.-
-Scusami ma..ho paura dei tuoni, non riesco a dormire.- Sussurra lui, con voce da bambino. E' così tenero. 
Gli sorrido facendogli un po' di spazio, e lui con calma entra nel mio letto, ed immediatamente il suo calore scalda le coperte gelide.
- Grazie, Amber..- Sussurra lui, sorridente.
- Di nulla.- Ricambio il sorriso prima di chiudere gli occhi.
- Buona notte.-

 
Apro gli occhi lentamente, socchiudendoli per la troppa luce che entra dalle finestre.
Mi metto seduta, per poi voltarmi alla mia sinistra dove stanotte c'era Harry.
Il cuscino è ben sistemato e le coperte anche, come se non ci avesse dormito nessuno.
Mi alzo con calma, notando un vestito sulla mia sedia. Mi avvicino con calma e lo guardo, prendendolo tra le mani. E' bianco con tante perline sul seno, è lungo, forse arriva fino ai piedi. Dubbiosa lo ripoggio sulla sedia e mi infilo la vestaglia, per poi scendere e andare in cucina, dove trovo Meg ai fornelli.
-Buongiorno, signorina.- Mi saluta lei, sorridendomi e facendomi l'occhiolino. Faccio una smorfia sentendo quella parola e mi siedo a tavola.
-Dormito bene?- Continua, porgendomi il piatto con delle frittelle fumanti.
-Diciamo di sì..e tu?- Chiedo iniziando a mangiare le frittele. Megan annuisce, pulendosi le mani sul canavaccio per poi posarsi al bancone della cucina e restare a fissarmi.
-Meg?-
-Mh?-
-Hai fatto colazione?-
-Ehm..sì, più o meno.- Mi alzo di scatto e le porgo le mie frittelle. -Mangiale tu, io non ho fame.-
-No, Amber, sul serio.- Le sorrido. -Dai, mangia.- Mi sorride, ringraziandomi e mettendosi seduta a tavola. 
Mi avvicino ai fornelli e dopo aver preso un pentolino metto a scaldare il latte.
-Buongiorno.- Saluta mio padre entrando in cucina ancora assonnato. 
-'Giorno, papà.- Si avvicina a me e mi stampa un bacio sulla guancia, per poi abbassare lo sguardo e fissare Megan.
-Che stai fac- Non gli do tempo di finire la frase che lo guardo truce.
-Papà, deve fare colazione anche lei, non è un robot.- Mi guarda assassino, sedendosi difronte a Megan.
-Sì, d'accordo, ma io che mi mangio? Il tavolo?- Megan si alza di scatto, ma io le poso una mano sulla spalla, rimettendola seduta.
-Ho messo a scaldare il latte, tra poco è pronto.- 
-Altezza, il suo giorn- Quella voce. Quegli occhi sono sullo stipide della porta della cucina che mi fissano sbalorditi.
-Buongiorno, Harold.- Mi sorride tenero ed io ricambio il sorriso.
-Il giornale!-Urla mio padre, sbattendo una mano sul tavolo. Harry sobbalza e glielo porge.
-Eccolo, altezza.- Alza di nuovo lo sguardo guardandomi. Gli sorrido imbarazzata, portandomi una ciocca bionda dietro l'orecchio.
Mi volto tornando al latte, versandolo in due tazze.
-Ha bisogno di un'aiuto?- Mi domanda Harry, lo guardo sorridente.
-Non ce n'è bisogno, grazie.- 
-Harold, io ne ho bisogno.- Esclama mio padre, prendendo una tazza dalle mie mani.
-Mi dica.- 
-Hai presente il giardino all'entrata?- Harry annuisce, guardandolo dubbioso. 
-Ecco, lì ci sono le siepi alte, potresti potarle?- Spalanco gli occhi, Harry annuisce e corre in giardino.
-Papà, hai idea di quanto ci vuole per tagliare quelle siepi?-
-Certo che lo so, Amber. E' per questo che gliel'ho chiesto, almeno tiene gli occhi lontano da te fino a stasera.- Sul serio? Lo fa faticare tanto solo per tenerlo lontano da me? E' assurdo.
-Allora lo vado ad aiutare.- Dico io, sbattendo la tazza di latte sul tavolo, per poi uscire dalla cucina con fretta.
-Amber, non osare!- Urla mio padre, dalla cucina, ma io sono già in giardino. Noto Harry intento a tagliare quelle maledette siepi.
Vado verso il magazzino e prendo le forbici da giardiniere, per poi avvicinarmi a lui con calma.
-Aiutino?- Gli domando, lo vedo sobbalzare dalla paura, voltandosi di scatto verso di me.
-Ehi, sono io.- Mi sorride, tornando al suo lavoro.
-C-che ci fai quì?- Balbetta, senza alzare lo sguardo.
-E' un lavoraccio, Harry, non voglio che tu lo faccia da solo per colpa mia.- Finalmente alza lo sguardo, ed io ricambio.
-Colpa tua? Ma che dici? E' il mio lavoro, tu non devi faticare.-
-Ma non sto faticando, vedi?- Gli domando, tagliando velocemente le foglie. Lo sento ridere.
-E' divertente!-
-Divertente ora che sei all'inizio.-Dice lui guardandosi intorno.-Le siepi arrivano fino a laggiù, ne sei sicura?-
-Ma se siamo in due arriviamo prima, non credi?- Sorride ancora, mostrando quelle dolci fossette.

 
-Finito!-Urlo ad Harry, dopo aver tagliato l'ultima siepe. -A che punto sei?- Gli domando, da lontano. Corro verso di lui e lo guardo finire il lavoro.
-Quasi fatto!- Da un'ultima tagliata e poi sorride, allontanandosi per ammirare il nostro lavoro.
-Siamo una squadra perfetta!-Urlo io, battendogli il cinque. Ride, per poi alzare lo sguardo verso il cielo. -Accidenti..che ore sono?- Chiede, non faccio in tempo a rispondere che qualcuno lo fa al posto mio.
-Mezzo giorno e vent'uno.-Risponde mio padre, sbucando da dietro una siepe.
-Ottimo lavoro ragazzi, siete stati molto bravi.- Continua, guardando le siepi.
-Ora, Amber, se non ti dispiace, dovrei parlare con Harry.- Dice, posando un braccio sulle spalle del riccio e portandolo lontano.
Chissà che diavolo gli dovrà dire. Sorrido pensando alla mattinata passata con Harry e rientro in casa, correndo a vestirmi.
Il pomeriggio, scendo in cucina pimpante, trovando mio padre a tavola mentre legge il suo solito giornale pomeridiano.
-Papà.- Lo saluto sorridente, guardandomi intorno, in cerca del riccio.
-Ciao a te, Amber.- Mi saluta mio padre, alzando lo sguardo dal giornale. 
Vedo Megan entrare in cucina con un sorriso spento, la saluto sorridente, ma lei abbassa lo sguardo andando a pulire la cucina..
Aspetto che mio padre si alzi da tavola per poter parlare con Megan.
-Meg, che hai?- Le chiedo, avvicinandomi a lei.
-Oh..niente, perchè?-
-Niente? Te lo si legge in faccia che hai qualcosa che non va.- Sospira, portandosi una mano tra i capelli.
-Beh, vedi..- Sussurra lei, abbassando lo sguardo sulle sue ballerine nere.
-Tuo padre ha..ecco..-Balbetta, sospiro. 
-Cosa ti ha fatto mio padre?- Le chiedo, corrugando la fronte.
-Eh? No, no.. a me nulla ma..- 
-A chi allora, Meg?-
-Tuo padre ha licenziato Harry.- Il cuore perde un battito. Perchè l'ha fatto? Harry era un lavoratore onesto, non sbagliava mai. Cos'ha fatto di male?
-P-perchè?-
-Di sicuro è perchè si stava legando a te..- Corrugo la fronte, e senza dirle niente mi volto, correndo in camera mia. Mi infilo uno dei tanti vestiti che mi capita nelle mani e mi faccio una coda ai capelli biondi. Mi infilo delle ballerine e scendo le scale con altrettanta fretta, spalanco la porta principale e corro fuori.
-Amber!-Mi sento chiamare da mio padre, ma continuo a correre fino a girare l'angolo e percorrere quella stradina che mi conduce al paese. Quella volta che siamo usciti ero così felice che ho memorizzato tutto alla perfezione.
Non appena la stradina finisce comincio ad intravedere le casette ed il mercato. Sorrido per averlo trovato e ricomincio a correre, quando sono tra la gente mi fissano tutti sbalorditi. Sorrido a tutti leggermente imbarazzata, per poi cercare tra quelle casette quella che potrebbe essere casa di Harry. Mi blocco di scatto. Accidenti, non so il cognome!
Sospiro ed inizio a correre tra tutta quella gente, in cerca del riccio dagli occhi verdi.
Percorro mille stradine, mille vicoli, ma Harry non c'è. Non so quanto tempo è che lo sto cercando, forse un'ora abbondante. Alzo lo sguardo verso il cielo e noto che il sole sta tramontando, tra un'ora farà buio ed io sto ancora cercando Harry.
Sbuffo, guardandomi intorno, non riconoscendo più dove io mi trovi.
Ecco, mi sono persa. Cammino in cerca di qualcuno che mi possa aiutare, ma tutti sono andati nelle loro case dato l'orario.
Passa un'altra mezz'ora ed il sole tramonta, dando spazio al buio totale. 
Non passa più nessuno, sono in una delle tante strade e non so come tornare a palazzo.
Sbuffo, sedendomi per terra, portando le ginocchia al petto e la testa su esse.
Come faccio ora?
-Mamma, non so com'è potuto accadere!-Urla una voce all'interno della casa difronte a me. Mi sembra una voce familiare, ma non ci faccio caso.
-Disgraziato! Adesso cosa ci mangiamo?!- Grida una voce femminile, ancor più forte.
-Troverò un'altro lavoro, te lo prometto! Ma ora calmati.- 
-No! Non mi calmo! Ti sei fatto sfuggire un'occasione come quella! Sei uno stupido!-
-Non l'ho fatto apposta!-
-Esci da casa mia, fuori!- La porta si spalanca e una donna spinge fuori la causa per cui io sono in questo paesino sperduto.
Alzo il viso, guardando di fronte a me. Noto subito i ricci di Harry e i suoi occhi persino al buio totale.
-Amber?- Mi chiama, sbalordito, mentre si avvicina alla mia figura.
-Che diavolo ci fai quì a quest'ora?- Mi alzo, andandogli incontro, per poi gettarmi tra le sue braccia, che mi accolgono all'istante.
-Dio, per fortuna sei quì.- Sussurro, ancora tra le sue braccia. Mi scansa da lui, permettendomi di guardarlo negli occhi.
-Mi spieghi perchè sei quì? E' pericoloso.-
-Ho saputo che mio padre ti ha licenziato, io..-Non mi fa finire di parlare le mi porta una mano sulla bocca.
-Shh..non dirlo ad alta voce!-Sussurra lui, togliendo la mano.
-Per quale motivo?-Chiedo, guardandolo confusa. Scuote la testa.
-Ascolta Amber, è troppo pericoloso quì. Ti riporto a palazzo.- Mi afferra per il braccio, ma mi blocco.
-No, a palazzo da mio padre non ci torno.-
-Non puoi restare quì, e tanto meno con me.- Perchè? Perchè non posso stare con lui?
-Perchè, Harry?-
-Smettila di fare domande.-





















Eccoci quì!

Mi scuso come sempre per il ritardo. çç
Vi ringrazio davvero taanto per aver recensito il primo capitolo, mi ha fatto tanto piacere sapere che vi piace. :)
Questo capitolo l'ho scritto male, non sono molto convinta che sia scritto bene. çç
Spero che vi piaccia. 
Grazie mille, come sempre, siete fantastiche. <3





-C-

 
  
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