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Autore: Chanelin90    08/12/2012    2 recensioni
***** COMPLETA ******
La guerra era finita.
Ogni Nazione era tornata a casa propria.
Germania e Italia si ricongiungono e, insieme, convivono per 3 lunghi anni.
Quando Feliciano viene a sapere di portare in grembo il figlio di Ludwig: appare entusiasta! Germania, tuttavia, non reagisce come il ragazzo avrebbe sperato..
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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Germoglio Avverso
Capitolo 2

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Premessa: Ho terminato “Il Principe e l’Amante!”. Olè!
 Adesso posso dedicarmi pienamente a questa storia.
Come avete rilevato: il primo capitolo è apparso abbastanza sintetico. Avete perfettamente ragione.
In effetti: è proprio l’effetto ricercato in quanto, sperimentando uno stile differente dal mio, ho voluto testarne uno essenziale per vedere che effetto faceva. E’ stato facile, considerando che si è trattata di un’introduzione della storia vera e propria.
Nondimeno, prometto di arricchirlo un po’ di più!
Per quanto riguarda il Bad Touch Trio: li approvo anch’io! Tuttavia immagino che Germania abbia più dimestichezza o, perlomeno, porti maggiore simpatia per i nordici che per i suoi colleghi più...esuberanti. Il contesto prevedeva che si stesse rilassando, non sclerando appresso a quelli XD
Continuate a darmi pareri e consigli che mi piacciono!
Un abbraccio e vi lascio alla storia!

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Cadde un silenzio da Oltretomba. Tutto si era fatto pesante.
Svezia smise di masticare le sue noccioline e Danimarca mandò giù l’ultimo sorso di buona birra.
 Gilbert recuperò, improvvisamente, la sua lucidità.
Feliciano era sconcertato: -P..perchè.. dici questo? -  
Ludwig si alzò stancamente, portandosi davanti al partner con aria decisa e severa.
Prussia prese le sue difese: - Oh! Germania! Stai calmino, eh!-
- Perché ?- ripeté Feliciano disperato, fissando Ludwig con gli occhi lucidi.
Germania lo prese per le spalle e lo strinse forte a sé: - Il mio popolo non l’accetterebbe mai!-

Feliciano, incredulo, riuscì a far sporgere il naso al di fuori del petto dell’uomo:- Che..che vuoi..dire?-
- Voglio dire che..mm..non è il momento..!-
Feliciano lo scostò brutalmente, lasciando che le sue lacrime rigassero le morbide guance: - CREDEVO CHE TU MI AMASSI!!-
-IO TI AMO!- sottolineò Germania, alterato, lasciantosi prendere da un attimo di disappunto -..ma al mio popolo non piacerebbe la nostra unione! -
Feliciano si prese la testa tra le mani. La sentiva scoppiare: - Io non riesco proprio a capirti, Doitsu!-

Germania, stranamente, cominciò a balbettare e a stropicciarsi le mani, teso:  - Voglio dire..la tua gente è ..come dire..un po’..-
Il silenzio che seguì fece sbottare Feliciano: - UN PO’ COSA?-
- Svitata!- completò l’altro.
Feliciano sbarrò gli occhi. Doveva aver sentito male. Aveva sentito male per forza: - Prego?-
- Quello che cerco di dire è che abbiamo abitudini differenti!- chiarificò Ludwig, spostando il peso da una gamba all’altra.

Feliciano ci mise un po’.
Si morse il labbro trattenendo la frustrazione e l’angoscia che si stavano impadronendo di lui come una grossa macchia di petrolio in mezzo al mare: - Mi stai dicendo.. che credi che la MIA gente non sia all’altezza?? Non sia degna di..-
Germania mantenne il suo solito contegno.
Rimase in silenzio, a guardarlo come se niente fosse.
 Come a compatire quella miserrima creatura che aveva anche solo pensato di poter ergersi fieramente al suo fianco.
Era un silenzio che valeva più di mille parole.

Feliciano cadde sulle ginocchia, incapace di concepire una crudeltà simile.
 Rigurgitò tutte le sue lacrime di rabbia e amarezza sul pavimento.
Germania credeva davvero, dopo tutto questo tempo, che lui.. o peggio, loro figlio, potesse essere così insignificante.
Diede alcuni pugni diretti sul parquet.
Germania, sebbene potesse apparire insensibile, non era certo uno sciocco. Percepiva nettamente il dolore del compagno e non poteva fare a meno di provare pena per lui.
- Mi dispiace, Italia! Cerca di capire! Prima o poi..potremo affrontare serenamente anche questo argomento. Ora non se ne parla!-
“Orgoglio teutonico del cazzo!”
Romano glielo diceva sempre. Non aveva tutti i torti.
Germania si accovacciò accanto a lui e gli posò gentilmente una mano sulla spalla: - Liebe..vorrei che tu possa comprendere..-

- COMPRENDERE ?- Feliciano scostò violentemente la mano del tedesco e si alzò fremendo–CHE  COSA DEVO COMPRENDERE, DI GRAZIA?-
Germania restò di stucco.Non l’aveva mai visto così furibondo. Non era da lui.
- Forse non sono..- guardò il pancione -..non SIAMO all’altezza delle tue aspettative e quelle della tua gente??-
Dove aveva preso il coraggio di rispondergli in quei toni e con quella attitudine?
Ludwig si adombrò: - Non ho detto questo..-
- TU HAI PRECISAMENTE DETTO QUESTO!-
singhiozzò Feliciano, gettando un bicchiere di birra sul tappeto.
Germania corse verso di lui, abbracciandolo nuovamente: - Italia! Io sono felice di averti accanto! Sono davvero soddisfatto di te!-
“ Soddisfatto?”

Un’altra cosa che mancava ai tedeschi. L’uso adeguato del vocabolario.

Non si sarebbero sposati. Figurarsi concepire un figlio.

Feliciano si scrollò Ludwig di dosso e prese risolutamente la via per il bagno.
- Dove stai andando, Italia?- domandò il tedesco, autoritario, ma consapevole di essere preoccupato per il suo amante.
- Vado in bagno!-rispose secco l’altro.
- Il bambino..-
- Chiaramente lo teniamo!-

Lo stava sfidando?

La vena sulla tempia di Ludwig prese a pulsare nervosamente.
Odiava essere contraddetto. Soprattutto da Feliciano.
Tuttavia, proprio perché si trattava di lui, decise di mantenere la calma e il decoro che si confaceva alla sua “razza”.
- Italia..- grugnì con voce bassa e minacciosa -..Mi pare di averti già detto che non è possibile!-
Feliciano si girò con aria altezzosa e decisamente provocatoria: - Mi pare di averti già detto che la cosa non m’interessa! E’ nostro figlio! Non voglio perderlo!-
Germania si alzò serrando il pugno: - Non OSARE contraddirmi! Vieni SUBITO qui e risolviamo questa faccenda, una volta per tutte!-
Feliciano si mise all’erta, risvegliando tutti i suoi sensi: - Lo proteggerò a costo della vita!-
Germania scattò per acciuffarlo, ma Feliciano, che si era preparato, corse via come una lepre e si chiuse in bagno serrando la porta.

I duri colpi sul legno si propagavano per tutta casa.
La discussione si sentiva fin dentro salotto. Nessuno dei nordici rideva più.
Erano tutti in apprensione per quello che stava succedendo.
Germania stava cercando di far ragionare il ragazzo ma, alla fine, si era ritrovato a urlare dietro la porta, intimandogli rabbiosamente di uscire.
Feliciano, dal canto suo, non ne voleva sentir parlare.

I nordici si guardarono e capirono che era arrivato il momento di abbandonare la casa.
Lasciarono noccioline e birra sul tavolo.
I pezzi del bicchiere giacevano ancora sul tappeto. Nessuno ebbe il coraggio di rimuoverli.

Feliciano si svegliò che era ancora nel gabinetto.
Aveva dormito lì. Sul water.

- VUOI RESTARE LI’ ?? BENISSIMO! TANTO PRIMA O POI DOVRAI USCIRE E STAI PUR CERTO CHE NON LA PASSERAI LISCIA!-
Germania l’aveva lasciato con queste parole la notte scorsa.
Feliciano si accarezzò il pancione e appoggiò le spalle alla parete.
Non lo voleva.
Non ne voleva nemmeno sentir parlare.
Rabbia? Amarezza? Delusione? Cosa bruciava di più?

Sta di fatto che avrebbe dovuto abortire per fare contento Ludwig.
Ma lui non l’avrebbe fatto.
Non si era mai considerata una persona particolarmente coraggiosa o testarda, a parte quando cucinava il pranzo, ma, in un certo senso, sentiva che non voleva rinunciare a quella creatura che portava in grembo.
A costo di sfidare Ludwig.
A costo di sfidare il loro amore.

CONTINUA

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Piccolo questo capitolo, eh?
Chissà se questa modalità semplifica la lettura. A volte, non nego, che la preferisco. Mah!
Comunque: cosa comporterà la scelta di Feliciano?

 

  
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