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Autore: carlhead    08/12/2012    1 recensioni
Carl Head è un agente della CIA, proveniente da San Francisco. Per rintracciare un criminale internazionale quale Lawrence Zone, segue le sue tracce fino in Europa, in particolare in Italia, a Roma, dove diventerà professore di un liceo classico del litorale. Ma la sua nuova professione è in realtà una copertura per svelare i piani del suo acerrimo rivale, tra incubi ricorrenti, ombre dal passato che tornano per perseguitarlo, e un misterioso oggetto che determinerà le sorti del pianeta e con cui Zone vuole rivoluzionare il governo internazionale. Quale segreto cela Head sulla sua missione precedente, in Mozambico? Riuscirà a fermare Zone? E soprattutto: cos'è questo oggetto fantomatico che tutti vogliono?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Carl Head'
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RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI: 

Carl Head e Mark Myrock, agenti della CIA di San Francisco, all'ìinseguimento di Lawrence Zone, capo di un'organizzazione criminale chiamata The Swindle,  giungono all'aeroporto, ma Zone riesce a fuggire loro. Scoprono dunque che l'aereo di Zone è diretto a Barcellona, e, raggiunta la capitale catalana, vengono a conoscenza, tramite un generale del CNI, i servizi segreti spagnoli, Pitrinos, che in realtà l'aereo del loro nemico è stato dirottato: era l'aereo dell'ambasciatore spagnolo negli USA e, nel tratto di ritorno, è stato preso dai pochi della Swindle che erano con Zone, e dallo stesso capo della banda. Direzione: Fiumicino, Pitrinos, quindi, arruola i due anche nella missione spagnola, per evitare una guerra tra le tre nazione USA, Spagna e Italia, e assegna loro altre identità: Carl Head sarà Carlo Testa, professore di scienze, Mark Myrock diventerà Marco Mairocco, insegnante di lettere, mentre il loro autista a Barcellona, che li ha seguiti fino alla sede succursale del CNI per l'incontro con Pitrinos, Max Lupos, diventerà Massimiliano Lupi, collaboratore scolastico. Tutta la squadra è inviata al Liceo Classico Anco Marzio di Ostia.

CAPITOLO IV:

I DUE PROFESSORI

"Oh Love...oh love...won't you rain on me tonight?". Oh Love, nuovo singolo dei Green Day, si odeva dalla radio della Camaro blu, dopo che essa fu trasportata dall'imbarcazione fino a terra e poi messa su strada, dopo giorni e giorni che le gomme delle sue ruote non toccavano l'asfalto. L'auto sfrecciava tra le vie del quartierino della periferia della capitale. Ma questa volta conteneva tre persone: un autista e due passeggeri. Tutt'intorno sembrava una giornata qualunque, ma non era affatto così: era il primo giorno di lavoro di Carlo Testa, Marco Mairocco e Massimiliano Lupi. L'autista sembrava conoscere la città, gli altri due invece si guardavano spesso intorno, senza pronunciare parola, ma sorpresi di vedere una così differente città dalla loro originaria San Francisco. "Fortuna che per il procedimento di esercitazioni della CIA prevede uno studio delle tre lingue europee più importanti al di fuori dell'inglese: spagnolo, francese e italiano" proferì improvvisamente Head. rispose di conseguenza Myrock: "io ne so di lingue, e molto ho insegnato in Italia anni addietro. Mi vedo avvantaggiato". Max non pronunciò alcuna parola: si sentiva infatti inferiore di conoscenze linguistiche rispetto ai due compagni di avventura. Ma fortunatamente anche il piano del CNI prevedeva l'apprendimento dell'italiano, oltre all'inglese, anche se in maniera più superficiale. Era lì la sede centrale del Liceo Classico Anco Marzio: quel giorno non avrebbero conosciuto il, oppure la, preside della scuola: ad accoglierli ci sarebbe stato il, o la, vicepreside, che poi li avrebbe accompagnati nella sede succursale. Il parcheggio era interno alla scuola: scesero dal veicolo, mentre gli occhi attoniti degli studenti li scrutavano dalle alte finestre del primo piano, al piano terra invece si estendeva il lungo e bianco muro di confine della scuola: evidentemente oltre non ospitava alcuna classe, forse l'aula magna, proprio dove dovevano recarsi i tre. Attraversarono l'intero parcheggio, mentre gli sguardi degli studenti tornarono a dedicarsi alle lezioni dei professori, che, come immaginava Carlo, spazientiti, rimproveravano i loro allievi. Una porticina a destra dava sulla cupa e piccola aula magna della scuola. Era vuota. solo una simpatica signora mora, dagli occhi azzurri, sulla cinquantina, li accoglieva con un acceso sorriso. Si presentò ai tre: "Buongiorno! Piacere di fare la vostra conoscenza, il mio nome è Tamara Nalli, e sono la vicepreside. Vi accolgo io perchè il preside è al momento indisponibile. Recentemente infatti abbiamo avuto difficoltà, poichè il nostro storico preside, andato in pensione, è stato sostituto, ma il nuovo ancora non si è presentato a noi, per vari impegni. Quindi, fino a quel momento, qui gestisco tutto io" "Mi parete una signora simpatica, sicuramente gli studenti sono contenti di lei" fu la risposta di Mairocco, repentina. Nalli sorrise imbarazzata, e annuì con un cenno del capo. Poi proseguì: "Volevo presentarvi il resto del Consiglio di classe della sezione che vi abbiamo affidato, la D: professoressa Monica Graziano, di matematica; professoressa Elena Mangiarotti di inglese; professoressa Tiziana Goro, di educazione fisica; e professoressa Crespi, di letteratura italiana. Purtoppo l'insegnante di arte, ancora non è presente, dovrebbe essere designato a breve. Infatti la cattedra è vacante, saranno le graduatorie del Provveditorato a decidere chi dovrà insegnare educazione artistica nella sezione D". La schiera di professori, sorridenti, sorrise ai nuovi arrivati, che si presentarono: "Buongiorno, mi chiamo Carlo Testa e lui è Marco Mairocco, piacere nostro!". Fu proprio in quell'istante che si accorsero che Max, ormai Massimiliano, non era più con loro. Sicuramente sarà stato condotto a perlustrare la scuola dove avrebbe lavorato, infatti lui sarebbe rimasto lì in centrale a lavorare come collaboratore scolastico.
"Ora se volete seguirci ci spostiamo direttamente in succursale, dopo un breve tour della centrale" Concluse Nalli.

"Una bella scuola, non trovi?" pronunciò Myrock al compagno, in italiano perfetto. Rispose nella stessa lingua il compagno; "Sì, lo penso anche io. Anche lì in centrale non era male". Erano già da tempo giunti in succursale, e ora erano in colloquio con gli altri professori nell'aula a loro dedicata. O meglio, la riunione era conclusa, e da tempo. Erano rimasti lì per almeno un'ora. Senza parlare. Head ragionava su dove fosse Zone. "Perchè ci hanno mandati proprio qui?" pensava fra sè e sè: "di Zone non c'è traccia, neanche la minima. Ma allora perchè Pitrinos ha scelto proprio questa scuola?". Ma nel frattempo furono chiamati alla loro prima lezione.

"Prof. Marco Mairocco, IID...prof. Carlo Testa VD. Viene prima il secondo o il quinto, nel classico?" Marco disse. E rispose subito Carlo: "Scemo, nel classico italiano il secondo equivale al quarto anno, mentre il quinto al secondo anno. Questa cavolata è perchè loro vogliono il ginnasio, che sarebbero i primi due anni delle superiori, mentre le altre scuole no. Ancora niente ti è noto, ma ti verrà svelato a presto, nel frattempo non farti notare, tu". Svoltò a sinistra e proseguì sulle scale. Si trovò dinnanzi la classe quinto D. Entrò, un pò imbarazzato. Strabiliante era l'ordine degli alunni. Si guardò intorno: regnava un silenzio solenne, solo il canto degli uccelli al di fuori di quelle bianche e cupe mura, seppur arredate con cartelloni colorati e accesi. Notò immediatamente al primo banco alla sua destra un ragazzo da una folta capigliatura spettinata e caratteristica, affianco al quale sedeva un ragazzo particolare nell'aspetto e nel vestiario: anfibi e metalli coprivano il suo abbigliamento. Sorrise loro, ma nel farlo scorse un libro sul loro scrittoio. I due ragazzi se ne accorsero e pronunciarono queste parole: "Il Signore degli Anelli, professore, lo conosce?" "Certo. L'ho letto nella lingua originale. Davvero un capolavoro" e un altro sorriso, d'intesa, tra i due alunni e il professore. Lesse l'appello e scoprì che il ragazzo dalla folta chioma era Fabrizio Fioretti, mentre l'altro, il "punk", era Claudio Causio. "Io mi chiamo Carl...Carlo Testa, e sono l'insegnante...dunque, vediamo...ah sì! Di scienze! Con voi affronteremo la chimica quest'anno. Inizieremo col conoscervi un po' tutti". E ognuno raccontò qualcosa di suo, ma colpì il professore proprio lo stesso Fabrizio, e il suo compagno Claudio, che si definirono abili scrittori di storie; quindi ironicamente il professore rispose loro: "Casomai un giorno potreste raccontare di un professore che in realtà è un agente della CIA venuto nella scuola in segreto!". La classe scoppiò a ridere fragorosamente alle parole, dette per scherzo, del professore. "Ci faremo un pensierino!" confermarono i due ragazzi del primo banco.

Suonò la ricreazione, e Testa e Mairocco si ritirarono lontano dagli sguardi dei ragazzi per parlare di questioni personali. "Carl, dobbiamo assolutamente impegnarci a trovare Zone, questo pomeriggio. E' di vitale importanza!" "No" negò Head: "quest'oggi staremo a casa a riposarci. Domani pomeriggio ci dedicheremo alla ricerca di Zone: Testa e Mairocco, torneranno Head e Myrock per un pomeriggio" "Per più di uno, se vogliamo trovare Zone!" "Hai ragione Mark, hai ragione..."

la giornata scolastica terminò, non eccessivamente faticosa. I due tornarono a piedi verso la sede centrale, dove era parcheggiata la loro macchina. Entrarono dal cancello principale, svoltarono a destra e la Camaro era già in moto: al posto di guida sedeva Massimiliano. Carlo aprì lo sportello e piegò il sedile, per permettere a Marco di accomodarsi nei posti di dietro. Dopodichè montò anche lui e l'auto sportiva sfrecciò fuori dal cancello, ma questa volta i ragazzi non erano lì a guardarli andar via.

Pensieri vaghi affollavano la mente di Head quella notte, tanto che non riusciva ad addormentarsi. Aveva conosciuto due simpatici ragazzi, ma in contrario non trovò traccia di Zone. E come si sarebbe manifestato Pitrinos, che aveva promesso di tornare e di rincontrarsi con loro? Forse sarebbe stato lui il fantomatico professore di arte? O il preside? Ma il sonno sopraffece la curiosità, e gli ochi marroni di Head decisero che era giunto il momento di tornare a sognare, non più gli incubi, ma felici e fausti sogni. Ma troneggiava su di essi un'oscura ombra, apparentemente indistinta, ma si rivelò essere un incubo, il peggiore per Head, un incubo con un nome: Luke Lase.

[continua nel prossimo episodio:  ALLA RICERCA DI ZONE]

  
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