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Autore: Fenrir_23    08/12/2012    4 recensioni
Sasuke e Itachi sono due fratelli con un legame particolare, fin da piccoli attaccati in modo morboso l'uno all'altro. Scopriranno di provare un sentimento "scomodo" e difficile da accettare, ma così forte da non poter essere ignorato ...
“Davvero provi qualcosa per me?” Chiese il minore, dimenticando la vergogna, solo impaziente di sapere. “Veramente te ne sei andato perché avevi paura dei tuoi sentimenti?”
“Sasuke …”
“Rispondimi, Itachi!”
(ITASASU)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Sasuke aveva trascorso tutto il resto della serata chiuso in camera, senza essere minimamente sfiorato dall’idea di parlare con sua madre. Lei, dal canto suo, non era venuta ad insistere per avere una conversazione, si era solamente limitata a portargli un pasto caldo, che però Sasuke aveva rifiutato, pur di non vederla. La sola idea di incrociare il suo sguardo lo faceva sentire imbarazzatissimo e tremendamente in colpa, perché fin dal primo bacio con Itachi, fin dai primi sentimenti che aveva iniziato a provare per lui, aveva sempre saputo che avrebbe rischiato di renderla infelice; ma aveva deciso di andare avanti lo stesso, semplicemente perché l’amore che provava per suo fratello era talmente forte da renderlo abbastanza egoista da non badare a quello che ne avrebbe pensato Mikoto.
Ormai mancava poco a mezzanotte. Sasuke uscì un attimo dalla camera per recarsi in bagno, ma sorprendentemente trovò sua madre proprio davanti alla porta. Possibile che lei avesse atteso lì per tutto quel tempo? Si voltò senza guardarla in viso, nel tentativo di rientrare in camera, ma lei lo afferrò per un polso, bloccandolo.
“Sasuke …” Lo chiamò.
Il ragazzo notò subito due cose dal tono di voce della madre: la prima era che doveva appena aver finito di piangere, ancora – dopotutto non gli era difficile capire che una scoperta del genere avrebbe causato una crisi di nervi a chiunque – e la seconda che, rispetto a qualche ora prima, il suo tono di voce non era più carico di rabbia. A Sasuke sembrò quasi un misto fra il dispiacere, immenso, e la stanchezza.
In ogni caso preferì non voltarsi.
“Sasuke … vorrei parlarti.” Continuò Mikoto, con un tono di voce delicato. Con il figlio maggiore era stata più severa, ma con Sasuke sapeva di non potersi permettere altrettanto. Non perché lo considerasse un debole, solo che, prendendo in considerazione anche la situazione da cui era appena uscito, pensava di dover usare un po’ più di tatto. E poi lui era sempre il più piccolo; poteva essere stato manipolato. Lo obbligò a sedersi sul letto, e fece altrettanto. Per qualche secondo nessuno osò dire nulla.
“Sasuke …” La donna fece un grande sospiro, prima di continuare. “So che ti vergogni molto, ma rimanere in silenzio non servirà a nulla.”
Il figlio non reagì, limitandosi solo a chiudersi ancora di più nel suo silenzio.
Mikoto aveva una tremenda paura di scoprire la verità: non sapeva se essere più spaventata dalla prospettiva di una violenza psicologica, e fisica, da parte di Itachi, o dal dover veramente fare i conti con un incesto consenziente da entrambe le parti, che in quel caso lei avrebbe dovuto imparare ad accettare; perché nonostante tutto non voleva nuocere a quelli che, nel bene e nel male, rimanevano sempre i suoi bambini.
Parlò a Sasuke con calma; conoscendo la sua eccessiva tendenza a chiudersi in se stesso, in quel tipo di situazioni che lo mettevano a disagio.
“Non sono qui per arrabbiarmi.” Lo rassicurò. “Voglio solo parlare con te e cercare di capire.”
Il ragazzo guardò la madre di sfuggita, tornando subito a fissare il pavimento.
“Però oggi hai urlato contro ad Itachi …” Osservò. “E non l’hai voluto ascoltare.”
Mikoto sfiorò una guancia di Sasuke col palmo della mano, finendo poi per abbracciarlo e stringerlo a sé con forza. Lo sentì irrigidirsi a quel contatto improvviso, sapendo che il suo orgoglio – caratteristica ereditata sicuramente da Fugaku – combinato all’imbarazzo che provava in quel momento, gli rendevano particolarmente difficile rilassarsi, ma non pensò di lasciarlo andare. Era un po’ arrabbiata, o forse impaurita, non poteva negarlo, però voleva averlo il più possibile vicino a sé; nonostante tutto non aveva mai pensato di rinnegarlo. Anche perché, era convinta di avere una parte di responsabilità in quello che era successo.
 “Oggi ero veramente sconvolta …” Ammise, senza cercare di negarlo. ”Credo di esserlo ancora, ma ora ho la calma necessaria per parlare almeno con te.”
Sasuke si scostò bruscamente da quel contatto, riluttante ad ascoltare la madre.
“Ti ho detto che non voglio parlarne!”
Si meravigliò di aver alzato così il tono di voce con lei, ma non riuscì a scusarsi. Voleva stare solamente solo, in quel momento.
“Io invece sono tua madre, e ho il diritto di sapere cosa è successo veramente!” Ribatté Mikoto, decisa a non lasciar cadere la questione. Doveva parlare con Sasuke prima che lui potesse sentire di nuovo il fratello maggiore.
“Ora tu parli, altrimenti non mi muovo da qui.” Si pentì di aver usato un tono di voce fin troppo severo, ma la situazione emotiva in cui si trovava le impediva di mantenere la calma come avrebbe voluto, e soprattutto le faceva mancare la pazienza.
“Se non mi parli, non posso capire. E se non posso capire, non ascolterò nemmeno Itachi.”
“Cosa vuoi sapere?” Le domandò Sasuke a quel punto, girato di spalle.
“A dire la verità sono preoccupata.” Gli confessò Mikoto. “Prima ancora di qualsiasi cosa, ho paura che Itachi possa averti obbligato a …” S’interruppe un attimo, per trovare la forza di continuare. “A fare quelle cose.”
La donna quasi si spaventò per la reazione del figlio: Sasuke si voltò di scatto verso di lei, con gli occhi pieni di lacrime – che però si stava ostinando a trattenere, per non farsi vedere debole – e di rabbia. Mikoto non l’aveva mai visto guardarla in quel modo, come se si sentisse tradito. Era lo stesso sguardo che Itachi le aveva rivolto quel pomeriggio.
“Itachi non mi farebbe mai del male, in nessun modo!” Le urlò contro Sasuke.”Sei nostra madre, dovresti saperlo!”
Mikoto si sentì particolarmente ferita da quelle ultime parole. In verità non aveva mai messo in dubbio la bontà dei  sentimenti di Itachi per suo fratello – era anche lei sempre stata sicura che non gli avrebbe fatto nulla di male – ma in una situazione come quella, venendo a conoscenza di un legame così contorto fra i due figli, non aveva potuto evitare di pensare al peggio.
Tornò a fissare negli occhi Sasuke, e la decisione che vi lesse la spaventò davvero: lo conosceva, o almeno credeva di conoscerlo abbastanza, e intuì che lui stava davvero dicendo la verità a riguardo. Tuttavia non volle credere solamente all’istinto.
 “Quindi … anche tu eri d’accordo, Sasuke?”
“Si.” Rispose lui, secco. “Se non ci credi non so cosa dirti.” Continuò, anticipandola. “Ma, se sei nostra madre, lo saprai anche tu che mio fratello mi ha sempre protetto, e non mi farebbe mai del male.”
Mikoto si sentì mancare. Non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa, ma era evidente che dalle parole di Sasuke, dal modo in cui parlava di Itachi, traspariva un rapporto incestuoso più che consenziente.
“Itachi aveva paura, all’inizio!” Continuò Sasuke, abbandonando qualsiasi freno. “Sono stato io a fargli capire che non potevo stare senza di lui, perché io lo …”
“Lo amo”Avrebbe voluto  dire, ma si rese conto di non esserne in grado, davanti a sua madre.
Per diversi minuti nessuno parlò.
“Io … non posso accettarlo.” Sussurrò Mikoto, a bassa voce. ”Io … io non vi ho insegnato queste cose.”Aggiunse ancora, iniziando a tremare. Era andata da Sasuke con l’intento di dominare i propri sentimenti, ma la stavano nuovamente soprafacendo, spingendola a dire cose che, lo sapeva bene, nemmeno pensava.
“Voi … non siete i miei bambini.”
Si rese conto solo quando era troppo tardi del peso di quelle parole, e se ne vergognò profondamente.
Sasuke si alzò di scatto dal letto, per  uscire dalla stanza. Lei provò a chiamarlo diverse volte, disperata, nel tentativo di fargli capire che non pensava davvero quello che aveva detto, ma quando lui non diede segno di ascoltarla, non si alzò per inseguirlo. Si sentiva troppo stanca per qualsiasi cosa, le girava la testa.
Improvvisamente le mancò l’aria. Era un attacco di panico in piena regola. Le era già capitato di avere attacchi di quel tipo, da quando aveva saputo di Sasuke e Orochimaru, ma anche sapendo come affrontarli non poté fare a meno di spaventarsi. Si sdraiò sul letto, facendo dei respiri profondi. Doveva stare calma, in qualche modo si sarebbe risolto tutto. Doveva risolversi tutto.
Provò a ripetersi che in fondo non era successo nulla di troppo grave, che i presunti sentimenti fra Itachi e Sasuke erano destinati a spegnersi. 
Non riusciva a crederci veramente, ma in quel momento sentì di averne un disperato bisogno.
Delle lacrime cominciarono a rigarle il viso, di nuovo. Era andata da Sasuke con tutte le buone intenzioni, ma aveva solamente finito per peggiorare la situazione.
 
 
 
 
La notte di  Itachi non era trascorsa meglio; aveva ripensato a quello che era successo – alla scoperta di Mikoto e alla successiva lite – tormentandosi fra il nervosismo, il senso di colpa per essere stato fin troppo sprovveduto, l’ansia per la sorte di Sasuke, la paura di vederselo portare via. Temeva che Mikoto avrebbe cercato di allontanarli.
Ora si trovava davanti alla porta di casa, incapace di bussare. Sapeva che presto si sarebbe scatenata una nuova tempesta, e si sentiva davvero troppo stanco per poterla affrontare. Aveva solamente voglia di prendere Sasuke e portarlo via, per sempre, in un luogo dove nessuno li potesse giudicare. La realtà però era ben diversa da quel sogno ideale: loro due avevano dei doveri anche nei confronti di Mikoto, in qualche modo dovevano ricambiare l’affetto e le cure che avevano ricevuto in quegli anni. Itachi realizzò di dover insistere e cercare una soluzione, per il bene di tutti quanti. Erano una famiglia unita, divedersi sarebbe stato solamente un gesto stupido.
Prese coraggio e bussò. Ad attenderlo trovo Mikoto: la donna aveva la faccia pallidissima e delle occhiaie profonde. Probabilmente nemmeno lei era riuscita a chiudere occhio.
Lo fece entrare senza dire una parola, richiudendo poi la porta di ingresso.
“Tuo fratello è ancora chiuso in camera.”Lo informò, con voce piatta.
“Andrò a chiamarlo, allora.”
Mikoto fermò il figlio maggiore prima che potesse salire.
“No, aspetta. Prima vorrei parlare solo con te.”
Itachi si lasciò sfuggire uno sbuffo, andando a sedersi sul divano. Sapeva di dover mantenere la calma, a tutti i costi, altrimenti quella sarebbe stata solo la prima – per la precisione la seconda – di una serie di discussioni distruttive, inutili e stressanti.
“Cosa vuoi dirmi?”
Le domandò.
Mikoto lo osservò per qualche istante, guardandolo nel profondo degli occhi, come se volesse leggergli nella mente.
“Ho parlato con Sasuke …” Gli spiegò. “Lui mi ha detto che eravate entrambi d’accordo, è vero?”
“Dovresti saperlo che non farei mai del male a mio fratello …” Ribatté Itachi, con una calma che in quel momento non gli apparteneva. “Io lo amo … più di chiunque altro al mondo.”
Mikoto si massaggiò la fronte, sentendosi sul punto di avere una nuova crisi di nervi. Sentire Itachi parlare in quel modo di suo fratello minore la disturbava parecchio. Era una cosa che non riusciva a concepire.
“Non vuoi capire che così gli farai solo del male?” Provò a spiegare al figlio. “Non potrà mai sapere cos’è il calore di una famiglia normale, quant’è bello avere dei bambini che ti chiamano mamma o papà. Non potrai nemmeno tu.”
Mikoto provò ad insistere, sperando di poterlo convincere.“E più il tempo passa, più le possibilità per voi due di fare marcia indietro diminuiscono. Ve ne pentirete per tutta la vita, Itachi.”
Itachi si fece sfuggire un sorriso amaro.
“Mi credi davvero così superficiale?” Si alzò dal divano, prendendo a camminare avanti e indietro per la sala.”Sono tutti problemi che mi sono già fatto … e che abbiamo affrontato insieme, io e Sasuke.”
“Sono sicura che invece non l’avete fatto.” Ribatté, la donna.
Itachi la guardò negli occhi.
“Perché credi che io mi sia allontanato da Kyoto per tutti quei mesi?”  Le domandò, sentendosi sul punto di esplodere a causa dei sentimenti fortissimi che stava provando in quel momento. “Non avrei mai lasciato Sasuke, e te, solo per studio … mai!”
Mikoto restò immobile per diversi secondi, mentre non riusciva a smettere di tremare per la tensione che stava accumulando.
Non poteva davvero riuscire ad accettare i sentimenti che Itachi e Sasuke provavano uno per l’altro, era davvero troppo presto perché potesse farlo.
Non sapeva cosa fare.
Fu il maggiore a parlare di nuovo.
“Lo so che adesso sei scossa da quello che hai saputo di noi e non riesci ancora ad accettarlo, ma credimi se ti dico che non c’è nulla da fare per cambiare i nostri sentimenti.”
Le posò una mano sulla spalla, cercando di essere il più convincente possibile.
“Ho provato davvero in tutti i modi a convincermi che quello che provavo verso Sasuke era solamente amore fraterno, ma la verità è venuta a galla senza che nemmeno me ne accorgessi.”
“Se non siete riuscite a separarvi voi, vi separerò io.”
Quell’affermazione di Mikoto fu la goccia che fece traboccare il vaso. Itachi si sentì sopraffatto da una rabbia immensa verso di lei – la accusò di ostinarsi a non voler capire – e per un attimo ebbe davvero paura di perdere totalmente il controllo e farle del male. Ma prima che potesse succedere qualcosa, furono dei passi leggeri sulle scale a distrarre entrambi. Era Sasuke.
Itachi lo vide particolarmente turbato, non facendo fatica ad immaginarsi che quello che era successo il giorno precedente aveva annullato tutti i loro sforzi – compiuti nell’arco di quattro mesi – per aiutarlo ad uscire dalla crisi che l’aveva sopraffatto dopo, e prima, l’arresto di Orochimaru.
Si maledisse da solo perché era stato lui a essere disattento e permettere che Mikoto potesse scoprire tutto, ma sentì anche di non poter chiudere un occhio sul modo in cui lei si stava ostinando a voler rendere le cose difficili.
“Mamma … ti prego di ragionare.” La supplicò, invano.
“No.” Tagliò corto lei, guardandoli entrambi.”Non posso ancora farlo, ho bisogno di riflettere per un po’ di tempo.”
Itachi non poté fare a meno di passare un braccio intorno alle spalle di Sasuke e spingerlo ad appoggiarsi un poco a sé. Il dispiacere che provava in quel momento suo fratello minore si percepiva chiaramente, e non poteva sopportare di vederlo in quello stato.
Mikoto non tollerò quel contatto.
“Non voglio che vi tocchiate davanti a me.” Li avvertì, cinica, ma Itachi non accennò a lasciare Sasuke.
“Cosa vuoi fare … chiamare la polizia, dirlo ai nostri parenti?” La provocò.”Fai pure, tanto loro incolperebbero solamente te … sei tu nostra madre no? Ci hai cresciuti tu, ci hai trasmesso i tuoi valori.” Non sì pentì di averle parlato così aspramente, anche se in futuro poi si sarebbe detto di aver esagerato.
“Siamo figli malati e indegni …”Continuò, ora guardandola negli occhi. “Abbandonaci, o accettaci.”
Per un attimo a Itachi parve di scorgere una nota di dispiacere negli occhi di Mikoto, non più solo di rabbia, ma poi lei si affrettò a nasconderla nuovamente, sostituendola con un’espressione fredda. Avrebbe voluto allontanarli perché non riusciva a sopportare quella situazione, ma si rese conto che così avrebbe solamente creato ulteriori danni, perché persone non appartenenti alla loro famiglia ne sarebbero venuti inevitabilmente a conoscenza.
Decise quindi di lasciar perdere tutto, di escludersi dal mondo per un po’, e senza aggiungere altro salì le scale, lasciando soli Itachi e Sasuke – non le importava cosa avrebbero fatto, non voleva nemmeno pensarci – perché aveva bisogno di non pensare a nulla che riguardasse il mondo esterno alla sua mente. Doveva fare pace con se stessa prima di tutto, perché in verità si stava autoaccusando molto più di quello che aveva dato a vedere; doveva riflettere su ogni questione e cercare di trovare una risposta a tutto. Solo così, forse, avrebbe avuto la forza di affrontare i suoi figli e il loro rapporto.
 
 
 
 
Salve gente! Eccomi puntuale con il capitolo 21, spero vi piaccia. La situazione non si smuove molto, alla fine, ma questo capitolo ci voleva per far metabolizzare la cosa a Mikoto … insomma… sedovesse accettare la cosa non lo farebbe certo immediatamente XD
Ringrazio tutti per i commenti, mi ha fatto piacere sapere che avete gradito lo scorso capitolo, fatevi sentire ^^
Alla prossima!
   
 
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