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Autore: Lucy94    08/12/2012    4 recensioni
Sono sempre rimasta affascinata dal personaggio di Pauli,così impacciato con il gentil sesso,e ho voluto provare a raccontare un suo improvviso cambio di vita causato dall'entrata di un ragazza,arrivata da una recente tragedia,ma che riuscirà a superare. Non mancherà di certo il cattivo di turno e i vari momenti imbarazzanti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Paulie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima che iniziate a leggere questo capitolo, volevo chiedere scusa per l'incredibile ritardo.Purtroppo l'ispirazione non arriva molto spesso oppure, alcune volte, sono talmente tante le idee che non ho la più pallida idea di come utilizzarle tutte, se poi ci aggiungiamo la scuola il quadro è perfetto =.=

Chiedo scusa ancora, anche se sono sicura che non sarà l'unica volta, quindi spero possiate avere un pò di pazienza. La mia mente bacata ha bisogno di tempo, nel frattempo,però, voi potete linciarmi o tirarmi pomodori virtuali ù_ù (questo vi è concesso senza problemi U_U).

Riguardo a questo capitolo,spero che vi possa piacere in qualche modo, non vi nascondo che io sono estremamente dubbiosa <_<

Ultima cosa e poi smetto di rompere XD, un piccolo commentino alla fine non mi dispiacerebbe, giusto per sapere se, per qualche strano segno della sorte,questa storia, o il capitolo in sè, vi è piaciuto. Naturalmente i suggerimenti sono ben accetti,così come le critiche, inoltre sarebbe interessante sapere cosa, secondo voi, potrebbe accadere (chissà magari, grazie a voi, mi si accende quella povera lampadina che ho in testa XD)

Aprì piano gli occhi, piegato su di un lato, poteva vedere il volto, per la prima volta, completamente sereno di Lucia, fronte rilassata, piccolo sorriso, respiro lento e profondo, l’esatto esempio di chi era in pace con se stesso.

“Bella”

Che strano! Sentiva una piccola pressione sul petto, non gli dava fastidio, anzi, trasmetteva anche una bella sensazione di calore. Spostò lo sguardo in basso e vide la sua candida mano sul suo petto e nello stesso momento vide la sua di mano, sul fianco di lei, ed ora che ci faceva caso, erano veramente vicini, troppo vicini; poteva sentire il suo fiato sul proprio collo, troppo vicini.

Stavano abbracciati?!?!Da quando? Come?

Stava andando in iperventilazione.

“Calmati, calmati. Che vuoi che sia? Se si sveglia semplicemente ti uccide!”

Ma neanche ad averla chiamata….

-Mmh mmm- sta aprendo gli occhi….li ha aperti…mi sta guardando stralunata, ora guarda la sua mano sul mio petto, guarda la mia mano sul suo fi…. perché cavolo ho ancora la mano sul suo fianco porc..

“Waaaaa perché eravamo abbracciati? perché avevo la mano sul suo petto? E perché lui sul mio fianco? Anche se sinceramente era veramente bello….ma che sto dicendo? Oddio sono impazzita…mi sento accalorata, ho forse preso qualche linea di febbre?”

“Mi sento bollire, che le dico? Che faccio?”

-B-Buongiorno P-Paulie-

-Buongiorno L-Lucia-

Silenzio imbarazzante…….

 

Si erano incamminati entrambi in cucina per fare colazione, Lucia si mise subito ai fornelli per preparare il latte; dopo averla aiutata a preparare la tavola si sedettero e mangiarono con ancora quel fastidioso silenzio che gli aleggiava intorno. Così non va, devo fare qualcosa.

-Ehm L-Lucia quello che è s-successo…cioè ecco, la mia posizione… i-io non avevo intenzione di fare niente- oddio ma sei scemo o cosa? Non ti passa nient’altro per la mente da dire? Chiedi scusa e basta imbecille

 

-Ahahahahah oddio…pff…scusa non ho saputo resistere, ti prego non ti preoccupare, a dir la verità credo sia stata tutta colpa mia, di solito la notte mi mu0vo sempre- in quel momento voleva sbattere la testa contro il muro, ma perché ogni volta che era a disagio doveva iniziare a ridere come una pazza e iniziare a dire cose senza senso? Seriamente, perché?

-Comunque sia non credo che tu abbia preso il mio braccio e lo abbia messo sul tuo fianco-  Promemoria personale: pensa prima di parlare, dovrei chiuderlo il discorso anziché di riaprirlo sempre. Alzò gli occhi per vedere come avrebbe reagito, la vide prima arrossire e poi sorridergli

-Chissà forse ho fatto anche quello inconsciamente, non mi stupirei più di nulla-

Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere, l’atmosfera si era di nuovo alleggerita, il cuore aveva smesso di sobbalzare e viso non scottava più, tutto era ritornato nella norma.

 

Dopo aver smesso di ridere guardò l’orologio, doveva iniziare a prepararsi, quel giorno c’era un gran da fare in cantiere.

-Oggi ho molto da lavorare in cantiere, tu cosa vuoi fare? Vuoi venire con me?- ma da quand’è che ha assunto tutta quell’ audacia?

-A dir la verità oggi volevo andare in giro per la città e poi devo fare la spesa per il pranzo di oggi, ma penso che poi verrò in cantiere, infondo non è bello restare sola e tu sei l’unico amico che ho, dopotutto devo ricominciare tutto daccapo ora- sentiva le lacrime premergli agli occhi, ma doveva resistere. Era inutile dire che gli abitanti della sua isola le mancavano, che la sua famiglia  le mancava, da morire, ma aveva promesso che sarebbe andata avanti e così avrebbe fatto.

 

Che stupido che era, non aveva pensato al fatto che lei ora non avesse nessun altro, non c’erano le sue amiche con le quali si confidava, non c’erano gli abitanti con i quali scambiava qualche chiacchiera quando andava al mercato e non vi erano i familiari che in quel momento l’avrebbero confortata e aiutata… ora accanto aveva solo uno sconosciuto, anche se lei lo aveva definito amico, ed  è inutile dire che questo lo rese felice, ma era tale solo perché era stata “costretta” a viverci insieme e ,almeno che non si vuole passare l’intera giornata ad evitarsi, ci si abitua a stare insieme.

-Non ti preoccupare, d’ora in poi ti starò sempre accanto e non ti lascerò più sola- lo aveva sussurrato inconsciamente, ma era sicuro che lei lo avesse sentito perché gli sorrise dolcemente e gli sfuggì anche una lacrima-

-Scusa- si asciugò gli occhi -..e grazie-

 

Dopo essere uscito da casa si diresse, col Yagara, al cantiere, ma durante il percorso stava pensando ancora a lei, quella ragazza aveva qualcosa di particolare, perché doveva avere per forza qualcosa se lui ogni volta si sentiva così strano davanti a lei…

Prese un sigaro dalla sua tasca e lo accese…Dio! Da quand’è che non fumava?

 

Era scesa da casa già da un po’, ma si guardava attorno spaesata. La cosa bella di Water Seven era che era una città d’acqua piena di canali e stradine, ma quella, nel suo caso, era anche la caratteristica peggiore…

“Oh avanti Lucia, cosa vuoi che sia? Basta chiedere informazioni, no?”

-Certo che vuoi che sia? Peccato che non veda nessuno in giro; così impari la prossima volta ad fare affidamento solo su Pauli, non imparando neanche una via…aaah ma dove ho la testa?- disperata già al primo passo fuori da casa, la giornata iniziava proprio bene….

 

Era arrivato al cantiere e si mise subito al lavoro, quel giorno aveva diverse mansioni da sbrigare tra le quali ristrutturare l’albero maestro di una nave della marina. Quei tizi non riuscivano a tenere una nave intera per più di due giorni a causa dei continui bombardamenti contro i pirati.

Si aiutò con le sue amate corde e ispezionò la zona interessata, fortunatamente il danno non era particolarmente grave, bastava sostituire l’alberetto di gran velaccio e il suo pennone, il legno d’abate sarebbe stato perfetto, la trozza era ancora utilizzabile, avrebbe usato quella per unire la vela al pennone e poi questo all’albero; ci avrebbe impiegato, in tutto, una decina di minuti.

 

Bene era arrivata nel centro della città, non sapeva ancora come, ma l’importante è che ce l’aveva fatta. Ora che si guardava intorno si accorgeva che quest’isola, in un certo senso, era veramente simile alla sua, era piena di vitalità.

I bambini che correvano in giro a giocare, mentre le mamme facevano la spesa, i mercanti che facevano sempre di tutto per convincere un cliente a comprare un prodotto, che poi si sarebbe rivelato inutile e i soliti furfantelli che rubavano una mela o due, per fare anche solo un dispetto al proprietario. Sorrise davanti a tutto quello, ero così familiare, sembrava quasi che fosse a casa sua.

Andò in giro e comprò tutto quello che serviva per il pranzo; passo accanto ad una pasticceria e, per caso, vide un annuncio. Cercavano qualcuno, fantastico!

Entro senza pensarci due volte e  vi trovò un signore di mezza età alle prese con un cliente; aspettò fin quando non ebbe finito.

-Benvenuta, cosa posso fare per lei?-

-Ho letto l’annuncio fuori e volevo chiedere, riguardo l’assunzione, quali capacità richiedete?-

-Hai mai lavorato in una pasticceria prima d’ora?- la guardava dritto negli occhi, beh almeno così credeva, aveva degli occhiali spessi come due tappi di bottiglia..

-No-

-Sai fare le torte?- adesso gli si era avvicinato; prima non l’aveva notato, ma aveva un bastone con se. Adesso la guardava con un ciglio alzato..

-B-Beh le cose più semplici, niente di particolare.- Gli diede le spalle e ritornò dietro il balcone

-…….Bene, sei assunta!-

-E-Eh?-

- Non volevi lavorare? Riguardo alle tue lacune, non importa, avrai comunque una settimana di apprendimento-

-Quindi, intende dire che sin dall’inizio, potevo anche dire di non aver mai toccato una padella in vita mia e lei mi avrebbe assunto comunque?-

-Esatto, proprio così! Ah, che smemorato! Non ti ho detto ancora come mi chiamo. Il mio nome è Reynold e comincerai a lavorare dalla prossima settimana- sorrideva tranquillamente mentre ammetteva di averla presa in giro sin dall’inizio.

-Io sono Lucia, piacere di conoscerla signor Reynold- quel vecchietto gli stava già simpatico, si sarebbe trovata sicuramente bene.

-Allora alla prossima settimana, signore-

-Certo! Ah, ricordati di metterti abiti vecchi, ti sporcherai di certo-

-Non si preoccupi e grazie- era felice come una pasqua, non vedeva l’ora di correre a dare la bella notizia a Pauli, ma prima, era meglio portare la spesa a casa.

  
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