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Autore: SunButterfly    08/12/2012    2 recensioni
Cosa succede se una ragazza incontra per caso un ragazzo perso su una spiaggia..e nudo?E cosa succede se quel ragazzo fa conoscere un mondo totalmente sconosciuto alla ragazza?E se quel mondo non fosse così sconosciuto nemmeno per lei?
Questa è la storia di Laila,e del passato che non ha mai conosciuto,un passato molto più affascinante e misterioso di quello che può provare ad immaginare.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“You feel like you've been pushed around
 to be on the edge of breaking down
 and no one's there to save you
no you don't know what its like.. 
welcome to my life!”







            


La sveglia suonò presto quella mattina. Era lunedì, e  ricominciavano le lezioni. Laila si rigirò nel letto, già sveglia, e semplicemente staccò la sveglia ignorandola. Anche quella notte non aveva dormito. E come avrebbe potuto dopo ciò che aveva visto?
 Si era svegliata sulla sabbia la sera prima, dopo che era svenuta. Era già tardi, e quando tornò di tutta fretta al collegio tutti avevano già cenato.
 Trovò ad aspettarla la madre badessa e le altre suore, e dopo una lavata di capo di quelle che non avrebbe più scordato le dissero solo “Bene, visto che ti piace così tanto trascorrere il tempo fuori casa, ti occuperai tu per questa settimana dei pasti. Salterai le lezioni, per una settimana, ma quando tornerai, sarai interrogata!”.
 Laila provò a protestare, ma non servì a nulla. D’altronde che cosa avrebbe potuto dire? Scusate tanto, ma ho incontrato un tritone di Città Laggiù e credo di essere in qualche modo, non so come e perché, legata a lui? Non avrebbero capito. E poi l’avrebbero rinchiusa in manicomio, come minimo.
Quindi, si rassegnò ad una settimana di servizi per quelle vipere delle sue compagne, e cercò da subito di abituarsi alle frecciatine velenose che le avrebbero lanciato.
Si alzò dal letto a stento, stanca e assonnata. Le altre non gli rivolsero la parola, come sempre, e questa volta le fece stranamente piacere. L’ultima cosa che voleva era trovarsi a rispondere alle loro frecciatine.
“Ho saputo che da oggi stai al tuo posto..in cucina! Allora, che si mangia per colazione orfanella del villaggio?” ecco, come non detto. “Non lo so ancora, ma per te Aurora, avevo pensato ad una tazza di veleno, anche se mi pare che tu ne abbia già abbastanza!”
Fissò negli occhi la compagna. Aurora, aveva un nome da principessa delle fiabe, e anche tutto il resto. Bionda, alta, bella, con gli occhi azzurri che sembravano quasi grigi. Era perfetta, ma antipatica come una carie curata senza anestesia. Di solito non rivolgeva mai la parola a Laila ‘l’orfanella del villaggio’, ma quella mattina stranamente l’aveva fatto. Si agitò leggermente alla risposta ricevuta, tra gli ‘ooohh’ delle compagne che le facevano da coro. “Touchè!” disse sorridendo Laila, poi le voltò le spalle e andò a preparare la colazione giù nelle cucine.



Laila guardò soddisfatta il suo lavoro. Aveva sfornato i cornetti, bollito il latte, messo i cereali delle ciotole e riempito le brocche d’acqua. E non era stato per niente facile. Le immagini del giorno prima l’avevano torturata tutto il tempo, e per di più doveva preparare tutto in mezz’ora. Quindi, prima di arrivare al risultato finale aveva bruciato una teglia di cornetti, rovesciato in terra il latte, buttato nell’immondizia una scatola ancora piena di cereali che aveva recuperato all’ultimo, e si era bagnata tutto il grembiule d’acqua.
Le sue compagne arrivarono proprio quando l’ultima brocca d’acqua fu riempita, e guardandola dall’alto in basso cominciarono a servirsi. Le si avvicinò suor Maria, una novizia che da poco era arrivata al convento “Che fai piccola, non mangi?” le chiese dolcemente. Era bassa e tarchiata, con un viso tondo e dolce. “No, non ho fame..” mentì Laila.
In realtà di fame ne aveva e come, ieri non aveva mangiato, ma sentiva che se avrebbe ingerito un solo boccone avrebbe vomitato all’istante. “E allora forza, vai a lavarti e poi vai al mercato. Lascia le buste all’ingresso quando torni, cucinerò io, evitiamo altri disastri, eh?” Disse fissando la macchia di latte ormai incrostata sul pavimento. “Grazie, grazie mille!” Rispose Laila regalandole il primo sorriso della giornata. E così dicendo andò nel dormitorio a cambiarsi.





Alle nove del mattino, Laila era già al mercato. Girava tra i banchi pieni di frutta e verdura. Comprò Quello che serviva per cucinare un buon minestrone. Lo fece ridendo, consapevole che nessuna delle sue compagne l’avrebbe gradito. Lasciò le buste come detto da suor Lia all’ingresso. “Bene, ora puoi andare..ti lascio la mattinata libera, spero solo non mi becchino!” gli disse lei. Laila provò una gratitudine immensa nei suoi confronti, e gli sorrise ancora una volta sinceramente. “Torna a pranzo allora!”. Laila si oscurò, non poteva farlo. A mezzogiorno..c’era lui. “Seriamente,non ho fame.” Disse. “Ho ancora mal di pancia, e sento che potrei vomitare se solo mangiassi!” “Oh piccola, allora ti conviene riposare! Hai il viso così stanco! Dirò alle tue compagne di non salire nei dormitori fino a stasera, per non disturbarti. Ora vai!” Laila voleva urlare dalla gioia. Era perfetto!
“Grazie ancora!” disse. E con un ultimo sorriso scappò via. Non notò però una cosa: suor Maria la seguì con lo sguardo di colpo serio,quasi triste, annuendo come se sapesse perfettamente dove stava andando.



Era appena suonato mezzogiorno,e come lei si aspettava,lo trovò sulla spiaggia. Seduto vicino alle rocce, vestito coi pantaloni che ieri lei le aveva regalato.
Le si sedette a lato, non sapeva cosa dire, da dove cominciare. Lui la osservò, sembrava stranamente attratto dai suoi capelli. “Hai riposato ieri notte? Mi dispiace averti lasciato sola, ma una volta che entro in acqua io..non posso più tornare indietro.” Laila sentì che stava per vomitare seriamente. Respirò profondamente “Senti, io davvero non so come faccia tu ad essere reale. Non so se questo è un sogno, e mi sveglierò di colpo, sono confusa, capiscimi.” “Si, ti capisco, ma se vuoi posso darti un'altra prova, sempre che tu non svenga sul più bello anche sta volta!” disse lui ridendo. Che cretino!Fa anche il simpatico! “No, no..ti credo!” Disse fermando lui che già si era alzato in piedi. Gli si sedette di nuovo accanto. “Bene, perché sei qui?” Disse Laila, e lo fissò negli occhi. “Perché tra ventisette giorni faccio 18 anni.” “E allora?” “E allora, mi hanno mandato qui, come tutti i tritoni e le sirene di Città Laggiù, per scoprire la terra ferma, prima di arrivare alla maggiore età.” Tritoni…sirene… Laila si sentì nuovamente mancare. Enea o notò subito. “Senti se è troppo..magari ci fermiamo eh!” Laila prese un altro respiro e poco convinta disse “No, no. Ormai voglio sapere. Da quanto sei qua?” “Due giorni,con oggi tre!” rispose lui. “Da quando tu mi hai trovato la prima volta.” “Quindi, dovrai trascorrere sulla terra..” “Trenta giorni.” Disse lui sicuro. “Fino al 18 Maggio.” “Trenta giorni…” ripeté lei. Beh, in realtà ventisette… e si sentì stranamente triste.
“Bene, ed io che c’entro in tutto questo?” “Tu, a quanto pare mi hai trovato. Sei stata scelta.” “Scelta?” disse lei, confusa. Non era mai stata scelta per niente, non era mai stata in grado di fare niente per bene, ed ora si trovava scelta per una cosa che sembrava così importante.
 “Si, capita molto raramente. L’ultima volta è stato precisamente diciotto anni fa!” “Uhm, bene. E cosa dovrei fare?” “Farmi da guida nel tuo mondo!” disse lui sorridendo. Sembrava quasi tranquillo, calmo e sorridente. E bellissimo. Lei li sorrise per la prima volta da quando l’aveva conosciuto, e si sentì un po’ più calma. “Bene, se questo è quello che devo fare..”
Ma poi si rabbuiò di nuovo. “Dovrò mentire al collegio però!” “Collegio?” Chiese lui curioso. “Forse dobbiamo parlare un po’ anche di te.” Laila avvampò. “No, ma non c’è nulla da dire..” “Mi metto comodo.” E si sdraiò sulla sabbia appoggiando la testa su un braccio teso.
Laila lo guardò ancora una volta. Era proprio bello. Gli guardò il viso che ormai le sembrava di conoscere a memoria, le braccia, quelle della stretta del sogno (che non aveva più fatto dal giorno prima..), e poi il petto largo, la pancia piatta e coi muscoli leggermente tesi per la posizione. Sentì una strana sensazione, e avvampò ancora di più. “Che c’è? Hai visto un fantasma?” Chiese lui perplesso. “Beh non è che ci si ritrova ogni giorno con un tritone d’avanti eh!” Scoppiarono a ridere, di gusto, come Laila non faceva da tempo.
Passarono tutto il pomeriggio a parlare di lei. Enea sembrava interessatissimo ad ogni dettaglio della sua vita. L’abbandono, il collegio, la vita quotidiana sempre più complicata, le compagne, i pochi svaghi. Lui l’ascoltava come nessun’altro aveva mai fatto. Non la interruppe se non per chiedere più dettagli dove lei sorvolava, o per ridere a qualche battuta. Sembrava molto interessato ad Aurora, e questo le diede stranamente fastidio.
Il tempo passò veloce, e senza accorgersene era già il tramonto.
“Bene, disse lui alzandosi in piedi. Io devo andare! Sai, il tramonto vuol dire la fine della giornata qui sulla terra, per me. Non posso restare oltre.” Disse Enea. “Di già vai via quindi?” Disse lei di getto. Ma che caspita dici?? Si rimproverò tra sé e sé. “Pensavo di starti antipatico sai?” Rispose lui e poi allungò una mano per aiutarla ad alzarsi. Le bastò toccarlo, e Laila sentì di nuovo quella sensazione di gelo e si ritrasse quindi, confusa. “Dovrai abituarti”, disse lui capendo. “La mia temperatura è molto più bassa della tua, sono per metà pesce ricordalo!” Disse ridendo. Laila gli sorrise di rimando e si alzò in piedi. “Ce la fai a vedermi andare, o svieni di nuovo?” Domandò lui. Sembrava sinceramente preoccupato, e Laila provò uno strano piacere nel constatarlo. “Vai.” Disse lei sicura. “E domani preparati,farai il tuo primo giro sulla terra ferma!” “Grande non vedo l’ora! Allora a domani!” disse.
 E poi le si avvicinò. Ma che fa?? Le arrivò di fronte, e la guardò fisso. Le si avvicinò sempre di più col viso, troppo vicino. Non svenire, non svenire… Laila chiuse gli occhi, il cuore che batteva veloce.
 Lui le appoggiò un dito sulle labbra, e lei si sentì rabbrividire,e non solo per il contatto freddo. Lo staccò subito,e lo portò sulle sue. “E’ il nostro modo di salutarci!Non ti ho messo in imbarazzo, vero?” Laila aprì gli occhi. No, stavo solo per morire! Ma gli sorrise soltanto “No,no figurati!” Fece la stessa cosa anche lei con lo stomaco sottosopra e le guancie che stavano per prendere a fuoco. Gli poggiò il dito sulle labbra, e un nuovo brivido le percosse la schiena.
Dopo un ultimo cenno di saluto lo guardò camminare verso il mare. Si aspettava una scena epica, si aspettava di vedere una sorta di “trasformazione”.
 Ma nulla. Lui arrivato vicino alla riva si tolse i pantaloni, cominciò a correre e si tuffò.
Solo un attimo, e lei non lo vide più.


Anche stavolta ringrazio anticipatamente chi si prenderà la briga di leggere la mia storia fino a qui!La canzone citata è la splendida Welcome to my life dei Simple Plain :D
Buona lettura, e recensite, mi farebbe molto piacere! 
-Martina.

  
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