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Autore: Giuacchina    09/12/2012    1 recensioni
«Buona fortuna ragazzi. Spero riuscirete a portare a termine la vostra missione!»
Detto questo, cominciarono con l'appello. Uno ad uno ci saremmo dovuti dirigere verso il grande cubo, mostrando solo al Comitato il nostro incarico. Sperai con tutto il cuore che la mia missione potesse essere facile.
Così non fu, ovviamente.
«Angela Harvey» lo sguardo di Klaus si riempì d'orgoglio. Io, invece, lo guardai con aria di sfida, convinta che la mia sarebbe stata una delle missioni più facili del mondo.
Infilai la mano nel cubo, estraendo un piccolo anello d'oro.
Oro, brutto segno. C'erano solo tre anelli d'oro, il che voleva già dire che la missione sarebbe stata non complicata, di più. Strabuzzai gli occhi, tentando di non dare nell'occhio.
Prima di allontanarmi tremante dal cubo scorsi il nome della persona a cui avrei dovuto praticamente dedicare la mia vita ultraterrena: Harry Styles.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

 
 
 
Non credevo potesse essere possibile che l'anello d'oro sarebbe capitato proprio a me. Certo, la mia sfiga era immensa, ma di certo quello fu un colpo duro.
Dio solo sa come riuscii a trattenermi dal terrore quando gli altri mi chiesero che missione avevo pescato. Rimasi composta, fingendomi scocciata come sempre. Ma quella non era solo una scocciatura, sarebbe stata la cosa meno entusiasmante che mi sarebbe potuta capitare.
Dopo la mia estrazione non capii più niente. Mi misi al mio posto e non osai pensare ad altro. Probabilmente anche Zayn e Niall erano intenti nell'attendere la propria chiamata.
Che tipo sarebbe stato? L'anello diceva chiaramente che non sarebbe stata facile, quindi dedussi che potesse essere un drogato, un malvivente, una persona che aveva realmente bisogno di aiuto. Solo che aiutare gente come quella a noi riusciva un po' difficile: nessuno di loro voleva avvicinarsi a degli sconosciuti, così farci accettare era già tantissimo.
La testa bionda di Niall fece capolino davanti a me. Era sorridente come sempre e mi bastò guardarlo nei suoi limpidissimi occhi azzurri per capire che a lui era andata bene. Era un libro aperto.
Uno Zayn preoccupato, invece, si limitò a fissarmi un attimo. Avrei voluto andargli vicino e dirgli ancora che sarebbe andato tutto bene.
Mi accorsi solo allora che Klaus non aveva smesso un attimo di parlare con il mio mentore. E Kam non era per niente contento. Lo vedevo muoversi a scatti, ogni tanto alzava le braccia come per dire che c'era qualcosa che non andava assolutamente. Si girò verso di me e si sforzò di sorridere, scrollando le spalle.
Non so cosa mi nascondi, ma giuro che me la pagherai.
«Ragazzi, ora che avete trovato tutti il vostro destino, vi prego di dirigervi nella sala di Registrazione» Klaus sembrò essersi calmato.
Raggiunsi con grandi passi Zayn che mi stava aspettando.
Gli sorrisi e lo presi per mano, trascinandolo nella sala accanto. Ci fecero sedere lungo la lunga parete, aspettando l'altra chiamata.
«Secondo te quest'anno c'è qualcuno che non ha ricevuto nessuna missione?» gli sussurro stringendogli ancora la mano.
«Non m'importa»
Sospirai. Stava facendo il bambino offeso. Però mi sembrò strano che stesse riuscendo a mantenere il suo segreto, solitamente andava sperperando i suoi segreti più intimi come se niente fosse.
Due ragazzi accanto a noi si sussurravano parole d'amore. speravo solo che le forze dell'ordine non se ne accorgessero, perchè sarebbero morti in un nulla. Così come avremmo fatto la stessa fine io e Zayn se non ci fossimo mollati la mano l'un l'altro.
«Zayn Jawaad Malik»lo chiamò una voce dalla radio installata nel lungo corridoio.
Esitò un attimo prima di alzarsi, posandomi un bacio sulla guancia.
«Ci vediamo dopo. Promettimelo»disse con un nonosochè da marmocchio.
«Promesso»e lo lasciai andare.
Le persone man mano venivano chiamate. Alla fine rimasi da sola con due ragazzi che poco dopo vennero chiamati.
Io fui l'ultima.
Non aspettai nemmeno che mi chiamassero. Mi diressi verso la grande porta dorata e sospirai. Socchiusi un po' gli occhi per la forte luce che penetrava dalle altissime finestre. Anche qui il bianco sovrastava tutto. Il tavolo del Comitato era posto di fronte a me. Klaus, però, non c'era. E ne tanto meno Kam.
Mi sedetti sulla poltroncina al centro della sala, con gli occhi di tutti incollati su di me.
Osservai i loro visi, notando che nessuno di loro si muoveva. Fissavano me e basta. Furono due figure che entrarono dal lato destro della sala a distrarli. Cinquantanove paia di occhi si posizionarono sui due. C'era un sacco di rispetto.
«Angela!» esclamò Klaus allegro. Come poteva essere contento?!
Lo fissai torva.
«I tuoi occhi verdi come il mare non mi spaventano, sappilo» constatò.
«Klaus, qui la cosa è seria» decretò Kam bloccando ogni mia risposta imminente.
«Anello d'oro, eh?»
Annuii.
«Quest'anno ne abbiamo ricevuto solo uno»
«Cosa?» ero sbalordita.
«Si, quest'anno i casi disperati sono diminuiti, da tre ad uno. Sei la prescelta per eccellenza!»
«Kam, ti prego, dimmi che…»
«Mi spiace, Angela, dovrai fare tutto da sola»
Mi abbandonai completamente sulla poltroncina, sperando che fosse stato tutto solo un brutto sogno.
«Le leggi che dicono, in questo caso?»
«Il tuo avvertimento dovrà essere imminente. Sarà un arduo lavoro, come saprai già. Quindi meglio prevenire»
La fai facile, tu.
Mi chiesero di seguirli in fondo alla sala, dove una troupe di tele cameristi era pronta a registrare ogni mia parola.
«Cosa devo dire?» domandai disperata «Ciao, sono quella che ti sconvolgerà la vita. Oh, ma non temere, un giorno o l'altro morirò, prima che tu possa accorgertene» esclamai infine, arrabbiata.
L'aria si fece tesa.
«Ritieniti fortunata, almeno non ti ho mandata all'inferno tutte le volte che te lo meritavi» controbatté Klaus.
Per fortuna Kam conosceva ogni mia mossa improvvisa e mi fermò, rimproverando addirittura colui che non poteva essere contrastato. E Klaus sapeva che non poteva perdere l'amicizia del suo fidato Kam, quindi lasciò perdere.
Due ragazze mi si avvicinarono, presentandosi come parrucchiere e truccatrici.
Mi conciarono i chissà che modo, riempiendomi di trucchi, smalti e lacche. A molte ragazze sarebbe piaciuto quel trattamento, a me no. Qualsiasi cosa portasse alla rovina della mia vita era da evitare, anche un massaggino ai piedi prima della pedicure.
Posizionarono un podio sul quale avrei dovuto registrare, provando ad essere più aggraziata di sempre. Nel corso di postura e dizione ero brava, almeno a quanto diceva l'insegnante. Ma questo non bastò a irritare il Comitato che trovava ogni cosa che facevo sbagliata.
«Allora fatelo voi» risposi scocciata ai loro rimproveri.
«Leggi quel cartello e falla finita, Angela!»
Mi guardai nuovamente intorno. In che razza di luogo mi trovavo? Che razza di persone avevo intorno? Che razza di persona stavo diventando io?
«Piacere, Harry. Questa notte sarà l'ultima della tua vita sprecata. D'oggi in poi sarai migliore» sorrisi perché era scritto in gigantesco.
E poi mi sentii pervadere da una forza potentissima, qualcosa che non potei fare a meno di immagazzinare nel mio cuore, come se fosse stata una fitta, una coltellata.
Alzai gli occhi verso il Comitato, rimasto colpito da chissà cosa. Klaus, per primo, era rimasto a bocca aperta.
Non potevo nemmeno capire cosa fosse successo, se avevo detto qualcosa che non andava. Oramai le mie parole erano finite nei sogni del ragazzo del quale avrei fatto le veci. Ormai non potevo tornare indietro. Ormai ero spacciata.
  
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