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Autore: Free air    26/06/2007    3 recensioni
Un insieme di storie, piccoli momenti importanti della vita di tutti i personaggi, in passato, presente, e ipotetico futuro. Spero di divertirvi, almeno un pò!
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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html xmlns:o="urn:schemas-microsoft-com:office:office" xmlns:w="urn:schemas-microsoft-com:office:word" xmlns="http://www.w3.org/TR/REC-html40"> Premessa

Premessa

 

In tutti questi anni, fin da quando ero poco più che una bambina, La storia della Rowling mi ha accompagnato, è stata padrona della mia fantasia e mi ha fatto sognare più e più volte. Purtroppo, il sogno sembra quasi stare svanendo. Manca davvero poco, infatti, al giorno (o alla notte?) in cui l’ultimo libro sarà nelle librerie. Perciò, ho pensato di scrivere una serie di fan fiction, che potranno essere drabble, one-shot, flashfic, e saranno sempre piuttosto corte. I personaggi saranno i più svariati, le storie ambientate in passato, presente e futuro. Di sicuro, almeno per quanto riguarda le coppie, mi atterrò molto al libro, quindi non aspettatevi storie yaoi ecc. Spero che, almeno un po’, potrò divertirvi. Magari lasciate un commento, e fatemi sapere! Kisses

 

 

The wedding date

 

Molly era molto, molto nervosa.

Tutto, quella mattina, sembrava andare per il verso sbagliato.

Improvvisamente, la decisione di sposarsi così presto le parve un grosso, imperdonabile errore.

Si guardava allo specchio, e nonostante il bel vestito color crema e le scarpe nuove di zecca abbinate, era convinta di somigliare solo a un grosso ippopotamo conciato a festa.

Era sola; sua madre, in preda al panico e in un mare di lacrime pre-matrimonio, correva di qua e di là tra la sua stanza e quella delle damigelle, mentre la strega che l’aveva truccata, una tipa schiva e silenziosa raccomandatale dalla sua amica Maggie, era sparita subito dopo aver concluso il lavoro, senza prestare attenzione alla richiesta di Molly di fermarsi ancora un poco, mascherata con l’offerta di un piatto di pasticcini. 

I suoi capelli, poi, non le erano mai piaciuti così poco. La donna che li aveva pettinati, una lontana prozia della quale non ricordava neppure il nome, le aveva gentilmente ricordato quanto fosse difficile abbinare un rosso così vivo ad un vestito, per poi dirle che i capelli, con l’acconciatura scelta dalla ragazza, la ingrassavano.

Non sapeva cosa la tratteneva dal piangere, se fosse la prospettiva di sposare finalmente Arthur, o il fatto che era così agitata che dubitava che le lacrime avrebbero trovato una via per uscire.

Si sedette, e si alzò. Fece qualche passo, per poi sedersi di nuovo, e torturarsi le mani, senza sapere come trascorrere quegli orrendi minuti che la dividevano dal diventare, dopo tanti anni, la signora Weasley. Cercò di immaginare il suo prossimo futuro, e si vide accanto a suo marito, in una tranquilla e modesta casetta di campagna, con un bambino tra le braccia. Sperava solo che la guerra finisse presto.

 

Pochi minuti prima della cerimonia, sua madre entrò nella stanza. Il trucco della donna, prima quasi perfetto, era andato via via sciogliendosi, a causa di tutte le lacrime che aveva versato.

Finalmente, la sua bambina si sposava! Ne era così orgogliosa!

Molly la guardava torva: sapeva che sua madre non aveva mai accettato l’idea che fosse cresciuta, ma questa storia del matrimonio, chissà come mai, l’aveva resa subito molto felice.

La donna si avvicinò a sua figlia, e le rassettò l’abito, sistemandone alcuni punti. Poi aprì la sua borsa, grande, come al solito, e coordinata al vestito blu pervinca. Ne estrasse una tiara meravigliosa, che Molly squadrò stupita. Sua madre, sorridendo, gliela poggiò delicatamente sulla testa. Molly si guardò allo specchio, e si sentì subito meglio.

 

-Si, lo voglio.-

Era appena diventata la moglie dello splendido uomo che le sorrideva, in piedi accanto a lei, dal vestito forse un po’ troppo lungo ma ugualmente bello, comunque speciale. Molly non avrebbe dimenticato mai quel momento. Sorrise, di rimando, e suo marito la baciò delicatamente. Sentiva i singhiozzi di sua madre, seduta naturalmente in prima fila. Non era mai stata così bene, in tutta la sua vita.

 

-Vieni con me-

Arthur le prese la mano e la condusse lontano dagli altri, lontano dal grande piazzale addobbato a festa dove si stava svolgendo il ricevimento. Arrivarono sotto un gigantesco albero, in un cortile dimenticato, del quale l’unica traccia che rimaneva era uno steccato semi distrutto.

-Ti piace?-

Molly non sapeva cosa dire: di sicuro, quel posto non era il massimo della bellezza, ma c’era qualcosa nello sguardo di suo marito, qualcosa in tutta l’atmosfera, che la fece annuire e sorridere.

-Molly, ti prometto che questa sarà la nostra casa. E sarà la casa più bella che si sia mai vista.-

-Ne sono certa, caro.-

-Lo so, il posto non è un granché. Ha qualcosa di...qualcosa di selvaggio. E la nostra dimora, se vorrai, potrà adattarsi al resto, confondersi col paesaggio.-

- E’ un paesaggio bellissimo, Arthur.-

L’uomo non smetteva di sorridere, aveva la stessa espressione di quando studiava con attenzione maniacale e febbrile eccitazione gli oggetti dei babbani.

-La costruirò...Proprio lì. Sarà grande, a più piani, come non se ne sono mai viste prima!-

-Somiglierà ad una casa, caro?-

Lui la guardò divertito.

-Certo. Sarà molto più di una casa. Sarà... la nostra tana! Lontano da tutti e da tutto, se il mondo qualche volta non dovesse andarci bene.-

-E ci sarà spazio per... Insomma, credi che ci sarà spazio per molte persone?-

-Di sicuro. Voglio che i nostri tre bambini crescano più larghi possibile! Vero, Bill?- E, così dicendo, accarezzò piano il ventre di Molly.

-Credo che sia ancora troppo presto perché ti senta, caro. E chi ti ha detto che io voglio tre bambini?-

L’uomo parve rattristarsi per un secondo.

-Ne voglio almeno sette, sciocco!-

Arthur rise e abbracciò sua moglie.

Molly sentì che, nonostante tutto quello che le stava accadendo, nonostante il mondo divenisse un luogo sempre più oscuro e triste, lei poteva dire di essere felice, perché Arthur le sarebbe rimasto accanto, sempre e comunque.

-Dovrò aggiungere qualche piano alla casa!-

E sapeva che, ancora per molto tempo, sarebbero vissuti insieme, felici e contenti, nella loro Tana.

 

                  

  
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