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Autore: _fedss    09/12/2012    8 recensioni
Ho paura. E tu mi capisci. Chi non ne avrebbe?
E’ una cosa più grande di me, arrivata all'improvviso, senza darmi… senza darci, il tempo di metabolizzare il tutto.
Un altro drago, l’ennesima sfida, ancora una battaglia contro la morte.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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It's over.





E’ finita. Ce l’ho fatta.

Un altro drago sconfitto, un’altra battaglia difficile ma finalmente conclusa. Sembrava non ne saremmo usciti più, eppure…
Eppure, eccoci… eccomi qui. Non da sola, certo. La mia famiglia, la tua famiglia e tutti i miei amici mi hanno aiutata. Mancava solo una persona.

Mancavi tu.

Tu… tu te ne sei andato. Dopo quella discussione, hai voluto vedermi per un ulteriore chiarimento. Ma così non è stato. Le tue parole le ricordo bene. Fanno ancora male. Più del drago, forse.

“E’ dura, Kate. Una situazione che non posso gestire. Non riesco a starti vicino al modo giusto. Chiamami codardo, reputami un mostro, ma io non ce la faccio. Scusa… e grazie per tutti i bei momenti passati insieme”.

Freddo… e distaccato. Come mai sei stato prima. Senza il coraggio di guardarmi negli occhi, ti sei liquidato così, prima di scomparire, forse per sempre.
Pensavo veramente di non potercela fare senza il tuo aiuto. E invece… e invece ci sono riuscita. Dopo ben tre operazioni e due terapie. Certo, non è stata una passeggiata… ma sono orgogliosa di essere stata così forte.

Anche senza il tuo supporto morale.
 
 
Oggi ti ho incontrato.

Uscivo dall’ospedale e tu eri lì, camminavi con due caffè in mano. Li ho guardati tristemente, quei caffè. Chissà a chi lo porti, adesso, ogni mattina…
Speravo non ti accorgessi della mia presenza, ma hai voltato lo sguardo nel momento esatto in cui i miei occhi erano puntati su di te. Mi hai visto zoppicante, con le stampelle e mi hai raggiunto in fretta. Sembravi… arrabbiato?

“Ti sei operata?”, mi hai chiesto. Io non ti ho risposto, ho continuato per la mia strada, purtroppo piano a causa dei punti. E poi mi hai afferrato il braccio, senza lasciarmi via di scampo.

“Dovevi chiamarmi”.

Amareggiata, ecco cos’ero. “Sei tu che te ne sei andato. Non penso sia più affar tuo.”

“Non dire così, tu sarai sempre affare mio”. Non volevo più ascoltarti. Volevo fuggire via, lontano da te, dalle tue parole così dolci ma allo stesso tempo distaccate.

“Addio Castle”, ho sussurrato trattenendo a stento le lacrime.

Hai lasciato il mio braccio, come avessi preso la scossa. Forse quella avrebbe fatto meno male. E poi hai sospirato, un sospiro stanco, doloroso, struggente alle mie orecchie.

“Sono stato uno stupido. Ti auguro, con tutto il cuore, di trovare un uomo migliore di me. Un uomo meno codardo, che si sappia prendere cura di te meglio di come ho fatto io”.

E mentre tu pronunciavi queste parole, il mio cuore si frantumava in mille pezzettini. La nausea tornava a farmi visita, accompagnata dai giramenti di testa.

Ti vedevo piegato verso di me, mentre mi accasciavo a terra. Ma altre braccia mi sorreggevano. Quelle di Javier Esposito, non le tue.

…Anche se avrei preferito che fossi stato tu a soccorrermi per primo.
 
 


Ripensandoci, non avrei mai potuto credere che quello sarebbe stato il nostro ultimo incontro.
 
 


-
♥ . E’ l’ultimo cuore che ti dedico, promesso.
   
 
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