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Autore: _shesbroken    09/12/2012    6 recensioni
"cercavo soltanto la morte.. osa lo so cosa cercavo: la liberazione dal dolore di vivere."
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Niall.

Non ero esasperato. Ma ero sul punto di diventarlo.

Non sapevo dove andare, non sapevo cosa fare e per di più, la mia mente era costantemente occupata dal ricordo di quella ragazza dai lunghi capelli castani che qualche giorno prima aveva avuto la prontezza di salvarmi. Ero in debito con lei e dovevo anzi, volevo assolutamente ripagarla nel modo più adeguato possibile.  Non era come tutti gli altri esseri umani, lei era una spanna sopra tutti. Aveva qualcosa che gli altri non avevano e che sicuramente le invidiavano. Non sapevo con esattezza cosa fosse, se il suo sorriso o i suoi occhi, ma sapevo che un giorno sarebbe stata mia.

L’unica cosa che ci divideva era la diversità.

Vampiro + ragazza= continua a crederci e vedrai. 

Per tutelarla sarei dovuto rimanere a chilometri da lei e non sapevo se l’attrazione mi avrebbe fatto cedere.

Certo, questo non rendeva le cose più facili ma ero determinato a trovarla.

 

Non potevo continuare così.

Non potevo vagabondare come un barbone in cerca di riparo o di un po’ di cibo. Mi serviva un posto in cui stare durante le giornate soleggiate, un posto in cui vivere per farla breve.  Feci un elenco di posti plausibili e con mio grande rammarico alla fine dei conti saltò fuori quella casa in particolare, l’unico posto più adatto a me. Pensai alle conseguenze del mio trasferimento, pensai a molte cose. Sicuramente Louis sarebbe stato ben contento di riavermi tra i piedi, ma i due schifosi succhia sangue avrebbe creato polveroni su polveroni.

Forse sarei stato disposto ad accettare ogni tipo di ripercussione, o forse no.

Fui costretto a decidere così su due piedi, il tempo non stava giocando a mio favore.

Le luci dell’alba stavano per sorgere ed io ero in bilico tra la vita o la morte.

Scegliere di mettere da parte il mio orgoglio e il mio odio represso o morire incenerito. Nessuna delle due opzioni mi allettava, soprattutto la seconda, così, preferii caldamente propormi come nuovo coinquilino.

Mi affrettai a varcare la soglia di quella cosa oscurata prima che iniziassero a comparire le prime luci del mattino.

“Niall, come mai da queste parti?” Louis mi fece accomodare e per uno strano motivo mi sentivo a disagio

“Ti volevo chiedere una cosa –mi sedetti sul divano- più che una cosa, è un favore”

“dimmi” si mise vicino a me schiarendosi rumorosamente la voce

Titubai qualche secondo, giusto per darmi il tempo di formulare una frase di senso compiuto. Mi imbarazzavano queste cose, più che altro non ero il tipo che chiedeva l’aiuto o l’appoggio degli altri per stare meglio.

“mmh, vorrei tornare”

“sai che questa è casa tua e che puoi tornare ogni volta che vuoi..-fece un sospiro girando gli occhi al cielo- solo che c’è un problema e..” lo interruppi anticipandolo

“lo so di cosa stai parlando e puoi stare tranquillo, non ci saranno problemi”

“a questo punto.. ben tornato fratello!”  ci alzammo all’unisono e sigillammo quella conversazione con un abbraccio da buoni vecchi amici.

 

Wendy.

Le cose fino a quel momento erano filate per il verso giusto anche se non ero riuscita ancora a vedere mio fratello.

C’era mancato veramente poco.

Allie e Scarlett sarebbero riuscite a vedermi se non fosse stato per Zayn e il suo tempismo che riuscirono a tirarmi giù in tempo.  Il suo volto era paralizzato, fisso sul culo di Allie che si stava allontanando  con passo felpato. Lo spintonai facendogli perdere l’equilibrio e facendolo tornare in sé.

“quando hai finito di guardare il culo alla mia migliore amica, vorrei la tua attenzione” alzò il dito medio e ridendo si ricompose mettendosi in ginocchio.

“cosa vuoi?”

“mi sembrava fosse chiaro”

Alzò le spalle e puntualmente si posizionò davanti allo specchietto della macchina per sistemarsi i suoi capelli che pur non essendosi spostati di uno sputo per lui erano ugualmente spettinati.  Li torturava e secondo me prima o poi li avrebbe persi, rimanendo solo con la sua eterna calvizia.

Sussultai sentendomi morire.

Liam passò correndo e la cosa non mi stupii più di tanto.

Il 90% per cento, ogni volta che dovevamo presentarci insieme da qualche parte, io ero sempre quella puntuale, mentre lui arrivava trafelato perché in ritardo netto.

Il vento gli scompigliava i capelli, e i suoi passi svelti battevano al suolo creando un suono ritmato.

Era bellissimo come sempre, impeccabile come nessuno.

 

Prima che il mio istinto mi avesse portato ad avvicinarmi a lui, acchiappai il pakistano per il braccio e lo trascinai via. Entrammo in casa, io trionfante e lui alquanto spossato. Il divano era stranamente libero, Harry, ogni giorno a quell’ora, era solito fare il suo “riposino pre caccia” almeno così lui lo chiamava,  ma quel giorno di lui non c’era nessuna traccia. Zayn colse l’occasione al volo e con lancio si cacciò a peso morto facendo un piccolo rimbalzo in avanti.

Scossi la testa perplessa tirandomi indietro una ciocca di capelli e andai in cucina con la speranza di trovare qualche riserva di sangue 0 positivo avanzato. Ispezionai attentamente il frigorifero ma non trovai nulla di particolarmente appetitoso

“guarda che non sono lì” sfoderai fuori i canini, non conoscevo quella voce e quell’odore non mi era famigliare. Ero pronta a difendermi, mi voltai per attaccare quando il ragazzo biondo mi immobilizzò con la mano.

“stai calma bambina, sono Niall” clamorosafiguradimerda, fu tutto ciò che riuscii a pensare.

“mi dispiace, non avevo riconosciuto la traccia”

“può capitare”

“già”

Mi fece cenno di sedermi accanto a lui, obbedii senza fiatare.

“come mai sei tornato?”

“mi sono trasferito”

“ah wow”

“finto entusiasmo delle –guardò l’orologio- due e mezza, ottimo wen” arrossii. L’ultima mia intenzione era quella di dargli un più che pessimo benvenuto. Solo avevo parecchi dubbi sulla tranquillità che avrebbe coinvolto la casa nei giorni a seguire.

“no.. non è per te.. è solo.. come farai con Harry e Zayn?”  fece spallucce e la cosa sembrò manco fargli il solletico “ci eviteremo come abbiamo sempre fatto” .

 

Scarlett.

Odiavo la scuola.

Era l’unico ambiente in cui la gente era libera di giudicarti, ed io odio i giudizi, soprattutto da parte di quelli che nemmeno sapevano chi eri o da dove venivi e, i professori erano i primi che indiscretamente lo facevano.

Ti obbligavano a studiare, a fare compiti, ad essere interrogato e l’unica cosa che davvero gli riusciva bene era metterti costantemente sotto pressione.  La scuola era l’unico posto dove tu non potevi essere te stesso, dovevi seguire la massa perché sennò venivi considerato uno strano e preso di mira. Dovevi vestirti in un certo modo e non c’era libertà di parole. Potevi parlare solo se ti interpellavano e se non avevi niente di interessante o di intelligente da dire era meglio se te ne stavi in silenzio per i fatti tuoi. La scuola era l’unico posto in cui mi sentivo letteralmente in prigione, dove la mia massima libertà di espressione poteva essere un sorriso di pietà ad Allie che era nelle mie stesse condizioni se non peggio.

Ogni anno puntualmente in ogni classe si formavano i gruppi, che andavano dall’alta classe sociali dei popolari alla più bassa e ripudiata da tutti, quella dei nerd e degli sfigati. Con esattezza non sapevo bene quale posizione occupavo in quella merda di liceo e detto francamente, la cosa non mi interessava più di tanto.  La ricreazione durava uno sputo di Dio e la pausa pranzo durava ancora meno. Era uno schifo, ci stavano schiavizzando e trattando come degli animali, non eravamo manco più persone.

 

“Non ce la faccio più, vediamoci giù nel cortile dopo che ti devo parlare”

-va bene!

 

Raggiunsi velocemente il cortile interno e socchiudendo gli occhi mi appoggiai al muro, godendomi qualche minuto di riposo.

“oh Scar, eccomi”

“Al, finalmente!” 

“cosa mi dovevi dire?”

L’argomento era nitido nella mia testa ma non avevo la più pallida idea di come incominciare e di come concludere.

“si però prima –misi le mani avanti, ogni volta che stavo per svelare qualcosa, puntualmente arrivava la premessa che ormai era la solita da anni- non devi dirlo a nessuno, ok?”

“d’accordo, spara!”

“l’altro giorno..-presi fiato- ho conosciuto un ragazzo..”

“nome?”

“non lo so..”

“cognome?”

“ti ho detto che non lo so!”

“anno di nascita?”

“eh?”

“dove vive?”

“uo uo uo frena un attimo” si ammutolì abbassando successivamente lo sguardo rivolto verso il pavimento in cemento puro. Stava generalizzando e non la sopportavo quando lo faceva. Si doveva dare una calmata, insomma, era più elettrizzata di quanto non lo fossi io.

“quindi non sai niente di lui?”

“no, so solo che è..”

 

Spazio autrice!

Eccomi con un altro rivoltante capitolo.

C’ho messo più tempo del previsto anche perché ho avuto la febbre e le mie condizioni poco stabili non mi hanno permesso di proseguire la storia per tempo.

Ho sfornato quindi questo capitolo mezzo sminchio ma che spero vi piaccia lo stesso, un bacione!

-An

  
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