Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Frem Write    09/12/2012    5 recensioni
"Lei che aveva sempre avuto paura del buio, ora era costretta a viverci.. per sempre"
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 2. Girl on fire.

{Nobody knows that she’s a lonely girl
And it’s a lonely world
But she gon’ let it burn, baby, burn, baby
This girl is on fire
This girl is on fire
She’s walking on fire
This girl is on fire.
-Alicia Keys, Girl on fire}


Louis

Un raggio di sole penetrò attraverso le tende, colpendomi in pieno viso. Eravamo a novembre, era raro che a Londra ci fosse il sole. Io e i ragazzi, in onore di queste giornate andavamo a Hyde Park oppure al nostro solito posto, tenendo conto anche dei paparazzi. Ci divertivamo molto insieme, eravamo una bella squadra, lo siamo sempre stati. X-Factor ci cambiò la vita, ci permise di realizzare i nostri sogni e di sfondare nel mondo della musica. Non avrei mai creduto che potessimo arrivare così in alto; due anni fa eravamo cinque ragazzi con un sogno da realizzare. Due anni fa ero Louis Tomlinson il ragazzo di Doncaster, il ragazzo che aveva pochi amici, il ragazzo che veniva definito ‘gay’ perché capiva le ragazze. Tutti gli insulti che ricevetti, mi resero più forte. Ma la cosa, o meglio, la persona che mi aiutò a non crollare, era Desirée. C’erano giorni in cui mi rinchiudevo in camera con la scusa dei compiti da fare e piangevo, e lei bussava alla mia porta. Le avrò risposto male così tante volte, che se fossi stato in lei mi sarei mandato già a quel paese. Ma lei era restata, lei restava fuori dalla porta anche per ore, finché non le aprivo. Mi ero comportato male con lei, se avevo dei problemi lei c’era sempre, e quando fu lei ad avere dei problemi io andai via, come un vigliacco. Ero stato egoista, ero scappato da Doncaster, dal dolore che quel posto mi aveva procurato, senza tener conto del dolore che Desirèe e mia madre avrebbero provato. Ero scappato da ciò che oggi mi ha reso la persona che sono.
Come potevo chiedermi perché Desirèe mi odiasse? Era tutto troppo ovvio, era tutto bianco su nero, era evidente. L’avevo lasciata da sola.
Era arrivato il momento di recuperare tutto il tempo perso.
Mi alzai svogliatamente dal letto, cercando la sveglia che aveva preso a suonare.
7:30.
Era troppo presto per svegliarsi, per lasciare il letto che mi chiedeva di restare, per permettere al freddo invernale di scagliarsi contro la mia pelle.
< Louis, svegliati, è ora di alzarsi e di andare a scuola! >, me la immagino ancora qui, che apre la porta della mia camera e mi sussurra quelle parole che una volta odiavo, ma che ora rimpiango. Non sapevo di preciso cosa mia madre avesse, sapevo soltanto che dopo essere stata in ospedale doveva andare in un centro di ricovero.
Avevo bisogno di sapere, era mia madre.
Sentii odore di caffè e brioche e pensai subito a Harry. Veniva ogni mattina e mi portava la colazione. Era come un fratello, era il mio migliore amico, mi fidavo di lui.
Scostai le coperte e mi stropicciai gli occhi, ancora chiusi.
Dopo essermi sciacquato la faccia scesi in cucina e con mia sorpresa vidi mia sorella che beveva del latte.
< ‘giorno. > la salutai. I suoi occhi inespressivi mi fissarono e dalla sua bocca uscì un ‘ciao’ sussurrato.
Non potei non notare quanto fosse cresciuta. I capelli che una volta erano sempre corti, erano diventati lunghi e ricci ed erano castani. I suoi lineamenti dimostravano i suoi quasi diciassette anni. Gli occhi cerulei che amavo tanto fissavano quasi sempre il vuoto. Aveva alcune lentiggini sparse sul naso e sulle guance, la carnagione chiara e delle labbra carnose.
La ragazza che tre anni fa avevo lasciato a Doncaster, era diventata una donna. Mi spaventava vederla così matura, sentivo che ormai io non ero più il suo fratellone e questa cosa mi rendeva piuttosto protettivo nei suoi confronti.
< La smetti di fissarmi? > sussultai.
Pur essendo cieca, con il tempo aveva imparato molte cose, e una di queste era appunto, quando una persona la guardava.
Arrossii di colpo e presi una tazza dal mobile.
< Scusa, è che.. sei cambiata.. > versai del latte e aggiunsi un goccio di caffè.
< Sono cresciuta, Louis. E’ diverso. >.
Appoggiò la sua tazza sul tavolo e andò a vestirsi.
Mi sorpassò e notai quanto fosse diventata anche alta e snella.
Era davvero una bella ragazza.
< Ciao amore bello! > Harry mi distraè dai miei pensieri.
< Hazza, è opera tua la colazione? >
< E di chi se no? > mi strizzò un occhio, < i ragazzi sono in auto, manchi solo tu! Andiamo a fare un giro in spiaggia, ti va? >.
< Verrei molto volentieri, ma c’è anche Desirèe.. >
< E allora? Venite entrambi. Ti aspetto, muoviti Boo Bear! > lo fulminai con lo sguardo, come a volergli dire ‘non chiamarmi così, sai che lo odio’, seguito poi da una sua risata.
 
Per convincere Desirèe c’era voluto ben poco, andò meglio di come me l’ero immaginato. Mi aveva detto che le piaceva la spiaggia, così eravamo diretti tutti verso la costa.
< Ma tua sorella non parla mai? > mi chiese Harry, nell’orecchio.
Mi voltai dall’altra parte.
Desirèe era appoggiata al finestrino, con le cuffie nelle orecchie.
< E’ timida.. dalle del tempo e vedrai che si ambienterà. > risposi a Harry.
< Allora Des –posso chiamarti così, vero?- raccontaci un po’ della tua vita a Doncaster.. cosa facevi? Dove andavi? > domandò Liam.
< Beh, non uscivo molto spesso, forse perché non avevo molte amiche.. preferivo stare con mia madre in ospedale, la casa sembrava deserta se non c’era lei.. a volte andavo dal mio vicino di casa che mi dava ripetizioni per la scuola, sai.. >.
Harry la osservava da un po’, e questo mi dava un leggero fastidio. Gli diedi una gomitata.
< Ieri ho incontrato la mia ex.. mi ha insultato in un modo pazzesco! L’ho tradita, ok, ma mi ha preso a brosettate! > cambiò discorso Harry.
Scoppiò una risata, era una cosa all’ordine del giorno ormai.. Harry era ancora un bambino, non aveva trovato la ragazza giusta e perciò giocava con tutte.
< Cos’hai da alzare gli occhi? > la rimproverò il riccio. Desirèe si girò verso Harry e sorrise.
< Non posso alzare gli occhi? >
< Non è una risposta.>
< Mi fai schifo. Mi fa schifo il modo in cui tu hai detto quella frase. Ti va bene come risposta? >
< Che bambina.. > sussurrò tra sé e sé.
E fu così che iniziò la guerra.

Desirèe

< Che bambina.. >.
Mi chiedevo come Louis potesse avere amici così ottusi e stupidi. Beh, Harty o qualunque fosse il suo nome, non mi sorprese affatto.
< Trattare male le ragazze non fa di te un uomo. > alzai di più il volume nelle cuffie, lasciando che la musica di una band inondasse le mie orecchie. Ricky mi aveva scaricato queste canzoni, dicendo che erano dei bravi cantanti e infatti lo erano.
< E’ arrivata la filosofa. >
< Parlare con te è come parlare con un opossum. >.
< Odiosa.>
< Cretino. >
< Antipatica. >
< Donnaiolo. >
< Rompiscatole. >
< BASTA! > urlò il ragazzo davanti a me. < sembrate due bambini! >.
Un altro. Certo che mio fratello se li sceglieva bene gli amici.
Non vedevo l’ora di arrivare in spiaggia per starmene per i cavoli miei. Senza Louis, senza Harry o qualsiasi altro individuo che c’era in quella macchina.
 
Ci vollero tre ore prima di uscire da quel manicomio. Il viaggio lo avevano passato a urlare, a dire barzellette al quanto squallide e a ridere senza motivo.
In quel momento odiavo mio padre per avermi mandato lì, e mia madre per avermi abbandonata.
< Des vieni a fare un giro? > Liam mi si avvicinò.
< Se significa andare lontano da questi qui, volentieri! > rise strappandomi un sorriso e mi cinse le spalle.
Ci allontanammo dal gruppo, avviandoci verso la spiaggia –a giudicare dal rumore del mare.
All’improvviso un vortice sembrò risucchiarmi. La spiaggia, il mare, tutto mi riportava a quel giorno in cui persi la vista. Il dolore cominciava a farsi sentire, gli occhi pungevano e la gola era come chiusa. Non dovevo pensarci, non più. Ormai era passato, ora c’era un’altra ragazza sulla spiaggia. Ora c’era Desirèe Jane Tomlinson. Una ragazza nuova, una ragazza sola ma rinata. Una ragazza che non aveva più paura di niente, perché ormai aveva vissuto la morte sulla sua pelle. Una ragazza che aveva bisogno di vivere, di imparare a vivere perché nessuno le aveva mai insegnato come si faceva.
Che questa persone fosse davvero Liam?
Camminammo in silenzio raggiungendo la riva. Mi tolsi le converse.
Un brivido percorse la mia schiena quando i miei piedi si appoggiarono sulla sabbia bagnata. Era fredda, ovviamente. Volevo godermi questo momento come non avessi mai toccato la sabbia, come se fosse tutto nuovo, infondo dovevo vivere, no?
Feci un grosso respiro. L’odore della salsedine mi inebriò le narici. Quanto mi era mancato questo profumo.
Liam tossì.
Mi ricomposi come se avessi paura che potesse leggere i miei pensieri e capire le mie sensazioni in quel momento.
< Venite spesso qui? > chiesi mentre mi sedetti sulla sabbia bagnata. Intuivo lo sguardo sorpreso di Liam.
< Sì, è il nostro posto praticamente.. almeno qui i pa.. cioè, qui possiamo stare i tranquillità. E’ un posto magico. > lo sentii sederti vicino a me.
Abbozzai un sorriso.
< Andate molto d’accordo tra di voi.. sembrate fratelli. Come vi siete conosciuti? > forse stavo facendo troppe domande, ma ero stata lontana per troppo tempo da mio fratello e dalla sua vita. Ero curiosa.
< Tre anni fa volevamo fare tutti l’audizione per X-Factor e intanto che aspettavamo che i nostri nomi venissero chiamati ci siamo conosciuti. >
< Vi hanno presi? > chiesi speranzosa. Mi sorpresi anche io per il mio comportamento. Stavo mandando a farsi fottere la mia immagine da dura.
< No.. però noi abbiamo comunque continuato a vederci.. Ora ci esibiamo in qualche.. bar? Sì, bar! > sembrava un po’ incerto su quello che diceva, ma decisi di non badarci molto.
Mio fratello aveva inseguito il suo sogno, aveva incontrato questi ragazzi fantastici –ad eccezione di Harty- e non avrei potuto essere più fiera di lui.
< Ci tieni molto a Louis, vero? > mi scostai i capelli dal viso con un gesto veloce.
< Può essere stato il peggior fratello di sempre, può avermi abbandonata, può avermi dimenticata, ma resta sempre mio fratello, quindi in teoria anche se lo odiassi non cambierebbe niente.. > rise, facendomi accelerare il battito del cuore < ..in sostanza, sì, ci tengo molto a lui >.
 

Harry

Non mi piaceva Desirèe.
Non mi piaceva quel suo atteggiamento da saputella.
Ero Harry Styles, ero famoso, bello e bravo, e allora perché lei riusciva a farmi sentire come una merda? Come se non fossi abbastanza.
Aveva un potere speciale in quelle parole, riusciva a penetrare il mio scudo.
La odiavo.
Mi chiedevo come potesse essere la sorella di Louis, quel Louis: simpatico, allegro, con la battuta pronta.
Lei era tutto il contrario: acida e antipatica.
Ogni gesto che faceva mi faceva innervosire. Forse era troppo, forse non la conoscevo ancora bene per poterla giudicare, ma a pelle non mi aveva fatto una buona impressione, anzi.
Era bella, ma era complicata.
L’avevo vista allontanarsi con Liam, poco fa, non che m’importasse. Io e i ragazzi avevamo deciso di discutere su come gestire la questione della band.
< Louis, non puoi tenerglielo nascosto, non è stupida, lo sai? Sai che prima o poi verrà a saperlo? > lo aveva avvertito Niall.
Io dovevo rimanere fuori a fare da ‘sentinella’ e avvertirli nel caso fosse ritornata la iena.
Sentii il discorso a pezzi, ma da quello che avevo capito Louis non voleva dire a Desirèe che era famoso ed era in una band. Era la cosa più sciocca che potesse fare. Poteva essere una rompicoglioni, ma aveva il diritto di sapere. Ma il mio parere non contava, l’importante era che mi ‘attenessi ai piani’, come aveva detto Lou.
Vidi Desirèe e Liam ritornare dalla spiaggia. Avevano un sorriso stampato sulla faccia che mi faceva venire il voltastomaco. Non ero geloso, ero infastidito. Mi dava fastidio che quella ragazza fosse entrata nella nostra vita. Non poteva restarsene a Doncaster?
Liam mi salutò e poi entrò nella casetta, probabilmente per discutere della questione ‘band’. Desirèe si mise le cuffie e si sedette su un muretto davanti a me, rivolgendomi le spalle.
Non seppi per quale assurdo motivo mi mossi da lì, ma l’affiancai.
< E’ maleducazione rivolgere le spalle alle persone, lo sai? > le dissi, giocando con il braccialetto.
< Non venirmi a dire cosa posso fare o meno, Harty! >
< Harty? > trattenni una risata < non sapevo di aver cambiato nome! >.
< Perché, non è il tuo nome? >
< Mi chiamo Harry! H-A-R-R-Y! Harry! >
< Minchia ho capito, non sono sorda! >
< Sei sempre così? >
< Così come? >
< Ottusa, antipatica, che crede di sapere tutto di tutti, orgogliosa, potrei continuare sai? > sorrise.
< Ogni giorno ,ogni ora, ogni secondo della mia vita sono e sarò così, che ti piaccia o no. Se sei qui per criticarmi o qualsiasi altra cosa, puoi anche alzare il tuo culo da questo muretto e levarti dalle palle. Non ho bisogno di una persona che ogni 3x2 mi dica quanto il mio carattere faccia schifo,  capito Harry? > sbuffai sonoramente e mi alzai da quel muretto.
Non avevo bisogno di una ragazza che mi dicesse cosa potevo fare o meno, non mi facevo mettere i piedi in testa da nessuno, tanto meno da Desirèe Tomlinson.
 

Desirèe

Eravamo tornati tardi a casa, avevamo trascorso tutta la giornata in spiaggia. Mi ero divertita molto, avevo riso come non mai grazie a Niall e alla sua risata contagiosa. Quel ragazzo era fantastico.
Appena entrai in casa, mi rintanai in camera mia. Non avevo intenzione di parlare con Harry, non dopo quello che mi aveva detto quel pomeriggio. Non sapeva nulla di me, e si permetteva di giudicarmi.
Ero pur sempre una persona, avevo un cuore anche io.
Chiusi la porta alle mie spalle e crollai a terra.
La mia schiena strusciava contro la porta. Sentivo le lacrime ormai scendere e bagnarmi le guance. Stavo piangendo. Ero crollata, un’altra volta. Avevo fatto in modo che il mio dolore prendesse il sopravvento, che ogni cosa bella all’improvviso diventasse solo un desiderio impossibile. Ogni cosa mi scivolava addosso ferendomi, ogni ricordo mi faceva stare male.
Ma ormai ero abituata a crollare. Ero abituata a sentire le guance costantemente bagnate,  la mia bocca emettere singhiozzi, la mia bocca tremare.
Ma questa volta sarebbe stato diverso, ero stanca di essere così fragile, non ero più la bambina di Doncaster.
Mi alzai e mi asciugai le lacrime. Aprii la porta per andare in bagno quando trovai Harry davanti a me che mi fissava.
< Io.. >
< Lasciami in pace Harry.. > lo sorpassai e andai in bagno.



IT'S ME! 
Eccomi ragazze con il secondo capitolo. 
No, non sono morta ahah. 
Ho avuto un sacco di cose da fare questa settimana, tra interrogazioni e verifiche non ho avuto molto tempo di scrivere.
Perdonatemi. 
Comunque, cosa ve ne pare del capitolo?
Ci ho messo molto a scriverlo più che altro perchè lo considero come un capitolo di passaggio.
Non accadono grandi cose, come nel prossimo, ma comunque sono piuttosto soddisfatta, il che è un miracolo. 
Grazie mille per le recensioni, siete tutte molto gentili, mi fate sorridere ogni volta. 
GRAZIE. 
Fatemi sapere che ne pensate
alla prossima. 
-Frem.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Frem Write