6.

Se mi avessero chiesto una settimana fa cosa si provava ad amare cosi follemente una persona, avrei risposto che la sensazione inebriante che ti investe quando ami l’amore della tua vita, è come una droga, un sottile strato, una pellicola che ti avvolge il cuore, che lo stringe, che lo dilata, ogni emozione, ogni sussurro, ogni segreto, si esaltano, ti bruciano. Avrei risposto che di questa droga, mai potevo farne a meno.

Ora, pronta a lottare contro il mio migliore amico, assetata di sangue umano, viva in un corpo morto, cominciavo a capire tutto, l’amore, quel nastro che ti avvolge il cuore, a volte è talmente stretto che anche se sai che non puoi libertene soffri comunque. Stavo facendo qualcosa, per proteggere il mio amore, la mia nuova vita. Ma la sofferenza era tanta, troppa.

Il primo di loro scattò dietro di me, veloce come un fulmine, la violenza dell’impatto col mio braccio fece risuonare la foresta di un suono tetro. Il suo attacco non era pensato per farmi del male, quanto piuttosto per fermarmi, il loro intento era mettermi KO, immobilizzarmi in modo che non commettessi niente che andasse contro il loro rigidissimo senso della giustizia, ma era appunto il loro. La mia natura mi imponeva di bere sangue, la loro di ucciderci e proteggere gli umani, chi ci diceva cos’era giusto, chi era a sindacare che nutrirsi di umani fosse sbagliato. Presentami un giudice imparziale e potrei cambiare la mia opinione.

Sentii i miei sensi vampirici esplodere, come una scintilla in mezzo ad un oceano di polvera da sparo. Veloce, veloce come la luce mi mossi di lato, inquadrai la scena. Erano in quattro piu Jake, che per il momento si teneva in disparte. Anche loro mi stavano studiando, probabilmente si stavano chiedendo quali fossere le mie intenzioni. Approffitando del momento di un momento di distrazione, presi la mia decisione.

Il momento di affrontare i licantropi per me non era ancora arrivato, ne fisicamente ne psicologicamente. Dovevo tornare da Edward, e parlare con mio padre. Ma ancora non avevo deciso in quale ordine.

Sfrecciai verso la foresta, sperando che non decidessero di seguirmi anche se lo dubitavo fortemente. Le mie gambe non piu umane, mi trascinarono via, prima che potessi ripensarci. Ma sentii dietro di me una presenza, continuai a correre, non avevo il coraggio di fermarmi, sapevo chi era, e non volevo affrontarlo, ma lui fu piu rapido di me.

“Bella, fermati”

“No Jacob, non mi seguire piu, non voglio scontrarmi con voi, non ora, ne mai se possibile”

“Non puoi pretendere di essere un vampiro e stare in pace col mio mondo, hai fatto la tua scelta, non faremo la nostra. Vieni con me, altrimenti saremmo costretti a fartici venire con la forza”

“Con me questi trucchetti no funzionano, non sono quella che conoscevi, non mi stanco di ripeterlo, potete gloriarvi dei vostri trucchetti da lupi pelosi e decelebrati quali siete, ma non pensate di poterla avere vinta cosi facilmente contro un vampiro”

Quella che stava parlando non ero io, un mostro si era impossessato di me, la rabbia mi stava soffocando, senti gli occhi iniettarsi di nero, tutto prese tinte opache. Doveva essere la sete dedussi.

“Ma chi sei tu? Hai visto Bella, volevi tanto essere un vampiro, ora che sei stata accontetata sei felice? Con quella sete che ti brucia il petto, l’astio che ti rode il cuore, eh? Sei felice? Dimmelo su. Ti conosco troppo bene”

Non potevo piu restare li, dovevo andarmene, sentivo un flusso di energia che si stava riversando nelle mie mani, come fuoco, come il veleno che mi aveva trasformata. Edward non mi aveva mai parlato di una cosa del genere, sapevo di velocità, forza, immortalità, ma mai un potere del genere, un scarica cosi forte da farmi tremare, se non l’avessi rilasciata la mia essenza sarebbe andata in mille pezzi.

“BASTAAA, lasciami in pace, ho fatto la mia scelta, chi sei tu per giudicarmi??”

Era il momento, quell’energia condensata tra le mie mani, non poteva piu essere racchiusa. Mossi fulminaemente le braccia, apri i bollenti palmi del mani, e la sentii, sentii un bagliore diramarsi da tutto il mio corpo, ed un lampo scaturire dalle mie braccia. Tenevo gli occhi chiusi, non avevo il coraggio di scoprire cosa avevo fatto.

Non avevo il coraggio di guardare il lampo di terrore negli occhi del mio migliore amico.

Perche anche se la vita mi aveva donato Edward, sottostare alla visione di una persona cosi amata, che si ritrova terrorizzata da quello che ormai sei, è lacerante, e mi continuo a chiedere, il mio cuore potra mai continuare a sopportare tutti questi strappi, prima che definitivamente si spezzi?

Mi costrinsi ad aprire gli occhi, dovevo sapere cosa era successo.

Tutto intorno a me la foresta sembrava pervasa di una luce bianca, lattiginosa, come quell’alone morbido che pervade i sogni, che ti culla nelle notti d’inverno donandoti mondi misteriosi e amori proibiti.

Tutto era in silenzio. Nulla si muoveva. Distinsi la sagoma di Jake, appoggiato ad un albero, respirava, sembrava dormisse.

Il nastro intorno al mio cuore attenuo la sua stretta, non era morto, questo era tutto quello che mi interessava. Mi guardai intorno e come per incanto la nebbia, comincio a diradarsi, a divenire sempre piu sottile, fino a che non tornò da dove era venuta.

La foresta riassunse i suoi colori originali, Jake, dormiva beato, come se nulla al mondo potesse preoccuparlo, come se stesse sognando, come se qualcuno gli avesse donato un sogno.

Che fosse quello il mio potere?