CAPITOLO
TRENTADUESIMO
- E' tutto pronto? - chiese Harry a
Meredith bussando
alla porta della sua stanza.
- Si, arrivo. - rispose quella uscendo.
Era il 14 Dicembre ed Harry era a un passo da New
York, dove, con un po' di fortuna, avrebbe forse finalmente iniziato la
sua
carriera da pittore. Non era passato neanche un mese da quel surreale
pomeriggio alla villa in cui un tempo vivevano i Crossworth, ma Harry
aveva già
raggiunto, anche grazie all'appoggio della sorella, la cifra
sufficiente ad
affrontare il viaggio e l'ingresso all' High Accademy di
New York. Aveva
lavorato sodo guadagnandosi del denaro con diversi impieghi part- time
e nel
contempo aveva realizzato anche una vasta serie di dipinti. Aveva
lavorato
durante il giorno e il pomeriggio e dipinto la notte.
Meredith lo aveva visto
distrutto, ma incredibilmente pieno di forze e di volontà.
L'idea di cercare
fortuna in America le era sembrata più grande di lui, ma
aveva fiducia in Harry
e avrebbe fatto qualunque cosa pur di renderlo felice. Anche per lei
avrebbe
potuto avere inizio una nuova vita: se il fratello fosse diventato
famoso, lei
sarebbe rimasta a New York. Harry le aveva detto che anche se
ciò non fosse
avvenuto, lui avrebbe scelto di restare comunque in America,
perché a Londra
aveva troppi ricordi che lo rattristavano. Janet, inevitabilmente, era
ancora
nei suoi pensieri. Quel dolce viso invadeva anche i suoi sogni, ogni
notte, quando
dormiva.
- Possiamo andare. - disse Harry dopo aver riposto le
valigie e le carpette coi disegni nella macchina di seconda mano che
aveva
comprato Meredith.
Entrambi diedero un ultimo sguardo a quella che era
stata la loro casa di sempre. Meredith, alla guida, non
riuscì a trattenere le
lacrime. Harry lo notò, nonostante cercasse di nasconderlo.
- Ehi, cosa c'è che non va? - chiese dolcemente.
- Niente ... - rispose lei passandosi le dita sugli
occhi - E' solo che ne sentirò la mancanza.
- Eppure pochi mesi fa non hai esitato poi tanto a
lasciare Londra per andare a vivere a Las Vegas.
- L'amore mi aveva resa cieca. Credevo che Jake mi
avrebbe dato tutto, non mi importava dove saremmo stati ... Ora invece
non so
cosa mi aspetta ...
- Te lo ridico Meredith, per l'ultima volta: non sei
costretta a venire con me se non ti va. Io me la caverò.
- No, non ho intenzione di lasciarti di nuovo solo.
L'ho anche promesso a Janet. - replicò la donna
commuovendosi.
Dopo entrambi restarono in silenzio, ognuno con
pensieri diversi. Guardarono ogni via della città, ogni
angolo, parco, villa,
locale ...
Meredith rivisse tanti momenti della sua vita trascorsi in tutti quei
posti, tra cui pure la casa di Tracy, alla quale promise che sarebbero
rimaste
comunque sempre amiche, anche se separate dalla distanza. Harry si rese
conto
invece di non ricordare tutti gli angoli della sua città: da
quando dipingeva
usciva di rado o andava sempre negli stessi posti. Era sempre stato un
tipo
malinconico e trascorreva la maggior parte del suo tempo in casa
davanti la
tela, immerso in un mondo tutto suo, perso nelle mille variazioni
cromatiche
della sua tavolozza. L'unico evento che lo aveva scosso particolarmente
e lo
aveva portato a conoscere una parte nuova della città era
stato l'incontro con
Janet. Percorrendo la strada verso l'aereoporto, vide la Tate Gallery e
per un
attimo ebbe la tentazione di chiedere a Meredith di fermarsi per
scendere e
incontrare Got, probabilmente per l'ultima volta. Meredith lo vide
guardare la
galleria d'arte e accostò vicino un marciapiede.
- Vuoi salutarlo? - domandò al fratello.
- Come ...? Eh, no, no... - balbettò Harry.
- Sicuro? Sei ancora in tempo se vuoi: il volo è solo
tra un'ora.
- No, veramente. Mi ha ferito, non ho più intenzione
di rivederlo. Sono sicuro che si sarà già
scordato di me. Mi sono voltato
istintivamente ... insomma, ci sono venuto tante volte ... Su, o
facciamo tardi. -
disse il pittore incitando la sorella a partire.
- D'accordo. Non c'è un posto che vorresti rivedere
per l'ultima volta?- continuò la donna.
Ad Harry balenò subito nella mente la villa dei
Crossworth: quell'immagine non lo aveva ancora abbandonato e lui
inoltre aveva
ancora sempre con sé la chiave.
La teneva per
sentire vicina Janet, che non aveva smesso di amare, dopotutto. Dopo
questa riflessione
disse di no con la testa. Ripresero così il tragitto senza
nessun' altra sosta.