Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: spikey    10/12/2012    6 recensioni
Lei è Gabriele: cantante, animatrice e ruvida individualista alla volta del successo Milanese. Lui il suo nuovo capo.
Lei è Eva: studente sul ciglio della laurea e resposabile della gestione delle dimore di lusso della Proto Organization. Lui il nuovo proprietario di un attico a cinque stelle in Piazza San Babila.
Loro lo odieranno, fino a non riuscirne a fare a meno.
“Piacere, sono Robert Downey Jr. e da oggi sono il socio maggioritario di questa baracca. E visto che mi piace essere sincero...il tuo primo colloquio di lavoro è stato un vero schifo”.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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V CAPITOLO

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“Tesoro...Sei in ritardo!”.

“Lo so Cloud, lo so!- piagnucolò Eva saltellando da una parte all’altra del loft ancora in mutande e col telefono incastrato tra orecchio e spalla- Il kimono non si stira da solo”.

L’amica sospirò: “Ok, ma muoviti! Io comincio ora a riscaldarmi e Fra è già al suo violino”.

L’ultima parte del discorso si perse nell’etere; Eva si stava infilando nel mini-abito, cercando di non rovinare trucco e parrucco.

Voleva che quella serata fosse perfetta, Robert sadoveva arrivare nel bel mezzo dello show e rimanere a bocca...

 

Che cosa?! E’ già qui?” la riccia non celò l’isteria nel tono.

“E’ nella tana di Daniele” Francesca buttò un occhio alle vetrate degli uffici al secondo piano del locale: da lì il direttore controllava l’andamento della serata. “Ma non preoccuparti, staranno bevendo come animali...a proposito, bel vestito!” osservò la bionda con un’occhiata al kimono di Eva, costellato di fiori di ciliegio.

“Anche la tua camicia alla koreana non è male” ammise l’amica affrettandosi a passo svelto dietro la consolle.

 

“Maledizione, se le cose cominciano ad andare storte adesso...entro un’ora mi sarò licenziata” Eva prese possesso del suo microfono; tutt’intorno i clienti del locale cominciavano ad alzarsi dai tavoli delle cene per lasciare la possibilità al personale di sgomberare la pista da ballo.

Alla sinistra della consolle quattro nastri appesi all’alto soffitto si mossero leggermente; a terra Claudia cominciava a prendere posto per le danze.

La riccia fece un rapido cenno di saluto all’amica, poi si rivolse all’addetta alle luci: “Alex, comincia a spegnere i fari principali...accendi i due a luce rossa...perfetto”. In sottofondo la musica si movimentava e si vedevano i primi brindisi ai tavolini della discoteca.

Francesca si raccolse i capelli in uno chignon per evitare che si impigliassero con l’archetto del violino: la parte rasata della chioma era decorata con un fiore di loto, disegnato con una rasatura più corta.

 

Con un gesto misurato Eva scavalcò il parapetto del palco e accese il microfono. Era il momento delle frasi di rito: “Grazie per essere con noi stasera, spero che la cena sia stata di vostro gradimento- sfoderò il suo miglior sorriso, ammiccante e radiosa come suo solito- Seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino”. L’animatrice si girò verso le amiche facendo l’occhiolino: amava il loro motto, con cui iniziavano tutte le serate.

Questo è il posto dove si può far casino- continuò alzando il tono, sopra la musica crescente-Benvenuti alla nostra Isola Che Non C’è!”.

Una musica house mixata da Francesca coprì le grida esaltate della gente e con esse qualsiasi altro rumore.

 

Mentre Claudia si esibiva avvolta nelle spire dei suoi nastri, per lasciarsi cadere e rimanere morbidamente sospesa per aria, Eva conduceva la sua serata ballando da un tavolo all’altro, elargendo saluti e dediche al microfono e concedendo di rado delle brevissime improvvisazioni di canto, a cui Fra rispodeva con gli arpeggi del violino.

Erano secoli che non si diverivano così e l’andamento frizzante della serata, costellata di brindisi e giri di drink extra, non faceva che confermare l’entusiasmo delle tre amiche.

 

“Direi che il nostro nuovo padrone rimarrà a bocca aperta” commentò la deejay.

“Non so Fra...finchè non vedo non credo- la riccia bevve un sorso di vodka e si sedette dietro la consolle- se dovessi confrontare il Downey di giorno con quello che viene qui di notte al locale...direi che è stregato. Forse dopo la mezzanotte si trasforma- pensò ad alta voce- una specie di Dr. Jekyll e Mr. Hyde”.

“No tesoro, quella sei tu!” scherzò Francesca impugnando le cuffie del mixer.

Eva rise e scosse il capo: “Ti odio!”. Finì in un sorso il proprio bicchiere e con una piroetta era di nuovo sul palco, a scatenarsi con il corpo di ballo, scherzando con i ragazzi che si accalcavano tutt’intorno.

 

“Wow...” fu il laconico commento da dietro le vetrate dell’ufficio.

“Già, è quello che dicono in molti” ribattè soddisfatto Daniele.

Decisamente, Robert non si sentiva di negare la grandiosità di quello spettacolo; saranno state...un migliaio di persone, accalcate intorno alla consolle per ballare a un ritmo scandito nientemeno che da...lei.

“Sa essere odiosa, saccente e irritante...Ma quando sale sul palco è...- Daniele aprì le mani per simulare un’esplosione- Bang!”.

L’attore annuì silenzioso, lo sguardo fisso sulla sala: “E quella...Claude, dove ha imparato a ballare così?”.

“Nella stessa scuola di spettacolo dove ha studiato Francis. Proponi qualsiasi tipo di danza e qualsiasi strumento musicale: loro non ti deluderanno. Sono delle fuoriclasse, dei geni da palcoscenico- il direttore artistisco scosse il capo- Non so cosa farei senza quelle tre”.

 

Robert fece un mezzo ghigno compiaciuto.

Claude gli sembrava una farfalla, con quei nastri candidi a farle da ali, e Francis appariva quasi magica persa com’era tra l’eleganza del suo violino e la grinta dei pezzi che improvvisava al mixer.

Poi c’era lei...e il wishkey che l’uomo stava bevendo prendeva già tutto un altro gusto: il tema della serata era il Giappone e Gabriele col suo look da geisha lo incarnava alla perfezione. Capelli cotonati e raccolti sulla nuca, trucco elaborato e un mini-kimono con un profondo scollo a “V” sul davanti e sulla schiena.

In quanto alla parte inferiore...beh, lasciava ben poco all’immaginazione; le gambe svettanti sui tacchi vertiginosi erano in mostra in tutta la loro lunghezza.

La soluzione ai pensieri dell’americano fu accendersi un sigaro e inspirare alcune boccate di fumo: “Eppure anche ai geni devono essere date delle regole”.

 

Le tre e mezza arrivarono incredibilmente in fretta quella notte, non vi era più alcuna stanchezza o noia nelle risate delle ballerine, delle bariste e dell’intero personale.

L’allegria delle tre amiche aveva contagiato tutti, così Daniele rimase quasi stordito dalla folata di esuberanza che fece irruzione insieme a loro nell’ufficio.

“Diavolo Claude, mi ero dimenticata di quanto amassi la tua danza” ammise la riccia sedendosi al bancone e versandosi l’ennesima vodka.

La diretta interessata mimò un inchino, avvolta nel suo accappatoio: “Grazie, grazie...se solo qualcuno non avesse stonato con il suo violino...” stava evidentemente scherzando e la deejay colse l’ironia.

“Ma se per poco non ti impiccavi, annodata com’eri ai tuoi pezzi di stoffa”.

 

Un colpo di tosse deciso fece girare il capo a Eva e successivamente alle altre; un inaspettto Robert Downey Jr. stava applaudendo in solitaria al terzetto femminile, che assisteva al gesto con aria basita e leggermente a disagio.

Pure Andrea, Alex e le altre ragazze presenti smisero di svolgere le proprie mansioni, intimidite da tale gesto.

Robert sorrise, sfoggiando insieme al suo sigaro una spavalda mìse composta da camicia di jeans, pantalone sportivo e sneakers; un pugno in un occhio, se indossato da qualsiasi altro. Ma lui poteva.

Capì di avere tutte le attenzioni su di sè e la cosa gli piacque: “Bene bene...Devo farvi i miei complimenti, non c’è che dire. L’organizzazione è stata impeccabile, la cambusa ineccepibile e l’incasso di tutto rispetto- enfatizzò il discorso con una pausa- Non vi avevo ancora viste veramente all’opera ma...hey, ci sapete fare!”.

 

Daniele intervenne rivolgendosi direttamente al team: “Andrea, tu e le altre non avete sbagliato un drink e la gestione delle file all’ingresso è stata perfetta- alzò il bicchiere- Direi di fare un applauso alle nostre ragazze”. I presenti seguirono il suggerimento di buon grado, senza riuscire a sollevare l’atmosfera pesante lasciata dall’enigmatico attore.

“Claude, non avevo mai visto nessuno ballare così, dico davvero- le parole di Robert parvero sincere- e...Francis, giusto? Prima di stasera non credevo fosse possibile fare quello che hai fatto con il tuo violino”. Le dirette interessate ringraziarono limitandosi a un lieve sorriso.

 

Quasi si sapesse che non era finita, calò un silenzio di tomba. Infatti...

“E Gabriele...- Robert indicò il vestito- Ti si vedeva tutto, da sotto il palco”.

A tali parole qualcheduno fischiò, altri bisbigliarono sommessamente; tra il brusio generale Eva sentì il “Porca puttana” di Francesca.

“Si mette male” osservò Claudia fra i denti.

Ma l’unica vera risata esplose esattamente da lei, Eva, che con allegria disinvolta scavallò le gambe: “Beh Downey...- iniziò riaccavallando la destra sulla sinistra, con fare provocatorio- Come hai fatto a vederlo, sei sceso a verificare di persona?”. Il tutto coronato da un ampio sorriso, che stonava decisamente con l’astio del tono di voce.

 

Mentre le due amiche della riccia si limitavano a sbiancare, altri fischi d’approvazione si sollevarono dal piccolo gruppo sparso del personale.

Dall’altra parte della barricata Robert non fece altro che riaccendersi il sigaro, prima di parlare nuovamente: “Beh, vedi bambolina....Sono il proprietario di questa attività e da bravo imprenditore devo, per così dire...vedere la situazione da diverse prospettive”. Insieme alle ultime parole un denso fumo gli uscì dalle labbra e lo avvolse per un attimo. Un singolo attimo in cui Eva deglutì rumorosamente, stringendo la mandibola fino a far scricchiolare i denti.

Il pugno attorno al bicchiere rischiò di frantumarne il vetro; un singolo attimo, poi Robert fu di nuovo visibile dietro alla sua cortina da tabagista e il volto della ragazza tornò a calzare il solito sfrontato aplombe.

 

“Ok gente, un giro gratis per tutti!” le parole di Daniele distolsero definitivamente le attenzioni degli spettatori dal teatrino tragi-comico dei due personaggi.

Ben consapevole della bomba che aveva fatto esplodere, l’attore si avvicinò lentamente al bancone, dove stazionavano le tre inseparabili.

Con un’occhiata fugace Eva fece intuire a Claudia e Francesca che voleva essere lasciata sola per quel tête a tête; poi sa appoggiò al bancone del bar con schiena e gomiti: “Sii sincero Downey- finse un’espressione divertita- Non riesci proprio a digerire il fatto di non andarmi a genio”.

Lui si strinse nelle spalle masticando il mozzicone del sigaro: “Sono ricco, famoso e sexy. Non vedo come sarebbe possibile il contrario”.

Eva abbassò lo sguardo: “Non puoi pensarla davvero così”.

“Perchè no?”.

“Non ci credo”.

 

Pausa. Il laconico botta e risposta della ventenne era riuscito a scalfirlo? Forse nelle parole, ma l’atteggiamento dell’attore rimaneva strafottente come al solito.

Nemmeno ora che il suo sguardo percorreva i lineamenti fini del viso di lei, per scendere lungo il collo fino alla profonda scollatura, che lasciava in vista un ampio lembo di pelle a un soffio dalla linea del seno, senza però scoprirlo...

“Nastro adesivo”.

“Come scusa?” le dure parole di Eva risvegliarono l’uomo dalla propria contemplazione.

Eva scese dallo sgabello: “Se ti stai chiedendo come mai il kimono non si apra lasciandomi nuda, la risposta è...nastro adesivo” con il bicchiere alla mano passò dietro al paravento dove stavano i rifornimenti di alcolici.

Mentre rabboccava la vodka, il tonfo di un bicchiere sul ripiano la fece sussultare: ancora lui. Ma questa volta non gli diede modo di autocompiacersi e mantenne lo sguardo fisso su ciò che stava facendo.

 

“Tutti hanno dato il massimo stasera. Da parte tua non ho visto la stessa...dedizione”.

 La ragazza soffocò una risata di scherno: “Mi vorresti insegnare come fare il mio lavoro, Downey?”.

Il ghigno che ebbe di rimando le fece accapponare la pelle, non per il gesto in sè ma perchè sentì distintamente il fiato di lui nell’incavo del collo.

Robert era ora alle sue spalle, pericolosamente vicino: poteva annusare l’odore di tabacco del suo sigaro, misto a un profumo molto costoso che ben si sposava col sentore di whiskey del suo alito.

La ragazza dovette farsi violenza per evitare di strofinarsi le braccia, in preda a un brivido gelido...o bollente.

 

“Tesoro, credo di poterti insegnare molto sul mondo dello spettacolo. E visto che sono il tuo capo, posso addirittura ordinartelo”.

Qualcosa toccò l’orecchio di Eva, che sussultò quando si reste conto che si trattava delle labbra di lui.

“Devi cantare”.

Mai parole furono più temute; Eva inghiottì un grido di sorpresa e si girò su se stessa a fronteggiare il nemico: “NO”.

Lui era ancora lì, non aveva allontanato le distanze, quindi il volto della riccia si trovava a un palmo dal suo; Robert ne rimase sorpreso. Il whiskey aveva bruciato le tappe intermedie. D’altronde le vie di mezzo non gli erano mai piaciute, neanche da sobrio.

“Oh, sì che lo farai...” fu la compiaciuta constatazione dell’attore; ad accompagnare tali parole la lingua gli guizzò tra le labbra, lasciva come se stesse leccando parti ben più intime e sensibili del proprio labbro.

 

Eva rimase immobile: aveva visto una volta un documentario sui serpente a sonagli. Il suono della coda manteneva ferme le prede, a metà tra il terrorizzato e l’ipnotizzato.

Si sentiva così, un topo in trappola, con la maledetta tentazione di lasciarsi avvolgere tra le spire del suo aguzzino.

Robert si sporse in avanti causando la sua reazione all’indietro; nell’inarcarsi con la schiena la scollatura del kimono si aprì leggermente, con il suono colloso del nastro adesivo che non prometteva niente di buono.

Bastarono uno, due respiri affannosi e la copertura cominciò a cedere.

L’occhio di Robert cadde sul decolletè della ragazza e il lato destro della bocca si piegò in una smorfia divertita; allungò una mano per staccare un pezzo di nastro venuto allo scoperto e questo non fece altro che scatenare la tensione di lei, repressa fino a quel momento.

 

Con un colpo del dorso della mano Eva allontanò quella di lui, lasciandolo di stucco. Tale gesto aveva sì evitato il contatto fisico diretto, ma aveva definitivamente guastato l’impeccabile scollatura da geisha.

Priva di parole, Eva tornò a immobilizzarsi: era consapevole di essere mezza nuda, ma aveva apparentemente perso ogni forza per reagire.

Era forse questo l’obiettivo del suo carnefice?

Robert dal canto suo rimase inizialmente contagiato dall’immobilità di lei, gli occhi fissi nelle iridi grigie della ragazza; per questo Eva non si attentava a muovere muscolo. Temeva che al minimo cenno quella posizione di stasi si interrompesse, facendo calare lo sguardo dell’uomo più in basso.

 

Tutt’a un tratto la mano ancora a mezz’aria di lui percorse a ritroso la traiettoria di poco prima; con un gesto lieve e misurato strinse tra l’indice e il pollice un lembo scomposto di stoffa...per poi ricoprire la spalla rimasta nuda. La seta fece attrito sulla pelle del seno strappando un gemito alla ragazza.

Con quel gesto il respiro tornò a riempire i polmoni di Eva e il cuore riprese ad assordarla con i propri battiti.

L’attimo di –malefica?- magia era svanito; ormai non più vittima degli eventi, la riccia deglutì diverse volte benchè non avesse alcuna intenzione di proferir parola.

Fu robert a prendere le redini della situazione: rientrò in possesso del bicchiere di whiskey mentre con l’altra mano riaccendeva il sigaro.

Sollo alla fine buttò l’occhio nella scollatura ormai ricomposta: “Bel piercing”. Poi scomparve nella sala.

 

 

 

 

Ok, ok...ammetto che il mio mostruoso ritardo è imperdonabile, ma ho avuto un mese piuttosto intenso, emotivamente parlando...e mi sono trovata a zero con le energie.

Pian piano vedrò di ritornare in sella: spero che il capitolo e la foto che ho allegato possano essere sufficienti per farmi perdonare.

Un grazie a chi si è aggiunto nei commenti, in particolare a Deaths Head Moth che ha inserito la storia nelle seguite.

 

A prestissimo!

 

   
 
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