Imbarazzante. Ecco come la descriverei. Non ho mai scritto una cosa del
genere, anche se ce l’avevo in testa. Diciamo che ho
pubblicato su richiesta di Brucy, prendetevela con
lei. Le ripetizioni sono comunque volute. Certo, avrei
preferito anche un tono più triste, ma niente da fare… se nonostante tutto
volete leggere: fatemi sapere nei commenti!
-Ino-chan? Tu che parte vuoi fare nella recita?-
-Io? Ma naturalmente il sole! Mi somiglia no?
Ho i capelli del suo colore!-
-Si, il sole ti si adatta proprio Ino-chan!-
-Lo so!-
-Ehi, hai visto? Faranno la recita anche
quest’anno con Suzume-sensei…-
-Mi domando chi farà il sole ora...-
-L’avevi fatto tu nella nostra, ricordi?-
-Certo che mi ricordo Fronte spaziosa!
Chi meglio di me potrebbe essere il sole?-
-E tu che ci fai qui?-
-Cosa c’è? Questo pezzo d’erba è solo tuo?-
-No, no, ma mi sembra incredibile vedere te seduta sull’erba,
senza preoccuparti dei tuoi amati vestiti o capelli.-
-Sei in vena di litigare, Shikamaru?-
-No… sono solo
sorpreso.-
Quella era Ino?
Perché se era così qualcosa non tornava…
Da quanto Ino
Yamanaka se ne stava al suo posto, nel suo pezzo di prato, distesa a guardare
il cielo?
Senza sapere il
perché la osservava da tutta la mattina, e poi anche il pomeriggio.
Ino era… strana?
-Vuoi sederti… vicino a me?-
-Va bene.-
-… Sai, un po’ capisco perché ti piace tanto guardare il cielo. Aiuta
a riflettere.-
Sicuramente quella a
parlare era un clone. Sicuramente.
Si coricò accanto a
lei sospettoso.
-… Ora mi spaventi. Che succede?-
-Niente. Lo sai che le bambine al primo anno dell’accademia faranno
una recita?-
-Mh.-
-L’avevamo fatta anche noi, ricordi? Io,
Sakura…-
-Tu eri il sole e
Sakura la luna se non sbaglio.-
L’unica volta che era
riuscito a vedere il cielo senza sollevare lo sguardo.
Non era stato male.
-Certo.-
-Certo che?-
-Chi meglio di me può rappresentare il sole?-
-E perché?-
-Il sole è
bello, tutti lo ammirano ed è anche del colore dei miei capelli.-
Ecco, quella era la Ino che conosceva.
Cominciava a sentirsi
di nuovo tranquillo. Forse era stata solo una sua impressione.
E poi da quando si
preoccupava per lei?
-Capisco…-
-… Ed è sempre li, senza…-
-Senza?-
Si volse a guardarla
incuriosito. Aveva lo sguardo perso.
No, assolutamente.
C’era qualcosa che non andava.
-Lascia stare.-
-Parlami.-
-Scusa?-
Gli era sfuggito, e
ora era lei a guardarlo curiosa.
-Dimmi cosa stai
pensando.-
Lei tornò a guardare
di fronte a se. Se il tono fosse stato solo appena più di presa in giro,
allora sarebbe forse fuggita via. Ma Shikamaru per una volta sembrava volerla ascoltare.
Si mise a sedere e
circondò le gambe con le braccia, stringendosi le ginocchia al petto.
-Il sole è
triste.-
-…e perché?-
-È solo. Si fa sempre vedere luminoso ma in realtà è da solo oltre il
cielo.
Non può vedere l’azzurro, non può toccare le
nuvole.
Sta li, da solo.
E vorrebbe avvicinarsi alla terra, ma se lo facesse
la brucerebbe.
Può solo stare a guardarla da lontano.
E per potersi illuminare deve bruciare.
Brucia se stesso finché un giorno non si spegnerà.
È triste.-
Shikamaru era rimasto
a bocca aperta. Una simile interpretazione
del sole era assolutamente nuova per lui, lui
lo vedeva come qualcosa di assolutamente
allegro, a volte seccante perché nascondeva le
nuvole, o perché faceva troppo caldo.
Un po’ come Naruto.
Quasi chiassoso nella sua allegria.
Ebbe il sospetto che
Ino avesse troppo interiorizzato la sua figura.
E se era così, allora
doveva sentirsi molto sola.
-E se tu fossi il sole… io e Choji cosa saremmo?-
-È facile. Choji è il cielo e tu le nuvole.-
-spiegami.-
-Choji è sempre
li. È una presenza calmante.
Sai di per certo che lui sarà sempre intorno
a te.
E tu sei come le nuvole, sempre in viaggio,
inseparabile dal cielo.
Vai, ma si sa che torni sempre.-
-E il cielo e le nuvole non fanno compagnia al sole?-
-Te l’ho detto. Il sole è oltre il cielo. E le nuvole possono solo
nasconderlo alla terra.
Il sole è condannato a restare da solo, indietro, a guardarli.
E ogni tanto ad incontrare la luna.-
-La
luna?-
Non stava andando
come aveva sperato. Ino riusciva a smontare qualunque cosa dicesse.
E lui per la prima
volta non sapeva cosa dirle, riusciva solo a chiedere spiegazioni.
E per luna intendeva
forse Sakura?
Il suo era il flusso
di pensieri più scoordinato che avesse mai udito.
Era proprio da lei,
nonostante tutto.
-Si. Nelle eclissi la trova, e viene di nuovo
oscurato da lei.
La luna non brilla di luce propria, ma non si consuma neppure.
Non brucia chi ha intorno.
E nel buio della notte è lei a risplendere più di tutti, con le stelle
a farle compagnia, a portare sollievo
dopo che lui è andato via e ha smesso di bruciare.-
-Per me non è così.-
Shikamaru si tirò
anche lui a sedere, voltandosi verso di lei, fissando gli steli d’erba tra loro..
Fece un profondo
respiro, che Ino udì.
Respiro prima del
tuffo.
-E com’è?-
-Se non fosse per il sole, il cielo sarebbe sempre buio. E allora si che sarebbe triste.
Se il sole non ci fosse, la terra morirebbe.
Il sole svolge semplicemente il suo compito,
molto più stabile delle nuvole che se ne vanno a passeggio spinte dal vento.
Io amo le nuvole ma loro non hanno nessuna responsabilità a differenza sua.
E poi oltre il cielo c’è solo il cielo! Il sole sta in mezzo ad esso non fuori.
E… le nuvole cercano sempre di raggiungerlo anche se lui non le nota.
Il sole è triste solo perché non guarda mai bene intorno a se, o si accorgerebbe che non è solo.
E una miriade di stelle gli fanno compagnia. Non le vede solo per via della troppa luce, ma loro ci sono.
Nessuno vuole lasciare solo il sole, perché… è troppo bello. Sarebbe un peccato.-
-peccato?-
Ino lo guardò, l’immagine dello stupore.
Poi poggiò il viso
sulle braccia e cominciò a ridacchiare.
-E adesso che cosa c’è?-
-È molto carino da parte tua cercare di consolarmi, non me lo
aspettavo proprio, Nara.-
Nara? Sua madre chiamava così suo padre, quando
era arrabbiata o…
quando era stranamente addolcita da qualcosa che
faceva.
Era quello il caso?
… Ino era come sua
madre?
-Io… non ti sto consolando. Non parlavamo del sole?-
-Penso che tu abbia ragione. Il sole deve aprire gli occhi.-
-Visto? Io non voglio pensare ad un sole triste.-
-Impossibile che sia triste ormai. Ci sono le nuvole.-
Stavolta fu lei a
spostare il corpo verso di lui, in modo da poterlo guardare
in viso a testa alta. E con un gran sorriso spiazzante.
-Le… nuvole?
-Sono buffe.-
-Come?!!-
-Sai quando si guarda il cielo per vedere facce o oggetti nelle forme
delle nuvole?-
-Si, è un gioco che fanno sempre tutti.-
-Ecco. Il sole può osservare le cose strane che fanno le nuvole. E
ridere se gli va.-
-Come quando le nuvole per una volta provano a farlo risplendere di più invece che oscurarlo?-
-Esattamente. Però è divertente anche quando lo nascondono in parte
come se volessero stuzzicarlo-
-Le nuvole terranno conto di queste due nuove informazioni.
-Il sole le
ringrazia.-
-Non ce n’è bisogno. Sono fatte così.-
-È per questo che
il sole non ce la farebbe senza nuvole e cielo.-
-Esagerata.-
-Il sole si
spegnerebbe senza.-
Shikamaru si rese
improvvisamente conto di avere la gola molto, molto secca.
Ino continuava a
guardarlo direttamente negli occhi, con un’espressione così sincera
e riconoscente che lo stava mettendo in
assoluto imbarazzo.
E che gli dava anche
un'altra sensazione.
-È la seconda volta.-
-La seconda volta di cosa?-
-La prima volta che non ho dovuto alzare gli occhi per vedere il cielo era alla vostra recita.-
-E adesso? Ora non sono vestita come il sole! Non c’è nessuno sfondo
azzurro!-
-Ci sono i tuoi occhi.-
L’aveva detto?
L’aveva detto davvero?
Era questo il
pensiero che aveva attraversato la mente di entrambi.
Poi Ino aveva fatto
qualcosa di assolutamente inaspettato.
Si era messa in
ginocchio davanti a lui e gli aveva messo le mani
sopra le sue, che anch’esso teneva
poggiate sulle ginocchia.
-Puoi guardarlo quanto vuoi. E dato che il
sole non potrà mai incontrare la notte,
io la vedrò nei
tuoi.-
Ed era scoppiata
nuovamente a ridere. Visibilmente
imbarazzata,
ma non dava segno di aver inteso quella di
Shikamaru come una dichiarazione.
Era solo poco abituata al contatto fisico con lui.
Shikamaru sospirò
guardandola ridere.
Aveva ragione, era
davvero uguale al sole.
Bellissima e
splendente.
-Illuminala.-
-Che cosa?-
-Illumina la notte.-
-E come?-
Quasi approfittando
del suo stupore si sporse semplicemente in avanti,
annullando la distanza che c’era tra loro e
chiudendole la bocca con un bacio.
Ino ricambiò
chiudendo gli occhi che aveva sgranato per la
sorpresa, mentre
le guance le si imporporavano ulteriormente.
Poi i due si
separarono.
E Shikamaru la guardò
come se si aspettasse che lo colpisse.
Non avvenne, ma il sorriso di lei tornò a farsi vedere.
-Illuminata?-
-S-si…-
-Bene. Perché questo è anche un bel modo di dare
sollievo al povero sole,
che brucia
sempre… la notte invece è così fresca…-
Questo non se lo
aspettava proprio invece.
E tuttavia sorrise
anche lui.
Un sorriso felice,
che donava a pochi.
-Allora siamo pari.-
-E se andassimo a vedere la recita?-
-Nessun pensiero malinconico?-
-Nessuno. Promesso.-
-Allora va bene.-
-E poi ci sei tu.-
-Giusto… e ci sarò sempre. Magari non sto fermo sempre nello stesso posto…
ma siamo tutti sotto lo stesso cielo, no?-
-Me ne ricorderò.-
-Sai che quando Choji lo saprà
ci assillerà con mille te l’avevo detto?-
-Si. Aspetta, come fai a sapere che me lo aveva detto?-
-Parlavo di me… oh.-
-… Hai appena ammesso che ti piaccio da diverso tempo, Yamanaka?-
-Ma stai zitto!-
-Oh si si. E anche molto!-
-Devo farti piangere a schiaffi? Nuvoletta, ti devo
ricordare che fine fai se piove?-
-Che violenta… sei proprio poco femminile…-
-COSA?!!-
-Tecnica del controllo dell’ombra…-
-Eeeh? E adesso
perché mi hai bloccata?-
-ho bisogno che tu mi illumini un altro pò…-