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Autore: Marty4life    10/12/2012    1 recensioni
Questa storia si colloca tre settimane dopo il Cell game, Gohan si sente a pezzi per aver causato la morte del padre, ma grazie ad una ragazzina qui destino è indissolubilmente legato a lui riuscirà a superare il dolore più grande della sua vita, la perdita di Goku.
Dal cap. 1
...nessuno avrebbe visto chi veramente aveva combattuto con anima e corpo,se non fosse per una ragazzina dai capelli corvini, con le lacrime agli occhi che nascosta dietro un'enorme masso aveva filmato tutto, compreso l'urlo straziante del'eroe bambino che aveva salvato la terra pagando con la vita di suo padre.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VIDEL

"PAPAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA"

L'urlo era intriso di una così straziante tristezza da far tremare di dolore anche il cuore più duro,il ragazzo era il ritratto della disperazione e le lacrime cadevano come lava incandescente sporcate dal sangue che li imbrattava il viso, i suoi occhi erano rivolti verso di lei e più cercava di raggiungerlo più lui si allontanava fino a diventare nulla più di un ombra.

"NOOO ASPETTAAA"

Videl si alzò di scatto grondante di sudore, il respiro accelerato e il cuore che le martellava all’impazzita, negli ultimi giorni il sogno si ripeteva quasi ogni notte lasciandole ogni volta un dolore acuto al petto. Si alzò ancora scossa dal grande letto a baldacchino e con passo incerto raggiunse il bagno, lavò il viso con dell’acqua gelata e con una smorfia distolse lo sguardo dallo specchio, aveva delle occhiaie degne di un panda, gli occhi di solito accesi da una luce vispa e impertinente erano spenti e sciupati e i suoi capelli corvini sembravano un nido sformato di uccelli. Fantastico! pensò la ragazza.

Erano ancora le 6 quindi aveva un’ora per potersi preparare, fece una veloce doccia e cercò di coprire quelle maledette occhiaie con un correttore regalatole dalla sua migliore amica Erase, si legò i capelli ancora umidi in due semplici code, e si vestì con dei pantaloncini corti neri e una delle sue maxi maglie che le piaceva tanto indossare, infilò le scarpe e si diresse nella sala pranzo per la colazione.
Vagò per un po’ lungo gli infiniti corridoi piene di stanze, con la mente ancora persa al ricordo di quegli occhi verdi cosi pieni di rimorso, e non si accorse di essere finita addosso ha uno dei suoi camerieri, che la guardava preoccupato pensando che la giovane stesse male o avesse un malore improvviso
“State bene signorina Satan? Devo chiamare suo padre?”
                                                                                      il tono allarmato del cameriere riscosse Videl che scosse la testa per tranquillizzarlo “Oh no, Pierre sto benissimo ho solo bisogno di una fantastica brioche alla crema, di quelle che solo tu sai fare, e anche un caffè senza zucchero ho bisogno di un’alta dose di caffeina ”
lo disse con il tono più convincente che riuscì a fare, pur non avendolo convinto per niente non indagò oltre limitandosi a sorridere e a farla accomodare nel grande tavolo, riservato a lei e suo padre                       “Ah tesorino caro sei già sveglia?”
Suo padre si avvicinò al tavolo e le scoccò un grosso bacio che Videl ricambiò con un grugnito sonnacchioso, lo guardò di sottecchi mentre si mangiava la sua coppa con gelato al cioccolato e alla fragola, se lo vedessero adesso i suoi cari fan, altro che l’eroe che ha salvato la terra pensò acida Videl, voleva un gran bene a suo padre ma non sopportava la mastodontica bugia che l’aveva portato ad essere ammirato,amato,e venerato dal mondo, gli montava una gran rabbia al solo pensiero.
La colpa però, dovette ammettere era anche sua, non avendo mai mostrato ad anima viva la videocassetta in cui era registrata la verità, nemmeno alla sua migliore amica alla quale non aveva mai mentito in vita sua, nessuno era a conoscenza che quel giorno lei era presente, nemmeno suo padre, che subito dopo la grandissima esplosione che aveva raso al suolo tutto quello che gli circondava, emettendo un boato mostruoso, era rimasta a fissare il vuoto, dietro quel’unica enorme masso che l’aveva protetta dal contraccolpo.
Non sapendo cosa fare, le sue gambe avevano deciso per lei e con passo incerto aveva raggiunto casa sua, al suo ritorno il padre l’ aveva trovata accoccolata in posizione fetale distesa nel suo letto visibilmente scioccata lui l’aveva prese tra le braccia sussurrandole che era tutto apposto, che il suo papà era l’eroe che aveva sconfitto il terribile Cell, e che d’ora in poi sarebbe andato tutto bene.
Più di ogni altra cosa Videl avrebbe voluto credere a quelle parole, era certa che avrebbe potuto mentire a suo padre, alla sua amica e anche al mondo intero, ma non avrebbe mai potuto mentire all’infinto a se stessa. Quella stessa sera riguardò il video, che la riportò a quella straziante verità, pianse e pianse ancora, per le bugie di suo padre, per quel ragazzo che le aveva fatto tremare il cuore di rabbia di sollievo e di disperazione, per la sua sofferenza e per la sua paura folle di rivelare al mondo intero la verità, il nastro ora si trovava al sicuro sotto una mattonella della sua camera, Videl per paura che qualcuno potesse scoprirla non osò neanche più toccarlo. “Eh si il tuo caro papà gliela farà vedere a quei bambocci che osano sfidarmi di che pasta e fatto il più forte della terra” disse suo padre in tono pomposo esibendo i muscoli scolpiti e un sorriso abbagliante che con grande irritazione di Videl spesso ammagliava le giovani donne.
“Oggi non vengo a vederti..” e accorgendosi dello sguardo ferito del padre aggiunse “sai la scuola..” Mr Satan si scocco una sonora pacca in testa
“Ah che sciocco la scuola HAHAHA sai penso proprio che quest’anno mi esibirò nella tua scuola sono sicuro che i ragazzi ne sarebbero estasiati” Videl fece il sorriso più convincente che riuscì a trovare maledicendosi mentalmente per la sua scarsa vena da attrice.
“Sarebbe.. mmm.. fantastico”
Si davvero fantastico pensò cupa Videl, Il suono del campanello salvò la ragazza e mise fine a quella penosa conversazione
“Papà e arrivata Erase ci vediamo”
e dopo aver dato un veloce bacio al padre e un saluto al cameriere, si diresse verso l’uscita.

“Videl!” la sua amica le saltò letteralmente addosso circondandola con un mega abbraccio “Hey Erase mi strozzi così”
Scherzò la ragazza e guardandola bene si accorse che sprizzava felicità da tutti i pori “Allora cosa devi raccontare alla tua migliore amica? Sembra che tu abbia vinto una montagna d’oro con allegata Ferrari e un abbonamento di un anno gratuito di cioccolata alle fragole” rise Videl incuriosita più che mai,
“OOOH non sai cosa mi e successo appena 5 minuti fa,ho incontrato il ragazzo della mia vita e stato come un colpo di fulmine a ciel sereno con quello sguardo cosi.. e quei capelli così…”
sembrava sul punto di svenire ma continuò imperterrita mentre insieme all’amica si avviavano verso la scuola. Intanto Gohan…..

3 ore prima

“Tesoro sei sicuro di avere tutto? La borsa? E la merenda? Oh lo sai che hai bisogno di energia, e metti dentro quella camicia per favore devi fare assolutamente buona impressione con i professori”
Chichi esaminò con occhio critico il figlio cercando di appiattire i ribelli capelli neri che per anni avevano esasperato la madre.
“Si mamma”
Ripetè Gohan per la centesima volta altrettanto esasperato dal perfezionismo della madre.
“Oh guarda che ora si e fatta! Veloce non vorrai arrivare in ritardo il tuo primo giorno di scuola no?”
Spinse bruscamente il figlio fuori dalla porta e lo abbracciò
“Fai il bravo e rendimi orgogliosa figliolo”
disse con voce commossa somigliando spaventosamente a suo padre,
“Ti voglio bene mamma”
le scocco un bacio sulla guancia e con voce sicura gridò:
“NUVOLA SPEEEDY!!” la soffice nuvola dorata non si fece attendere e con un balzo il piccolo sayan ci montò sopra.

L’aria mattutina era fresca e piacevole, a sua madre sarebbe venuto un colpo vedendo come i capelli gli si erano scompigliati ancora di più, perso nei suoi pensieri non si accorse che la cravatta messa a forza dalla madre svolazzava libera nel cielo all’insaputa del giovane, come pure la camicia che si era sfilata dai pantaloni rendendolo trasandato più che mai.

La destinazione era una cittadella situata a circa 500 km da casa sua, con la sua fidata nuvola Speedy non avrebbe avuto problemi ad arrivare in perfetto orario.

Dopo mezz’ora di volò apparve l’insegna con su scritto Welcome to Satan City, quel nome gli riportò alla mente il ricordo del buffo uomo che con un atteggiamento più che imbarazzante, continuava a ripetere in tono pomposo davanti alle telecamere che lui avrebbe sconfitto Cell proclamandosi il più forte, invece era stato battuto in meno di mezzo secondo con un semplice pugno.
E in seguito dopo essersi ripreso, si e continuato a nascondere simulando dolorose fitte alla pancia venendo allo scoperto solo quando ormai la battaglia era finita, autoproclamandosi vincitore assoluto del torneo, ora era considerato da tutti l’eroe. E in suo onore avevano chiamato la sua città natale Satan City. Gohan non provava ne rabbia ne risentimento verso Mr Satan, ma solo una vaga incredulità.


“HAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”

L’urlo terrorizzato di una ragazza, riscuote Gohan dai suoi pensieri, che con un balzo fulmineo scese dalla nuvola speedy ritrovandosi a pochi metri da una folla urlante, in mezzo a quel vociare confuso Gohan capì solo dei frammenti di discorso “Ho povera cara...” “E… la polizia non fa niente questo….” “…razza di farabutti cosa….”

Facendosi largo tra la gente finalmente riuscì a vedere da cosa era causato quel gran caos, davanti alla banca c’erano 5 uomini armati, uno dei quali puntava una pistola alla testa di una ragazzina in preda dalla disperazione, che continuava a divincolarsi dalle braccia dell’aggressore, Gohan non ci pensò due volte,e con un minimo sforzo si trasformò in super sayan, mantenere la calma e il sangue freddo non erano mai state le priorità del giovane Gohan, che senza esitazione si avventò sugli aggressori, il primo lo colpì dritto in faccia, mentre il secondo lo atterrò con una gomitata dritta allo stomaco che lo fece piegare in due dal dolore il terzo e il quarto cercavano inutilmente di ferirlo sparandoli con delle ridicole pistole. Dopo aver steso anche loro inflisse il colpo finale a quello che teneva la ragazza riuscendo a prenderla tra le braccia prima che l’uomo cadesse con lei, si rese conto solo un secondo più tardi di quello che aveva fatto maledicendo la sua stupida avventatezza, “Ehm, ehm…”
solo quando sentì il sussurro della ragazza si accorse di averla ancora tra le braccia, “Ehm tu stai bene?”imbarazzato la appoggiò a terra
“oh io sto benissimo” gli occhi azzurri di lei si illuminarono e senza preavviso scocco a un’ incredulo Gohan un bacio sulla guancia
“Questo era per ringraziarti, ti devo la vita mio eroe”
le guance di lui si tinsero di porpora notando solo in quel momento che ad assistere vi erano una squadra di poliziotti e una ventina di persone che lo guardavano increduli e con gli occhi sgranati, invano farfugliò una scusa e più veloce della luce prese il volo, non sopportando più quell’imbarazzante scenetta.


VIDEL


“Cioè tu mi stai dicendo che cinque minuti fa un misterioso ragazzo dai capelli dorati e dagli occhi verdi e piovuto dal cielo, salvandoti da quei criminali senza un minimo di fatica, e poi se ne e volato via proprio davanti ai tuoi occhi?!”
Videl guardò Erase incredula preoccupata che l’amica avesse contratto una specie di malattia mentale “Tesoro ti rendi conto che le persone non p-o-s-s-o-n-o volare?”
scandì per bene le parole in modo che entrassero per bene in quella testolina bionda.
“Che tu ci creda o no lui e proprio volato via” ripete Erase scandendo bene a sua volta le parole “Tu credi che lo rivedrò? Magari se fossi di nuovo in pericolo arriverebbe non so come superman o Spiderman, oppure come Dracula”
“Ma Dracula non e un eroe” gli fece notare Videl
“oh ma questo lo so tesoro, però e tremendamente sexy” ridacchiò lei persa nelle sue fantasie.

Un pensiero le arrivò come un fulmine a ciel sereno, delle immagini frammentate si facevano strada nella sua mente, un gruppo di combattenti fenomenali che si battevano a mezz’aria, un ragazzino che si era lanciato a 50 metri d’altezza atterrando come se fosse la cosa più normale del mondo,
Videl scosse la testa disorientata, ritornando alla realtà rabbrividendo e non certo per il freddo,
“Hey ragazze che confabulate?”
Sharp un ragazzone alto un metro e 70 robusto e visibilmente palestrato comparve alle spalle delle due ragazze,
“Allora?”
“Nulla di speciale solo Erase che sogna ad occhi aperti”
rispose Videl sbrigativa, non sopportava la sua mania di voler sapere sempre tutto di tutti, facendosi gli affari degli altri.
“Senti Videl oggi dopo scuola ti andrebb..”
Prima che il ragazzo potesse finire la frase si affrettò a prendere sotto braccio Erase “Dobbiamo andare, la campanella”e con passo svelto superò Sharp
“Poveretto così lo torturi, e dalla seconda elementare che ha una mega cotta per te, prima o poi dovrai pur cedere tesoro”
non la degnò nemmeno di una risposta, visibilmente scocciata intimò l’amica di muoversi, le due si affrettarono a raggiungere la loro classe, seguite a ruota dal povero Sharp il qui ego era per la 50sima volta stato ferito dalla cocciutaggine di Videl.

GOHAN

“Stupido!Stupido!Stupido!” per la centesima volta Gohan si diede dello stupido, grazie al cielo nessuno si era accorto della sua trasformazione in super sayan, troppo presi a guardare quello che stava succedendo davanti a loro, purtroppo preso dalla foga del momento non aveva fatto i conti con il tempo a sua disposizione, ed ora si trovava a correre come un normale essere umano per poter trovare la scuola.
Finalmente dopo 5 minuti buoni trovò l’edificio che stava cercando, si trovava in un punto a est della città, era contornata da arbusti alti almeno due metri e mezzo, l’entrata era situata dopo il passaggio di una fontana, con una grande stella arancione, marchio di riconoscimento della scuola, i muri erano tappezzati da un’infinità di finestre. Gohan salì in fretta le scale, alcuni studenti che come lui si erano presi all’ultimo minuto, si affrettavano a entrare, rincuorato di non essere l’unico, li seguì.

La sua classe era la A non trovandola chiese aiuto ad un inserviente che passava li accanto
“Mi scusi signore saprebbe indicarmi la classe A per cortesia?” l’uomo lo guardò interdetto meravigliandosi di tanta gentilezza “uh si certo” rispose burbero questo preso alla sprovvista

“Guarda vai a destra poi sempre dritto, li arriverai in un corridoio tu devi andare nella prima porta a sinistra capito?”
Ringraziò l’uomo e seguì le indicazioni date, finalmente vide la grande A posta all’esterno della porta, il professore che si trovava a pochi passi dalla porta, un vecchietto mingherlino pelato e con una corta barbetta bianca gli sorrise “Oh giovanotto tu devi essere il nuovo studente, forza caro che ti presento ai tuoi nuovi compagni” imbarazzato per essere arrivato in ritardo il primo giorno di scuola chinò la testa scusandosi, il professore d’altro canto non sembrava minimamente adirato, ma anzi con una pacca amichevole incoraggiò il ragazzo,
“Aspetta un’ attimo qua fuori che do la notizia al resto della classe”

“si.. ehm.. certo” rispose Gohan che si avvicinò alla porta in modo da poter sentire quando il professore l’avrebbe chiamato,
“Ragazzi silenzio per favore” tuonò quest’ultimo facendo piombare nel silenzio la classe
“Quest’oggi vorrei presentarvi il vostro nuovo compagno, e stato il primo dopo molti anni ad eseguire un test d’ingresso assolutamente perfetto”,
il professore si fermò interrotto dai borbottii confusi di alcuni studenti

“Fantastico ci mancava un altro secchione…” “Sarà un quattrocchi sfig…” “Uff…” mettendoli a tacere continuò “Questa e la prima volta che frequenta una scuola dato che ha sempre studiato per corrispondenza con insegnanti privati a casa sua, sarei quindi felice se lo faceste sentire parte del vostro gruppo”
fece cenno a Gohan di entrare
“Gohan vieni pure”appena il giovane entrò la classe ricominciò a borbottare,
il piccolo sayan riuscì a capire solo molte frasi sconnesse
“Ma chi l’ ha chiamato Gohan deve ess…” “Bè ma non e così male e…” “….proprio carino” “… non posso cr…” “…il massimo da non cred…” imbarazzato più che mai si chiese quando si sarebbe potuto sedere mettendo fine a quella tortura.
Come se gli avesse letto nel pensiero il professore disse

“Allora vediamo dove possiamo metterti..mmm”
“Professore qui c’e un posto libero” cinguettò una ragazza,
ancora perso nei suoi pensieri, imbarazzato e a testa china, si chiese dove avesse già sentito quella voce… “….ti devo la vita mio eroe”
fù come un pugno dritto nello stomaco, non potendoci credere alzò piano la testa, NO non erano solo sue fantasie, lei era la, con la mano sventolante e un sorrisetto malizioso sulle labbra, perché i terroristi, gli alieni o i cyborg non arrivano mai nel momento del bisogno eh?!

 

  
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