VIDEL
"PAPAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA"
L'urlo
era intriso di una così
straziante tristezza da far tremare di
dolore anche il cuore più duro,il ragazzo era il ritratto
della disperazione e
le lacrime cadevano come lava incandescente sporcate dal sangue che li
imbrattava il viso, i suoi occhi erano rivolti verso di lei e
più cercava di
raggiungerlo più lui si allontanava fino a diventare nulla
più di un ombra.
"NOOO
ASPETTAAA"
Videl
si alzò di scatto grondante
di sudore, il respiro accelerato e il cuore che le martellava
all’impazzita,
negli ultimi giorni il sogno si ripeteva quasi ogni notte lasciandole
ogni
volta un dolore acuto al petto. Si alzò ancora scossa dal
grande letto a
baldacchino e con passo incerto raggiunse il bagno, lavò il
viso con dell’acqua
gelata e con una smorfia distolse lo sguardo dallo specchio, aveva
delle
occhiaie degne di un panda, gli occhi di solito accesi da una luce
vispa e
impertinente erano spenti e sciupati e i suoi capelli corvini
sembravano un
nido sformato di uccelli. Fantastico! pensò la ragazza.
Erano
ancora le 6 quindi aveva un’ora
per potersi preparare, fece una
veloce doccia e cercò di coprire quelle maledette occhiaie
con un correttore
regalatole dalla sua migliore amica Erase, si legò i capelli
ancora umidi in
due semplici code, e si vestì con dei pantaloncini corti
neri e una delle sue
maxi maglie che le piaceva tanto indossare, infilò le scarpe
e si diresse nella
sala pranzo per la colazione.
Vagò per un po’ lungo
gli infiniti corridoi piene di stanze, con la mente ancora persa al
ricordo di
quegli occhi verdi cosi pieni di rimorso, e non si accorse di essere
finita
addosso ha uno dei suoi camerieri, che la guardava preoccupato pensando
che la
giovane stesse male o avesse un malore improvviso
“State bene
signorina Satan? Devo chiamare suo padre?”
il tono allarmato del cameriere riscosse Videl che
scosse la testa per
tranquillizzarlo “Oh
no, Pierre sto benissimo ho solo bisogno
di una fantastica brioche alla crema, di quelle che solo tu sai fare, e
anche
un caffè senza zucchero ho bisogno di un’alta dose
di caffeina ”
lo disse con il tono più convincente che
riuscì a fare, pur non avendolo convinto per niente non
indagò oltre
limitandosi a sorridere e a farla accomodare nel grande tavolo,
riservato a lei
e suo padre
“Ah tesorino caro
sei già sveglia?”
Suo
padre si avvicinò al tavolo e le scoccò un grosso
bacio che Videl ricambiò con
un grugnito sonnacchioso, lo guardò di sottecchi mentre si
mangiava la sua
coppa con gelato al cioccolato e alla fragola, se lo vedessero adesso i
suoi
cari fan, altro che l’eroe che ha salvato la terra
pensò acida Videl, voleva un
gran bene a suo padre ma non sopportava la mastodontica bugia che
l’aveva
portato ad essere ammirato,amato,e venerato dal mondo, gli montava una
gran
rabbia al solo pensiero.
La
colpa però, dovette ammettere era anche sua, non avendo mai
mostrato ad anima
viva la videocassetta in cui era registrata la verità,
nemmeno alla sua
migliore amica alla quale non aveva mai mentito in vita sua, nessuno
era a conoscenza
che quel giorno lei era presente, nemmeno suo padre, che subito dopo la
grandissima esplosione che aveva raso al suolo tutto quello che gli
circondava,
emettendo un boato mostruoso, era rimasta a fissare il vuoto, dietro
quel’unica
enorme masso che l’aveva protetta dal contraccolpo.
Non sapendo cosa fare, le
sue gambe avevano deciso per lei e con passo incerto aveva raggiunto
casa sua,
al suo ritorno il padre l’ aveva trovata accoccolata in
posizione fetale
distesa nel suo letto visibilmente scioccata lui l’aveva
prese tra le braccia sussurrandole
che era tutto apposto, che il suo papà era l’eroe
che aveva sconfitto il terribile
Cell, e che d’ora in poi sarebbe andato tutto bene.
Più di ogni altra cosa
Videl avrebbe voluto credere a quelle parole, era certa che avrebbe
potuto
mentire a suo padre, alla sua amica e anche al mondo intero, ma non
avrebbe mai
potuto mentire all’infinto a se stessa. Quella stessa sera
riguardò il video,
che la riportò a quella straziante verità, pianse
e pianse ancora, per le bugie
di suo padre, per quel ragazzo che le aveva fatto tremare il cuore di
rabbia di
sollievo e di disperazione, per la sua sofferenza e per la sua paura
folle di
rivelare al mondo intero la verità, il nastro ora si trovava
al sicuro sotto
una mattonella della sua camera, Videl per paura che qualcuno potesse
scoprirla
non osò neanche più toccarlo.
“Eh si il tuo caro papà gliela
farà vedere a quei
bambocci che osano sfidarmi di
che pasta e fatto il più forte della terra” disse suo padre
in tono pomposo esibendo i muscoli scolpiti e un sorriso abbagliante
che con
grande irritazione di Videl spesso ammagliava le giovani donne.
“Oggi
non vengo a vederti..” e accorgendosi dello sguardo ferito
del padre aggiunse
“sai la scuola..”
Mr Satan si scocco una sonora pacca in testa
“Ah che
sciocco la scuola HAHAHA sai penso proprio che quest’anno mi
esibirò nella tua
scuola sono sicuro che i ragazzi ne sarebbero estasiati”
Videl fece il sorriso
più convincente che riuscì a trovare
maledicendosi mentalmente per la sua
scarsa vena da attrice.
“Sarebbe..
mmm.. fantastico”
Si
davvero fantastico pensò cupa Videl, Il suono del campanello
salvò la ragazza e
mise fine a quella penosa conversazione
“Papà e arrivata Erase ci vediamo”
e dopo aver dato un veloce bacio al padre e un
saluto al cameriere, si diresse verso l’uscita.
“Videl!”
la sua amica le
saltò
letteralmente addosso circondandola con un mega abbraccio
“Hey Erase mi strozzi così”
Scherzò la ragazza e guardandola
bene si accorse che sprizzava felicità da tutti i pori “Allora
cosa devi raccontare alla tua migliore amica? Sembra che tu abbia vinto
una
montagna d’oro con allegata Ferrari e un abbonamento di un
anno gratuito di
cioccolata alle fragole” rise Videl incuriosita
più che mai,
“OOOH non sai cosa mi e successo appena 5
minuti fa,ho incontrato il ragazzo della mia vita e stato come un colpo
di
fulmine a ciel sereno con quello sguardo cosi.. e quei capelli
così…”
sembrava
sul punto di svenire ma continuò imperterrita mentre insieme
all’amica si
avviavano verso la scuola. Intanto Gohan…..
3
ore prima
“Tesoro
sei sicuro di avere tutto? La
borsa? E la merenda? Oh lo sai che
hai bisogno di energia, e metti dentro quella camicia per favore devi
fare
assolutamente buona impressione con i professori”
Chichi esaminò con occhio
critico il figlio cercando di appiattire i ribelli capelli neri che per
anni
avevano esasperato la madre.
“Si mamma”
Ripetè Gohan per la centesima volta altrettanto esasperato
dal
perfezionismo della madre.
“Oh guarda che
ora si e fatta! Veloce non vorrai arrivare in ritardo il tuo primo
giorno di
scuola no?”
Spinse bruscamente il figlio fuori dalla porta e lo abbracciò
“Fai il bravo e rendimi
orgogliosa figliolo”
disse con voce commossa
somigliando spaventosamente a suo padre,
“Ti voglio bene mamma”
le
scocco un bacio sulla guancia e con voce sicura gridò:
“NUVOLA SPEEEDY!!” la soffice
nuvola dorata non si fece attendere e con un balzo il piccolo sayan ci
montò
sopra.
L’aria
mattutina era fresca e piacevole, a sua madre sarebbe
venuto un
colpo vedendo come i capelli gli si erano scompigliati ancora di
più, perso
nei suoi pensieri non si accorse che la
cravatta messa a forza dalla madre svolazzava libera nel cielo
all’insaputa del
giovane, come pure la camicia che si era sfilata dai pantaloni
rendendolo
trasandato più che mai.
La
destinazione era una cittadella situata a circa
500 km da casa sua,
con la sua fidata nuvola Speedy non avrebbe avuto problemi ad arrivare
in
perfetto orario.
Dopo
mezz’ora di volò apparve
l’insegna con su scritto Welcome to Satan
City, quel nome gli riportò alla mente il ricordo del buffo
uomo che con un
atteggiamento più che imbarazzante, continuava a ripetere in
tono pomposo
davanti alle telecamere che lui avrebbe sconfitto Cell proclamandosi il
più
forte, invece era stato battuto in meno di mezzo secondo con un
semplice pugno.
E
in seguito dopo essersi ripreso, si e continuato a nascondere simulando
dolorose fitte alla pancia venendo allo scoperto solo quando ormai la
battaglia
era finita, autoproclamandosi vincitore assoluto del torneo, ora era
considerato da tutti l’eroe. E in suo onore avevano chiamato
la sua città
natale Satan City.
Gohan non provava ne rabbia ne risentimento
verso Mr Satan, ma solo una vaga incredulità.
“HAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”
L’urlo
terrorizzato di una ragazza,
riscuote Gohan dai suoi pensieri, che
con un balzo fulmineo scese dalla nuvola speedy ritrovandosi a pochi
metri da
una folla urlante, in mezzo a quel vociare confuso Gohan
capì solo dei
frammenti di discorso
“Ho povera cara...” “E… la
polizia non fa
niente questo….” “…razza
di farabutti
cosa….”
Facendosi
largo tra la gente finalmente
riuscì a vedere da cosa era
causato quel gran caos, davanti alla banca c’erano 5 uomini
armati, uno dei
quali puntava una pistola alla testa di una ragazzina in preda dalla
disperazione, che continuava a divincolarsi dalle braccia
dell’aggressore,
Gohan non ci pensò due volte,e con un minimo sforzo si
trasformò in super
sayan, mantenere la calma e il sangue freddo non erano mai state le
priorità
del giovane Gohan, che senza esitazione si avventò sugli
aggressori, il primo
lo colpì dritto in faccia, mentre il secondo lo
atterrò con una gomitata dritta
allo stomaco che lo fece piegare in due dal dolore il terzo e il quarto
cercavano inutilmente di ferirlo sparandoli con delle ridicole pistole.
Dopo aver steso anche loro
inflisse il colpo finale a quello che teneva la
ragazza
riuscendo a prenderla tra le braccia prima che l’uomo cadesse
con lei, si rese
conto solo un secondo più tardi di quello che aveva fatto
maledicendo la sua
stupida avventatezza,
“Ehm, ehm…”
solo
quando sentì il sussurro della ragazza si accorse di averla
ancora tra le braccia,
“Ehm
tu stai bene?”imbarazzato la appoggiò a
terra
“oh io sto benissimo” gli occhi
azzurri di lei si illuminarono e senza preavviso scocco a un’
incredulo Gohan
un bacio sulla guancia
“Questo era per ringraziarti, ti
devo la vita mio eroe”
le guance di lui si tinsero di porpora notando
solo in quel momento che ad assistere vi erano una squadra di
poliziotti e una
ventina di persone che lo guardavano increduli e con gli occhi
sgranati, invano
farfugliò una scusa e più veloce della luce prese
il volo, non sopportando più
quell’imbarazzante scenetta.
VIDEL
“Cioè
tu mi stai dicendo che
cinque minuti fa un misterioso ragazzo dai
capelli dorati e dagli occhi verdi e piovuto dal cielo, salvandoti da
quei
criminali senza un minimo di fatica, e poi se ne e volato via proprio
davanti
ai tuoi occhi?!”
Videl
guardò Erase incredula preoccupata che l’amica
avesse contratto una specie di
malattia mentale
“Tesoro ti rendi conto che le persone non
p-o-s-s-o-n-o volare?”
scandì per bene le parole in modo che
entrassero per bene in quella testolina bionda.
“Che tu ci creda o no lui e
proprio volato via” ripete
Erase
scandendo bene a sua volta le parole
“Tu credi che lo
rivedrò? Magari se fossi di nuovo in pericolo arriverebbe
non so come superman
o Spiderman, oppure come Dracula”
“Ma Dracula non e un eroe” gli fece notare Videl
“oh
ma questo lo so tesoro, però e tremendamente sexy” ridacchiò
lei persa nelle sue fantasie.
Un
pensiero le arrivò come un fulmine a
ciel sereno, delle immagini
frammentate si facevano strada nella sua mente, un gruppo di
combattenti
fenomenali che si battevano a mezz’aria, un ragazzino che si
era lanciato a 50
metri d’altezza atterrando come se fosse la cosa
più normale del mondo,
Videl scosse la
testa disorientata, ritornando alla realtà rabbrividendo e
non certo per il
freddo,
“Hey ragazze che confabulate?”
Sharp
un ragazzone alto un metro e 70 robusto e visibilmente palestrato
comparve alle
spalle delle due ragazze,
“Allora?”
“Nulla di speciale solo Erase che
sogna ad occhi aperti”
rispose Videl
sbrigativa, non sopportava la sua mania di voler sapere sempre tutto di
tutti,
facendosi gli affari degli altri.
“Senti Videl oggi
dopo scuola ti andrebb..”
Prima che il ragazzo potesse finire la frase
si affrettò a prendere sotto braccio Erase
“Dobbiamo
andare, la
campanella”e con passo svelto superò
Sharp
“Poveretto così lo torturi, e
dalla seconda elementare che ha una mega cotta per te, prima o poi
dovrai pur
cedere tesoro”
non
la degnò nemmeno di una risposta, visibilmente scocciata
intimò l’amica di
muoversi, le due si affrettarono a raggiungere la loro classe, seguite
a ruota
dal povero Sharp il qui ego era per la 50sima volta stato ferito dalla
cocciutaggine di Videl.
GOHAN
“Stupido!Stupido!Stupido!”
per la centesima volta Gohan si diede dello
stupido, grazie al cielo nessuno si era accorto della sua
trasformazione in
super sayan, troppo presi a guardare quello che stava succedendo
davanti a
loro, purtroppo preso dalla foga del momento non aveva fatto i conti
con il
tempo a sua disposizione, ed ora si trovava a correre come un normale
essere
umano per poter trovare la scuola.
Finalmente dopo 5 minuti buoni
trovò l’edificio che stava cercando, si trovava in
un punto a est della città,
era contornata da arbusti alti almeno due metri e mezzo,
l’entrata era situata
dopo il passaggio di una fontana, con una grande stella arancione,
marchio di
riconoscimento della scuola, i muri erano tappezzati da
un’infinità di
finestre. Gohan salì in fretta le scale, alcuni
studenti che come lui si erano presi all’ultimo minuto, si
affrettavano a
entrare, rincuorato di non essere l’unico, li
seguì.
La
sua classe era la A
non
trovandola chiese aiuto ad un inserviente che passava li accanto
“Mi
scusi signore saprebbe indicarmi la classe A per cortesia?”
l’uomo lo guardò interdetto
meravigliandosi di tanta gentilezza “uh si certo”
rispose burbero
questo preso alla sprovvista
“Guarda
vai
a destra poi sempre dritto, li
arriverai in un corridoio tu devi andare nella prima porta a sinistra
capito?”
Ringraziò
l’uomo e seguì le indicazioni date,
finalmente vide la grande A posta all’esterno della porta, il
professore che si
trovava a pochi passi dalla porta, un vecchietto mingherlino pelato e
con una
corta barbetta bianca gli sorrise “Oh
giovanotto tu devi essere il nuovo studente, forza caro che ti presento
ai tuoi
nuovi compagni” imbarazzato per essere arrivato in ritardo il
primo giorno di scuola
chinò la testa
scusandosi, il professore d’altro canto non sembrava
minimamente adirato, ma
anzi con una pacca amichevole incoraggiò il ragazzo,
“Aspetta un’ attimo qua fuori che
do la notizia al resto della classe”
“si..
ehm..
certo” rispose
Gohan che si avvicinò alla porta in modo da poter sentire
quando il professore
l’avrebbe chiamato,
“Ragazzi
silenzio per favore” tuonò
quest’ultimo facendo piombare nel
silenzio la classe
“Quest’oggi
vorrei presentarvi il vostro nuovo compagno, e stato il primo dopo
molti anni
ad eseguire un test d’ingresso assolutamente
perfetto”,
il professore si fermò interrotto dai
borbottii confusi di alcuni studenti
“Fantastico
ci mancava un altro
secchione…” “Sarà un
quattrocchi sfig…”
“Uff…” mettendoli a tacere
continuò “Questa e la prima volta che
frequenta una scuola dato che ha sempre studiato per corrispondenza con
insegnanti privati a casa sua, sarei quindi felice se lo faceste
sentire parte
del vostro gruppo”
fece
cenno a Gohan di entrare
“Gohan
vieni pure”appena il giovane entrò la classe
ricominciò a
borbottare,
il
piccolo sayan
riuscì a capire solo molte frasi sconnesse
“Ma chi l’ ha chiamato Gohan deve
ess…” “Bè ma
non e così male e…”
“….proprio carino”
“… non posso cr…”
“…il massimo da non
cred…” imbarazzato più che mai si
chiese quando si sarebbe potuto sedere
mettendo fine a quella tortura.
Come
se gli avesse letto nel pensiero il professore disse
“Allora
vediamo dove possiamo
metterti..mmm”
“Professore
qui c’e un posto libero” cinguettò una
ragazza,
ancora
perso nei suoi
pensieri, imbarazzato e
a testa china, si chiese dove avesse già sentito quella
voce… “….ti devo la vita mio
eroe”
fù
come un
pugno dritto nello stomaco, non potendoci
credere alzò piano la testa, NO non erano solo sue fantasie,
lei era la, con la
mano sventolante e un sorrisetto malizioso sulle labbra,
perché i terroristi,
gli alieni o i cyborg non arrivano mai nel momento del bisogno eh?!