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Autore: paoletta76    10/12/2012    6 recensioni
Non sarai re, ma che t'importa..? Puoi essere un milione di altre cose.. con le tue capacità, con il potere che hai fra le dita.. puoi guarire, puoi salvare.. puoi essere più che un re.
La storia introduce un nuovo personaggio (ma quanto, nuovo?) accanto agli Avengers..
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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 Brasile, Messico, Cambogia, Corea e di nuovo Brasile.
Dopo sei mesi in giro per il mondo, quell'esperienza a metà fra Robin Hood e Arsenio Lupin, e dopo molti molti chilometri percorsi a piedi sotto il sole a picco o la pioggia battente, il dottor Lawson era tornato finalmente a New York. Negli occhi la luce di chi finalmente ha trovato un posto da chiamare casa, in testa progetti su progetti.
 
No, niente d'illegale, stavolta, anche se non poteva negare di averci fatto ancora un pensierino, di fronte all'ennesimo signorotto in cerca di un charity-commercial.
Tony lo guardava bercio e lui si limitava a sorridere, spostando gli occhi in su.
 
Quando gli arrivò fra le mani quella lettera, non seppe trovarci una spiegazione.
 
Non aveva esperienza, in quel campo. Aveva letto e studiato tanto, nella sua vita. Aveva imparato cose che molti neppure potevano immaginare. Scrivere? Mai fatto. Non aveva mai realizzato nulla, di suo.
A pensarci bene.. ci aveva provato. Se crearsi un regno poteva definirsi tale. Esito: non serviva neanche ricordarlo.
 
S'era così abituato ai fallimenti ed alle sconfitte, che quella lettera fra le dita apparve come un sogno. Uno di quelli strani sogni in cui corri e corri per arrivare in cima ad un sentiero, e da cui ti svegli senza essere mai arrivato.
 
- Che c'è? Cattive notizie? - la voce di Pepper l'aveva sorpreso da oltre il divano su cui s'era lasciato cadere.
- Il romanzo..- aveva replicato, con un tono perplesso che l'aveva insospettita.
- Qualcosa non va con l'editore? - la donna aveva girato attorno al divano e raccolto quella lettera dalla sua mano tesa - no, beh.. qui dicono che.. oh, wow..
- Ho vinto un premio. Tu.. sai che significa?
- E' il Charity Award - aveva risposto lei, sorridendo e sedendoglisi accanto - è un premio abbastanza importante, viene dato ogni anno a chi.. ma scusa, tu hai devoluto gli incassi?
- Alla fondazione. E al mio progetto personale.
- Mi prendi in giro? E non hai..?
- Non so che farmene, di quei soldi..- lui aveva sollevato le spalle, con candida nonchalance - la casa ce l'ho, il cibo mi basta, il guardaroba è pieno. Ho uno stipendio da medico, il sussidio della ricerca finanzia i corsi di specializzazione.. e poi ricordati che non sono di questo pianeta.
- In questo caso, direi che è un bene.- rispose lei, smorzando sul nascere la battuta aspra e cattiva che stava per sfuggirgli dalle labbra - e quindi, che hai deciso di fare?
- In merito a cosa?
- A questo.- Pepper gli tese indietro il foglio.
- Dici che si offendono, se glielo lascio?
- Direi proprio di sì.
- Strano uso midgardiano..- sospirò lui, sempre più perplesso.
- Come la fede che portate al dito, vostra altezza.- la voce di Tony gli comparve alle spalle, e la sua mano fu veloce, a sottrargli quel foglio - e questo?
- Ha vinto il Charity Award.- replicò la moglie, intrecciando le dita con tono orgoglioso.
- Al primo colpo? E ok, non è un oscar.. ma perché lui sì e io no? E' arrivato ieri.. e ha distrutto mezza New York! - bofonchiò Tony, dirigendosi al banco del bar - mah.. il mondo gira alla rovescia.
- Ti ricordo che fino a tre giorni fa vendevi armi. - Loki alzò un sopracciglio - e che mi sto impegnando in prima persona, per la ricostruzione..
- E bla bla bla.- Tony si versò un whisky, riservandogli un'occhiata molto eloquente, a cui lui rispose con un altrettanto eloquente movimento del viso.
Non avrai spifferato dei furti, vero?
 
- Questo devi andarlo a ritirare. - Tony andò a sedersi sul bracciolo del divano, sventolando il foglio davanti al naso del giovane, che continuava a guardarlo con scetticismo.
- No.- fu tutto quello che gli rispose.
- Come, no?
- Non posso, Stark.- Loki piegò il viso, appoggiando la fronte sul pugno e il braccio allo schienale.
- Ti fanno così schifo, i riconoscimenti midgardiani? Troppo inferiori per le tue divine chiappe?
- Ho detto non posso, non non voglio. E piantala, di fare il cretino.
 


Lo yacht s'era staccato dal molo privato della villa di Malibu in quella calda giornata di sole, aveva raggiunto la propria destinazione senza ritardi né cambi di programma.
Il dottor Lawson ne era sceso soltanto per una breve passeggiata, lontano dai riflettori e lontano dalle acclamazioni.
 
Non sentiva neppure di meritarlo. E comunque, non gliene importava nulla.
 
Li aveva lasciati andare avanti, e s'era fermato ad aspettarli su una panchina qualsiasi di Venice Beach.
 
La gente gli scorreva davanti, colorata, felice ed indifferente. Libera. Nessuno lo vedeva, nessuno s'inginocchiava al suo comando o prestava ascolto ai suoi discorsi da conquistatore. Nessuno si voltava a guardarlo come un mostro.
Il dio degli inganni si ritrovò a sorriderne, con le mani intrecciate sulle ginocchia.
 
Natasha gli era arrivata incontro per prima, ridendo come una bambina ed agitando quella strana scheggia di vetro fra le dita. L'aveva abbracciato, gliel'aveva mostrato con orgoglio, prima che il resto del gruppo la raggiungesse trascinando il dottor Lawson indietro fino allo yacht.
 
Per l'ennesima volta, il dottor Lawson non ha smentito la propria fama di personaggio controverso e misterioso, lasciando la gloria dei riflettori ai più stretti collaboratori...
La giornalista parlava, oltre lo schermo televisivo. Il suo sguardo falsamente entusiasta tradiva stanchezza e forse la delusione di non aver potuto svelare il mistero del mese.
 
- Però l'avresti potuto anche fare.- Tony era comparso dal nulla. Pizzetto di serie, aria sbarazzina e fra le dita il consueto bicchiere di scotch.
- Non è meglio se ti dai al succo d'arancia? - Loki lo guardò da sotto in su con una leggera smorfia.
-..Disse l'esaurito che mi doveva settantamila dollari.- replicò Tony, sedendosi al suo fianco con nonchalance.
- Perché ho come l'impressione che mi ci perseguiterai per l'eternità?
- Adesso sei ricco, dottore.- quello gli fece un cenno come a dire sgancia.
- Ok, ok.. aspetta che chiamo tua moglie..
 
Perché?chiedevano gli occhi di Tony.
- Uno, è il tuo amministratore delegato. Due, con lei come testimone non mi darai delle fregature aumentando il prezzo. Tre, non so da che parte s'incominci, a compilare un assegno.
Tony scoppiò a ridere, lasciandogli sollevare un sopracciglio.
- Scherzo.- gli batté sulla spalla - tienili da parte; ti serviranno per la principessina.
 
Loki sorrise, tornando con lo sguardo all'orizzonte. Non era più un re, né un fantasma. Non era più, il mostro di cui i genitori parlano ai figli prima di andare a dormire.
 
La fede brillava al suo dito.
Oro midgardiano, si disse, divertito. Piccola, ma non per questo meno preziosa.
 
La sua sposa rideva con le amiche, le dita a giocherellare con uno dei lunghi ciuffi castani e qualche occhiata complice al suo indirizzo.
Chissà se l'immaginava, la grandezza infinita del dono che portava in sé.
 
Sorrise, rispondendole con un cenno e tornando al filo del mare illuminato di scaglie dorate.
 
Non era per niente patetico.
 
Non era per niente insignificante.
 
Aveva finalmente una vita tutta sua.
 
Il suo milione di altre cose.


  
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