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Autore: Strega_Mogana    28/06/2007    6 recensioni
Un giorno solo e sono il ragazzo più popolare di Hogwarts... che Godric mi aiuti!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio di soprassalto, un incubo atroce mi ha sconvolto per tutta notte.
C’erano un centinaio di fiale che si infrangevano a terra senza che io le toccassi e Piton aumentava le ore di punizione.
Sposto le coperte con un piede e mi metto a sedere, i piedi nudi toccano il pavimento gelato, rabbrividisco per un attimo mentre faccio mente locale a quello che devo fare stamattina.
Mi alzo e faccio una doccia veloce, gli altri dormono ancora, è mattina presto e tutti e tre si alzano all’ultimo momento. Io sono un tipo piuttosto mattiniero, non mi piace poltrire a letto fino all’ultimo istante. Mi vesto e solo ora mi viene in mente la macchia rosa sulla scarpa, non vorrei che Piton si accorgesse di quello che ho fatto ieri sera. Prendo la scarpa destra: pulita. Prendo la sinistra: pulita anche quella.
- Certo che gli elfi domestici sono proprio bravi. – mormoro allacciandomele prima di uscire dalla stanza.
Vado in sala comune, Ginny e Lavanda sono già scese, stanno parlottando tra di loro, ogni tanto ridono, probabilmente stanno parlando di un ragazzo, un ragazzo che, di certo non sono io.
Ginny alza la testa e mi fissa, lo stesso fa Lavanda qualche secondo dopo, sorridono e si avvicinano a me.
- Buongiorno Neville. – mi sorride la sorella di Ron in modo, devo dire, piuttosto strano – Dormito bene?
- Ginny stai bene? – le domando preoccupato.
Lei si passa una mano tra i capelli in un modo molto sensuale, stamattina è strana… ma, ora che ci penso, Ginny Weasley è sempre strana.
- Certo che sto bene Neville…- mi risponde avvicinandosi di più a me – hai bisogno di una mano con la borsa dei libri?
- Emmmh… no…- rispondo confuso da quel suo atteggiamento mentre il mio sguardo cade, involontariamente lo giuro, nella scollatura della divisa molto più profonda rispetto alle altre mattine. Se Ron lo viene a sapere mi ammazza.
- Certo che no! – squittisce Lavanda accanto a lei – Lui è così forte.
Mi stanno prendendo in giro?
Dovrei arrabbiarmi ma non posso mettermi a litigare con due ragazze. Non di prima mattina almeno.
- Ora devo andare. – dico superandole.
- Peccato. – sospirano in coro quelle due matte.
Esco dalla sala comune e scuoto il capo, probabilmente era uno scherzo di cattivo gusto, ora staranno ridendo alle mie spalle.
Non importa, ci sono abituato.
- Sai non mi era accorta di quanto fossi bello Paciock.
Mi volto con gli occhi sgranati, la Signora Grassa mi sta fissando con un sorrisino sul volto rubicondo, con un ventaglio rosa tenta di farsi aria e io mi chiedo sempre come possa una donna dipinta possa sentire caldo.
Sorvolo su quella frase e mi dirigo alla Sala Grande, durante il mio breve percorso incrocio un paio di ragazze di Corvonero che sussurrano qualcosa e poi ridono tra di loro.
Mi guardo la divisa: non ho macchie di sporco o qualcosa fuori posto, non ho un cartello con la scritta Sono uno stupido sulla schiena e non ho ancora fatto nulla di imbarazzante questa mattina.
Allora perché mi guardano tutti?
Scendo per la colazione, entro nella Sala Grande e tutti quelli presenti di voltano a guardarmi, mi sento andare a fuoco, possibile che qualcuno sappia di quello che ho combinato ieri sera dopo la punizione? Forse qualcuno mi ha visto infrangere al suolo le boccette ed è andato subito a dirlo a Piton, così oggi non solo aumenterà le ore di punizione ma se la prenderà pure con Oscar.
Cercando di non guardarmi in giro, cosa alquanto difficile visto che mi sento osservato da tutti gli angoli della Sala, mi verso del succo di zucca, prendo un po’ di marmellata al lime e una fetta di pane tostato.
- Ciao Neville!
Faccio un salto spaventato, il toast mi cade di mano andando a finire per terra imbrattando il pavimento di marmellata.
- Non… farlo… più… Hermione. – dico con un filo di voce allungandomi per prendere un’altra fetta di pane.
- Oh scusami…- fa lei mortificata allungandosi e prendendo anche lei il toast – ti ho spaventato? Tu sei sempre così nervoso…
- Stavo pensando ad altro. – le rispondo spalmando la marmellata.
- Anche a te piace la marmellata al lime? Abbiamo così tanto in comune!
Mi sto quasi per soffocare con il primo pezzo di pane che ho morsicato.
Io avrei qualcosa in comune con Hermione Granger?
Nel frattempo continuo a tossire mentre Hermione, sempre premurosa e materna con me, picchia la mano sulla schiena per aiutarmi a mandar già il boccone. Finalmente riesco a deglutire, afferro il calice di succo e butto giù una lunga sorsata.
- Povero caro..- piagnucola la mia amica accanto a me.
Il succo che non ho deglutito finisce tutto in faccia a Colin che è sceso poco dopo di me.
- Neville ma sei impazzito?- grida sconcertato asciugandosi la faccia con il tovagliolo.
- Io? E’ Hermione che è uscita di testa… - mi volto verso di lei con gli occhi fuori dalle orbite – da quando mi chiami caro?
Abbassa il capo… conosco quella tattica, la usa sempre anche con Ron quando vuole farlo sentire incolpa.
- Scusami…- mormora e dal tono di voce si capisce perfettamente che sta trattenendo le lacrime – io… io … volevo solo esser gentile.
Voglio bene ad Hermione, la vedo un po’ come la sorella maggiore che mi aiuta quando sono in difficoltà e che mi tira fuori dai guai in cui mi caccio in continuazione per via della mia goffaggine, per questo mi si stringe il cuore quando fa così.
- Non è niente, - tento di sorridere mentre torno a concentrarmi sulla mia colazione – anzi scusami tu… è che ieri sera la punizione è stata pesante. Sono andato a letto tardi e non ho dormito bene, sono un po’ nervoso.
- Povero tesoro.
Adesso basta!
Mi alzo di scatto dalla sedia, non voglio farmi prendere in gir ulteriormente. Prendo la mia borsa e me ne vado.
- Neville ho detto qualcosa di sbagliato?
Non rispondo neppure ad Hermione, esco dalla Sala Grande e mi dirigo verso le serre dove ho lezione per le prossime due ore. Aspetto fuori mentre osservo le piante dal vetro. La natura è meravigliosa, le piante non ti prendono in giro, non ridono di te, non fanno nulla che possa nuocerti se tu non le stuzzichi in qualche modo. Sono le mie migliori amiche.
Dio come sono patetico.
- Ciao Neville!
Faccio un salto spaventato da quel saluto del tutto inaspettato.
Questa mattina sono più nervoso del solito.
Osservo la ragazza davanti a me e poi mi guardo attorno spaventato.
- Cosa vuoi Pansy?
Ho paura di lei, è una vera vipera e non va mai in giro da sola, dove c’è lei c’è sempre Malfoy e io non posso competere contro Draco.
Lei alza le spalle e si avvicina a me.. io faccio un passo indietro. Lei uno avanti.
- Volevo solo salutarti.
Un passo avanti e uno indietro.
- Vedere come stavi…
Un passo avanti e uno indietro.
- Aspettare con te la professoressa Sprite.
Un passo avanti e uno… o no! Sono finito con le spalle al muro.
- Perché sei così spaventato?
- Pansy hai picchiato la testa su una roccia?
Si avvicina di più, mi mette le braccia attorno al collo e soffia nel mio orecchio. Un brivido mi percorre la spina dorsale, se Draco ci vede sono morto.
- Questa mattina mi sono svegliata e mi sono resa conto che sei veramente irresistibile Neville.
Che cosa?
- Pasy se lo stai facendo per far ridere Malfoy e i suoi amici…
- Lascia perdere Draco,- mi sussurra all’orecchio in modo sensuale – lui non vale neppure la metà di quello che vali tu.
Questa donna sta delirando.
- Ok..- dico mettendo le mani sulle sue spalle e spingendola un po’ lontano da me – il gioco è finito.
- Ma io non sto giocando. – piagnucola lei – Neville io ti amo!
Per tutti i bubboni delle Piante Bobboniche del Paraguay! La fidanzata di Draco Malfoy ha appena detto che mi ama?
Come si chiama quella strana festa babbana dove tutti si mascherano e fanno stupidi scherzi?
Carnaio? Cernevalaio?
Beh il nome non è importante, il senso è quello, oggi è la giornata mondiale degli scherzi.
- Non è divertente. – le dico con una strana, e alquanto sospettosa, sicurezza nella voce.
- Io non mi sto divertendo. – fa lei cadendo sulle ginocchia e iniziando a singhiozzare – Tu mi stai rifiutando!
- Senti Pansy,- dico cercando di essere il più diplomatico possibile – io vado a farmi una passeggiata prima che arrivi la professoressa e quando torno lo scherzo sarà finito ok?
Senza aspettare una risposta mi volto ma mi scontro con la professoressa Sprite.
- Mi scusi… - mormoro imbarazzato mentre afferro la borsa dei libri che è caduta a terra – non l’avevo vista.
- Non importa Paciock. – mi risponde passandomi accanto e senza degnare di uno sguardo Pansy a terra singhiozzante – Andiamo ho da farti vedere una cosa che ti piacerà.
Entriamo nella serra numero quattro, quella che la professoressa usa per le piante pericolose. Non sono mai entrato qua dentro, anzi ora che ci penso nessuno è mai dentato qua dentro. Gira una leggenda su questa serra, si dice che trent’anni fa uno studente del quinto anno sia entrato per prendere un paio di guanti di pelle di drago e non ne sia mai uscito.
Rabbrividisco appena, ho il terrore che il fantasma di quello sfortunato possa uscire all’improvviso per spaventarmi.
Perché la professoressa mi ha portato qui? E, soprattutto, perché non ha fato nessuna domanda alla ragazza di Malfoy?
- Non ho mai visto una passione come la tua per l’Erbologia. – risponde alla mia domanda inespressa – Sono certa che ti piacerà.
Sorrido appena, la professoressa Sprite è molto gentile con me, mi riempie d’orgoglio esser uno dei suoi studenti migliori. Nei suoi occhi verdi vedo sempre rispetto, cosa che non vedo in quelli degli altri professori.
Svoltiamo l’angolo e sgrano gli occhi.
In mezzo ad una pianta carnivora che russa leggermente e una pianta canterina che viene utilizzata per guarire le persone dalle punte dalla Vespa del Sonno, c’è la pianta più rara ed incredibile che abbia mai visto in vita mia.
- E’… è… una Tantaculus Victribus. – mormoro facendo un passo avanti.
E’ una pianta rarissima, alta quanto un bonsai solo che invece delle foglie, ha migliaia di piccoli tentacoli che secernano una sostanza vischiosa gialla, una sostanza che viene usata nelle pozioni rigeneranti di altissimo livello.
- Vai… - mi dice la professoressa con un sorriso – puoi avvicinarti. Lolly dorme.
Deduco che Lolly sia la pianta carnivora, la capacità della Sprite di dare nomi assurdi alla piante mi sorprende ogni volta, come il tono di Piton che usa quando mi rimprovera.
Mi avvicino cauto alla pianta, appena sente il calore del mio corpo i tentacolini si muovono dalla mia parte, metto una mano sopra e loro mi sfiorano la pelle facendomi il solletico. Ridacchio e levo la mano.
- E’ bellissima..- dico sinceramente meravigliato da quella bellezza – grazie professoressa per avermele mostrata.
- Di nulla Neville. – mi dice affettuosamente passandomi una mano tra i capelli.
Mi irrigidisco un attimo, non ha mai avuto questi atteggiamenti così materni con me. Sorrido nervoso e maledettamente in imbarazzo e mi avvio alla porta della serra.
Non so proprio cosa le sia preso, arrivo alla serra numero cinque e prendo il mio posto accanto a due ragazzi di Tassorosso.
Lavoro concentrato e silenzioso per tutte le due ore seguenti, non alzo neppure la testa dal mio lavoro. Ho quasi avuto l’impressione in quella serra che la professoressa ci provasse con me.
La campana suona, metto in ordine e me ne vado di corsa.
Ho Trasfigurazione, una materia complicata e sono certo che non ci saranno incontri spiacevoli. O situazioni imbarazzanti.
Corro fino al terzo piano dove c’è l’aula, mi appoggio alla pietra del corridoio e cerco di riprendere fiato, la milza mi lancia delle fitte mostruose e i polmoni bruciano reclamando ossigeno. Mi porto una mano al cuore, che batte all’impazzata, e aspetto che torni al battito normale facendo respiri profondi.
La porta dell’aula si apre con uno botto improvviso, faccio un salto, l’ennesimo della mattinata, mentre il mio cuore riprende a battere all’impazzata.
La McGranitt ha gli occhi sgranati, sembra impazzita, o forse solo arrabbiata. Vi volta lentamente verso di me e mi squadra. Deglutisco rumorosamente e mi appiattisco di più contro la parete.
- Paciock in aula. – ordina con quel suo tono autoritario e severo che la distingue da tutti gli altri, spesso mi fa più paura di Piton in persona - Il professor Piton mi ha detto quello che hai combinato!
Deglutisco di nuovo. Ora sono morto, Piton si sarà accorto che ho rotto le fiale con quelle strane pozioni. La McGranitt non me la farà passare liscia.
Entro a testa china nell’aula ancora deserta, la professoressa chiude la porta alle mie spalle e mi sento ancora più intrappolato che nei sotterranei.
- Siediti.
Obbedisco senza ribattere, è troppo pericoloso contrastare la professoressa quando è di quell’umore.
- Come stai Neville? – alzo la testa di scatto, e questo tono gentile da dove arriva?
- Come scusi?
- Ho saputo che hai finito molto tardi e sei sempre uno degli studenti che si alza per primo, volevo sapere come stavi. Il professor Piton è famoso per le sue punizioni severe.
Come se lei non lo sapesse, a volte ho il sospetto che Piton prenda spunto dalle punizioni che la McGranitt dava quando era lui uno studente.
- Sto… sto bene…- balbetto incapace di pensare lucidamente.
Non so se temere o meno questa versione della professoressa di Trasfigurazione.
- Sono così sollevata!
Sgrano gli occhi mentre la sento sospirare, si toglie il capello a punta verde e si porta le mani dietro i capelli, con due gesti veloci ed eleganti si toglie le grucce che le tenevano legati i capelli in quello stretto chignon e una cascata di capelli castani con qualche ciocca grigia le incorniciano il viso affilato.
Si passa una mano tra i capelli sciolti e sospira di nuovo.
- Così va meglio. – sorride togliendosi anche gli occhiali.
Io non ho respirato per tutto il tempo, non credevo che la McGranitt potesse avere così tanti capelli. Anzi credevo che andasse anche a letto con lo chignon.
Deglutisco di nuovo, non so cosa visto che ho la gola completamente secca.
- Professoressa… io… io… è meglio se aspetto fuori i miei compagni.
Si regge la testa con le mani e mi sorride… non so se piangere o vomitare.
- Puoi anche restare.
Forse è meglio piangere.
- Non vuoi far compagnia ad una signora. – mi sta facendo l’occhiolino!
Forse è meglio vomitare.
- No, è meglio se aspetto fuori.
Esco di corsa chiudendomi la porta alle spalle e appoggiandomi con la schiena. Chi è quella donna? Dov’è la professoressa McGranitt? La severa, rigida, inflessibile professoressa Minerva McGranitt?
Sento il pomello che trema, vuole uscire.
- Neville… possiamo parlare un po’…
C’è qualcosa che non quadra. Perché tutte le donne sembrano interessate a me? Forse c’è un’epidemia.
- Paciock!
Appoggio la testa alla porta e chiudo gli occhi.
- Ci mancava solo questa…- mormoro continuando a spingere la porta in modo che la versione allupata della McGranitt non possa uscire.
Nel frattempo Malfoy seguito a ruota da Tiger e Goyle si avvicina con fare minaccioso.
- Pansy continua a piangere dicendo che l’hai rifiutata. Si può sapere perché la mia ragazza dice che ama un mancato maghinò come te?
- Malfoy…- tento di spiegare – non è come sembra.
- E’ buffo, - sghignazza lui schioccando le dita delle mani – sarà la stessa cosa che dirò a Piton dopo che ti avrò gonfiato la faccia.
Si sta preparando a tirarmi un pugno quando, dall’altra parte del corridoio, si sente un grido femminile.
- Ragazze eccolo!- urla Ginny prima di correre dalla mia parte.
Dietro di lei tutte le ragazze della scuola, di tutte le età e di tutte le case. Tutte, nessuna esclusa, grida il mio nome.
Mi stacco dalla porta ed indietreggio un attimo prima di voltarmi e mettermi a correre.
- Draco scappa!- urlo a Malfoy una folla di donne non l’augurerei neppure al mio peggior nemico.
Corro come un pazzo mentre centinaia di ragazze urlando dietro di me, mi invocano come se fossi l’unico ragazzo del castello, cercano di fermarmi, cercano di attirare la mia attenzione.
Sono frastornato, non so cosa stia capitando ma se che se quelle fanatiche mi prendono sono un mago morto.
Chissà se Draco e le sue guardie del corpo si sono messi in salvo?
Ora, però, voglio mettere in salvo la mia pelle.
Svolto l’angolo, una mano mi afferra e mi trascina dentro una rientranza buia, un’altra mano mi tappa la bocca.
Le ragazze passano poco dopo, mi cercano con fermento, mi chiamano, alcune piangono.
- Sono io la donna di Neville!- grida la McGranitt impazzita.
- Zitta brutta zitella!- le risponde Ginny – Lui è mio!
- E credi che lui venga con una che si sta passando mezzo castello?- ribatte Hermione.
- Io prevedo un futuro pieno di gioia con Neville. – squilla la Cooman agitando le braccia con tutti gli amuleti e i braccialetti.
- Voi non potete fare nulla!- sbraita la Spirte – Io e Neville abbiamo molto in comune, possiamo coltivare il nostro giardino.
E così via. Tutte dicono la loro, tutte vogliono me.
Perché? Perché?
- Perché sei un’idiota. – sibila una voce al mio orecchio.
- Professor Piton? – biascico contro la sua mano.
- Ti lascio solo due minuti e combini lo stesso dei pasticci.
- Io.. io non capisco…
Nel frattempo le scalmanate riprendono la loro corsa, vedo Draco trascinato dalla folla, confuso e spaventato quanto me.
Ma quella con addosso un completino di pelle nera non è Madama Chips?
- Disgustoso- sento bisbigliare Piton accanto a me - Avrò gli incubi per settimane.
Quando anche l’ultima ragazzina del primo anno sparisce dalla nostra vista Piton mi spinge fuori dalla rientranza. E’ livido in volto, mi fissa con disgusto, attimi di panico e terrore.
- Seguimi,- ordina in malo modo iniziando a camminare verso il quinto piano – forza quelle pazze torneranno, non avranno pace fino a quando non ti avranno trovato.
- Professore..- mormoro camminando veloce verso di lui – cosa… cos’è successo?
- Hai fatto cadere delle fiale ieri sera giusto?
Borbotto quelle che sembrano delle scuse, lui non mi guarda e continua a camminare.
- Due di loro si sono mischiate e hanno formato un filtro potente. Una pozione dell’attrazione, durante la notte il filtro è evaporato. Agli occhi di qualunque donna sei irresistibile.
- Cosa?
- E’ inutile che fingi non aver capito Paciock. Le donne di questa scuola, di qualunque età, sono follemente innamorate di te oggi.
Questo è il più grosso casino che abbia mai combinato.
Non potrò più uscire di dalla mia stanza. Non finirò mai la scuola. La mia vita è distrutta.
- Fortunatamente, - continua Piton camminando per il corridoio – l’effetto ha una durata limitata. A mezzanotte tutto sarà finito.
- Ricorderanno quello che è successo?
- No, avranno un bel mal di testa domani mattina ma non ricorderanno nulla.
Tiro un sospiro di sollievo.
- Non cantare vittoria tanto facilmente Paciock. – mi rimprovera Piton – Non c’è nulla di più catastrofico con una donna che vuole un uo…- si blocca e mi lancia un’occhiata pungente – un ragazzo. - si corregge tornando a guardare davanti – Moltiplica questo desiderio per tutte le donne della scuola.
Improvvisamente mi sento svenire.
- Vedo che hai capito. – continua osservando il mio viso sicuramente pallido.
- Cosa facciamo professore?
- Ti devi nascondere in un luogo dove non possano trovarti. Il Preside e gli insegnanti sono stati avvertiti del pericolo, faremo in modo di tenerle occupate per il resto della giornata.
- Come?
- Questo non é un tuo problema.
Ci fermiamo davanti ad una parete che conosco molto bene, Piton passeggia avanti ad indietro tre volte, la porta della stanza delle necessità compare appena si ferma.
- Non aprire a nessuno, restaci fino a domani mattina. La situazione non può che peggiorare.
- Ma come…
- Non hai mai avuto a che fare con delle donne impazzite vero Paciock? – avverto un lieve tono sarcastico nella sua voce.
Mi sento arrossire, abbasso lo sguardo e inizio a muovere un piede.
- Resta qui. – ordina alla fine Piton chiudendo la porta e lasciandomi solo.
La stanza è molto accogliente, c’è un bel letto a baldacchino come quello del dormitorio, una scrivania, una libreria piana di libri, un camino dove il fuoco lambisce le pietre con le sue lingue rosse. Mi siedo sul letto e sospiro: sono proprio una frana.
Passo il resto della mattina a leggere e studiare, sono poco concentrato e, dopo aver letto per l’ennesima volta la stessa riga, chiudo il libro sbuffando. Guardo l’orologio appeso alla parete: le quattro del pomeriggio.
Il pranzo è stato abbondante ma ora devo andare in bagno.
Piton ha pensato a tutto tranne che ai miei bisogni corporali.
Tento di trattenerla come ho fatto nell’ultima ora ma se non vado in bagno rischio di farmela nei pantaloni.
Forse posso fare una corsa veloce nel bagno sul piano.
Fuori tutto è silenzioso da un paio d’ore.
Mi avvicino piano alla porta, non ho scelta, metto la mano sul pomello e aspetto ancora qualche istante. Dall’altra parte tutto tace. La apro.. piano… lentamente, faccio capolino per assicurarmi che non ci sia anima viva nel corridoio.
Destra: nessuno.
Sinistra: nessuno.
Perfetto.
Corro in bagno e mi infilo nel primo che trovo libero.
Mentre faccio pipì sento qualcuno che ride fuori dalla porta.
Una ridata femminile.
Sento il sangue ghiacciarmi nelle vene; le mie mani tremano troppo e mi allaccio male i pantaloni, ma ora non ho tempo per sistemarli.
- Chi… chi sei?
- Non essere timido. – ridacchia la voce squillante la ragazza fuori dal bagno – Avanti esci… non ti mordo mica.
Non ho altra scelta, non posso stare tutto il giorno rinchiuso nel bagno.
Esco e mi ritrovo davanti la figura lattiginosa e svolazzante di Mirtilla Malcontenta.
Mi saluta con la mano, sbattendo le palpebre come se fosse una ragazza normalissima. Per cortesia, visto che mia nonna ci tiene all’educazione, rispondo con un abbozzo di sorriso e mi incammino verso l’uscita ma Mirtilla mi si para davanti. So che potrei passarle attraverso ma è una sensazione orribile.
- Dove vai?
- Devo studiare.
- Non vuoi farmi compagnia?
- Non posso.
- Neville vuoi essere il mio fidanzato?
Sgrano gli occhi di fronte a questa domanda del tutto inaspettata.
- Mirtilla… tu… tu sei morta e io sono vivo.
- Beh… a questo possiamo rimediare.
I fantasmi possono uccidere?
Io non sto certo qui a controllare, le passo attraverso e corro fuori, la sento piangere ma non mi fermerò per vedere se ho ferito i suoi sentimenti. Sempre se un fantasma possa provare ancora dei sentimenti.
Svolto l’angolo per tornare nel mio rifugio ma mi blocco. Luna è nel corridoio, si guarda attorno, lo so che sta cercando me.
- Neville dove sei? – non rispondo, mi nascondono dietro un’armatura e cerco di fare il meno rumore possibile – Andiamo Neville… so che sei qui…
Mi passa accanto senza vedermi, mi supera, faccio un lieve sospiro di sollievo ed esco dal mio nascondiglio improvvisato per tornare in quella stanza sicura.
- Ecco ti qui!
- AAAAAAAAAAH!
- Perché urli piccolo mio?
- Luna…- balbetto mentre faccio un passo indietro spaventato a morte – cosa… cosa ci fai qui?
- Voglio te Neville…- piagnucola facendo un passo avanti – e io so che tu voi me…
- Luna io… tu… noi… io… non… non posso…
Improvvisamente diventa seria, un lampo di rabbia illumina i suoi occhi.
- Allora se non potrai essere mio…- prende la pesante spada dell’armatura e la punta verso di me – non potrai essere di nessun’altra!
Mi lascio sfuggire un altro urlo e scappo con Luna che mi segue brandendo una spada medioevale.
- Fermati traditore! – grida continuando ad inseguirmi.
Scendiamo due piani e altre ragazze si sono unite a lei, se prima mi volevano vivo ora mi vogliono morto.
Forse è per questo motivo che il professor Piton ha detto che potevano solo peggiorare.
Era meglio se me la tenevo la pipì.
- Non sarai mai di nessuna!- urla una ragazza di Corvonero che non conosco, brandisce un scarpa col tacco alto quindici centimetri.
Un incantesimo mi sfiora la nuca, mi volto mentre corro e vedo Hermione che stringe la bacchetta, ha uno sguardo agghiacciante, sembra una pazza isterica.
Entro nella prima stanza che trovo con la porta aperta, la richiudo alle mie spalle e mi guardo attorno.
Sono finito in un’aula in disuso. Le sento urlare alle mie spalle, solo questa porta ci separa. Mi guardo attorno, prendo la bacchetta e inizio a spostare tutti i mobili davanti alla porta, dall’altra parte si sente battere, usare anche la magia ma, fortunatamente, la mia barriera funziona.
Mi rannicchio in un angolo e resto qui a tremare, di la si sentono schiamazzi, incantesimi, tonfi e io continuo a restare qui a tremare come una foglia. Non ho intenzione di uscire.
La mezzanotte sembra lontana…
… non vedrò mai l’alba di domani.

***
- Mi hanno preso! – urlo svegliandomi all’improvviso.
Attorno a me buio, non sento nessun rumore, solo il crepitare del fuoco in un camino. Sono su un letto, ma non ricordo come ci sono finito. L’ultima cosa che ricordo è la corsa per il castello e il rifugio d’emergenza in quell’aula in disuso. Metto a fuoco la stanza… un attimo… sono nel dormitorio dei Grifondoro, quindi… quindi… è stato tutto un sogno!
Che sollievo!
Mi alzo, il sole fa capolino dai vetri della torre: è mattina. Osservo l’orologio: le 7:30. Perfetto. Mi faccio una doccia veloce e mi vesto fischiettando, mi sento sollevato, ho solo sognato. Forse ero così nervoso e spaventato per quelle fiale rotte che il mio subconscio ha partorito quell’incubo mostruoso. Al solo pensiero mi viene la pelle d’oca.. sembrava così reale.
Esco dal dormitorio e supero la sala comune quasi di corsa, ho fame, tutto quel moto nel mio sogno mi ha messo appetito.
Un mugolio alle mie spalle mi blocca a metà strada, mi volto lentamente e vedo Ginny sdraiata sul divano, con un braccio si copre gli occhi.
- Devi per forza fare tutto questo rumore Neville quando ti alzi? – mi sgrida con un filo di voce – Dio che mal di testa…
Oddio… oddio… forse… allora…oddio… non era solo un sogno!
Borbotto delle scuse ed esco dalla sala comune.
- Paciock devi uscire così presto?- mi rimprovera la Signora Grassa dal quadro, si sta massaggiando le tempie con le dita cicciotelle e io continuo a domandarmi come possa una donna dipinta provare caldo e poi dolore.
Non le rispondo neppure e scendo un sala grande, ci sono solo ragazzi, le ragazze sono rimaste nei vari dormitori, alcuni si voltano a guardarmi e poi tornano sulla loro colazione. Mi siedo al mio posto e comincio a mangiare piano, ripensando al caos che ho combinato ieri. Mentre sorseggio il mio succo di zucca un’ombra lunga si proietta sul tavolo.
Mi volto e mi passa del tutto l’appetito.
- Buongiorno Paciock.
- Buongiorno professor Piton.
- Ieri mi sembrava di esser stato chiaro, dovevi restare nella stanza delle necessità. Invece sei uscito, abbiamo dovuto schiantare mezzo corpo studentesco femminile io e il Preside, senza contare che qualcuna di loro si è pure difesa in modo egregio.
- Mi dispiace professor Piton.
- Per quello che hai combinato ti verranno tolti venti punti.
Affondo di più il capo tra le spalle, lo sapevo che Piton non poteva esser indulgente per una volta.
Si allontana ma poi si ferma e si volta di nuovo.
- La tua punizione è stata sospesa Paciock. Dopo quello che è successo ieri, credo che tu abbia imparato a stare molto più attento a maneggiare gi ingredienti delle pozioni.
Annuisco con vigore.
Lo prometto: ora starò dieci volte più attento durante le sue ore!

***

I muri dei sotterranei tremarono appena, un denso fumo iniziò ad uscire dall’aula di pozioni mentre una puzza nauseante si diffondeva tra i corridoi.

- PACIOCK!
Aiuto!

FINE
   
 
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