11/12/2012
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Lontra.
Forse per qualcuno il ricordo di una casa al mare non è abbastanza potente, eppure è la memoria più cara che ho. Avevo cinque anni, ero in vacanza con mamma e papà. Avevano affittato una graziosa villetta sulla spiaggia, a pochi metri dal bagnasciuga. L'aria era carica di salsedine e il vento caldo mi scompigliava piacevolmente i ricci crespi. Già, allora non mi importava dei capelli... ero solo io, Hermione Granger. Non avevo studiato abbastanza per essere etichettata come 'secchiona', non avevo compiuto abbastanza magie involontarie per essere additata come 'strana', non avevo conosciuto abbastanza il mondo magico per essere giudicata come una 'sanguesporco'. Quella era la vera me: una bambina spensierata, alla quale bastava una collana fatta di conchiglie per essere felice. Eppure, nonostante tutto, al calar della sera scoprii che quella villetta non mi piaceva affatto. Mi sentivo spaesata, era la prima volta che non passavo la notte nella mia cameretta. Al piano di sopra c'era una piccola biblioteca e io non volevo dormire, così mio padre prese una sedia, tirò giù uno scalcagnato libro di storie per bambini e mi portò nel lettone dove mia madre, maniaca della pulizia com'era, protestò animatamente. La carta macchiata e ingiallita dal tempo odorava di umidità, ma le storie racchiuse in quelle pagine così vecchie ed estranee mi scaldarono come il sole d'Agosto che era appena tramontato, mi fecero sentire a casa. Fu quel giorno che scoprii di amare i libri.