-Figliolo, lo sai.
Un presentimento.
-Prima o poi dovrà succedere.
Sentì  un pugno il pugno allo stomaco, quello che stava attendendo da settimane incombeva prepotentemente.Ffino ad allora  era stato lì immobile, ma sentiva che da un giorno all’altro si sarebbe sganciato dall’instabile normalità.
-Non negartelo! E’ così, che tu lo voglia o no. Io morirò!
Abbassò il viso verso il pavimento di pietra, rimase lì inchiodato contando le linee dei mattoni e disegnando uno scarabocchio con gli occhi. Già non poteva negarlo, la situazione si era fatta pericolosa e i Mangiamorte potevano venire da un momento all’altro, ma d'altronde la sua morte era comunque segnata. Se non sarebbero stati i Mangiamorte sarebbe stata la Malattia a portarlo via.
-Guardami! Cazzo guardami ho detto!
Un masso  stava crescendo nello stomaco, si sciolse, divenne caldo, salì per l’esofago e gli occhi non riuscirono a trattenere le lacrime.
-Devi portare a compimento quello ho iniziato, quello che il DESTINO ha preservato per te, a quanto pare!
Devi farlo Severus. DEVI capisci? Vuoi essere il buono a nulla della famiglia? Vuoi sentirti uno zerbino per tutta la vita? Vuoi questo veramente? No… credo proprio di no!- Nahs, il padre, rise e tossì nervosamente. Un misto di morte e di presunzione che a Severus lo fecero percuotere.
E adesso?
Paura. Terrore. Angoscia.
Perché?
Rabbia.
Ingoiò il suo sangue amaro e acconsentì.
 -Va bene.
 
 
Erano soli per i corridoi della scuola e il silenzio che li univa, mano nella mano, apparivano come una forza  insormontabile, nera e profonda. Legati da un filo fatto di assoluta incertezza.