Come ho già detto nell'altra fanfiction il mio computer sta per esalare il suo ultimo respiro. 

Speriamo che per natale qualcuno si metta una mano sulla coscienza e mi regali il mac pro che tanto desidero AHAHAHAHAHAHAH

Comunque, non andiamo OT. Ecco il capitolo, fa abbastanza cagottare sotto lo so bene, ma non ho saputo fare di meglio nella

mezz'ora di vita del pc. 

                                              




Rehab.

E' una bomba? no. Alzo la testa dal cuscino morbido e afferro il cellulare dal comodino per farlo smettere di suonare.
« mh? » rispondo con la bocca impastata.
Afferro la bottiglia di coca cola zero vicino al mio letto e ne butto giù un sorso non indifferente.
« Jasmine! Porca puttana Jasmine ma sai che ore sono?! » urla mia madre dall'altra parte del telefono.
Alzo lo sguardo e guardo fuori dalla vetrata e noto che c'è un solo fortissimo, poi controllo l'ora sul cellulare. 
« Le due meno un quarto. » dico secca. 
Ed ecco che inizia la predica che sento quasi tutti i giorni da 7 mesi ad oggi.

“ Sei sparita per due giorni. Senti come stai, hai bevuto? Dio mio, che delusione che sei. Torna a casa! ”

La liquido velocemente e cerco di riprendere sonno. Sento le orecchie fischiare ancora a ritmo della musica di ieri sera, e il fegato, oh il fegato fa male.
Trovo la forza di alzarmi e di andare a prendere un'aspirina sperando che faccia il suo corso.
Guardo fuori dalla vetrata del salotto, che affaccia proprio su una delle principali strade di New York.
Mi sento meravigliosamente a mio agio dove mi trovo, nella città eterna, in un bellissimo appartamento, e un lavoro che mi da un sacco di soddifazioni.
Jasmine dagli occhiali sul naso è sparita da un po' ormai, per lasciare spazio alla Jasmine on-the-road.
Il post-sbornia mi rincoglionisce, ma non posso darlo a vedere, perché alle 8 devo stare in agenzia a prepararmi per una sfilata.
Corro in bagno e faccio pipì, poi salgo sulla bilancia. 51 chili netti.
Scuoto la testa delusa e mi butto sotto la doccia, sperando di riuscire a riprendermi. 








« E' un Prada! » dico indicando la giacca a Jennel, collega e amica. 
Lei è bellissima, è perfetta per il lavoro che fa, pesa 43 chili, ed è altissima, è la modella che tutti vorrebbero essere, me compresa.
E' stata la prima persona che ho conosciuto quando sono arrivata a New York, e tutte le cose che ho imparato, me le ha insegnate lei.
Mi porge un bicchiere di Champagne e fa cenno di fare un brindisi « A Prada! » dice ridendo. 
Facciamo schioccare i bicchieri e beviamo tutto d'un sorso.
« Vieni, voglio presentarti degli amici. » dice trascinandomi tra i divanetti dell'after party.
6 differenti paia d'occhi ci seguono non appena arriviamo davanti a loro.
« Jennel! » dice una dei 6 abbracciandola « Tesoro stai davvero bene! » dice.
La donna che ho davanti a me è bellissima, capelli castani e un fisico perfetto. Mi domando se sia del gruppo.
« Danielle, ti trovo bene anche io! » dice stringendola « Lei è Jasmine! » dice indicandomi.
Saluto tutto con un cenno della mano, mentre scambio il mio bicchiere vuoto con uno pieno.
« Jasmine, lui è Kevin, lei è Danielle la moglie. Poi ci sono Nicholas, Michael, Wilmer e in fine Joe. » dice indicandoli uno ad uno.