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Autore: Akisan    11/12/2012    9 recensioni
A volte il destino riserva sorprese mozzafiato, ricche di avventure e compagni formidabili.
A volte, invece, decide semplicemente di prenderti per i fondelli.
Così, senza neanche sapere bene il perché, Alex si ritrova suo malgrado a fare comunella con un Arrancar con seri problemi di gestione della rabbia, una ragazzina logorroica totalmente priva di buonsenso, e un individuo subdolo che, secondo lei, ha buone probabilità di discendere direttamente dal demonio.
Il tutto in un ambiente ricco di Hollow, gatti, sarcasmo allo stato brado e situazioni equivoche.
Mooolto equivoche.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Aki: «I sogni soooon deeeeeesideri, di feeeeelicitààààààà…»

Alex: «Seriamente Aki…..»

Aki: «…tu sogna e spera fermameeeeeeente….»

Alex: «… pensi di averne….»

Aki: «… dimentica il preseeeente…»

Alex: «… ancora per molto?»

Aki: «… e il sogno realtàààààà diverràààààààààààààààààààà!»

Aramis: «Non sprecare fiato principessa, ti sembra forse in grado di intendere e di volere al momento?»

Grimmjow (osserva irritato Aki che saltella canticchiando con una faccia da ebete per tutta la casa, poi la solleva per il retro della maglietta): «Dacci un taglio, ok? Hai rotto con tutto questo zucchero!»

Aki (rivolgendogli uno sguardo denso di saccarosio): «Grimmjow! Amore mio! Ti ho mai detto che ti voglio tanto bene?»

(l’Espada la lascia andare di botto disgustato. Aki ricomincia a canticchiare. Di comune intesa Alex e Liz la afferrano e la trascinano nello sgabuzzino)

Alex: «Allora, ce lo vuoi dire che ti prende?»

Aki: «Alex, te l’ho mai detto che hai dei capelli stupendi? E tu Liz, i tuoi occhi…»

Alex: «Niente, cervello non pervenuto»

Liz: «Aspetta, provo io: Aki? Pensa ad Ulquiorra»

Aki: «Ulquiorra?»

Liz: «Sì. Alla sua faccia da emo depresso!»

Aki (fangirl-mode-on): «Ulqui-chan non è un emo depresso!»

Alex: «Oh, si è svegliata. Allora?»

Aki: «Allora niente, sono solo taaaaanto felice! Se volete sapere perché andatevi a leggere il capitolo 518 di Bleach, io qua gli spoiler non li faccio! Su, forza, per festeggiare dobbiamo fare qualcosa tutti insieme questa sera! Qualche idea?»

Alex: «Tira fuori ancora una volta le carte da strip poker e ti uccido»


 
Un Natale pieno di regali a Aryadaughter, LindonaNazionale, Racchan e _EucliffeRedHot_ per aver messo questa storia nelle seguite, a amerillidasilvas, Lucy_Heartphilia, SkyHayley, e violet in the sky per averla messa tra le preferite, a amerillidasilvas, Nata dalla Tempesta e zakopane per avermi messa tra gli autori preferiti, e come al solito a chi legge e basta. Merry Christmas!
 


Capitolo 31: L’amore non è bello se non è litigarello. Chi è il cretino che l’ha detto?
 

Era sfinita.

Peggio, era stravolta.

Si sentiva come una tartaruga infilata a forza nella ruota di un criceto e costretta a correre per evitare di inciampare e cominciare a rotolare pietosamente.

Stessa stanchezza e stessa nausea.

Fu questo il motivo per cui si lanciò a pelle d’orso sulla prima cosa morbida che le capitò a tiro.

Ovvero la spalla di Liz.

«Uccidimi. Sparami, avvelenami col cibo, fai come ti pare, basta che la finiamo in fretta» mugugnò in tono tetro inspirando il suo profumo, che la faceva sentire a casa come non le capitava ormai da settimane.

L’amica posò il mestolo e le diede delle pacche comprensive sulla testa.

«Però, questo sì che si chiama iniziare con sprint l’anno nuovo!»

Alex gemette di nuovo.

«Liz…» borbottò scontrosamente. «Ricordami per quale motivo sto passando le mie giornate a farmi massacrare da quei due spietati mostri sadici»

Liz cominciò ad accarezzarle i capelli, ed Alex dovette fare uno sforzo immane per non assopirsi di botto.

«Allora, due giorni fa Aramis ci ha raccontato la sua storia, che oltretutto io ho trovato davvero commovente. Poi ha cambiato completamente discorso e ti ha detto chiaro e tondo che il modo in cui usi il tuo potere è tremendamente approssimativo, e che visto che probabilmente in futuro le cose si complicheranno, è necessario per te migliorare in quel campo. Perciò si è offerto di aiutarti, facendoti da personal trainer tutte le mattine. Beh, diciamo che te lo ha imposto. Ha lasciato intendere tra le righe che altrimenti la mia vita in questo ipotetico futuro sarebbe in pericolo, credo»

Alex si irrigidì al ricordo.

Già, come al solito un bastardo con l’abitudine di sorridere troppo aveva tirato in ballo Liz per farle fare tutto quello che voleva dicendole sempre poco o nulla.

“Stupido Arrancar… eh certo, perché deve venirmelo a ricordare proprio lui in che razza di situazione ci troviamo, come se io fossi una povera pazza che crede di essere in gita scolastica… e di chi pensa che sia la colpa, oltretutto? È per tirarlo fuori da quel sigillo che sono finita a Las Noches, mica per fare una vacanza alternativa…” pensò contrariata.

«Invece, per quanto riguarda Grimmjow…», continuò l’altra. «Beh, lui ha colto la palla al balzo per insistere sul fatto che sicuramente in futuro ci sarà uno scontro, e che quindi devi assolutamente migliorare anche nel combattimento. Credo che sia un po’ geloso del tempo che passi con Aramis, sai?»

Dalla bocca chiusa di Alex uscì un altro verso che sembrava provenire dall’Oltretomba.

Certo, era geloso di Aramis, e quindi si vendicava massacrando lei ogni santo pomeriggio con la scusa che saper tranciare un arto con la spada o riuscire a pestare la gente con un braccio letteralmente legato dietro la schiena fossero cose assolutamente indispensabili nella vita di qualcuno.

E quel qualcuno era lei, ovviamente.

«Odio gli Arrancar» concluse con un gemito, cercando di ignorare la fitta che l’aveva appena colta dritta al cervello.

Aveva appena concluso la sessione mattutina di “allenamento” con Aramis, che in definitiva consisteva in lui che le entrava senza pudore nella testa e le chiedeva di fare alcune cose con il suo potere mentre cercava di distrarla.

Pesantemente.

E no, non avrebbe assolutamente mai rivelato ad anima viva o morta quelle che lui definiva “innocenti distrazioni”, e che lei invece avrebbe tranquillamente ribattezzato “violazione ripetuta della privacy, molestia mentale aggravata e faccia da schiaffi epica”.

Tutto questo bordello oltretutto rendeva ancora più difficile mantenere la concentrazione il pomeriggio, visto che il più delle volte aveva un mal di testa atroce e la mente ancora confusa dai giochetti perversi di Aramis.

Il che ovviamente per Grimmjow non rappresentava minimamente una scusante, anzi: considerava la sua distrazione come una totale mancanza di impegno, e di conseguenza la accusava sprezzante di prendere sul serio solo il lavoro che svolgeva con Aramis.

Come se lei si fosse mai appesa al collo un cartello con su scritto: “Sono una masochista a tempo perso in cerca di violenza fisica e psicologica, disposta a sottoporsi a torture variegate ed insensate crisi di gelosia. Se interessati telefonare a ore pasti”

«Avanti, in fondo lo fanno per il tuo bene!» cercò di incoraggiarla Liz.

«Che fortuna!» borbottò in risposta. «E io che pensavo che lo facessero a causa della loro natura di creature sadiche e perverse che hanno trovato in me il perfetto sfogo ai loro istinti repressi» 

Sospirò.

«Comunque non ascoltare quell’idiota di Aramis, ti assicuro che non ti succederà nulla. Non finchè ci sarò io» dichiarò con decisione.

«Lo so» rispose piano Liz, e subito dopo si mise a canticchiare.

Alex la ascoltò per un po’ in silenzio.

«E questa canzone da dove arriva?»

«Uh? Non ne ho idea, sai? È un po’ che mi gira per la testa. Non ti piace?»

«Non so, mi dà un po’ i brividi»

«Ha ha ha, ma come, hai deciso di passare la tua vita con uno psicopatico convinto che una scazzottata sia mille volte più emozionante che fare sesso, e poi vieni a dire a me che la mia canzoncina è inquietante?»

«Ehi, calma! Adesso non esageriamo, non mi pare di aver mai firmato col sangue un contratto di matrimonio irreversibile con lui. Anche perché non appena riuscirà in qualche modo ad uscire da quel corpo finto probabilmente sparirà alla velocità della luce»

“Dopo aver cercato di radere al suolo questo posto” aggiunse mentalmente.

Ovviamente a meno che Urahara non avesse trovato nel frattempo un modo efficace di renderlo suo schiavo a vita.

E chissà come mai Alex era convinta che fosse piuttosto bravo in questo tipo di faccende.

«Dici? Ma non ne stai dimenticando un pezzo? Io la sapevo diversa questa storia…»

«Ah, davvero? E chi te l’avrebbe raccontata questa storia?»

«Un uccellino…» rispose Liz con tono innocente.

«E chi sarebbe questo pennuto che adora tanto farsi i fatti miei? Quello col cappello e il ventaglio o quello subdolo e strisciante?»

Seguì un attimo di silenzio.

«... Ok, diciamo che gli uccellini erano più di uno…»

E te pareva.

« Lo sai, vero, che tu, Urahara e Aramis siete peggio di tre comari?»

«Uffa, sempre dietro ai dettagli insignificanti! Torniamo all’argomento principale!»

Alex si tirò su.

«Non c’è molto da dire. C’è Grimmjow che spara cazzate, e non è una novità. Che altro vuoi sapere?»

«Voglio sapere che cosa intendi fare tu!»

A quel punto lo sguardo sbalordito fu d’obbligo.

«Mi stai davvero chiedendo se intendo farmi trascinare da lui ovunque quella sua testaccia azzurra vorrà andare una volta che sarà tornato quello di prima? E a fare cosa poi? A battergli le mani ogni volta che ritornerà con un cadavere di Hollow da cucinare per la cena? Ad aspettarlo in qualche anfratto desolato dell’Hueco Mundo senza un cavolo da fare tutto il tempo mentre lui combatte con chissà chi e decide di tornare giusto quando ha voglia di una scopata? Perché è questo che io vedo nel mio futuro, e francamente non mi sfagiola per nulla»

Liz la fissò con gli occhi azzurri spalancati.

«… sei riuscita ad uccidere ogni minima traccia di romanticismo con singolare maestria, Alex. Esisterà un premio Nobel per questo?»

Alzò gli occhi al cielo.

«Tu guardi troppi film della Disney, Liz»

 

**
 

Quando quella sera Alex finì di immergersi completamente nell’acqua calda, capì di aver raggiunto momentaneamente il paradiso.

Si sistemò con la schiena comodamente appoggiata al bordo e chiuse gli occhi.

Aaah, relax.

Era così bello rimanersene lì tranquilla, al calduccio, senza pensare a nulla, affondando beatamente nell’incoscienza…

Fu bruscamente riportata alla realtà dall’orribile sensazione di stare soffocando e da due mani serrate attorno alle sue spalle che la trascinavano rudemente verso l’alto.

Spalancò subito gli occhi e cominciò a tossire.

«Ma porca…! Stai cercando di crepare, forse? Rispondimi, cazzo!» le urlò qualcuno all’orecchio, stringendola tra le braccia e mollandole delle fin troppo energiche pacche sulla schiena.

Ahia!

«G-Grimmjow..» balbettò continuando a tossire. «Mi s-sono  –si interruppe per tossire ancora-  a..addormentata»

«Questo l’ho visto anch’io, stupida idiota!» ringhiò lui su tutte le furie.

Continuò a stringerla per parecchi minuti, anche quando Alex riuscì di nuovo a respirare normalmente, malgrado la gola le facesse un male atroce.

Solo allora si accorse di essersi aggrappata con tutte le sue forze alla camicia ormai fradicia di Grimmjow.

Come fradicio era il resto dei suoi vestiti, visto che nell’impeto di tirarla fuori dall’acqua era quasi saltato dentro alla vasca.

«Grazie» mormorò contro il suo petto.

«Grazie un cazzo, neanche i mocciosi sono così stupidi!»

Sì, però ora stava esagerando.

Il fatto che si fosse preoccupato le faceva di certo piacere, ma questo non significava che si sarebbe lasciata ricoprire di insulti in modo così gratuito.

Fece forza con le mani sulle sue spalle per costringerlo a lasciarla andare, e quando si fu allontanata abbastanza per poterlo guardare in faccia lo fissò irritata dritto negli occhi.

«E va bene, niente ringraziamenti. Passerò direttamente alla parte in cui ti faccio presente che tutto questo non sarebbe successo se tu e Aramis non mi riduceste ad uno straccio tutti i giorni»

Molto prevedibilmente questa frase non lo rese di certo più di buonumore.

Fu così che il tutto sfociò in una discussione piuttosto concitata, durante la quale rimasero in piedi l’uno di fronte all’altra nel bel mezzo del bagno, Alex avvolta in un accappatoio e Grimmjow con i vestiti ancora fradici, del tutto presi dal rinfacciarsi l’un l’altra tutto ciò che avevano covato al loro interno per giorni e giorni.

Purtroppo era così: le coppie normali una volta ripresesi dallo spavento avrebbero cominciato ad abbracciarsi e baciarsi, magari perfino dicendosi qualche parolina dolce.

Loro invece litigavano, gesticolando come due bambini dell’asilo ed evitando giusto per un soffio di mettersi le mani addosso per cambiarsi i connotati.

Che dire, il loro rapporto era davvero costruito su solide basi.

Ad un certo punto si sentì bussare alla porta.

«Ehi piccioncini, se avete finito di tubare guardate che la cena è pronta»

«Ma no Aramis, non li disturbare! Era da un sacco di tempo che non si dicevano delle cose così romantiche!»

«Guarda che io lo faccio per il nostro bene. Se continuano su questi toni quei due finiranno presto col darci dentro di brutto, e francamente preferirei che il bagno fosse agibile prima di domani mattina…»

Alex spalancò la porta di botto, e i due si misero a correre verso le scale.

«Fatevi una teglia di affaracci vostri, maledette comari!»

L’inattesa interruzione però era riuscita a riportarla con i piedi per terra.

Improvvisamente si vergognò di se stessa.

Ma che diavolo le era preso?

Mettersi a fare scenate come un’isterica in piena sindrome premestruale!

Senza contare che, se fosse capitato a lei di trovare Liz beatamente addormentata con la faccia completamente a mollo nell’acqua, probabilmente le avrebbe urlato anche di peggio.

Ciò non toglieva che comunque una buona fetta di colpa ce l’avesse anche Grimmjow, intendiamoci.

Però forse per quel giorno era meglio chiuderla lì.

Voltandosi di nuovo verso di lui, si passò stancamente una mano tra i capelli ancora umidi.

«Comunque non mi hai ancora detto che cosa ci sei entrato a fare in bagno» disse per cambiare discorso, con una voce che sembrò quasi un mormorio se paragonata al tono che aveva usato prima.

Anche se continuava a permanere un accennato tono d’accusa.

Grimmjow rimase un attimo in silenzio, probabilmente perché il suo improvviso calo di aggressività lo aveva colto di sorpresa.

«Ci stavi mettendo un’eternità» ringhiò infine, molto più restio di lei ad abbandonare la discussione.

«E quindi sei venuto a sbirciare» concluse per lui.

«Vedila un po’ come ti pare! La verità è che ti ho salvato il culo, fine. Vedi di ricordartelo in futuro»

«Sei tu che non vuoi che ti ringrazi» gli ricordò.

Subito dopo si morse la lingua.

Porca miseria, di questo passo avrebbero presto ricominciato ad accapigliarsi.

Grimmjow si mise le mani in tasca.

«Perché io non me ne faccio assolutamente nulla dei tuoi ringraziamenti. Però, se proprio ci tieni, puoi sempre dimostrarmelo quanto mi sei veramente grata» concluse, con un ghigno che lei conosceva bene.

Oh mer…

«Ma non eri arrabbiato fino a qualche secondo fa?» gli chiese, cercando la porta a tentoni con la mano.

Grimmjow coprì con due passi la distanza che li separava, e sbattendo le mani contro la porta le bloccò qualsiasi via di fuga.

«Infatti. Ora che la litigata l’abbiamo fatta, direi che è ora di passare alle cose serie. E poi lo sai che mi eccita vederti incazzata»

«Ma non li hai sentiti prima? La cena è pront… ah!»

Grimmjow cominciò a lambirle lentamente con la lingua il punto sul collo dove l’aveva appena morsa.

«E tu non l’hai sentita la tua amichetta? È da tempo che non facciamo delle cose così romantiche»

Alex avrebbe voluto ribattere che l’ultimissima persona al mondo che potesse permettersi di pronunciare la parola “romantico” era proprio lui, ma improvvisamente si ritrovò le labbra impegnate in una lotta furiosa con una bocca piuttosto invadente.

“Pazienza, vorrà dire che ci faremo scaldare gli avanzi” pensò distrattamente, affondandogli una mano nei capelli azzurri.

Rabbrividì involontariamente percependo il calore familiare della sua mano che le scostava l’accappatoio e si faceva strada su per il suo stomaco, fino ad arrivare a stringere nel palmo il suo obiettivo.

Infatti, malgrado Grimmjow normalmente sfruttasse la taglia ridotta del seno di Alex come fondamenta su cui erigere il castello di critiche che aveva nei suoi riguardi, stranamente in quei momenti esso assumeva un fascino del tutto nuovo ai suoi occhi, a giudicare da come gli piaceva farci finire le mani sopra.

Dopotutto, se da una parte Grimmjow non poteva certo essere definito Mister Preliminari, dall’altra però aveva capito che soffermarsi su determinate zone del suo corpo, prima di arrivare dritto al punto, produceva in lei degli effetti piuttosto interessanti, come rossore, respiro accelerato, improvvisa intraprendenza e un’inspiegabile e insistente voglia di morderlo un po’.

Seriamente. L’aveva anche fatto.

E Grimmjow l’aveva apprezzato parecchio.

Maledetta pantera in calore.

 
Quello che invece, qualche giorno prima, non aveva affatto apprezzato, era la nuova restrizione a cui Alex lo aveva sottoposto dopo il colpo apoplettico che si era presa quella famosa sera in cui Liz le aveva ricordato che ora lui si trovava in un corpo del tutto simile ad uno umano.

Ovviamente lui aveva subito interpretato la faccenda come una profonda ferita al suo orgoglio virile.

«‘Fanculo! Mi prendi in giro?! Con questo coso non sentirò niente!»

«Non sentirai niente se te lo metti nelle orecchie, cretino!»

Poi però era bastato rivelargli quale fosse la funzione primaria di un preservativo perché le proteste di Grimmjow si bloccassero di colpo con uno sguardo orripilato.

A quanto pareva il suo lato paterno era ancora più atrofizzato di quello emotivo.

 
Improvvisamente il contatto con i vestiti fradici di Grimmjow la sottrasse ai suoi pensieri.

«Ah! No, aspetta un attimo… aspetta  ho detto!»

«Che c’è ora?» borbottò lui scontento, senza allontanarsi minimamente da lei.

Se le stava facendo un altro succhiotto era la volta che lo menava sul serio!

«C’è che sto cominciando ad avere freddo, e tu sei ancora fradicio. Almeno andiamo in camera, che lì ci sono le coperte!» concluse con fare tentatore.

Era una mezza verità: l’altra metà era che la sua schiena aveva già subito abbastanza traumi, era un po’ come se gliel’avessero scartavetrata allegramente per tutto il giorno, e almeno per quella sera le sarebbe veramente piaciuto appoggiarla a qualcosa di morbido.

Qualsiasi cosa che non fosse il freddo muro di un bagno, insomma.

Grimmjow le rivolse un sguardo parecchio, parecchio scocciato.

Che però subito dopo si trasformò in qualcos’altro, mentre Alex assisteva impotente al formarsi di una qualche idea diabolica all’interno del suo cervello di pantera in procinto di sbranare la preda.

E la preda era lei, ovviamente.

 

**

«Fermo lì!»

Aramis abbassò lo sguardo sulla testolina bionda che gli sbarrava il passo a braccia tese.

«Che c’è?»

«Stai andando a disturbarli, vero? Proprio ora che hanno smesso di litigare!»

«Cosa te lo fa pensare?»

«Il fatto che ti conosco!»

Le sorrise divertito.

«Ah, ma davvero? E mettiamo pure che io stia andando di sopra con l’idea di aprire di botto la porta e mettere la principessa in imbarazzo, come penseresti di impedirmelo?» le chiese incrociando le braccia.

Liz si corrucciò all’istante e fece un passo avanti, puntando l’indice dritto al petto di Aramis.

«Se solo ci provi, non ti cucinerò mai più neanche un panino!»

«Sono un ottimo cuoco, sai?»

«Ah… allora mi metterò ad urlare forte, così Alex saprà subito che stai arrivando!»

«Ma così sarai tu ad interromperli, coniglietto»

«Accidenti…! Avanti Aramis, non puoi fare il bravo almeno per una volta? Te lo sto chiedendo per favore!» lo supplicò a mani giunte, sgranando al massimo i suoi occhi azzurri.

Di solito la sua imitazione di Bambi era piuttosto efficace in quel tipo di situazioni.

Aramis rimase a fissarla in silenzio per un po’, e Liz si chiese con assoluto stupore se stesse davvero valutando se accontentare o no la sua richiesta.

Davvero la stava spuntando?

Forse.

Però non era solo quello.

L’intensità con cui la stava guardando negli occhi era forse eccessiva per la stupida discussione che stavano avendo.

I battiti di Liz cominciarono ad aumentare.

Poi lui alzò una mano, e lentamente gliela appoggiò su una guancia.

Era davvero fredda, e il suo primissimo istinto fu quello di ritrarsi, soprattutto perché vederlo improvvisamente così serio la metteva a disagio, ma poi si impose di rimanere immobile.

Sentiva che se avesse compiuto un qualsiasi movimento brusco la bolla di intimità che li aveva improvvisamente avvolti sarebbe scoppiata in un istante.

Quindi lasciò che le mani di Aramis le accarezzassero  il volto e il collo.

Aveva i brividi, il cuore a mille e una gran confusione in testa, ma dandosi mentalmente della cretina mantenne il contatto visivo.

Infine un braccio di Aramis le si strinse attorno ai fianchi, avvicinandola ulteriormente a sé, e si ritrovarono a respirare a pochi centimetri di distanza.

“Chiudi gli occhi, coniglietto”

Liz obbedì.

Avrebbe voluto rispondergli che non era affatto giusto che lui le spiasse così nella testa in un momento del genere, ma le parole le sfumarono dal cervello non appena sentì il primo bacio posarsi vicino all’orecchio, e poi il secondo sulla guancia, seguito poi da un altro ancora più vicino alla sua bocca.

L’aspettativa di ciò che sarebbe per forza venuto dopo le fece schiudere inconsciamente le labbra.

“Quanta fretta!”

“Dacci un taglio e baciami”

«Agli ordini...» le mormorò in risposta, prima di avvolgerla completamente nel suo abbraccio e accontentarla.

Fu… paradisiaco.

Liz gli allacciò quasi subito le braccia al collo, e rimasero lì ai piedi delle scale a scambiarsi il bacio più super che lei avesse mai ricevuto.

Ormai si era quasi rassegnata a rimanersene buona e tranquilla nei suoi confronti, ma se questo era ciò che lui aveva in testa, allora Liz poteva decisamente dichiarare aperta la caccia.

Soprattutto se…

Oh, insomma, quello sì che era un bacio!

Dopo qualche minuto Aramis si decise a darle un attimo di tregua, e tutto quello che Liz riuscì ad articolare, ancora un po’ stralunata, fu: «…. però!»

«I tuoi pensieri sono ancora decisamente incoerenti, coniglietto. Devo forse lasciarti un po’ di spazio per respirare un po’?»

«Non provarci neanche!» gli rispose ricominciando a baciarlo.

“Agli ordini”

 

**

Era sfinita.

Peggio, era stravolta.

Fu questo il motivo per cui si lanciò a pelle d’orso sulla prima cosa morbida che le capitò a tiro.

Ovvero la spalla di Liz.

Che però sembrava a sua volta ben poco nel mondo dei vivi.

Rimasero immerse nel buio della loro stanza mezze addormentate per un bel po’, prima che Alex si decidesse a parlare.

«Ho rischiato di annegare»

«Ho affrontato un animale selvatico per garantirti un po’ di privacy» rispose Liz in tono altrettanto monocorde.

«Ho fatto sesso con Grimmjow nella vasca da bagno piena di acqua calda»

«Brava. Io ho baciato follemente Aramis nel corridoio»

«Grimmjow ha detto che non si fida più a farmi fare il bagno da sola»

«Io ho detto ad Aramis che se è davvero così bravo a cucinare domani potrebbe farcela lui la colazione»

«… giornata intensa, eh?»

«Già»

«… domani picchierò Aramis»

«Io invece mi congratulerò con Grimmjow»

«Buonanotte»

«Buonanotte»


 
 
 
 
Angolo delirazioni
 
Liz: «Ho trovato! Serata cinema!»

Aki: «Non male, ragazza. E cosa guardiamo?»

Liz: «Mulan, dai, guardiamo Mulan!»

Aki: «Questa sì che è una buona idea!»

Alex: «Ehm, ragazze, ritornate un attimo sulla Terra. Grimmjow? Che guarda un film della Disney?»

Aki (abbassando la voce con fare cospiratorio): «Ci vorrà solo un po’ di strategia, tutto qui. Ci metteremo in pigiama, prenderemo le patatine e faremo in modo di fare un bel casino per far capire che ci stiamo divertendo. A quel punto il bersaglio verrà sicuramente a ficcare il naso, noi cercheremo di cacciarlo, lui si arrabbierà e vorrà rimanere a tutti i costi. Una volta dentro, anche se il film non dovesse piacergli il suo orgoglio lo costringerà comunque a rimanere: non ci darebbe mai la soddisfazione di dirgli “te l’avevamo detto”!»

Liz: «Geniale!»

Alex: «Senti, dimmi solo una cosa… Perché? Perché mai avresti dovuto ideare questo piano criminale solo per far vedere a Grimmjow un cartone animato? Cosa stanno escogitando quei piccoli cricetini che girando nella ruota mettono in moto il tuo cervello?»

Liz: «Guarda che io lo faccio per te!»

Alex: «… scusa ma mi sfugge il nesso»

Aki: «Uffa, bisogna sempre spiegarti tutto! In realtà è tutta una tattica per inviargli dei messaggi subliminali!»

Alex: «… continuo a non capire»

Liz: «Non trovi anche tu che Mulan abbia molte cose in comune con la nostra situazione attuale? Basta usare un po’ di fantasia: lei è una povera ragazza che decide di fare grandi sacrifici per salvare chi ama, lui è uno scontroso ma figo capitano che la massacra per insegnarle a combattere, anche se alla fine è l’intelligenza di lei a fare la differenza; alla fine le viene offerto di rimanere nel mondo di lui, ma lei preferisce tornare a casa sua, dove alla fine lui la segue. Geniale, no?»

Alex: «E in tutta questa salsa voi due e Aramis dove siete?»

Aki: «Beh, Liz è la nonnetta sprint di Mulan»

Liz: «E Aki invece è Mushu!»

Aki: «Già, infatti… ehi, aspetta un attimo!»

Alex: «E Aramis allora chi è? Il cavallo?»

Alex: «E comunque vi rendete conto che è estremamente più probabile che Grimmjow si immedesimi in Shan Yu, il capo degli Unni? Quanto ci fate andare che tiferà per lui?»

Liz: «Accidenti, non ci avevo pensato! Allora non si può fare!»

Aki: «E se invece guardassimo Star Wars II? Lì ci sono un sacco di combattimenti, e alla fine Anakin e Amidala almeno si sposano…»

Liz: «In effetti ora che ci penso Palpatine ricorda un sacco Aizen, e Alex e Padmé forse…»

Alex: «LIZ!»

 

  
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